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Due quarantesimi anniversari molto particolari: il Finto allarme del 1983 e Able Archer 83


Risposte migliori

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Apro questo thread con leggero ritardo sugli avvenimenti descritti, ma è qualcosa che merita di essere evidenziato.

 

Sì è venuto a sapere molto tempo dopo che a parte la famosa crisi dei missili di Cuba del 1962 c'è stata qualche altra occasione in cui abbiamo rischiato di saltare tutti in aria in un olocausto nucleare mondiale. In particolare il 1983 fu un anno davvero "bollente" all'interno della guerra fredda: il 26 settembre 1983 per una strana coincidenza avvenne quanto descritto in questo articolo:  https://it.wikipedia.org/wiki/Incidente_dell'equinozio_d'autunno

Voi ricordate cosa stavate facendo alla fine dell'83?

Riuscite a immaginare cosa vi sarebbe successo se le cose fossero andate nel modo più tragico?

 

Se volete un quadro più intenso della situazione, su questa faccenda sono stati prodotti anche documentari come The Man Who Saved The World. Per vivere l'evento in una sequenza da telefilm guardate di seguito i seguenti spezzoni: da 18:34 a 20:25 --- da 30:31 a 38:17 --- da 48:05 a 51:40 --- da 52:40 a 53:03 --- da 54:31 a 56:54 --- da 57:04 a 1:04:03.

 

 

 

 

Altra occasione mancata si ebbe dal 2 all'11 novembre 1983, durante la grande esercitazione NATO di sui si parla qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Able_Archer_83

Anche in questo caso sorge spontanea la domanda: come avreste reagito se fosse scoppiata la terza guerra mondiale?

 

Di seguito un interessante documentario di History Channel in italiano:

 

Modificato da ART

  • ART ha rinominato il titolo in Due quarantesimi anniversari molto particolari: il Finto allarme del 1983 e Able Archer 83
Inviato
8 ore fa, ART dice:

Voi ricordate cosa stavate facendo alla fine dell'83?

Aspettavo la cartolina precetto per il servizio militare

8 ore fa, ART dice:

Riuscite a immaginare cosa vi sarebbe successo se le cose fossero andate nel modo più tragico?

Certamente, mi avrebbero arruolato subito e non dopo, come avvenne, nell'aprile '84.

8 ore fa, ART dice:

come avreste reagito se fosse scoppiata la terza guerra mondiale?

Datosi che sarei stato miltare, avrei obbedito agli ordini. Probabilmente sarei stato impiegato nelle operazioni ,diciamo, di primo soccorso, qualora fosse sopravvissuto qualcuno  (me compreso).

Aggiungo due parole sulla figura di Stanislav Evgrafovič Petrov (protagonista dell'incidente del 26/9/1983, deceduto nel 2017) : la sua intuizione sollevò forti dubbi sull'affidabilità delle tecnologie sovietiche e questo gli costò il congedo anticipato. Ma soprattutto,  in Unione Sovietica e poi nella Russia, il suo nome venne dimenticato . La notizia della sua morte venne annunciata solo quattro mesi dopo, non dando importanza dell’uomo che salvò il mondo.

saluti

  • Grazie 1

  • 2 settimane dopo...
Inviato

@ART

Grazie per queste informazioni riguardanti due fatti che ignoravo.

Quanto a me stesso posso dire che nel 1983 avevo due anni e, se le cose fossero andate diversamente, ora non sarei certamente tra coloro che leggono questa discussione...


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Il 4/1/2024 alle 20:53, viganò dice:

Quanto a me stesso posso dire che nel 1983 avevo due anni e, se le cose fossero andate diversamente, ora non sarei certamente tra coloro che leggono questa discussione...

Vale anche per me, non ero molto più grande.

Dopo tanti anni di studi sulla guerra nucleare, compresi naturalmente gli eventi di Hiroshima e Nagasaki, ora mi capita spesso di pensare a come sarebbe potuta andare a me in persona. Anche se piccoli come eravamo quel poco che si sarebbe potuto fare sarebbe dipeso dai nostri genitori. E' certo che anche senza la piena consapevolezza di un adulto avrei avuto una grande paura.

