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Toussaint: scoperta di un laboratorio preistorico del Mesolitico


ARES III

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Il cambiamento climatico, che meraviglia! La scoperta di un laboratorio preistorico del Mesolitico rivela i pensieri dei nostri antenati

 
 
francia-copertina-1-1024x550.webp Un momento dello scavo archeologico @ Inrap

Touissant, Francia, 9 dicembre 2023 – L’archeologia può offrirci tanti spunti per pensare e per superare certi automatismi che ci consegnano a ideologie alimentata da stereotipi. Lo scavo svolto in queste settimane a Toussaint, in Normandia (Francia) ha rivelato principalmente un’occupazione risalente al Mesolitico che si estende da circa 10.000 a 6.000 anni prima della nostra era. “Corrisponde ad un periodo che inizia con la fine dell’ultima era glaciale e che termina con l’inizio delle pratiche agricole e zootecniche (pratiche che segneranno l’inizio del periodo successivo: il Neolitico). Questo è quindi il periodo in cui vissero gli ultimi cacciatori-raccoglitori seminomadi europei”. dicono gli archeologi dell’Inrap, l’istituto nazionale francese delle ricerche archeologiche preventive.

Il grande freddo terminava. Brezze tiepide e temporali si abbattevano sull’Europa; i ghiacci si scioglievano, la vegetazione prosperava grazie a a una temperatura più calda, gli animali si moltiplicavano. E in queste condizioni era possibile iniziare a pensare ad orizzonti diversi. Fare viaggi di caccia meno lunghi, pensare di ruotare, durante gli spostamenti stagionali, attorno a luoghi più prosperi, che diventavano, sempre più, casa. Non vagare. La moltiplicazione di piccoli mammiferi offriva nuove opportunità proteiche, a portata di mano. Bastava adattare le punte delle frecce. Più piccole e precise. Bastava anche considerare che certe erbe che tornavano di anno in anno potevano essere coltivate…

Un nuovo studio del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Tel Aviv, pubblicato alcune settimane orsono, ha scoperto, peraltro, che l’estinzione delle grandi prede, su cui si basava l’alimentazione umana, ha costretto gli esseri umani preistorici a sviluppare armi migliorate per cacciare le piccole prede, determinando così adattamenti evolutivi. Lo studio esamina l’evoluzione delle armi da caccia dalle lance con punta di legno e di pietra, fino ai sofisticati arco e freccia di un’epoca successiva, correlandola con i cambiamenti nelle dimensioni delle prede e con la cultura e la fisiologia umana.

“Il quadro paleoambientale e cronologico dei resti mesolitici di Toussaint – dicono gli archeologi dell’Inrap – si inserisce quindi in una fase di profondo cambiamento climatico iniziata circa 13.000 anni fa. La metamorfosi dei paesaggi normanni determina poi la scomparsa della steppa fredda e arida del Paleolitico a favore di una copertura forestale in un clima temperato e umido. Gruppi mesolitici, adattati ai biotopi forestali interglaciali, colonizzarono poi gli altipiani di Cauchois abbandonati durante l’ultimo massimo glaciale. La vicinanza alla zona costiera doveva essere per loro attraente sotto diversi aspetti in termini di risorse animali e materiali (selce). Il paesaggio contemporaneo all’occupazione del sito di Toussaint, all’inizio dell’Olocene, era tuttavia ancora relativamente aperto con foreste rade frequentate da cervi, caprioli, cinghiali e uri. Le scoperte di questo periodo rimangono eccezionali in Normandia ed è in questo raro contesto che si svolgono gli scavi in questo sito”.

francia-nucleo-lamella-1-1024x988.webp Un piccolo blocco di selce trovato durante il recente scavo. Gli uomini percuotevano la roccia con punte litiche, conoscendo i punti di frattura della matrice. Sulla pietra sono evidenti, in negativo, le forme dell’utensile o utensili estratti @ Inrap

