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IGNORED

La demonizzazione del collezionismo


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Inviato
4 ore fa, sdy82 dice:

Ciao Numa Numa, non capisco il nesso tra ciò che ho scritto io e le domande che poni tu.

Ho scritto che nell'articolo si parla, a ragione o a torto non saprei, di un bene esemplare, significativo. Pertanto, e qui è il mio pensiero, sarebbe opportuno tenerlo nella sfera pubblica. Opportuno non vuol dire obbligatorio, coercitivo. Siccome quella precisa statua ha, sempre secondo il redattore, carattere di esemplarità e non di serialità come invece tante monete, allora trovo opportuno (non necessario) tenerlo nella sfera pubblica.

Non abbiamo bisogno di generalizzazioni oppositive e manichee, di aporie insolubili (Stato vs Collezionismo, Pubblico vs Privato) ma di valutazioni contingenti.

 

e - proseguendo nel ragionamento - chi decide se il bene sia esemplare e dove/come vada conservato - in questo caso espropriandolo ? 

In ogni caso non sarebbe certamente l'unico bene degno di tutela pubblica - come scegliere / fare una graduatoria di tutti quelli che meriterebbero tutela ?    Oppure li  espropriamo tutti senza compenso?

Come vedi non sono domande oziose una volta che da discorsi astratti si decidesse di mettere a terra una procedura.   Senza contare che in nessun paese democratico (Turchia compresa) si espropriano beni di proprietà privata.

In UK in casi simili si lancia una sottoscrizione pubblica - si raccolgono fondi - se bastano (come in molti casi ) il bene diviene di proprietà pubblica grazie a questi fondi altrimenti la proprietà privata resta sovrana.

In Italia non abbiamo nessuna disposizione/legge/convenzione che permetterebbe cio' . Potrebbe esser il caso di introdurla? 

E perche  non lavorare a qualche convenzione ove un bene di proprietà privata possa essere goduto 'anche' pubblicamente ?   Non si tratta di aporie insolubili - chi lo crede forse non si è mai chinato veramente sul problema - bensi di soluzioni per le quali è senz'altro possibile lavorare

 

Infine prima di interessarsi ad altri beni privati forse  vi sarebbero centinaia di altri beni statali che aspettano una valorizzazione/conservazione adeguata - che oggi versano in condizioni che non permettono un'adeguata fruizione pubblica. Forse varrebbe la pena di pensare 'anche' a loro nel limite delle risorse (poche) disponibili

 

 

 

 

 

 

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Inviato

@numa numai tuoi molti punti di riflessione sono condivisibili.

A parer mio dovremmo avere più sinergie tra pubblico e privato ed entrambe le parti dovrebbero riconoscere i meriti dell'altra. Non siamo in guerra...

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Inviato

Credo che la cosa migliore sia cercare di operare sempre con la massima collaborazione e reciproco rispetto tra pubblico e privato.

I musei e le istituzioni pubbliche sono fondamentali per la maggior diffusione possibile della cultura e del sapere, ma ricordiamoci sempre che quasi tutte le collezioni museali provengono da donazioni di privati collezionisti.

Quindi chi vuole demonizzare il collezionismo privato, parlando di ipotetiche patologie o amenità varie, dovrebbe per primo fare una profonda autocritica e cercare di documentarsi molto meglio, prima di dare giudizi.

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Inviato
1 minuto fa, torpedo dice:

Credo che la cosa migliore sia cercare di operare sempre con la massima collaborazione e reciproco rispetto tra pubblico e privato.

I musei e le istituzioni pubbliche sono fondamentali per la maggior diffusione possibile della cultura e del sapere, ma ricordiamoci sempre che quasi tutte le collezioni museali provengono da donazioni di privati collezionisti.

Quindi chi vuole demonizzare il collezionismo privato, parlando di ipotetiche patologie o amenità varie, dovrebbe per primo fare una profonda autocritica e cercare di documentarsi molto meglio, prima di dare giudizi.

 

Hai ragione.


