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Turchia: “Sulla collina c’è gente sospetta che scava”. Arrivano poliziotti....


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“Sulla collina c’è gente sospetta che scava”. Arrivano poliziotti e Archeologia. Scoperta villa romana con tappeti di mosaici marini

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13 dicembre 2023 – “Sulla collina c’è qualcuno che sta scavando di notte”. La telefonata arriva in forma anonima al distretto di polizia. Le coordinate indicate dalla voce sono precise. Il punto è discosto e appartato. Un luogo ideale per l’azione di tombaroli. L’area indicata non appare su alcuna carta archeologica. E’ sconosciuta, storicamente parlando. Zona di ulivi e di arbusti. C’è bel poggio naturale, che domina la vallata a perdita d’occhio. Scattano i sopralluoghi e gli interventi di salvaguardia.

Nell’ambito degli scavi di salvataggio condotti nella regione di Mardin, in Turchia, nei pressi di Uzunkaya, sono stati rinvenuti così mosaici appartenenti alle rovine di una villa risalente all’epoca romana. La notizia è stata data nelle ore scorse dalle autorità locali e dal museo del comprensorio. Più sotto, in questa pagina, diamo ogni particolare.

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Tutto è iniziato con un avviso di scavo illegale nella zona rurale di Uzunkaya, a circa 30 chilometri dal centro del distretto, nota come Kela Hanma (il castello della signora).Il villaggio di Uzunkaya è popolato da curdi di affiliazione non tribale e nel 2021 aveva una popolazione di 144 abitanti. Difficile, per i residenti, non notare l’arrivo di qualche forestiero, che si muove nelle campagne.

Gli agenti, rispondendo prontamente all’avviso, hanno condotto indagini che hanno rivelato la presenza di numerosi scavi abusivi e il degrado del tessuto architettonico della zona.

Sotto la guida del direttore del Museo di Mardin, Abdulgani Tarkan, è stato avviato uno scavo di salvataggio nella regione, coinvolgendo l’esperto archeologo Volkan Bağcılar, l’esperto museale Mehmet Şan e una squadra di sei lavoratori provenienti dalla Direzione Laboratori Regionali Restauro e Conservazione di Diyarbakır.

Durante lo scavo, è stata scoperta una villa rustica, un insediamento rurale circondato da mura, composto da un corpo centrale e da edifici minori disposti attorno ad esso. Ciò che ha colpito gli archeologi è la presenza di mosaici pavimentali che decorano la villa. Questi mosaici, appartenenti al periodo bizantino-tardo romano, coprono un’area di circa 100 metri quadrati e sono caratterizzati da intricati disegni che rappresentano varie figure di animali.

La peculiarità di questa scoperta risiede nella raffigurazione di creature marine nei mosaici, una caratteristica mai riscontrata prima nella regione. Tra gli elementi raffigurati ci sono squame di pesce, triangoli affiancati, esagoni, ottagoni, motivi a svastica, alberi, uccelli acquatici, polpi, pesci, cozze, foche, anguille e piante acquatiche. Uno straordinario tappeto di pietra che doveva incantare l’ospite e propiziare ricchezza e prosperità. Il tutto è pullulante di vita e di cibo evocato. Come restando al margine di una peschiera ricca di ogni bendidio e poi camminare in essa, fondendosi con un’universo benigno.

Il direttore del Museo di Mardin, Abdulgani Tarkan, ha spiegato che la zona non ospita solo ville rurali, ma comprende anche aree con diversi resti architettonici sul versante meridionale e una necropoli risalente al V-VII secolo. Questo luogo sembra essere stato utilizzato da una famiglia facente parte della classe dirigente, con una villa circondata da piccole stanze per la servitù e i soldati.

L’obiettivo principale degli archeologi è ora preservare e proteggere i mosaici per esporli successivamente nel museo. Tarkan ha sottolineato che questa scoperta è unica nella regione e che i mosaici con creature marine saranno rimossi con cura per evitare ulteriori danni, con l’intento di portarli alla luce e renderli accessibili al pubblico. Un prezioso tassello della storia locale e della ricca eredità culturale di Mardin è così giunto alla luce, arricchendo la comprensione della vita e dell’arte dell’epoca romana in questa affascinante regione.

Perché Anatolia e Turchia
sono ricchissime
di reperti e di edifici romani

I Romani conoscevano l’importanza strategica dell’Asia Minore perché forma un ponte naturale fra Est ed Ovest dove passavano le vie commerciali e militari. Dopo la morte di Alessandro Magno ed il regno di altri sovrani anatolici minori, i Romani presero il controllo dell’Asia Minore nel secondo secolo d.C. e qui regnarono per diversi secoli. Essi misero piede per la prima volta in Anatolia nel 190 a.C. dopo la vittoria contro il re Antioco III di Seleucia in Magnesia. Dopo la morte di Attalo III di Pergamo nel 133 a.C, stabilirono la provincia di Asia Minore con Efeso come capitale.

Durante il periodo di Pax Romana, il commercio e la cultura avanzarono in Asia Minore. Diverse città sono cresciute durante questo periodo e sono diventate importanti centri di cultura romana. Imperatori romani come Augusto, Adriano, Traiano, ecc. viaggiarono in questa terra ed aiutarono lo sviluppo della provincia. Grandi città romane furono costruite in Anatolia durante il periodo romano; Efeso, Afrodisia, Perge e Aspendos erano le più importanti. Questi centri urbani erano collegati con il resto dell’Impero con un ottimo sistema di vie, e, sotto il profilo culturale, erano oggetto di una capillare e profonda romanizzazione, attraverso urbanistica, architettura, biblioteche, arene e teatri, cultura e lingua, nonché con straordinari servizi come gli acquedotti e le fognature, che fornivano comfort sconosciuti nel mondo non romano. La conquista era profonda. I Romani occupavano le zone, portando propri coloni e premiando i locali fedeli al progetto.

Durante il regno dell’Impero Romano, una nuova religione ebbe sviluppo in Anatolia; il Cristianesimo. I primi cristiani si stabilirono ad Antiochia (moderna Hatay), Iconio (moderna Konya), Efeso ed in Cappadocia. San Paolo fece i suoi viaggi in Asia Minore per diffondere la parola di Dio.

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