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  • Mi piace 1

  • 3 mesi dopo...
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Modificato da ART

  • 3 settimane dopo...
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«Vamos a la playa era la canzone da spiaggia post-atomica, perché all'epoca non me ne rendevo conto, ma col senno di poi devo dire che si avvertiva questa minaccia tra Unione Sovietica e Stati Uniti. C'era un po' questa spada di Damocle che sembrava incombere su tutti noi. Non l'avvertivo ma scrissi questa canzone che parlava appunto di bombe che esplodevano, di radiazioni che invece di abbronzare normalmente abbronzavano di blu, ma tanto chi se ne frega, ci sarà il mare fluorescente e non ci saranno più i pesci puzzolenti. Sarà fighissimo, dei colori nuovi» (Johnson Righeira)

 

 

 

 

 

Tropicana

 

 

 


  • 3 settimane dopo...
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Fosse andata male, non ricordo se avrei fatto in tempo a stabilire il mio record personale di 395.800 punti a Juno First prima di saltare in aria col resto del mondo.

Al primo videogioco che scelsi da solo (il primissimo che mi fecero provare fu Pac Man) giocavo ogni sabato in sala giochi con 100 lire e un entusiasmo indescrivibile.

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Ancora oggi cerco di battere quel record al mio primo amore videoludico, giocando ogni tanto in una postazione con MAME.

 

 

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  • 4 settimane dopo...
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Il primo romanzo del mondo in cui si descrive una guerra nucleare è The World set free (tradotto in Italia col titolo "La liberazione del mondo") di Herbert George Wells, scritto nel 1913.

 

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La più recente edizione italiana è:

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Oppure lo si trova nel volume di racconti:

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1967

 

 

 

Versione dei Nomadi di L'atomica cinese:

 

 

1972. Da molti fu scambiata per una canzone ecologista:

 

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1 ora fa, littleEvil dice:

Mi sa che all'epoca ci avevan fatto una malattia 😁

 

Poco ma sicuro. Per caso conosci canzoni in tedesco (dell'epoca guerra fredda) che parlano di bombe atomiche e/o guerra nucleare?

Intanto non si può non citare:

1966

 

 

Esiste anche musica post-guerra fredda in stile "guerrafreddista", come questo interessante brano dal titolo Soviet March, composto nel 2008 dal musicista James Hannigan per il videogioco Command & Conquer - Red Alert 3 (dove si parla dello scoppio della terza guerra mondiale con l'invasione sovietica dell'ovest). Si tratta di una canzone in stile coro russo con un testo ironico in russo di esaltazione dell'aggressività dell'Unione Sovietica.

 

 

 

Modificato da ART

Inviato
3 ore fa, ART dice:

Per caso conosci canzoni in tedesco (dell'epoca guerra fredda)

Prima solo una, quella con i 99 palloncini di Nena, adesso sono DUE! ;)

Una storia di "neutroni" e "demoni" (e per sapere perchè bisogna leggere il testo fino in fondo!)

Karat: „Der blaue Planet“

Tanzt unsere Welt mit sich selbst schon im Fieber?
Liegt unser Glück nur im Spiel der Neutronen?
Wird dieser Kuss und das Wort, das ich dir gestern gab
Schon das Letzte sein?
Wird nur noch Staub und Gestein ausgebrannt alle Zeit
Auf der Erde sein?
Uns hilft kein Gott, unsere Welt zu erhalten

Fliegt morgen früh um halb drei nur ein Fluch und ein Schrei
Durch die Finsternis?
Muss dieser Kuss und das Wort, was ich dir gestern gab
Schon das Letzte sein?
Soll unser Kind, das die Welt noch nicht kennt
Alle Zeit ungeboren sein?
Uns hilft kein Gott unsere Welt zu erhalten

