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IGNORED

Nessuno dica che Venerdì 17 non porti sfiga!!!


ARES III

Risposte migliori

Non sono un tipo molto superstizioso, ma oggi mi sono dovuto ricredere: per poco non sono diventato orbo come Odino!

Mi è andato dell'acido in un occhio! Che male!!

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  • ARES III ha rinominato il titolo in Nessuno dica che Venerdì 17 non porti sfiga!!!
Supporter

Venerdì 17 è un giorno nazionale di sfortuna: c’è chi salta il numero nelle file degli aerei, nelle camere d'albergo o negli indirizzi delle strade. Sono tante le motivazioni che inducono un italiano a evitare viaggi ed eventi importanti o decisioni in questo particolare giorno.

Perché il 17?

I Greci pitagorici consideravano il 17 un numero sfortunato tra due numeri altrimenti "perfetti", il 16 e il 18. Per i più religiosi, il diluvio biblico cristiano (Genesi 7-11) iniziò il 17° giorno del secondo mese.

Nel 9 d. C. la 17a legione romana, tra le altre, fu brutalmente sconfitta dai tedeschi a Teutoburgo e circa 20.000 soldati romani morirono in questo attacco inaspettato.

Alcuni ritengono che questa credenza sia nata nell'Antica Roma perché il numero 17 era visto come il numero romano XVII, e nel Medioevo associato alla frase latina "VIXI" (="ho vissuto") vista anche su antiche tombe. "Ho vissuto", che può essere inteso come "La mia vita è finita".

Per alcuni italiani, soprattutto al Sud, le superstizioni intorno al numero 17 derivano dal fatto che le cifre imitano un impiccato: l'1 rappresenta l'uomo, il 7 la forca.

Perché il venerdì?

Si dice che il venerdì sia considerato sfortunato a causa del "Venerdì Santo", che nella fede cattolica era il giorno della morte di Gesù.

Inoltre, il giorno più sfortunato di tutti sarebbe se il venerdì 17 cadesse in novembre (Ares docet!) perché in Italia il 2 novembre è il giorno della memoria dei defunti che segue la festa di Ognissanti del 1° novembre.

Non tutti gli italiani hanno problemi con il numero 17, ma per sicurezza sembra che la compagnia aerea nazionale Alitalia non abbia la fila 17 su alcuni dei suoi aerei. Sembra che non abbiano nemmeno la fila 13 perché specialmente gli inglesi e gli americani sono preoccupati da questo numero.

Allo stesso modo, quando la Renault introdusse il nuovo modello R17 sul mercato italiano nel luglio 1971, cambiò il nome in R177 per rispettare la superstizione....

Come fanno i poveri italiani ad allontanare i cattivi presagi?

La gente ha un discreto numero di oggetti portafortuna, il più noto dei quali è probabilmente il cornetto, un ciondolo a forma di peperoncino rosso che protegge dal malocchio ed è solitamente realizzato in corallo rosso, argento, oro o, nella maggior parte dei casi, semplicemente in plastica.

I ciondoli rossi, cornetti o coccinelle, sono spesso indossati da uomini e donne che li considerano portatori di fortuna anche in amore. Inoltre il rosso è un colore di buon auspicio per gli italiani perché significa protezione dal soprannaturale. Attenzione però che quando il colore rosso svanisce, l’amuleto non è più efficace.

Buona fortuna a tutti!

apollonia

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57 minuti fa, apollonia dice:

Inoltre, il giorno più sfortunato di tutti sarebbe se il venerdì 17 cadesse in novembre (Ares docet!)

Caspiterina se lo è! 

Ancora mi fa male un mondo l'occhio....

Mi hanno dato non so quanta roba in ospedale...e quante gocce e gel oculari devo e dovrò mettere!

Da oggi non uscirò più dal letto venerdì 17...

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Supporter

Dalla SE

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apollonia

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Supporter

Vedere un gatto nero che attraversa la strada è per qualche nostro connazionale superstizioso un segno di sfortuna, credenza la cui origine risale al Medioevo, quando si pensava che le streghe assumessero sembianze feline per vagare indisturbate.

