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Le scoperte di San Casciano


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Dopo i bronzi di Riace ecco quelli di San Casciano: in Toscana dal fango spuntano 24 statue ‘perfette’

A San Casciano la più grande scoperta archeologica da quella dei bronzi di Riace: le statue emerse dal fango potrebbero permettere la riscrittura della storia dell'arte antica:

Oltre 20 statue di bronzo in perfetto stato di conservazione, ex voto e altri oggetti, ma anche cinquemila monete in oro, argento e bronzo. Sono queste le nuove eccezionali scoperte restituite dalla campagna di scavo al santuario etrusco-romano connesso all’antica vasca sacra della sorgente termo-minerale del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena. Iniziato nel 2019, lo scavo promosso dal ministero della Cultura e dal comune toscano con il coordinamento del professor Jacopo Tabolli dell’Università per Stranieri di Siena ha condotto a questi nuovi straordinari ritrovamenti nelle prime settimane di ottobre. A San Casciano, grazie ai recenti finanziamenti del MiC,  nascerà un nuovo museo per ospitare i reperti.

AL LAVORO 60 ESPERTI DI TUTTO IL MONDO

“Una scoperta che riscriverà la storia e sulla quale sono già al lavoro oltre 60 esperti di tutto il mondo“, dichiara l’etruscologo responsabile dello scavo, Jacopo Tabolli. È così infatti che, 50 anni dopo la scoperta nel 1972 dei celebri ‘bronzi di Riace’, si riscrive a San Casciano dei Bagni la storia dell’antica statuaria in bronzo di età etrusca e romana. Quello del sito toscano è il più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana mai scoperto nell’Italia antica e uno dei più significativi di tutto il Mediterraneo: senza eguali soprattutto perché, finora, di questa epoca si conoscevano prevalentemente statue in terracotta.

“L’ITALIA PAESE DI TESORI IMMENSI”

“Un ritrovamento eccezionale, che conferma una volta di più che l’Italia è un Paese di tesori immensi e unici. La stratificazione di diverse civiltà è un unicum della cultura italiana”, dichiara il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano che, proprio ieri, in occasione di una delle sue prime visite fuori Roma è stato a Grosseto al laboratorio dell’Istituto Centrale del Restauro, dove sono in corso le attività di studio e i primi interventi sui bronzi. “Mi sono voluto personalmente complimentare con gli archeologi e il team di ricerca- ha concluso il ministro- Lo studio e la valorizzazione di questo tesoro sarà un’ulteriore occasione per la crescita spirituale della nostra cultura e per il rilancio di territori meno noti al turismo internazionale, ma anche come volano per l’industria culturale della Nazione”.

LA SCOPERTA PIÙ IMPORTANTE DAI BRONZI DI RIACE

“È la scoperta più importante dai Bronzi di Riace e certamente uno dei ritrovamenti di bronzi più significativi mai avvenuti nella storia del Mediterraneo antico”, commenta il Direttore Generale Musei, Massimo Osanna, che ha appena approvato l’acquisto del palazzo cinquecentesco che ospiterà nel borgo di San Casciano le meraviglie restituite dal Bagno Grande, un museo al quale si aggiungerà in futuro un vero e proprio parco archeologico.
“L’importanza del metodo usato in questo scavo è rappresentata anche dalla collaborazione tra specialisti di ogni disciplina: dagli architetti ai geologi, dagli archeobotanici agli 

esperti di epigrafia e numismatica”, spiega il Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio del MiC, Luigi La Rocca.

“Questa scoperta offre a San Casciano un’opportunità che non è solo culturale e turistica, ma è una vera e propria occasione di rinascita”, dichiara la sindaca del Comune toscano, Agnese Carletti. “A San Casciano nasceranno un nuovo museo, che ospiterà le eccezionali statue, e un parco archeologico. Due nuovi luoghi che saranno per il territorio un vero e proprio motore di sviluppo che andrà ad aggiungersi alla già entusiasmante presenza dei giovani archeologi provenienti da tutto il mondo che, grazie a questo scavo, stanno ripopolando il paese ormai per molti mesi all’anno”.

