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La prima discussione


ARES III

Risposte migliori

Sono felice di inaugurare per primo questa nuova sezione con una "mia" discussione, ma prima vorrei ringraziare lo staff ed in particolare @Reficul perché hanno deciso di ampliare la già ricca offerta culturale del nostro forum con l'attualità. In questo modo potremmo anche alleggerire la sezione Archeologia e Storia, dedicandola soprattutto per approfondimenti.

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Passiamo ora alla notizia:

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Due edifici di culto e una fossa sacrificale scoperti in un campo militare romano augusteo. Gli archeologi: “E’ un caso unico”. Qui pregarono i soldati prima del disastro di Teotoburgo?

 

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Gli archeologi dell’Associazione agricola Westfalia-Lippe (LWL) hanno compiuto una scoperta eccezionale ad Haltern, dove sono stati rinvenuti i resti delle fondamenta di due piccoli templi romani e una fossa sacrificale all’interno del sito dell’ex accampamento romano. Questa rivelazione è particolarmente straordinaria poiché tali edifici di culto, secondo gli archeologi tedeschi, “non sono mai stati scoperti in altre installazioni militari romane”. Non solo. L’accampamento si trovava a circa 100 chilometri dalla foresta di Teotoburgo – Kalkriese, raggiungibile dall’esercito romano in circa 3 giorni di marcia e in poco più di un giorno dalla cavalleria, il luogo in cui si consumò il grande disastro che portò alla disfatta del 9 d.C., qualcosa che, a quell’epoca, ebbe un impatto emotivo simile a quello causato, in tempi recenti, dall’attacco alle Torri Gemelle. Nell’accampamento in cui sono state portate alla luce resti di strutture di culto è stata trovata anche una barra di piombo che reca le insegne di una delle tre legioni che sarebbero cadute con Varo.

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L’esperto romano della LWL, il Dott. Bettina Tremmel, sottolinea l’unicità della scoperta degli edifici di culto, indicando che i due templi rettangolari, anche se costituiti solo da strutture in argilla, seguono il modello dei grandi templi a podio in pietra tipici di molte città romane durante l’impero di Augusto. Questa scoperta offre un’inedita prospettiva sulle pratiche di culto all’interno di un contesto militare, sfidando le precedenti conoscenze storiche.

L’esame dei resti dell’edificio di culto occidentale ha rivelato un edificio rettangolare in legno di 30 metri quadrati con un ingresso largo cinque metri e una facciata distintiva, sottolineata da due colonne lignee.

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L’archeologo Lars Forseth, partecipante alle indagini estive, sottolinea la sfida nel ritrovare reperti romani tra le pieghe del terreno, spesso disturbate da interventi nel corso degli ultimi 80 anni. L’Università di Treviri ha sostenuto le indagini, facilitando la completa identificazione della pianta dell’edificio di culto occidentale.

Il secondo edificio era simile al primo. Una fossa a livello circondata da una nicchia separava i due. Un elemento di particolare interesse è il fossato circolare situato vicino agli edifici di culto, che è più antico e che è stato realizzato durante l’età del bronzo. Probabilmente i romani hanno approfittato della presenza di una piccola area cultuale precedente per erigervi la propria. Solleva interrogativi la presenza di una tomba all’interno dell’insediamento, proibita dal diritto romano. Ma le indagini proseguono. Il Prof. Dr. Michael Rind, direttore dell’archeologia LWL per la Vestfalia, sottolinea la complessità di questo ritrovamento unico e la necessità di ulteriori ricerche per svelarne il mistero.

Il fossato circolare, le strutture di culto e la fossa sacrificale compongono un gruppo di edifici senza precedenti all’interno di un accampamento romano, spingendo gli archeologi a riconsiderare la funzione di tali costruzioni in un contesto militare. La scoperta apre nuove prospettive sulla vita quotidiana all’interno di un accampamento romano, sfidando le percezioni tradizionali sulla complessità delle credenze romane nell’Europa settentrionale.