I resti rinvenuti nel sito archeologico di Toussaint sono prevalentemente costituiti da selci scheggiate. Questi frammenti forniscono un’interessante finestra sulla tecnologia di debitage adottata dagli scheggiatori mesolitici, permettendo di studiare i loro gesti, i materiali utilizzati e il contesto di acquisizione della materia prima. Gli archeologi studieranno queste schegge in un lavoro comparativo con altri materiali litici mesolitici trovati nel circondario. Vogliono capire se gruppi diversi agivano in modo tecnicamente simile.

francia-lama-1-557x1024.webp Una lama completa trovata tra i consistenti residui di selce dell’accampamento mesolitico francese @ Inrap

“I resti rinvenuti corrispondono ad un minimo di sette zone distinte di circa 100 mq ciascuna, indicate dalla presenza di un’industria litica (selce tagliata) nonché di un probabile focolare (impianto realizzato con selce). – dicono gli archeologi dell’Inrap – Il sito rivela spazi che ospitano attività che sembrano ovviamente diverse ma contemporanee. La fase cronoculturale del Mesolitico è particolarmente complessa da comprendere nell’ambito dell’archeologia preventiva. La rarità e le piccole dimensioni dei resti di questo periodo ne rendono difficile la scoperta e il sito di Toussaint è uno dei dieci riconosciuti per la Normandia orientale. Lo sviluppo in questo periodo delle tecniche di caccia con l’arco portò alla comparsa di tutta una serie di nuovi telai per frecce. La volontà di miniaturizzare le punte di selce porta gli scheggiatori ad adattare i propri metodi di scheggiatura in modo da ottenere in modo standardizzato supporti comunemente chiamati lame o lame che possono essere utilizzato come utensili o per realizzare armature in cui incastrare saldamente proiettili”.

francia-lama-completa-499x1024.webp Una lama di selce completa @ Inrap

Il contesto sedimentario, specialmente il pH del suolo in questa parte della pianura, argomentano gli archeologi dell’Inrap, purtroppo non è favorevole alla conservazione dei resti organici, in particolare di materiali ossei. L’assenza di resti ossei impedisce quindi di ottenere informazioni sulla dieta a base di carne dei cacciatori-raccoglitori mesolitici di Toussaint. Per superare questa limitazione, saranno condotte diverse analisi paleoambientali e fisico-chimiche nel tentativo di fornire preziose informazioni sull’ambiente immediato del sito, come la ricerca di sostanze grasse all’interno di specifici tipi di minerali presenti nella zona del focolare scoperto. Se tali analisi avranno successo, si potrà accedere a un ampio spettro di informazioni riguardanti l’origine dei prodotti utilizzati in cucina, che comprendono piante, animali terrestri o marini, e altro ancora. Il campionamento e la setacciatura del sedimento saranno fondamentali per isolare possibili resti di carbone e altre piante, offrendo così dettagli sulle specie di legno impiegate in questo focolare.

https://stilearte.it/il-cambiamento-climatico-che-meraviglia-la-scoperta-di-un-laboratorio-del-mesolitico-rivela-i-pensieri-dei-nostri-antenati/

 

Une halte pour les derniers chasseurs-collecteurs

La fouille a principalement mis en évidence une occupation datant de la période du Mésolithique qui s’étale d’environ 10 000 à 6000 ans avant notre ère. Il correspond à une période qui débute avec la fin de la dernière période glaciaire et qui se termine avec le début des pratiques d’agriculture et d’élevage (pratiques qui signeront le début de la période suivante : le Néolithique). Il s’agit donc de la période ayant vu vivre les derniers chasseurs-collecteurs semi-nomades européens.

Le cadre paléo-environnemental et chronologique des vestiges mésolithiques de Toussaint s’inscrit ainsi dans une phase de changement climatique profond entamée il y a environ 13 000 ans. La métamorphose des paysages normands se traduit alors par la disparition de la steppe froide et aride du Paléolithique au profit d’un couvert forestier sous climat tempéré et humide. Les groupes mésolithiques, adaptés aux biotopes forestiers interglaciaires, colonisent alors les plateaux cauchois abandonnés lors du dernier maximum glaciaire. La proximité avec le domaine littoral devait leur être attractive à plusieurs titres en termes de ressources animales et de matériaux (silex).
Le paysage contemporain de l’occupation du site de Toussaint, au début de l’Holocène, était toutefois encore relativement ouvert avec des forêts clairsemées et fréquentées par des cerfs, chevreuils, sangliers et aurochs. Les découvertes de cette période restent exceptionnelles en Normandie et c’est dans ce contexte rare que la fouille est menée sur ce site.