COSA RACCONTANO I BRONZI RITROVATI

I bronzi di San Casciano raffigurano le divinità venerate nel luogo sacro, assieme agli organi e alle parti anatomiche per le quali si chiedeva l’intervento curativo della divinità attraverso le acque termali. Dal fango caldo sono riemerse in queste settimane effigi di Igea e di Apollo, oltre a un bronzo che richiama il celebre Arringatore, scoperto a Perugia e nelle collezioni storiche del Museo Archeologico Nazionale di Firenze.

L’eccezionale stato di conservazione delle statue all’interno dell’acqua calda della sorgente ha permesso anche di preservare meravigliose iscrizioni in etrusco e latino che furono incise prima della loro realizzazione. Nelle iscrizioni si leggono nomi di potenti famiglie etrusche del territorio dell’Etruria interna, dai Velimna di Perugia ai Marcni noti nell’agro senese. Accanto a onomastica e forme dedicatorie in etrusco troviamo iscrizioni in latino, che menzionano anche le aquae calidae, le fonti calde del Bagno Grande, dove le statue furono collocate.

La gran parte di questi capolavori dell’antichità si data tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C, un periodo storico di importanti trasformazioni nella Toscana antica, nel passaggio tra Etruschi e Romani. In quest’epoca di grandi conflitti tra Roma e le città etrusche, ma anche di lotte all’interno del tessuto sociale dell’Urbe, nel santuario del Bagno Grande le nobili famiglie etrusche, in una fase in cui l’espansione di Roma significa anche osmosi culturale, dedicarono le statue all’acqua sacra. Un contesto multiculturale e plurilinguistico assolutamente unico, di pace, circondato da instabilità politica e guerra.

“ORA POSSIAMO RISCRIVERE LA STORIA DELL’ARTE ANTICA”

“Il santuario con le sue statue appare come un laboratorio di ricerca sulla diversità culturale nell’antichità, testimonianza unica della mobilità etrusca e romana”, spiega Tabolli, etruscologo dell’Università per Stranieri di Siena e direttore del progetto scientifico. “Rispetto alle note scoperte di antiche statue in leghe di bronzo – pensiamo per esempio al celebre Arringatore scoperto a Perugia ed esposto al Museo Archeologico Nazionale di Firenze – quanto riemerso dal fango a San Casciano dei Bagni è un’occasione unica di riscrivere la storia dell’arte antica e con essa la storia del passaggio tra Etruschi e Romani in Toscana”.

“Le scoperte di Bagno Grande costituiscono un’eccellenza straordinaria nel pur ricchissimo patrimonio archeologico sul quale la Soprintendenza è chiamata a esercitare le funzioni di tutela, confermando ancora una volta che il settore dell’archeologia può sorprenderci in ogni momento con nuove e straordinarie scoperte e possibilità di ricerca”, dichiara il soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, Gabriele Nannetti.

“Le scoperte di Bagno Grande rappresentano una sorprendente novità sotto molteplici aspetti”, spiega Ada Salvi, funzionaria archeologa della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo. “Proprio la pluralità delle informazioni che ci stanno giungendo dallo scavo e dallo studio dei reperti ha dato impulso a un modello di collaborazione tra Direzione Scientifica dello scavo, Concessionario e Soprintendenza, che vede ciascun attore coinvolto per le proprie competenze ed esperienze”.

IL DIRETTORE DI SCAVO: “RISULTATI INASPETTATI”

“La campagna di scavo che ho avuto l’onore e il piacere di dirigere sul campo per 14 settimane tra giugno e ottobre ha ottenuto risultati stupefacenti e in parte inaspettati”, commenta il direttore di scavo, Emanuele Mariotti. “I ritrovamenti e la monumentalità del sito hanno superato le nostre aspettative. Bisogna notare come l’eccezionalità del contesto non derivi solo dalle stratigrafie fangose ma intatte all’interno della vasca, così ricche di tesori d’arte e numismatici, ma anche dall’architettura con cui fu concepito, in epoca primo-imperiale, il cuore del santuario, destinato a raccogliere le potenti acque calde della sorgente, oggi del Bagno Grande”.

https://www.dire.it/08-11-2022/827242-dopo-i-bronzi-di-riace-ecco-quelli-di-san-casciano-in-toscana-dal-fango-spuntano-24-statue-perfette/

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Si, qualcuno accorpi. Comunque le prime immagini delle statue sono spettacolari, di una bellezza mai vista. Credo che gli esperti avranno molto da lavorare!