Ma vediamo di contestualizzare storicamente queste vestigia. Durante il regno dell’imperatore Augusto (dal 27 a.C. al 14 d.C.) l’impero romano espanse sempre più la sua influenza sulla riva destra del Reno. Non è chiaro se Roma cercasse di pacificare i territori o addirittura volesse conquistarli con l’obiettivo di edificare una provincia.

Il fiume Lippe – affluente del Reno della lunghezza di 255 chilometri – era particolarmente adatto per l’avanzata. Da Xanten le legioni avanzarono verso est e stabilirono accampamenti militari sul corso d’acqua. Queste basi potevamo essere rifornite da navi che percorrevano il Reno. Con la sconfitta di Varo, le cui tre legioni furono distrutte nella foresta di Teutoburgo (9 d.C.), Roma si ritirò dietro il Reno, che assicurò con fortificazioni. Gli accampamenti romani sulla Lippe furono abbandonati e caddero in rovina.
Già nel XIX secolo si aveva notizia dell’esistenza di un accampamento militare nei pressi di Haltern. I primi scavi estesi iniziarono nel 1899. L’accampamento è considerato la base militare più studiata del periodo augusteo. Nonostante ciò agli archeologi del passato erano sfuggiti i due templi e il fossato sacrificale. L’accampamento sembra che abbia svolto un ruolo centrale come centro logistico. Le navi da trasporto venivano trascinate dal Reno lungo il Lippe fino a Haltern, dove il carico veniva (parzialmente) trasferito su navi più piccole e trasportato più a monte. Ad Haltern è stata rinvenuta una barra di piombo con la scritta “CCIII L XIX”. Una delle tre legioni cadute nella battaglia di Varo fu la 19ª, il che suggerisce che fosse di stanza ad Haltern, almeno temporaneamente. I romani pregarono qui, prima di dirigersi verso la foresta ed essere annientati dai Germani?

La clades Variana, nota come la battaglia della foresta di Teutoburgo, fu combattuta nel 9 d.C. tra l’esercito romano, guidato da Publio Quintilio Varo, e una coalizione di tribù germaniche sotto il comando di Arminio, capo dei Cherusci e ufficiale delle truppe ausiliarie di Varo. Ma Arminio tradì. Questo scontro bellico avvenne nei pressi dell’attuale Kalkriese, nella Bassa Sassonia, e rappresentò una delle più gravi sconfitte subite dai Romani. Le legioni XVII, XVIII e XIX furono completamente annientate, insieme a 6 coorti di fanteria e 3 ali di cavalleria ausiliaria.

L’impatto di questa disfatta fu così devastante che le legioni coinvolte, la XVII, la XVIII e la XIX, persero definitivamente le loro numerazioni nell’esercito romano. Per ristabilire l’onore delle legioni e vendicarsi della sconfitta, i Romani intrapresero una guerra di sette anni, culminata nel 16 d.C. con le battaglie di Idistaviso e del Vallo angrivariano. In questi scontri, considerati la vendetta dell’Impero romano contro i Germani, Arminio fu sconfitto in modo decisivo.

Al termine di questa campagna, i Romani decisero di abbandonare ogni ulteriore tentativo di conquista in Germania, consolidando il fiume Reno come il confine nord-orientale definitivo dell’Impero per i successivi 400 anni. La battaglia della foresta di Teutoburgo e le sue conseguenze ebbero un impatto duraturo sulla strategia militare romana e sulla configurazione geografica del loro impero.

https://stilearte.it/due-edifici-di-culto-e-una-fossa-sacrificale-scoperti-in-un-campo-militare-romano-augusteo-gli-archeologi-e-un-caso-unico-qui-pregarono-i-soldati-prima-del-disastro-di-teotoburgo/

Per gli approfondimenti:

 

 

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