Karat: "Il pianeta blu
Il nostro mondo sta già ballando con se stesso in preda alla febbre?
La nostra felicità risiede solo nel gioco dei neutroni?
Questo bacio e la parola che ti ho dato ieri
saranno gli ultimi?
Solo polvere e roccia saranno bruciate per sempre sulla terra?
Nessun Dio ci aiuterà a preservare il nostro mondo

Domani mattina alle due e mezza volerà solo una maledizione e un grido
attraverso l'oscurità?
Questo bacio e la parola che ti ho dato ieri devono essere già
già essere l'ultima?
Il nostro bambino, che il mondo non conosce ancora, non dovrà mai nascere?
Nessun Dio ci aiuta a preservare il nostro mondo

============


Una canzone di pace


Quando la Guerra Fredda minacciava di scaldarsi, il gruppo rock Karat della DDR pubblicò una canzone che risuona ancora oggi: "The Blue Planet". Si tratta di un monito musicale con molteplici riferimenti.
La storia della canzone "Der blaue Planet" del gruppo rock di maggior successo della DDR Karat inizia con la censura. Proprio nel secondo verso di questo breve e potente singolo, che tratta del pericolo di una guerra nucleare, la direzione culturale della DDR cambiò una parola.
Gli editori trasformarono "demoni" in "neutroni". Secondo le lettere inviate al volume, i funzionari culturali volevano che fosse "più vivido e adatto ai tempi". Così è stata trasformata la critica globale del marzo 1982, con il leggendario numero di inventario 1019194. La situazione è rischiosa, il mondo "balla nella febbre", e non solo nella canzone di cinque minuti, perché nell'autunno 1982 falliscono i negoziati di Ginevra sul disarmo tra Stati Uniti e Unione Sovietica sullo smantellamento dei missili a medio raggio.
Cavalcata verso la Giornata mondiale della pace
La disputa sull'equilibrio degli armamenti causò discordia. Con Ronald Reagan e Leonid Breznev, i due sistemi mondiali corsero verso il culmine della Guerra Fredda, all'epoca molto calda.
Il 21 settembre, in occasione della Giornata Mondiale della Pace, la band ha quindi eseguito la prima grande performance della canzone a Berlino Est.


Ma la ruota della storia continua a girare: Reagan aumentò la spesa per la difesa, precedentemente ridotta, a un nuovo livello record. Ciò rese prevedibile il dispiegamento di una nuova generazione di missili sul territorio della Germania occidentale. Il movimento pacifista protestò e due terzi della popolazione della Germania occidentale si espresse contro il dispiegamento nei sondaggi. Contemporaneamente, nella DDR si svolsero manifestazioni contro l'armamento del Patto di Varsavia, che non furono tollerate dallo Stato.
Anche Karat volle fare una dichiarazione con l'album omonimo. In entrambi gli Stati tedeschi, la minaccia nucleare era onnipresente tra la popolazione: "Nessun Dio ci aiuterà a preservare il nostro mondo" era un monito in tempi di catastrofe assoluta.
In particolare, gli effetti di sintesi con cui si apre la canzone, che compaiono ripetutamente nelle lunghe sequenze tra le strofe e che ricordano in qualche modo i suoni di un contatore di violini, riflettono gli spaventosi sviluppi della diplomazia internazionale.

Due copertine diverse dell'album
Ma l'album è una novità: viene pubblicato in entrambi gli Stati tedeschi. La copertina mostra la Terra dallo spazio. In mezzo ai continenti e agli oceani, una crepa attraversa le placche terrestri, da cui sgorga lava arancione. Tuttavia, questo disegno era destinato solo ai dischi della DDR. Un'altra copertina, quella della Repubblica Federale, mostra il mondo come la punta di un fiammifero che sta per essere acceso. La natura radicale delle copertine indica anche l'impatto dell'album.
Le nove canzoni furono registrate nei tradizionali studi Amiga della Brunnenstrasse di Berlino Est, a 150 metri dal valico di frontiera di Bernauer Strasse e dal muro che divideva la città. All'inizio degli anni '80, anch'esso rappresentava il segno della Guerra Fredda e l'apparentemente insormontabile