Inviato (modificato)

Buongiorno!
Come @ARES III, trovo anch'io certi tuoi dubbi fondati, caro Numa Numa, eppure arrivi a un estremismo dialettico che non comprendo.

Il 18/11/2023 alle 20:06, numa numa dice:

proseguendo nel ragionamento - chi decide se il bene sia esemplare e dove/come vada conservato - in questo caso espropriandolo ? 

In ogni caso non sarebbe certamente l'unico bene degno di tutela pubblica - come scegliere / fare una graduatoria di tutti quelli che meriterebbero tutela ?    Oppure li  espropriamo tutti senza compenso?

Nessuno qui sta parlando di esproprio o nazionalizzazione, neanche l'articolista.

Il 18/11/2023 alle 20:06, numa numa dice:

Come vedi non sono domande oziose una volta che da discorsi astratti si decidesse di mettere a terra una procedura.

Infatti ci sta il dubbio, per questo ho scritto (e continuo a pensare) che sia il caso di valutare volta per volta. Chi decide? Non saprei... La comunità di studiosi? Gli apparati museali? L'intellighenzia collezionistica? L'opinione pubblica? Parto dal presupposto che quella statua sia stata individuata come singolare da Zeri o Argan o Daverio o Sgarbi o da chissà quale esperto siciliano.

 

Il 18/11/2023 alle 20:06, numa numa dice:

Non si tratta di aporie insolubili - chi lo crede forse non si è mai chinato veramente sul problema - bensi di soluzioni per le quali è senz'altro possibile lavorare

Senz'altro non sono un operatore dei beni culturali, quindi magari non mi rendo conto di come le cose vadano. Però, esulando ora dalle parole dell'articolista, io sono felice se un bene artistico (moneta o statua che sia) di spiccata esemplarità finisse in una raccolta pubblica curata a dovere. E non sono in guerra con me stesso collezionista né tanto meno con lo Stato. Che poi lo Stato non faccia abbastanza, che le persone non avvezze al collezionismo ignorino tutta una serie di tratti virtuosi del collezionismo stesso... beh, sì, sono problemi. Nulla da eccepire. Però io cercherei di dividere tutti gli aspetti del problema per meglio discuterne e per meglio risolverli (vulesse 'o cielo 😇!).
 

 

Il 18/11/2023 alle 20:06, numa numa dice:

vi sarebbero centinaia di altri beni statali che aspettano una valorizzazione/conservazione adeguata - che oggi versano in condizioni che non permettono un'adeguata fruizione pubblica. Forse varrebbe la pena di pensare 'anche' a loro nel limite delle risorse (poche) disponibili

🔝

 

Modificato da sdy82
Correzione ortografica

Inviato
1 ora fa, sdy82 dice:

Nessuno qui sta parlando di esproprio o nazionalizzazione, neanche l'articolista

 

1 ora fa, sdy82 dice:

io sono felice se un bene artistico (moneta o statua che sia) di spiccata esemplarità finisse in una raccolta pubblica curata a dovere. E non sono in guerra con me stesso collezionista né tanto meno con lo Stato.

Ciao, concordo pienamente su queste tue considerazioni che sono anche le mie. Non mi sono sentito tirato in ballo o attaccato dall'articolista sul discorso dei " collezionisti disturbati mentalmente " semplicemente perché non lo sono, come penso la maggior parte degli appassionati di Numismatica. Su tutto il resto ovviamente si può discutere, sono cose importanti che però centrano poco secondo me con il topic della discussione 🙂

ANTONIO 


Inviato
Il 25/11/2023 alle 11:04, sdy82 dice:

Infatti ci sta il dubbio, per questo ho scritto (e continuo a pensare) che sia il caso di valutare volta per volta. Chi decide? Non saprei... La comunità di studiosi? Gli apparati museali? L'intellighenzia collezionistica? L'opinione pubblica?

