Vai al contenuto
IGNORED

Mappa stellare su pietra ?


Risposte migliori

Inviato
trieste-pietra-copertina-jpg.webp

Trovata in un castelliere del Carso antica pietra incisa. Cosa rappresenta? La scoperta “stellare” di un archeologo e di un astronomo

 
 
trieste-pietra-768x1024.webp Da sinistra, l’archeologo Federico Bernardini e l’astronomo Paolo Molaro al Castelliere di Rupinpiccolo, con quella che potrebbe essere la più antica mappa celeste mai scoperta. @ Credito forografico, Inaf

Due pietre circolari, trovate nei pressi dell’ingresso di un castelliere. Tutto parte da lì. Una pietra rappresenta il sole, l’altra è ricca di segni precisi, inferti con uno strumento metallico. Le scalfitture si rivelano intenzionali. Rappresentano qualcosa. Ma cosa? Siamo nel cuore del Carso triestino, a Rupinpiccolo, a 12 chilometri da Trieste. Minuscola frazione del Comune di Sgonico è a 297 metri sul livello del mare ed ha 117 abitanti. Il castelliere sta un po’ più in alto.

Tra i tanti castellieri dell’area carsica, quello di Rupinpiccolo è uno dei meglio conservati, grazie anche ai lavori di consolidamento eseguiti qualche decennio fa dalla Soprintendenza Archeologica. I castellieri, come ben sappiamo, sono insediamenti fortificati risalenti all’Età del Bronzo e del Ferro, caratterizzati da una posizione elevata e facilmente difendibile. Questo termine è comunemente utilizzato per identificare le costruzioni di questo genere presenti nelle regioni del Veneto, Carso, Friuli e Istria, mentre nelle Marche queste strutture arcaiche sono conosciute con il nome di gradìne.

Il castelliere di Rupinpiccolo sorge subito fuori dal paese, su di un’altura calcarea, la cui sommità è recintata da un vallo dallo spessore di 3-4 metri, ma che in alcuni punti tocca anche i 7 metri. L’altezza si è conservata per un massimo di 3 metri, ma in origine doveva raggiungere i 7-8 metri. L’elemento più notevole è costituito dal varco d’accesso posto sul tratto inferiore della muratura: era delimitato da due muri che si prolungavano verso l’esterno costituendo una sorta di corridoio (o dromos); sul lato a valle era difeso da un contrafforte e su quello a monte era controllato da una torre. Fu realizzato tra il 1800 e il 1650 a.C. e frequentato fino al 400 a.C.

trieste-castelliere-jpg.webp Ripresa aerea del Castelliere di Rupinpiccolo @ Archivio Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia

Qui – secondo gli studiosi che hanno pubblicato un saggio sull’ultimo numero della rivista tedesca di astronomia Astronomische Nachrichten, che è stato esaminato, nelle ore scorse, da Marco Malaspina, direttore di Media Inaf – i nostri antenati avrebbero perfettamente rappresentato una mappa celeste. Era il cielo osservabile dal castelliere. La pietra sarebbe così, secondo gli autori dello studio, la più antica mappa celeste conosciuta. Ciò che è interessante è che, in più di 2500 anni, il “cielo sopra Rupinpiccolo” è cambiato, ma tavole astronomiche e computer rivelano che ciò che brillava, nella notte, corrisponde con i segni lasciati dai colpi di scalpello dell’antico “scultore di stelle”.

L’attenzione degli studiosi è stata attirata da due notevoli pietre circolari collocate all’ingresso del Castelliere di Rupinpiccolo. Mentre una di esse si ritiene possa rappresentare il Sole, l’altra potrebbe essere la più antica mappa celeste mai rinvenuta. Questa straordinaria scoperta è stata resa possibile grazie all’osservazione attenta di un astronomo dell’Inaf – Istituto nazionale di astrofisica – di Trieste, Paolo Molaro, e di un archeologo dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e dell’Ictp, Federico Bernardini.

Molaro e Bernardini hanno identificato sulla superficie della pietra 29 incisioni che corrispondono con notevole precisione alle costellazioni dello Scorpione, di Orione, delle Pleiadi e di Cassiopea. La disposizione di questi segni, eseguiti con un martello e un rudimentale scalpello di metallo, suggerisce un’intenzionalità nell’opera e una cura notevole nell’esecuzione.

disco-1024x948.webp Modello digitale di elevazione della faccia principale della pietra analizzata nello studio @. Crediti: Bernardini et al., Documenta Praehistorica. La foto è stata pubblicata da Media Inaf

«Circa due anni fa sono stato contattato dall’archeologo Federico Bernardini, che non conoscevo, dicendomi che aveva bisogno di un astronomo» – racconta l’astronomo Molaro a Malaspina, nel corso di un’intervista condotta per Media Inaf -. Gli sembrava di aver identificato la costellazione dello Scorpione in una pietra del Carso. La mia prima reazione è stata di incredulità, dato che la parte meridionale dello Scorpione è appena sopra l’orizzonte alle nostre latitudini. Ma poi, scoprendo che la precessione degli equinozi lo alzava di circa 10-12 gradi e l’impressionante coincidenza con la costellazione, ho cominciato ad approfondire la questione… Così ho identificato Orione, le Pleiadi e, nel retro, Cassiopeia. Tutti i punti presenti tranne uno».