 Elementi africani e orientali
L'album è autonomo nella sua composizione musicale e la title track è relativamente atipica per la tradizione musicale e anche per il movimento rock della DDR: il singolo gioca molto con elementi musicali di altre culture. Ad esempio, combina caratteristiche musicali africane e orientali con quelle della musica rock europea. L'uso di strumenti come la marimba e l'uso sperimentale del sintetizzatore conferiscono alla canzone un suono melodico e talvolta sorprendente.
Il testo delle tre strofe fa riferimento alle paure e ai pericoli di una catastrofe nucleare. La breve frase "Il nostro mondo sta già ballando con se stesso nella febbre?" riassume questo concetto nella prima strofa. Mentre la voce del cantante dei Karat Herbert Dreilichs inizia con un lento vocalizzo nella prima parte, un lungo assolo di tastiera conclude la canzone fino a quando la musica cade completamente nel silenzio. Suoni delicati di chitarra, linee di basso trainanti ed esperimenti di sintetizzatore definiscono la canzone e l'album nel suo complesso.

La frase "Nessun Dio ci aiuterà a preservare il nostro mondo" è sia una critica alla leadership della DDR, dell'Unione Sovietica e dell'Occidente, sia una prognosi di uno scenario da fine dei tempi. Non ci sarà salvezza una volta aperto il vaso di Pandora nucleare. La minaccia della guerra aleggia per tutto il tempo della canzone.
I versi drastici hanno attratto il pubblico sia in Oriente che in Occidente. L'album vendette 1,1 milioni di copie nella DDR e 480.000 copie nella Repubblica Federale Tedesca entro il 1989, per cui Karat ricevette un disco d'oro dopo la riunificazione. L'album fu anche promosso dalla casa discografica statale della DDR in entrambi gli Stati tedeschi con un'ampia campagna pubblicitaria, in quanto la dirigenza della DDR considerava l'album parte della storia musicale della DDR.
della storia musicale della DDR. Per la SED, Karat era soprattutto una fonte di guadagno in valuta estera. In altri Paesi europei, sia dell'Est che dell'Ovest, furono venduti altri 50.000 dischi.


Quanto vola il piccione?
Un successo determinato da molti fattori casuali: la formazione con Herbert Dreilich (voce), Ulrich "Ed" Swillms (tastiera), Bernd Römer (chitarra elettrica), Michael Schwandt (batteria) e Henning Protzmann (basso) era piuttosto insolita, in quanto prevedeva la presenza di ospiti come Manfred Baier con un corno inglese, Heiner Herzog con una marimba africana, Thomas Natschinski con l'armonica e il gruppo d'archi "Otto Karl Beck" di Berlino Est sotto la direzione del direttore Bernd Wefelmeyer.
Tutte le nove canzoni dell'album sono concepite come manifesti per la pace e riprendono motivi classici del movimento pacifista, come le commoventi canzoni "Marionetten", "Blumen aus Eis" e "Wie weit fl iegt die Taube".

Ancora sotto l'incantesimo del pianeta blu: Karat dal vivo al Domstufen-Open Air 2020 sulla piazza della cattedrale di Erfurt,2020
Immagine Alleanza
Nella seconda strofa di "Blue Planet", compare la dura batteria, con pause che sembrano un segno di minaccia. Poi c'è di nuovo la voce roca di Dreilich e il suo canto monotono e lento, che continua il verso "Questo bacio e la parola che ti ho dato ieri devono essere gli ultimi? Devono essere l'ultimo?" ancora più insistente - la fine dell'amore e del linguaggio attraverso la guerra. Anche il basso è dominante - atipico per il gruppo, che di solito privilegia suoni più morbidi di chitarra elettrica. Si nota la malinconia, ma anche i riferimenti religiosi: il Giudizio Universale è imminente, come suggeriscono i versi. "Nessun Dio può aiutarci a preservare il nostro mondo" compare di nuovo. Questi motivi biblici rendono la canzone un brano atipico della musica rock della DDR dell'epoca.