Inviato

Come è già stato scritto in alcuni articoli ,si tratta di una grande scoperta,non tanto per la qualità delle statue che non è eccelsa ,trattandosi di opere seriali o comunque eseguite da artigiani "provinciali" , ma soprattutto per l'ingente quantità di iscrizioni etrusche apposte su tali manufatti che non potrà non approfondire la nostra conoscenza di questa lingua .

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Inviato
6 ore fa, Scipio dice:

speriamo che le migliaia di monete siano oggetto di accurato studio stratigrafico, se il santuario era già attivo in epoca etrusca potrebbe essere la stele di rosetta per la cronologia della monetazione italica e repubblicana! e chissà che qualche anima pia non abbia gettato anche qualche denarietto d'argento...

 

Concordo con il buon @Scipio ,che ha colto nel segno ,la cosa più importante di questo sito è sicuramente la stratigrafia che spero sia stata adeguatamente documentata.

La messe di dati potrebbe rivelarsi fondamentale per cronologie e datazioni.

VIcarello docet.

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  • CdC ha rinominato il titolo in San Casciano, una scoperta straordinaria
Inviato

Come richiesto dagli autori, @ARES III e @Liutprand, sono state accorpate le due discussioni su questo eccezionale ritrovamento. Anche il titolo è stato modificato, inglobando entrambi i precedenti, ora è San Casciano, una scoperta straordinaria.

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In questo link si vede un aureo di traiano,qualche devoto generoso lo si trovava anche in pieno impero.

 

Modificato da Villanoviano

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Ne parlano anche qui 

 


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A me fanno abbastanza ridere quelli che titolano "una scoperta più importante dei bronzi di Riace" paragonando delle (peraltro pregevoli) statuette votive di max quasi un metro a due bestioni di un quintale e mezzo l'uno, alti quasi due metri realizzati per colata unica da dei geni di artigiani del V sec a. C. su un modello di un artista eccelso....
Ma si sa che la morigeratezza ed i titoli giornalistici non vanno di pari passo 😉

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36 minuti fa, Vel Saties dice:

paragonando delle (peraltro pregevoli) statuette votive di max quasi un metro a due bestioni di un quintale e mezzo

Anche i Romani avevano questo tipo di sensibilità artistica: l'arte a peso (mi riferisco all'episodio del sacco di Corinto da parte dei Romani!).

Certamente non saranno dei capolavori immensi, ma sono comunque dei reperti straordinari!


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Inviato (modificato)
56 minuti fa, ARES III dice:

Anche i Romani avevano questo tipo di sensibilità artistica: l'arte a peso (mi riferisco all'episodio del sacco di Corinto da parte dei Romani!).

Certamente non saranno dei capolavori immensi, ma sono comunque dei reperti straordinari!

Mancando la comunicazione non verbale non ho capito bene il tuo commento e non ho capito se ti riferivi al fatto che ho una sensibilità artistica quantitativa o se sono i titolatori ad averne o nulla di tutto questo. :)

Ad ogni modo ogni ritrovamento è importante in sé stesso. Direi straordinario in se' stesso perché ogni volta è un immenso dono.
Straordinario è il rinvenimento ed il contesto nella sua interezza che fornisce informazioni estremamente interessanti per un certo spaccato storico.
Ma se vogliamo dare un giusto peso alle cose ritengo che questi reperti scultorei siano estremamente interessanti e rari, che siano bellissimi ed in un numero importante ma che non sono siano così straordinarie, soprattutto se prese singolarmente.

spero di essermi spiegato, se c'era qualche fraintendimento 🙂

PS. detto questo pure io sono ancora con la bocca spalancata 😲 a mo' di "oooooooohhhhhhh" e con la bavetta che scende per lo stupore meravigliato della scoperta 🙂

 

Modificato da Vel Saties

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Inviato (modificato)

Anche questo filmato su Etruschannel. Lui spiega molto bene quello che volevo dire io nei precedenti interventi. Un po' più dal punto di vista da archeologo.
Da non perdere la parte del filmato che parla dei parallelismi e delle differenze col materiale già noto del museo di Vulci.