“Insomma, tutti gli indizi sembrano concordi: quei segni non sono opera della natura e non sono lì per caso. – scrive Malaspina – Li ha incisi qualcuno. E li ha incisi almeno 2400 anni fa. Quando ancora il Castelliere di Rupinpiccolo assolveva al suo compito di fortificazione. E quando ancora le stelle dello Scorpione rilucevano al di sopra dell’orizzonte, come ricostruito da Molaro. Una stella in particolare: Sargas. Chiamata anche Theta Scorpii, oggi Sargas non è più visibile dal Castelliere, essendo appunto troppo in basso rispetto all’orizzonte, ma lo era nel 1800 a.C., come ha calcolato lo stesso Molaro simulando con il programma Stellarium il cielo notturno dell’epoca sopra Rupinpiccolo. E lo era anche nel 400 a.C.”.

https://stilearte.it/trovata-in-un-castelliere-del-carso-antichissima-pietra-incisa-cosa-rappresenta-la-scoperta-stellare-di-un-archeologo-e-di-un-astronomo/


Inviato

Certamente se fosse confermata la notizia che nella pietra e' rappresentata la costellazione dello Scorpione , bisognerebbe fare un grandissimo plauso all' astronomo che l' ha individuata nella pietra . 

Se cosi' fosse sorgerebbe il quesito del perche' l' antico "astrofilo" riprodusse proprio la costellazione dello Scorpione , la cui stella piu' luminosa e' Antares , anziche' tante altre costellazioni dell' emisfero nord ben piu' ricche di brillanti stelle e in particolari conformazioni geometriche , forse dentro lo Scorpione vi apparve una Cometa o una Supernova ? di certo in questa costellazione apparvero fin dall' antichita' diverse stelle Novae e Supernove .  

Sotto la costellazione dello Scorpione come appare ad occhio nudo in una limpida nottata .

costellazione-scorpione-occhio nudo.png


Supporter
Inviato
13 minuti fa, Cremuzio dice:

Certamente se fosse confermata la notizia che nella pietra e' rappresentata la costellazione dello Scorpione , bisognerebbe fare un grandissimo plauso all' astronomo che l' ha individuata nella pietra . 

Se cosi' fosse sorgerebbe il quesito del perche' l' antico "astrofilo" riprodusse proprio la costellazione dello Scorpione , la cui stella piu' luminosa e' Antares , anziche' tante altre costellazioni dell' emisfero nord ben piu' ricche di brillanti stelle e in particolari conformazioni geometriche , forse dentro lo Scorpione vi apparve una Cometa o una Supernova ? di certo in questa costellazione apparvero fin dall' antichita' diverse stelle Novae e Supernove .  

Sotto la costellazione dello Scorpione come appare ad occhio nudo in una limpida nottata .

costellazione-scorpione-occhio nudo.png

Mia ipotesi personale:

... o magari sono i primi ritrovamenti di una serie di tavole che rappresentano il cielo conosciuto allora ..
.. se già sono 2, è più facile pensare ad una raccolta più completa. Il dubbio è se siano sopravvissute al tempo o sono ancora da scoprire.
Anche la modalità in cui l'importanza del Sole viene rappresentato singolarmente, fa pensare a un modus operandi di un antico catalogo astronomico.
 .. materiale didattico dell'età del bronzo?
.. un accenno di biblioteca ancestrale?

Il cielo stellato è stato per millenni lo "spettacolo notturno per eccellenza", non mi stupirebbe ci fossero numerosi reperti in tema da ancora scoprire, forse anche più antichi ..


Inviato

Magnifico. Il Carso triestino, zona che conosco piuttosto bene, riserva nuove positive sorprese.


Inviato

una scoperta molto interessante, sempre se l'interpretazione è corretta.

https://www.researchgate.net/publication/375900765_Possible_stellar_asterisms_carved_on_a_protohistoric_stone

https://www.ansa.it/friuliveneziagiulia/notizie/2023/12/30/la-piu-antica-mappa-celeste-incisa-su-una-pietra-del-carso_692e3546-290b-411c-8415-f8abde13d9e9.html

https://www.meteoweb.eu/2023/12/la-piu-antica-mappa-celeste-carso-triestino/1001343166/

 