Lo stato d'animo apocalittico creato dal testo è ulteriormente intensificato dai suoni del sintetizzatore che si levano nella terza strofa. "Ci sarà solo polvere e roccia bruciata sulla terra per tutto il tempo?" affronta la paura della completa distruzione degli habitat, della natura e dell'umanità. Una domanda filosofica che può essere letta anche in termini religiosi. 

A coloro che sono nati dopo
Infine, il testo si rivolge anche al futuro e ai giovani, che erano attivi nei movimenti pacifisti e antinucleari sia nella DDR che nella Repubblica Federale. "Il nostro bambino, che il mondo non conosce ancora, non nascerà per sempre?" si riferisce anche alle conseguenze degli attacchi nucleari e ai pericoli dell'uranio per le generazioni future.
Questo ha dato alla canzone una nuova connotazione. Ora viene utilizzata anche dal movimento per il clima durante le manifestazioni. Esiste anche una versione della canzone tradotta in inglese da Robert Bryce, intitolata "The Blue Planet", che la band ha prodotto nel 1982 ma che è stata pubblicata su disco solo nel 2007. L'anno scorso, anche i due DJ Dirty Doeringe Niconé, residenti nel club berlinese KaterBlau, hanno presentato la loro interpretazione di "BlauerPlanet". Anche questo dimostra che Ed Swillms e Norbert Kaiser avevano capito magistralmente come vestire la "New Wave" in una veste completamente indipendente e creare una canzone senza tempo con un tema di base che oggi è più attuale che mai.


Mancanza di serietà nella band?
I Karat hanno registrato 14 album. A volte la band ha suonato fino a 300 concerti in un anno. "E tutto senza droghe. Nella DDR si beveva una vodka e una birra e basta", dice il chitarrista Bernd Römer, entrato nella band nel 1976. Nelle interviste rilasciate dopo la riunificazione, i membri della band, che ancora oggi riscuote successo, hanno parlato dell'assurdità della censura della DDR, soprattutto per quanto riguarda "Blue Planet". "Siamo stati in grado di affrontare la censura abbastanza bene perché sapevamo cosa stavano guardando", ha detto Römer. "Avevamo anche un paroliere intelligente che trasmetteva i temi in modo quasi favoloso". Nonostante la posizione antistatale che si manifestava in "BlauenPlaneten", la band fu autorizzata a tenere concerti nella Germania Ovest. I critici hanno sostenuto che ciò fosse dovuto alla loro vicinanza allo Stato. Römer smentisce: "Abbiamo ottenuto questo risultato grazie alla nostra musica", dice. "Molte band pensavano che se avessero avuto il permesso di andare in Occidente, sarebbero riuscite a sfondare. Ma la loro musica non era accettata laggiù. Giuro che non eravamo vicini allo Stato, altrimenti avremmo scritto testi diversi".

Che si tratti di Est o Ovest, la guerra fredda è la peste!
I Karat furono l'unica band della DDR a comparire su "Wetten dass..." nel 1982. "Der blauePlanet" fu celebrato dal pubblico di Frank Elstner e ricevette buone recensioni anche nella Repubblica Federale. Tuttavia, l'album non fu accolto con entusiasmo ovunque: la principale rivista musicale della DDR, "Melodie und Rhythmus", criticò l'approccio musicale all'argomento.

 "E credo che sia un momento di saturazione a rendermi così poco in sintonia con esso, una mancanza di volontà espressiva originale, una certa profondità e levigatezza dietro un sensibile romanticismo". Solo Ed Willms è stato elogiato per i suoi testi.