Cominciamo a risolvere questo quesito di metodo ( non da poco) altrimenti il ragionamento non puo’ proseguire

 

Il 25/11/2023 alle 11:04, sdy82 dice:

Però, esulando ora dalle parole dell'articolista, io sono felice se un bene artistico (moneta o statua che sia) di spiccata esemplarità finisse in una raccolta pubblica curata a dovere. E non sono in guerra con me stesso collezionista né tanto meno con lo Stato

Tutte affermazioni molto teoriche e di principio. Poi bisogna ragionare mettendo a terra le cose - 

chi per lavoro o anche passione studia il contesto e la disciplina dei beni culturali ha precisi ambiti in cui muoversi - soprattutto normativi - che vanno rispettati o - se carenti - integrati e migliorati. Il resto sono chiacchiere che hanno poca o alcuna rilevanza 
 


Inviato
Il 25/11/2023 alle 11:04, sdy82 dice:

Però, esulando ora dalle parole dell'articolista,…

 

 

 

 

🔝

 

 

Trovo molto difficile esulare da qualcuno che definisce tutti i collezionisti dei “disturbati mentali”…

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Inviato
Il 27/11/2023 alle 14:22, numa numa dice:

Cominciamo a risolvere questo quesito di metodo ( non da poco) altrimenti il ragionamento non puo’ proseguire

 

Tutte affermazioni molto teoriche e di principio. Poi bisogna ragionare mettendo a terra le cose - 

chi per lavoro o anche passione studia il contesto e la disciplina dei beni culturali ha precisi ambiti in cui muoversi - soprattutto normativi - che vanno rispettati o - se carenti - integrati e migliorati. Il resto sono chiacchiere che hanno poca o alcuna rilevanza 
 

 

Ciao, sono assolutamente in accordo con le tue repliche. È proprio per questo che non trovo, come scrive @Pxacaesar, nulla di demoniaco nell'articolo del giornale locale siciliano. Trovo solo una ben nota ignoranza di un collezionismo virtuoso. Mi sembrava si stesse partendo con una crociata contro tale giornalista (ignorante di collezionismo e che magari si occupa di cronaca giudiziaria) per nulla.


Inviato
Il 27/11/2023 alle 18:49, torpedo dice:

Trovo molto difficile esulare da qualcuno che definisce tutti i collezionisti dei “disturbati mentali”…

 

Io mi riferivo al solo articolo del giornale di Enna. L'articolo sui "disturbati mentali" è stato aggiunto in seconda istanza.

Che poi il collezionismo (senza distinzioni di sorta) sia visto come ossessione, questa è la classica tesi psicanalitica. Dobbiamo  addentrarci nella Weltanschauung psicoanalitica per confutarla? Io non ne ho le competenze.

Se fate una ricerca sul vostro motore digitando "collezionismo" e "psicologia" o "psicanalisi " vi verranno comunque fuori diversi  interventi di esperti, i quali, pur interpretando il fenomeno collezionistico dal punto di vista psichico, cercano - così mi sembra - un po' di equilibrio tra le cose.

Buon pomeriggio a tutti e a tutte.

 

 

 


Inviato
11 ore fa, sdy82 dice:

Se fate una ricerca sul vostro motore digitando "collezionismo" e "psicologia" o "psicanalisi " vi verranno comunque fuori diversi  interventi di esperti, i quali, pur interpretando il fenomeno collezionistico dal punto di vista psichico, cercano - così mi sembra - un po' di equilibrio tra le cose.

Questa proprio non la capisco

se dobbiamo ancora pensare che chi ha contribuito a dare origine a quanto possiamo ammirare e studiare nei nostri musei pubblici ( perché TUTTI i

musei pubblici hanno all’origine nuclei fondamentali di collezioni private )  abbiano delle derive psicopatologiche  beh che dire … continuate pure a dilettarvi di psicologia e degli accumulatori seriali (che ben poco hanno a che fare con i collezionisti amatori).☺️

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Inviato (modificato)
13 ore fa, numa numa dice:

derive psicopatologiche

Scusate ma ce la stiamo prendendo un po' troppo con la psicologia/psichiatria, o meglio, le prendiamo troppo sul serio: ma se dovessimo prendere come oro colato tutto quello che proviene da quella "materia" saremmo veramente nei guai!  Neppure gli esperti e gli studiosi del settore sono in accordo fra loro!