 

Modificato da Vel Saties

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Inviato

Se confermate, le notizie sui ritrovamenti monetali ne fanno una scoperta ancora più importante del tesoro di Vignanello (identico contesto termale votivo), che fu però oggetto di parziale saccheggio e di tardiva catalogazione. qui potremmo avere risposte alle domande irrisolte degli due secoli di numismatica antica. Le immagini di monete a secchi mi mettono un po' paura, ma poi penso "sicuramente sanno quello che fanno" 😥


Inviato
2 ore fa, Scipio dice:

sicuramente sanno quello che fanno

....

Si spera! Magari avere la consulenza di un archeologo che abbia una specializzazione in numismatica antica non farebbe male!

Troppe volte hanno messo mano degli inesperti ....

  • Confuso 1

Inviato

E alla fine, come sempre in Italia, arrivano le polemiche (stupide, inutili, sterili...) .... Ma perché ?

I bronzi del santuario di San Casciano dei Bagni saranno trasferiti “in una località segreta”

Lo spiega la sindaca Carletti, che poi attacca Nardella sul ruolo dell’Opificio. La funzionaria della Soprintendenza: “Servono altri fondi e personale”

Superare i campanilismi e concentrarsi sulla ricerca, la tutela e la sicurezza dei ritrovamenti di San Casciano dei Bagni. L'appello a non trasformare la straordinaria scoperta archeologica in un terreno per contendersi la prospettiva di pubblicità e di una ricca bigliettazione arriva dal paese del senese e dal mondo scientifico, quello che ha la maggiore consapevolezza del valore epocale dello scavo. Quali altre forze entreranno in campo nel restauro e nello studio delle ventiquattro statue in bronzo e del materiale rinvenuto sul fondo della Bagno grande "non spetta nè a me né al sindaco  Nardella" dice Agnese Carletti, primo cittadino di San Casciano dei Bagni, senza nascondere il fastidio per l'annuncio dell'omologo fiorentino il quale sui social si era detto "orgoglioso e felice" di sapere che le statue verranno restaurate all'Opificio delle pietre dure di Firenze. "Speculare sul lavoro di un piccolo Comune che ci ha creduto anche quando non era facile farlo - continua - semplicemente non fa bene al progetto". Dall'Opificio continuano a dichiarare di non aver ricevuto ancora alcun coinvolgimento, anche se "naturalmente saremmo felicissimi di collaborare" dice la soprintendente Emanuela Daffra.

Tuttavia non è arrivata nessuna smentita, né dal ministero né dall'Istituto centrale del restauro di Roma che è presente già da tempo con i suoi esperti sul sito di San Casciano, dove lo scavo alla ricerca dell'antico santuario è cominciato due anni fa. Attualmente i reperti che, ricordiamo, hanno cominciato ad emergere dal fango caldo già nel 2020, con migliaia di monete e decine di bronzetti di varie dimensioni, si trovano nel laboratorio della Soprintendenza a Grosseto, ma "a breve saranno spostati in una località segreta" annuncia la sindaca, "perché per sicurezza è meglio non conoscerne  l'esatta collocazione". Si sta lavorando ad un momento di restituzione pubblica dei reperti, mentre il sito è già visitabile grazie alle passeggiate del sabato mattina guidate dai volontari del gruppo archeologico locale.