I Karat avevano in Willms un prolifico autore di canzoni. In un'intervista rilasciata all'inizio degli anni '90, Dreilich disse che Willms scriveva il novanta per cento dei testi della band. Molti dei suoi arrangiamenti sono tuttora considerati i più iconici della musica della DDR, tra cui la canzone di successo tedesco-tedesca dei Karat e di Peter Maff "Über sieben Brücken musst du gehen".
I Karat registrarono la loro parte della canzone a Berlino Est, sempre a 150 metri dal Muro. Il 9 novembre 1989 portarono alcuni suonatori di archi. Quando finirono e stavano tornando a casa, passarono davanti a uno snack bar con una televisione. Stavano guardando la famosa conferenza stampa di Schabowski. "Tutto si è fermato", disse Römer in seguito. "Nessuno capiva davvero cosa venisse detto. Ma tutti percepivano che qui stava accadendo qualcosa di speciale". La caduta del Muro portò anche la censura. Oggi i Karat si esibiscono ancora e dagli anni '90 hanno ripreso a cantare "demoni" al posto di "neutroni".

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https://www.faz.net/
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Qui il video, la melodia - per essere dell'epoca e dall'altra parte del muro - è  proprio carina.

Njk

 

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Grazie per questa perla a me sconosciuta con dettagliata descrizione. E' il primo brano a tema nucleare proveniente da oltre cortina che sento, perchè di quella zona ed epoca fino ad oggi ho indagato a fondo sui film, non ancora sulla musica.

 

Il 23/6/2024 alle 10:47, littleEvil dice:

Reagan aumentò la spesa per la difesa, precedentemente ridotta, a un nuovo livello record. Ciò rese prevedibile il dispiegamento di una nuova generazione di missili sul territorio della Germania occidentale.

In realtà quello non dipendeva direttamente dagli stanziamenti militari ma faceva parte di un disegno generale ideato già da tempo. Il centro della questione era il dispiegamento del Pershing II, un MRBM (missile balistico a medio raggio) progettato appositamente per il lancio di testate nucleari. Quest'ordigno aveva una caratteristica mai vista prima: filava a velocità altamente ipersonica, fra mach 8 e 10, dove i più potenti MRBM mondiali dell'epoca stentavano a raggiungere mach 5. Il messaggio ai sovietici era fin troppo chiaro: "Compagni, in caso d'attacco non ci vorranno più di 5 minuti a farvi saltare in aria!" (*). Il messaggio fu recepito e la dirigenza sovietica dell'epoca si cacò addosso, il che fu una delle cause della paranoia che almeno dal 1981 vide la convinzione sempre più forte che la NATO si stesse preparando a sferrare un attacco nucleare.  

 

(*) Il sistema ABM (antimissile balistico) sovietico A-35 (detto in occidente ABM-1Galosh) non era considerato molto affidabile nonostante la testata nucleare, e comunque non in grado d'intercettare missili così veloci.

 

A questo punto è impossibile non citare Il giorno prima dei Pooh, 1984, e una sua particolare versione recitata su accompagnamento musicale, più recente. 

 

 

 

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7 ore fa, ART dice:

In realtà quello non dipendeva direttamente dagli stanziamenti militari ma faceva parte di un disegno generale ideato già da tempo. Il centro della questione era il dispiegamento del Pershing II, un MRBM (missile balistico a medio raggio) progettato appositamente per il lancio di testate nucleari. Quest'ordigno aveva una caratteristica mai vista prima: filava a velocità altamente ipersonica, fra mach 8 e 10, dove i più potenti MRBM mondiali dell'epoca stentavano a raggiungere mach 5. Il messaggio ai sovietici era fin troppo chiaro: "Compagni, in caso d'attacco non ci vorranno più di 5 minuti a farvi saltare in aria!" (*). Il messaggio fu recepito e la dirigenza sovietica dell'epoca si cacò addosso, il che fu una delle cause della paranoia che almeno dal 1981 vide la convinzione sempre più forte che la NATO si stesse preparando a sferrare un attacco nucleare.  

Quando l'Occidente non aveva paura di tutto come adesso e sapeva mettere alle corde i vari satrapi che, al contempo, fanno danno al loro popolo e non sono utili rispetto ai nostri interessi. 