Dirò una cosa che forse scandalizerà (ma non è una mia idea ma di una parte della dottrina)tra le parafilie oltre ai feticisti ci sono anche i pedofili, gli omosessuali..... Quindi siamo sicuri che il collezionismo (fatto in modo sano) sia una vera malattia ? 

Modificato da ARES III
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Inviato
1 ora fa, ARES III dice:

Quindi siamo sicuri che il collezionismo (fatto in modo sano) sia una vera malattia ? 

Ben detto Ares - infatti non lo e’ 

Certe riflessioni/conclusioni che si leggono negli articoli di giornalismo un po’ superficiale e poco analitico ricordano piu’ invidia che scienza …


Inviato
1 minuto fa, numa numa dice:

Certe riflessioni/conclusioni che si leggono negli articoli di giornalismo un po’ superficiale e poco analitico ricordano piu’ invidia che scienza …

 

Totalmente d'accordo, l'invidia è una brutta cosa.


Inviato
2 minuti fa, numa numa dice:

Ben detto Ares - infatti non lo e’ 

Certe riflessioni/conclusioni che si leggono negli articoli di giornalismo un po’ superficiale e poco analitico ricordano piu’ invidia che scienza …

 

Ma poi allora anche le signore che amano fare l'uncinetto come hobby sono forse malate ? Dai siamo sul ridicolo... 

Tornando seri: ogni cosa fatta con criterio non può che essere buona. 

Certamente se uno si vende casa, non cura economicamente i propri figli, va dagli strozzini....per una passione/hobby allora qualcosa non va! Ma di collezionisti/numismatici finiti in questo stato non ne ho mai conosciuti....

Dunque stiamo sereni e continuiamo a fare come sempre (ridendo di cuore sulle baggianate degli "ignoranti" in materia).


Inviato (modificato)
22 hours ago, ARES III said:

Dirò una cosa che forse scandalizerà (ma non è una mia idea ma di una parte della dottrina)tra le parafilie oltre ai feticisti ci sono anche i pedofili, gli omosessuali..... Quindi siamo sicuri che il collezionismo (fatto in modo sano) sia una vera malattia ? 

 

Scusa, forse ho capito male, ma quale « dottrina », quella dell’OMS? Nel 1990, ha rimosso l’omosessualità in quanto tale dalla Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD-10).

La classificazione standardizzata delle malattie mentali, il DSM ? La versione del 1973 (DSM III) non faceva più dell'omosessualità una patologia. E nella versione del DSM IV (1994 ) non è nemmeno una parafilia, termine che è stato sostituito a quello di “perversione” (L'elenco resta lungo nel DSM IV, c'è solo l'imbarazzo della scelta e la pedofilia ovviamente ne fa ancora parte, accanto ad altre ex-perversioni più innocue per la società come l'esobiofilia, l'attrazione sessuale verso gli extraterrestri, ma che immagino debba rendere molto infelice chi ne soffre.) 

Naturalmente questo la dice lunga sulla scientificità di queste classificazioni. 

Ma in ogni caso non si può nascondere dietro una « dottrina » o un discorso scientifico che non esiste per mettere nella stessa categoria delle parafilie (quindi malattie che vanno curate) pedofilia e omosessualità. 

 

Scusate per il piccolo OT ma mi sembrava necessario.

I problemi sono due a proposito del collezionismo:

Il collezionismo rende felice? Credo che nella stragrande maggioranza si può dire, parafrasando l’ultima frase del Sisifo di Camus, « bisogna immaginare il collezionista felice». Immagino (e l’ho visto) che può anche in alcuni casi prendere una dimensione nevrotica, come qualsiasi hobby, compreso l’uncinetto, e può essere fonte di sofferenza. Ma penso come voi che il problema sia davvero marginale. 

 

Il collezionismo è una minaccia per la tutela del patrimonio? La risposta non è così semplice, alcuni casi clamorosi ci dimostrano in ogni caso che non si può oggi collezionare in modo del tutto innocente.  E anche se siamo l’ultimo anello della catena.