Ma per ammirare i bronzi, gli ex voto, le monete e gli strumenti medici rinvenuti su quello che doveva essere al tempo stesso un luogo di preghiera e di cura, bisognerà aspettare l'apertura del nuovo museo nel centro storico del borgo senese che sorgerà nel cinquecentesco palazzo dell'arcipretura dove, secondo quanto annunciato alla Rai dal direttore generale dei musei Massimo Osanna, "i lavori di allestimento cominceranno all'inizio dell'anno prossimo" per concludersi nel giro di un anno. Nel frattempo sulle prime 2.500 monete e sui sessanta bronzetti, compreso un putto, stanno già lavorando specialisti della soprintendenza in collaborazione con l'Icr. Per quanto riguarda i grandi bronzi "c'è già un pool di studiosi che si occupa di diagnostica e analisi, e che ha iniziato i lavori di stabilizzazione" spiega Ada Salvi, funzionaria della Soprintendenza di Siena, Arezzo e Grosseto: togliere manufatti dal fango termale in cui sono stati nascosti per duemila anni ha infatti richiesto un protocollo ad hoc per la conservazione in emergenza. Dove poi verranno restaurati è una decisione che "dovrà essere presa di concerto tra le varie istituzioni. Non si deve ridurre alla contrapposizione tra Roma e Firenze" aggiunge.

Ma nella valutazione influiranno alcuni elementi: la necessità di "fare il più velocemente possibile", per portare avanti il restauro contemporaneamente alla realizzazione del museo di San Casciano e fare in modo che i materiali siano pronti quando saranno conclusi i lavori. E la velocità è possibile nonostante la grande quantità di oggetti ritrovati, dal momento che, continua Salvi, "sono straordinariamente ben conservati. La fanghiglia priva di ossigeno ha fatto sì che la patina sulle superfici sia molto buona. In alcuni casi ci sono incrostazioni consistenti che devono essere sottoposte ad analisi diagnostiche per capire la micro stratigrafia che si è depositata. Dovrà poi essere fatta l'analisi delle terre di fusione all'interno delle statue, che ci darà informazioni sulla loro produzione". Un altro aspetto da tenere presente è che il materiale non venga distribuito tra diversi laboratori di restauro: "l'unicità di questi ritrovamenti sta proprio nel contesto, nel fatto che siano tutti insieme e che provengano dalla stessa situazione. L'ottimo sarebbe che il lavoro venisse condotto da un unico pool di esperti" in modo da mantenere intatto il dialogo tra i vari oggetti che dobbiamo considerare  una chiave di comprensione "del sentire religioso di quel periodo". Infine i finanziamenti: "Attualmente stiamo contando sui mezzi della Soprintendenza per i lavori ordinari. Abbiamo bisogno di ulteriori risorse e personale".

https://firenze.repubblica.it/cronaca/2022/11/11/news/san_casciano_dei_bagni_statue_di_bronzo_restauro_polemica_firenze_opificio_pietre_dure-373954251/

 


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San Casciano dei Bagni: l'archeologo Emanuele Mariotti con la statua di Igea
 

1 / 7 - L'archeologo Emanuele Mariotti con la statua di Igea


Inviato (modificato)
 
Modificato da ARES III

Supporter
Inviato

https://artslife.com/2022/11/12/perche-la-scoperta-dei-bronzi-di-san-casciano-e-cosi-importante-sgarbi-uneresia-il-confronto-con-i-bronzi-di-riace/

Cita

Sgarbi: “Ritrovamenti incomparabili con i Bronzi di Riace”

Un paragone che non è piaciuto a Vittorio Sgarbi. “L’importanza dei Bronzi di Riace è imparagonabile rispetto ai reperti trovati a San Casciano Bagni” ha affermato infatti il neo sottosegretario alla Cultura  parlando con i giornalisti a Reggio Calabria a margine di un convegno scientifico internazionale. “Quelle scoperte a San Casciano – ha aggiunto  – sono sicuramente opere importanti, ma il loro valore e la loro qualità sono di gran lunga meno significativi rispetto ai Bronzi di Riace. Quella fatta in Toscana è certamente una scoperta importante, intanto per l’integrità dei reperti e poi per la loro quantità. Ma sono ritrovamenti incomparabili rispetto a quello avvenuto a Riace 50 anni fa”.

Secondo Sgarbi infatti, i Bronzi di Riace sono tra le opere più alte espresse dalla civiltà antica, mentre quelli di San Casciano Bagni sono “di produzione media, di qualità media e di interesse soprattutto culturale. Ciò che stabiliscono sul piano antropologico è un nesso culturale tra Etruschi e Romani”.