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14 ore fa, viganò dice:

Quando l'Occidente non aveva paura di tutto come adesso e sapeva mettere alle corde i vari satrapi che, al contempo, fanno danno al loro popolo e non sono utili rispetto ai nostri interessi.

Oggi si comincia a parlare di "nuova guerra fredda" ma quella era proprio tutt'altra epoca.

 

1985

 

 

 

Modificato da ART

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9 ore fa, ART dice:

Oggi si comincia a parlare di "nuova guerra fredda" ma quella era proprio tutt'altra epoca.

Concordo. Abbiamo purtroppo perso gran parte del vantaggio economico e strategico a favore di altri... E ciò non è bello...


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Testo di Ere Nucléaire, la prima delle canzoni nel video sopra.

https://www.bide-et-musique.com/song/12436.html

______________________________________________________________________________

 

Atomic Coktail, pezzo Jazz del 1945 di Slim Gaillaird, ideato poche settimane dopo l'attacco a Hiroshima e Nagasaki. E' stata una delle prime canzoni al mondo ad esprimere preoccupazione per l'esistenza delle armi nucleari, un precursore della musica guerrafreddista.

 

 

 

Nel pezzo country Advice to Joe  del 1951 Roy Acuff avvertiva Stalin di non attaccare gli USA, perchè se l'avrebbe fatto avrebbe visto "lampeggiare fulmini e sentito "tuoni atomici rombare".

 

 

 

Modificato da ART

  • 2 settimane dopo...
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L'intero album Chess di Murray Head, del 1984, è dedicato alla guerra fredda. Un concept album monumentale con brani dai più diversi stili (di cui il più noto al grande pubblico è certamente "One Night in Bangkok") che rappresenta metaforicamente, spesso con ironia, la tensione politica dell'epoca. Da quest'opera sono stati tratti vari musical.

 

Le 18 tracce dell'album di seguito:

 


Inviato (modificato)

In questo video potete assaporare la più iconica melodia guerrafreddista, quella delle sirene d'allarme antiaereo nucleare (usate ancora oggi negli USA come allerta per le trombe d'aria).

Da 1:00 a 2:00 il classico suono continuo di allarme generale in situazioni di tensione estrema con rischio d'attacco, da 3:00 il suono modulato che avvisava dell'arrivo dei missili e di correre nei bunker.

 

 

Modificato da ART

  • 4 settimane dopo...
  • 2 settimane dopo...
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Quando ho fatto il militare, ho frequentato il corso AUC nel 1984 (Allievi Ufficiali di Complemento), nelle varie materie di studio, c'era anche lo studio della protezione da aggressione NBC (Nucleare, Batteriologica, Chimica). Allo scopo avevamo una "sinossi" dedicata e un insegnante specifico ( mi sembra di ricordare un maggiore).

Tra i ricordi di quel periodo ho ritrovato questo libriccino di "Elementi di Primo Soccorso" che ci diedero all'epoca da portare con noi .  Nei vari paragrafi, è presente il capitolo "Soccorso nelle lesioni da armi nucleari", dove sono riportati i comportamenti da seguire nel caso di esplosione di ordigno nucleare...

 

Modificato da Saturno
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  • 2 mesi dopo...
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In questo storico episodio di Twilight Zone (Ai confini della realtà) del 1985 un uomo rimane chiuso senza possibilità di comunicare con l'esterno nel suo rifugio nucleare proprio quando sembra essere scoppiata la terza guerra mondiale.

(lingua originale)

 

(doppiato)

 


Inviato (modificato)

In quest'altra magnifica puntata del 1959, la prima serie di Ai confini della realtà, un impiegato di banca appassionato di lettura sarà alle prese con l'arrivo dell'ecatombe (l'episodio è diviso in 6 parti).

 

In questa puntata del 1961 è necessario chiudersi in fretta in un bunker, ma non c'è posto per tutti (l'episodio è diviso in 6 parti).

 

 

Modificato da ART

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