Questo discorso è difficile da tenere in Italia perché avete le leggi più restrittive in questo ambito (giudicarne l'efficacia è un'altra cosa). Personalmente, in Francia, ho smesso di collezionare quando mi sono reso conto che non sapevo più cosa stavo comprando e da chi compravo. E che la certezza di un acquisto pulito non mi era più garantita nemmeno attraverso le maggiori case d'asta. 

 

Modificato da Vietmimin

Inviato
2 ore fa, Vietmimin dice:

Scusa, forse ho capito male, ma quale « dottrina », quella dell’OMS? Nel 1990, ha rimosso l’omosessualità in quanto tale dalla Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD-10).

La classificazione standardizzata delle malattie mentali, il DSM ? La versione del 1973 (DSM III) non faceva più dell'omosessualità una patologia. E nella versione del DSM IV (1994 ) non è nemmeno una parafilia, termine che è stato sostituito a quello di “perversione” (L'elenco resta lungo nel DSM IV, c'è solo l'imbarazzo della scelta e la pedofilia ovviamente ne fa ancora parte, accanto ad altre ex-perversioni più innocue per la società come l'esobiofilia, l'attrazione sessuale verso gli extraterrestri, ma che immagino debba rendere molto infelice chi ne soffre.) 

Naturalmente questo la dice lunga sulla scientificità di queste classificazioni. 

Ma in ogni caso non si può nascondere dietro una « dottrina » o un discorso scientifico che non esiste per mettere nella stessa categoria delle parafilie (quindi malattie che vanno curate) pedofilia e omosessualità. 

 

Scusate per il piccolo OT ma mi sembrava necessario.

I problemi sono due a proposito del collezionismo:

Il collezionismo rende felice? Credo che nella stragrande maggioranza si può dire, parafrasando l’ultima frase del Sisifo di Camus, « bisogna immaginare il collezionista felice». Immagino (e l’ho visto) che può anche in alcuni casi prendere una dimensione nevrotica, come qualsiasi hobby, compreso l’uncinetto, e può essere fonte di sofferenza. Ma penso come voi che il problema sia davvero marginale. 

 

Il collezionismo è una minaccia per la tutela del patrimonio? La risposta non è così semplice, alcuni casi clamorosi ci dimostrano in ogni caso che non si può oggi collezionare in modo del tutto innocente.  E anche se siamo l’ultimo anello della catena.

Questo discorso è difficile da tenere in Italia perché avete le leggi più restrittive in questo ambito (giudicarne l'efficacia è un'altra cosa). Personalmente, in Francia, ho smesso di collezionare quando ho capito che non sapevo più cosa stavo comprando e da chi compravo. E che la certezza di un acquisto pulito non mi era più garantita nemmeno attraverso le maggiori case d'asta. 

 

 

Se nelle lezioni di Criminologia e Psichiatria forense ancora nel 2012 alcuni professori universitari (tra l'altro neppure attempati con l'età) hanno utilizzato il termine parafilia per indicare "devianze sessuali" tipo omosessualità, pedofilia, ecc ... la situazione non è così netta e limpida come si vorrebbe mostrare sulla carta.

Io non ho gli strumenti o le conoscenze adeguate per poter imbastire una discussione in merito, e neppure mi interessa farlo, so solo che OMS dice certe cose ma altri professori dicono altre cose. Per me è più che sufficiente per dire che siamo in un campo molto più labile e scivoloso di quello che si può immaginare. Ognuno (ad eccezione della pedofilia e qui non transigo) a casa sua può fare o essere ciò che vuole.

Il mio discorso non cambia: in materie così sensibili non si possono avere certezze matematiche o fare affermazioni nette del tipo "i collezionisti sono dei malati solo per il semplice fatto che collezionano" ! 