Cita

Svelano il mondo della ritualità in una fase particolare della storia

“Gli eccezionali reperti ci rivelano il mondo della ritualità  in una fase nella quale si passa dal mondo etrusco a quello romano, quasi senza soluzione di continuità. Questo è senza dubbio uno degli elementi che rendono eccezionale il ritrovamento di San Casciano”  – spiega il Direttore del Museo Nazionale Etrusco – ” ma non è in un certo senso l’unico elemento dell’eccezionalità del ritrovamento delle statue di bronzo. L’importanza sta nel contesto” afferma indicando, per mezzo di un iPad, la zona del ritrovamento, nel cuore dell’Etruria propria, “non lontano da Orvieto, il santuario Federale per eccellenza degli Etruschi “.

La volontà dei Romani di conservare un luogo sacro anche per loro

San Casciano è sempre stato un luogo termale di grande rinomanza nell’antichità. Non stupisce pertanto che le sue acque termali siano state un punto di riferimento. Gli Etruschi erano fieri delle proprie competenze mediche e religiose e i Romani -spiega Valentino Nizzo – “guardavano a loro come maestri della disciplina rituale. Ecco dunque una prima chiave di lettura di questo importante rinvenimento: la volontà dei romani di conservare un luogo che era sacro anche per loro, rispettando la sapienza e le conoscenze  degli Etruschi“.

La conservazione del contesto e delle sue informazioni

La qualità dei bronzi ritrovati colpisce la nostra attenzione ( anche se non ci troviamo di fronte a grandi capolavori della bronzistica) – ma di per sè non è un unicum. “ L’eccezionalità” – sottolinea – ” è data dalla conservazione del contesto, dalla possibilità di recuperare questi oggetti nel luogo di rinvenimento originario e con le loro associazioni. Ricostruendo anche tutti i dati naturalistici, tutte le offerte. Non solo quelle che di solito si conservano nel tempo ma anche quelle più umili, come pigne, uova”.

 


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Il 10/11/2022 alle 14:00, ARES III dice:

....

Si spera! Magari avere la consulenza di un archeologo che abbia una specializzazione in numismatica antica non farebbe male!

Troppe volte hanno messo mano degli inesperti ....

 

 

Il 10/11/2022 alle 11:48, Scipio dice:

Se confermate, le notizie sui ritrovamenti monetali ne fanno una scoperta ancora più importante del tesoro di Vignanello (identico contesto termale votivo), che fu però oggetto di parziale saccheggio e di tardiva catalogazione. qui potremmo avere risposte alle domande irrisolte degli due secoli di numismatica antica. Le immagini di monete a secchi mi mettono un po' paura, ma poi penso "sicuramente sanno quello che fanno" 😥

Beh... oddio... inesperti... su quali basi affermare ciò? Troppe volte quando e dove? Da Schleimann in anni antecedenti all'acquisizione del metodo stratigrafico? Ormai non c'è un posto nel mondo dove non ci siano equipes estremamente qualificate.
Io l'archeologo da campo esperto in numismatica antica (non numismatico puro) l'ho fatto quindi posso affermare che