Una pietra circolare con 29 incisioni risalente ad almeno 2.400 anni fa trovata sul Carso triestino potrebbe essere la mappa celeste più antica al mondo

image.thumb.jpeg.cf6dcd0123442e4c6a714b7649f65fa2.jpeg

Trovata sul Carso triestino quella che potrebbe essere la mappa celeste più antica al mondo, ossia una pietra circolare con 29 incisioni risalente ad almeno 2.400 anni fa. Raffigurerebbe le stelle dello Scorpione, di Orione, delle Pleiadi e di Cassiopeia, oltre che una supernova ‘fallita’ in un punto del cielo dove oggi potrebbe nascondersi un buco nero. Lo indicano i risultati dello studio pubblicato sulla rivista Astronomische Nachrichten (la più antica rivista d’astronomia ancora attiva) dall’astronomo Paolo Molaro, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Trieste, e dall’archeologo Federico Bernardini, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

I due esperti hanno iniziato a collaborare circa un paio di anni fa, dopo che all’ingresso del Castelliere di Rupinpiccolo sono state trovate due grosse pietre circolari, con un diametro di circa 50 centimetri e uno spessore di 30, risalenti a un’epoca compresa fra il 1800 a.C. e il 400 a.C.. Una pietra, a parte il taglio circolare, non presenta ulteriori tracce di lavorazione e potrebbe rappresentare il disco del Sole, mentre l’altra potrebbe essere la più antica mappa celeste mai scoperta. Sulla sua superficie sono presenti 29 incisioni, 24 su un lato e 5 sull’altro: tutti i segni sono distribuiti in modo irregolare ma con un’orientazione comune, come se fossero stati incisi dalla stessa persona, armata di un martello e di un rudimentale scalpello di metallo con una punta da 6-7 millimetri. Uno strumento in bronzo compatibile è stato trovato a qualche chilometro di distanza, nel Castelliere di Elleri, ed è oggi conservato al Museo archeologico di Muggia.

Grazie alle simulazioni fatte con un software che ricostruisce la volta celeste di epoche passate, i ricercatori hanno trovato una sovrapposizione statisticamente significativa tra 28 dei segni incisi nella pietra e le stelle dello Scorpione, di Orione, delle Pleiadi e (considerando anche i 5 segni sul retro della pietra) di Cassiopeia. Per quanto riguarda il 29° segno, invece, gli studiosi ipotizzano che possa raffigurare una ‘supernova fallita‘, uno di quegli oggetti che gli astronomi chiamano transienti perché compaiono e poi scompaiono nuovamente. Se così fosse, in quel punto del cielo oggi potrebbe esserci un buco nero.

image.thumb.jpeg.d7d9797fec3071b35d080acaf00b9940.jpeg

Modello digitale di elevazione della faccia principale (quella con 24 incisioni) della pietra analizzata nello studio 

Sullo stesso lato di una pietra si trovano due costellazioni, dello Scorpione e di Orione. Interessante – afferma Bernardini in una intervista a Il Piccolo di Trieste – è notare che proprio queste due costellazioni marcano il passaggio tra due stagioni diverse: questa pietra poteva, quindi, essere uno strumento pratico in un passato in cui gli astri avevano un ruolo fondamentale per cadenzare le attività agricole e scandire le stagioni. Affascinante è la posizione in cui sono state trovate tutte le pietre. In entrambi gli scavi, infatti, i reperti erano posizionati presso le porte che, nella fase più antica dei Castellieri, erano dei punti sacri che segnavano il passaggio tra l’interno e l’esterno dell’abitato. Sempre vicino alle porte – continua Bernardini – venivano seppelliti i membri più importanti delle comunità”.

 

Ancora domande senza risposta

Le domande che lo studio lascia aperte sono tante e suggestive. Resta da capire chi potrebbe avere inciso la pietra. Degli abitanti che vivevano in quel periodo nel Castelliere si sa che non conoscevano la scrittura. Se quella incisa nella pietra fosse davvero una mappa celeste, dimostrerebbe l’esistenza di una sorprendente curiosità per l’astronomia già nell’Europa protostorica.

La rappresentazione del cielo notturno più antica a oggi conosciuta, dicono gli esperti di INAF, è probabilmente il disco di Nebra, un manufatto in bronzo con applicazioni in oro a indicare il Sole, la Luna e le Pleiadi: proveniente dalla Germania, è datato intorno al 1600 a.C., ma più che una mappa si tratta di una rappresentazione simbolica. Per mappe ‘fedeli’ del cielo occorre attendere il I secolo a.C., epoca delle mappe derivate probabilmente dal catalogo di Ipparco risalente al 135 a.C.

 

dall'articolo originale:

image.thumb.jpeg.9376a5ceebee90ac6d6372bf4be7baf1.jpeg

 

 


Inviato

Era già aperta una discussione in merito.

@CdC potresti gentilmente unire le due discussioni, per evitare doppioni ? Grazie e Buon Anno.


Inviato
23 ore fa, ARES III dice:

potresti gentilmente unire le due discussioni, per evitare doppioni ?

Fatto.

@coinzh


Inviato
53 minuti fa, CdC dice:

Fatto.

@coinzh

 

Grazie mille.


Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.