PS: l'OMS, non per fare critiche, è comunque un organo che ha commesso svariati errori di valutazione negli ultimi anni, quindi a prescindere dal discorso che abbiamo fatto, non lo riterrei infallibile (come ogni cosa terrena), quindi sono dell'idea che bisognerebbe prendere sempre ogni affermazione e valutarla caso per caso. Ricordando che è anche un organismo politico/politicizzato dagli Stati!


Inviato (modificato)

Mi inserisco nell'interessante discorso con un mio parere:

secondo me, di qualunque cosa si tratti o si discuta, da qualunque fonte provenga l'affermazione, ogni azione che poi non comporta e "non ne presume anticipatamente" (e qui si può aprire un ulteriore discorso) disagi e sofferenze, è accettabile e può essere "tollerata", ma preferisco usare il termine "indiscussa" da tutti.

Talvolta sono proprio le regole che comportano conseguenze spiacevoli perché possono creare dei seguiti incoerenti con situazioni soggettive.

Per spiegarmi meglio, alcune regole, come alcune leggi, servono a prevenire probabili conseguenze da evitare e dannose per se e/o la società e, per ovvi motivi pratici, sono per tutti e magari assoggettate da distinzioni specifiche, laddove diventa efficace farlo.

Da qui poi nascono proteste ed affini, chi si trova in posizioni scomode a rispettare certe regole non fatte bene. 

Analogamente alle dichiarazioni che il collezionismo può essere dannoso, ci sono misure per cui sia effettivamente così, ma nelle stesse misure, per qualcun altro anche no, dunque rimane soggettivo ogni caso, come già scritto da altri.

Genericamente, la regola di non esagerare, che ne modula caso per caso gli effetti, presumo sia l'unica possibile da definire, anche se non si basa più che altro sul buon senso.

"Sei esagerato quando cominciano i problemi".

Possiamo elencare tutta una serie di variabili per ogni caso possibile, nel collezionismo come in qualunque altra cosa, ma non c'è modo poi pratico di esprimere quando fa male e quando no, per tutti, salvo eccezioni estreme dove è palese un danno che non serve neppure fanne cenno.

Infine aggiungo: al contrario, queste pratiche analoghe agli hobby o passioni, portano dei benefici i quali, senza, renderebbero la vita meno piacevole, senza quel "contentino" che fa superare le altre situazioni spiacevoli con più leggerezza, come un ristoro all'anima e al fisico, come un gioco (moderato 😁), come un buon pasto o una carezza di una persona cara o qualunque altra azione che crea benessere...

Ho scritto cose abbastanza scontate, ci tenevo condividere anche la mia impressione.

😉

Modificato da Fra11
Integrazione
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Inviato
3 ore fa, sdy82 dice:

Voglio ricordare qui questa eccellente discussione:

Buona domenica!

 

Ciao, concordo sul fatto che sia una eccellente discussione, che mi permetto di consigliare di leggere con attenzione a quanti intervenuti in questa ( io ho appena terminato 🙂).

ANTONIO 


Inviato

Permettetemi di citare l’ottimo Antwvala dalla discussione del 2015:

 

Tornando al tema del collezionismo, credo che ci sia tantissimo da scrivere: ho provato a fare qualche ricerca, ma non è che ho trovato molto sul tema. O meglio, molti spunti ma nessuno scritto davvero organico. Ovviamente non averlo trovato nel web non significa che non ci sia, né tanto meno che non esista....

Ho visto che in alcuni casi viene inserito tra i disordini compulsivi. Non sono d'accordo. Non mi pare che il collezionismo sia una forma di disordine compulsivo ma semmai che quando una persona ha disturbi di tipo compulsivo li manifesta nel collezionismo,come li avrebbe manifestati comunque inaltri aspetti del suo comportamento.


Inviato

E questa citazione tratta dallo GNECCHI ( non a sufficienza da noi collezionist/studiosi ricordato ) riportata - nella discussione del 2015 - dall’altrettanto ottimo @quattrino :

 

 

“A consolazione di chi mi legge, m'affretto a dire avanti tutto che il raccoglitore è una persona fortunata! Chi è nato col bernoccolo delle collezioni, ha l'incomparabile vantaggio di escludere la noja dalla sua vita, e deve essere grato alla Provvidenza d'avergli accordato una fonte inesauribile di soddisfazioni assolutamente prive di rimorsi e di tardi rimpianti. 