  1. Premessa: uno scavo archeologico è sempre un'attività distruttiva: gli strati vengono smontati irrimediabilmente. Non sai cosa puoi trovare e quindi può (anche) capitare di rovinare un oggetto o addirittura non accorgerti della sua presenza, se estremamente minuto e se stai scavando a pala e piccone.
  2. Gli archeologi da campo scavano e documentano (oltre ad un sacco di altre cose) e sono i responsabili qualificati per affrontare uno scavo archeologico.
  3. Lo scavo archeologico (soprattutto quelli grandi come questo e non quelli di emergenza in cui bisogna agire in fretta e con pragmatismo)  è un lavoro di equipe e non è che uno comincia a fare buchi a caso con la dinamite... se ci sono necessità particolari gli operatori vengono sempre affiancati nelle decisioni o nell'operatività.
  4. Un archeologo è in grado di recuperare un denario scodellato frantumato in 5 pezzi (visto con  miei occhi)
  5. il direttore di scavo Mariotti è uno molto in gamba ed esperto.
  6. Se hai una specializzazione in numismatica questo non vuol dire che uno sappia estrarre delle monete dal terreno o sappia dire come si scava o come si estrae, anzi: quello che mi ha insegnato 30 anni fa l'operatività era un non laureato che lavorava come operaio di scavo: ma che bravura, perizia, attenzione! Certo non sapeva distinguere Marco Aurelio da Gallieno ma è quello che ha recuperato i denaro scodellato di cui sopra. Ho colleghe che si sono specializzate in numismatica dal punto di vista storico ed artistico, hanno scritto articoli importanti, catalogate collezioni e non hanno mai messo piede su uno scavo con una trowel in mano.
    E non serve neppure la presenza di un restauratore: le monete sono facili, non come le ossa umane o i vasi che si frantumano, come gli oggetti in ferro che si briciolano. Per non parlare poi del legno in quei rari casi in cui si conserva. 
  7. Come i reperti vengono spostati dipende sempre dalle condizioni di scavo. E vi assicuro che se ne vedono di cotte e di crude. Se le monete sono una o due ma anche 30 o 50 in un bello strato di limo argilloso queste vengono estratte a bisturi, sgorbia e pennello e riposte una ad una in contenitori separati già direttamente sullo scavo. Se, come nel caso di Como, trovi un contenitore in pietra ollare ripieno di monete d'oro è sicuro che lo estrai nel suo blocco di terra e lo mandi a scavare in laboratorio.
    Ma quando trovi una massa enorme di monete riposte in una sorta di grande blob tenuto insieme dal fango in una buca con acqua è più efficace e sicuro estrarre blocchi di monete conglomerate, documentarne la posizione orizzontale e verticale, riporli (delicatamente, mica lanciati a palate) in secchi, per il trasporto in magazzino al sicuro per la pulizia e la documentazione.
  8. Le monete vengono trattate come beni archeologici materiali sempre al meglio delle condizioni possibili. Come tutte le classi di reperti hanno una dignità perché fonti di dati archeologici, prima dell'essere eventualmente oggetti preziose in se' e per se'.
    Al contrario del collezionismo l'archeologia da valore a tutti i ritrovamenti numismatici (dal punto di vista scientifico che può non voler dire esporre gli oggetto al pubblico): sia agli aurei intonsi di Como che i "tondelli" semiilleggibili e semisbriciolati privi di alcun appeal per un appassionato che magari spende una fortuna per un FDC slabbato ma che considera insignificante una monetina comune ed in pessime condizioni.

 

Modificato da Vel Saties
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Inviato

@Vel Saties non capisco la tua perplessità!

Conosco (personalmente) 'storie' in cui hanno fatto pasticci perché non si è voluto chiamare qualcuno di competente.


Supporter
Inviato
23 minuti fa, ARES III dice:

@Vel Saties non capisco la tua perplessità!

Conosco (personalmente) 'storie' in cui hanno fatto pasticci perché non si è voluto chiamare qualcuno di competente.

La mia perplessità è relativa al fatto che ognuno combatte con le armi che ha a disposizione sul campo di battaglia.
Non so a che tipo di scavi, a quale parte del mondo ed a che tipo di equipe tu ti riferisca ma, soprattutto, cosa tu intenda per competente.
Se non è competente un archeologo in uno scavo archeologico allora chi chiamare? Sicuramente non un numismatico.


Inviato
1 minuto fa, Vel Saties dice:

Se non è competente un archeologo in uno scavo archeologico allora chi chiamare? Sicuramente non un numismatico.

La faccio breve: un archeologo è come un medico generico, mentre un archeologo che ha una specializzazione in numismatica antica è un medico specialista.

Quando si trova qualche moneta non c'è bisogno di scomodare lo specialista, ma quando ci sono ritrovamenti di un certo livello (quantitativo e/o qualitativo) sarebbe cosa buona e giusta interpellare qualcuno che ha una specializzazione. 


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