Invece, nei paesi anglosassoni, il gatto nero è visto come un talismano di prosperità, particolarmente in Scozia. In Germania, un gatto nero che attraversa da sinistra a destra porta fortuna, mentre in Giappone i gatti neri sono considerati premonitori di buona sorte e prosperità. 

Nell'Antico Egitto, i gatti neri erano venerati come incarnazioni delle divinità Bastet e Sekhmet, simboli di fertilità e chiaroveggenza. Questo rispetto si estese anche alla Grecia e all'antica Roma, dove il gatto nero era collegato alla dea della caccia Diana. Nel folklore celtico, questi animali venivano considerati protettori contro gli spiriti maligni.

apollonia

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Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male.  😁

La frase è di quel patrimonio culturale dell’umanità che si chiama Eduardo De Filippo.

Modificato da Scudo1901
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Supporter
8 minuti fa, Scudo1901 dice:

Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male.  😁

La frase è di quel patrimonio culturale dell’umanità che sia chiama Eduardo De Filippo.

 

E suo fratello Peppino è l’autore della commedia “Non è vero... ma ci credo”, dalla quale dieci anni dopo fu tratto un film omonimo.

apollonia

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Supporter

Società & Costume

Un mondo di superstizione

“Non è vero, ma ci credo” di Paolo Grieco

non_vero_ma_ci_credo.pdf

apollonia

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19 minuti fa, ART dice:

ARESIII, mi sa che il post #46 di Non-auguri anno nuovo ti ha portato un po' di sfiga...

 

🤘...e sì!

3 minuti fa, Adelchi66 dice:

Ma scusa  @ARES III : come è successo ? Stavi passeggiando e guardando verso l'alto sei stato colpito da una goccia d'acido di provenienza sconosciuta?

 

Ma allora sei un veggente ?

Perché è accaduto veramente che una goccia di acido è caduta dall'alto!

 

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9 minuti fa, Adelchi66 dice:

Ma in che postaccio vivi? 🫡

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....ma no è un incidente domestico!

Ho sverniciato (sulla scala) il lampione in ferro battuto del mio giardino. Mi sembrava di aver tolto tutta la vernice e di non aver lasciato nessuna traccia/goccia di sverniciatore. Scendo dalla scala e mi allontano un metro per vedere il risultato. Poi mi avvicino sotto per vedere meglio: e tac mi cade una goccia, l'unica che si poteva formare, sull'occhio! Corro subito a lavare l'occhio, poi corro in ospedale (è a meno di un km) dove grazie a conoscenze vengo subito visitato e curato....

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Supporter

 Come diceva Totò, un po’ di scaramanzia non guasta, se presa con ironia, con spirito divertito.

Da bravo napoletano e da vero uomo di teatro Totò era molto superstizioso, come dimostrano le sue dichiarazioni durante un’intervista: "Odio i gatti neri, sussulto se si versa l'olio e non faccio niente di venerdì"; "Credo anche che esistano gli jettatori e, per ingraziarmeli, neutralizzando così i loro influssi malefici, fingo di trovarli simpatici, li tratto bene, arrivo persino a coccolarli".

“La superstizione non vale al cimitero” da un articolo di Federica Aliano in https://movieplayer.it/articoli/toto-5-curiosita-sullattore_17307/

Tutta questa superstizione però sembra una contraddizione se si pensa che Totò possedeva un loculo nel cimitero monumentale Al Verano di Roma, e che sovente ci si infilava rimanendoci anche un'intera notte. La verità però è che, durante il Ventennio fascista, Totò e molti altri artisti contrari al potere venivano spesso perseguitati. In particolare, durante le repliche della rivista "Fascino" (particolarmente invisa al regime per il gioco di parole Fasci-no) furono molte le retate e le volte in cui la polizia lo attese alla fine dello spettacolo. Avvisato da alcuni lavoratori del teatro, Totò scappava da un'uscita laterale e andava a rifugiarsi nel suo loculo, al cimitero. Solo pochissime persone molto fidate sapevano che ne possedeva uno. E in seguito più volte il superstizioso Totò dichiarò di "Non aver mai provato alcuna paura in mezzo ai morti. Sono i vivi, a volte, ad essere spaventosi".

apollonia

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