Le soddisfazioni della società, degli amici, della vita allegra possono essere a volte ottime, se prese nella giusta misura, e nei debiti modi; ma parecchie altre volte sono al contrario piene di disinganni, e pur troppo un giorno o l'altro vengono a mancare. Il collezionista invece, possedendo in sè stesso il germe e la causa continua della propria felicità, non ha bisogno di nessuno, la solitudine non lo spaventa, e può esclamarre col filosofo: me interdum tedet societatis hominum, numquam solitudinis!

Quando stanco dal lavoro, annojato della società, infastidito dagli affari, il raccoglitore si ritira nella propria stanza, vi trova il più dolce riposo, assai meglio che nell'ozio, nella sua occupazione prediletta. E la occupazione pel raccoglitore non manca mai, qualunque sia il genere della collezione a cui si è dedicato. Prima è il lavoro del raccogliere, che è infinito; poi quello del classificare, indi quellodel catalogare; infine il più serio, ma anche il più dilettevole, il più utile e il più duraturo (quando ci si arriva), quello di studiare, di discutere coi colleghi e infine di fare noto, mediante opportune pubblicazioni, il risultato delle proprie ricerche.”

 

penso che vi sia poco altro da aggiungere😄

 

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Inviato

A me hanno sempre insegnato che solo chi è dotato di intelletto e sensibilità, si annoia.

Che solo l’essere umano dotato di intelletto e sensibilità, è curioso.

La noia e la curiosità sono due molle che spesso spingono ad appassionarsi verso qualcosa, che possono essere le monete, od altre passioni.

Il genere umano, imperfetto per antonomasia, non potrebbe sopravvivere senza le sue sane passioni, che lo aiutano nel corso della sua esistenza a superare momenti più o meno difficili del suo cammino.

 


Inviato
7 ore fa, numa numa dice:

E questa citazione tratta dallo GNECCHI ( non a sufficienza da noi collezionist/studiosi ricordato ) riportata - nella discussione del 2015 - dall’altrettanto ottimo @quattrino :

 

 

 

“A consolazione di chi mi legge, m'affretto a dire avanti tutto che il raccoglitore è una persona fortunata! Chi è nato col bernoccolo delle collezioni, ha l'incomparabile vantaggio di escludere la noja dalla sua vita, e deve essere grato alla Provvidenza d'avergli accordato una fonte inesauribile di soddisfazioni assolutamente prive di rimorsi e di tardi rimpianti. 

Le soddisfazioni della società, degli amici, della vita allegra possono essere a volte ottime, se prese nella giusta misura, e nei debiti modi; ma parecchie altre volte sono al contrario piene di disinganni, e pur troppo un giorno o l'altro vengono a mancare. Il collezionista invece, possedendo in sè stesso il germe e la causa continua della propria felicità, non ha bisogno di nessuno, la solitudine non lo spaventa, e può esclamarre col filosofo: me interdum tedet societatis hominum, numquam solitudinis!

Quando stanco dal lavoro, annojato della società, infastidito dagli affari, il raccoglitore si ritira nella propria stanza, vi trova il più dolce riposo, assai meglio che nell'ozio, nella sua occupazione prediletta. E la occupazione pel raccoglitore non manca mai, qualunque sia il genere della collezione a cui si è dedicato. Prima è il lavoro del raccogliere, che è infinito; poi quello del classificare, indi quellodel catalogare; infine il più serio, ma anche il più dilettevole, il più utile e il più duraturo (quando ci si arriva), quello di studiare, di discutere coi colleghi e infine di fare noto, mediante opportune pubblicazioni, il risultato delle proprie ricerche.”

 

penso che vi sia poco altro da aggiungere😄

 

 

:clapping::clapping::clapping:

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Inviato

Ma è vero @numa numa

Sono parole che rappresentano la realtà, la nostra realtà (giusta o sbagliata che sia).


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