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Fouille manuelle par des archéologues.

© Inrap


 

Une industrie lithique importante

Les vestiges mis au jour correspondent à un minimum de sept zones distinctes d’environ 100m2 chacune, signalées par la présence d’industrie lithique (silex taillé) ainsi que d’un probable foyer (aménagement appareillé par des silex). Le site révèle des espaces abritant des activités semblant manifestement différentes mais contemporaines.
D’ores et déjà, cette occupation ouvre un champ d’étude considérable quant à la gestion des matières premières, aux volontés techniques du ou des tailleurs ainsi qu’à l’outillage employé par les humains d’alors. Des comparaisons seront entreprises avec le site fouillé à l’occasion de la construction du centre hospitalier intercommunal de Fécamp, à la Plaine-Saint-Jacques, qui paraît au premier abord très proche du site de Toussaint.

La phase chrono-culturelle qu’est le Mésolithique est particulièrement compliquée à appréhender dans le cadre de l’archéologie préventive. La rareté et les dimensions réduites des vestiges de cette période rendent difficile leur découverte et le site de Toussaint est l’un des dix reconnus pour la Normandie orientale. Les vestiges mis au jour se résument exclusivement à des silex taillés. L’industrie lithique permet cependant de documenter la technologie du débitage mis en œuvre par les tailleurs du Mésolithique : leurs gestes, les matériaux et le contexte d’acquisition de la matière première utilisée… Le développement à cette époque des techniques de chasse à l’arc conduit à l’émergence de toute une panoplie de nouvelles armatures pour les flèches. La volonté de miniaturisation des pointes en silex conduit les tailleurs à adapter leurs méthodes de taille afin d’obtenir de façon standardisée des supports appelés communément lames ou lamelles qui pourront être utilisées en tant qu’outils ou servir à la confection d’armatures pour les projectiles.

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Des analyses paléo-environnementales et physico-chimiques

Le contexte sédimentaire, notamment le pH du sol de cette partie de la plaine ne favorise malheureusement pas la préservation des restes organiques et en particulier osseux. L’absence de restes osseux interdit donc tout renseignement sur l’alimentation carnée des chasseurs-collecteurs mésolithiques de Toussaint. Afin de pallier cette situation, un certain nombre d’analyses paléo-environnementales et physico-chimiques seront engagées afin de tenter d’apporter de précieuses informations sur l’environnement immédiat du site (comme la recherche de corps gras au sein de certains types de minéraux présents dans la zone du foyer mis au jour). Si ces analyses fonctionnent, elles donneront accès à tout un spectre de renseignements quant à l’origine des produits portés à la cuisson (végétaux, animal terrestre ou marin…). Le prélèvement et le tamisage des sédiments permettront d’isoler les éventuels charbons et autres restes végétaux potentiellement présents et renseigneront sur les essences de bois utilisées dans ce foyer.

Les fouilles conduites sur la commune de Toussaint apporteront des informations inédites sur les populations de cette période encore mal connue qu’est le Mésolithique mais aussi sur l’environnement immédiat à la fin de la Préhistoire. Elles offriront un champ d’étude et de comparaison régional et extra-régional important au regard de la rareté des sites comparables localement.

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Fouille manuelle par des archéologues.

© Inrap


 

Un enclos gallo-romain

L’occupation gallo-romaine se singularise quant à elle par une unité foncière délimitée par des fossés enserrant un certain nombre de structures vraisemblablement domestiques (trous de poteaux, fosses de rejets de déchets etc.). Au sein de ces structures, des récipients en céramique nous permettent de déterminer la période d’occupation mais aussi d’obtenir des informations sur les modes culinaires ou encore les influences culturelles que cette unité familiale connaissait à travers l’empire romain (via la provenance de la vaisselle, etc..).

https://www.inrap.fr/du-mesolithique-l-epoque-gallo-romaine-decouvertes-archeologiques-toussaint-17691

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