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La demonizzazione del collezionismo


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Inviato

Da "non collezionista" e quindi esterno al problema vorrei proporre una visione che non mi sembra sia stata ancora considerata e che pongo sottoforma di domanda: il collezionismo può essere assimilato alla ludopatia ?

Mi spiego: il ludopatico è colui che non è veramente interessato al denaro che teoricamente potrebbe vincere ma alle endorfine che si liberano nel suo cervello nell' attesa di tali ipotetiche vincite.

Il collezionista non può essere considerato colui che gode della ricerca , della,"cattura" e del posizionamento nel suo carnet  di una moneta?

Cosa che una volta avvenuta passa in secondo piano nei confronti della prossima "preda" ,in una infinita ricerca di soddisfazione con la scusa della collezione,ne più ne meno di un pescatore o di un tombeur de Femmes .

 

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Inviato
1 minuto fa, Adelchi66 dice:

Da "non collezionista" e quindi esterno al problema vorrei proporre una visione che non mi sembra sia stata ancora considerata e che pongo sottoforma di domanda: il collezionismo può essere assimilato alla ludopatia ?

Mi spiego: il ludopatico è colui che non è veramente interessato al denaro che teoricamente potrebbe vincere ma alle endorfine che si liberano nel suo cervello nell' attesa di tali ipotetiche vincite.

Il collezionista non può essere considerato colui che gode della ricerca , della,"cattura" e del posizionamento nel suo carnet  di una moneta?

Cosa che una volta avvenuta passa in secondo piano nei confronti della prossima "preda" ,in una infinita ricerca di soddisfazione con la scusa della collezione,ne più ne meno di un pescatore o di un tombeur de Femmes .

Per favore, cerchiamo di non esagerare con paragoni del tutto azzardati.
La ludopatia è una piaga sociale che rovina intere famiglie e che può portare finanche al suicidio.
Non conosco nessun collezionista che per aggiungere pezzi alla propria collezione abbia, ad esempio, chiesto soldi a degli usurai.


Inviato (modificato)
14 minuti fa, lorluke dice:

Per favore, cerchiamo di non esagerare con paragoni del tutto azzardati.
La ludopatia è una piaga sociale che rovina intere famiglie e che può portare finanche al suicidio.
Non conosco nessun collezionista che per aggiungere pezzi alla propria collezione abbia, ad esempio, chiesto soldi a degli usurai.

 

Certamente,fatte le debite proporzioni.

Ma sicuramente vi è una importante componente legata al meccanismo "previsione di ricompensa", più ancora della ricompensa stessa.

Durante la mia vita ho provato a collezionare ma l' ho trovato un esercizio sterile ,forse perché ciò che mi interessava era "l' informazione" il "dato" e ciò non era legato al possesso dell' oggetto ,bastava un libro esaustivo sull'argomento ed era come possederle tutte.

Forse è per questo che ho molti libri e nessuna moneta.

Modificato da Adelchi66
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Inviato

No, ludopatia no. Il collezionista torna sempre sui propri pezzi. Il nuovo ha la stessa importanza dei precedenti. Li guarda, li studia, a distanza di mesi si accorge di un particolare che gli era sfuggito. È qui la sua ricompensa, l'aver trovato una variante che era sfuggita a tutti.

Arka

Diligite iustitiam


Inviato

Poi se invece vogliamo parlare di collezioni a scopo di investimento...

Ma forse rientrano anche queste in un discorso di previsione di benefici...


Inviato
57 minuti fa, Adelchi66 dice:

Poi se invece vogliamo parlare di collezioni a scopo di investimento...

Non sono collezioni sono investimenti tout-court


Inviato
1 ora fa, Adelchi66 dice:

Il collezionista non può essere considerato colui che gode della ricerca , della,"cattura" e del posizionamento nel suo carnet  di una moneta?

Effettivamente la ricerca è un aspetto che mi dà del piacere e devo essere sincero a volte è capitato che una volta ottenuta la moneta non ho provato lo stesso piacere anzi....      Ma poi studiando le monete nell'insieme ho riprovato delle belle sensazioni....

Quindi può essere che possiamo provare del piacere nella ricerca o che questo possa poi affievolirsi, ma non credo che sia una cosa patologica è semplicemente la natura umana....

Leopardi forse non esaltava il sabato del villaggio a discapito della domenica ? Cioè non siamo più stimolati nell'attesa o nella ricerca che nel momento dell'ottenimento di qualcosa che bramiamo ?

E poi l'attesa di un piacere non è forse anch'essa già un piacere ?

Meditate gente...meditate....

PS: il collezionismo si basa su un aspetto emotivo (ricerca e attesa) e su un aspetto razionale (studio e classificazione), quindi non sarei così severo con noi stessi...

E come disse un grande intellettuale inglese di epoca vittoriana: "posso resistere a tutto, fuorché alle tentazioni"....

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Inviato
19 ore fa, Adelchi66 dice:

Da "non collezionista" e quindi esterno al problema vorrei proporre una visione che non mi sembra sia stata ancora considerata e che pongo sottoforma di domanda: il collezionismo può essere assimilato alla ludopatia ?

Mi spiego: il ludopatico è colui che non è veramente interessato al denaro che teoricamente potrebbe vincere ma alle endorfine che si liberano nel suo cervello nell' attesa di tali ipotetiche vincite.

Il collezionista non può essere considerato colui che gode della ricerca , della,"cattura" e del posizionamento nel suo carnet  di una moneta?

Cosa che una volta avvenuta passa in secondo piano nei confronti della prossima "preda" ,in una infinita ricerca di soddisfazione con la scusa della collezione,ne più ne meno di un pescatore o di un tombeur de Femmes .

 

 

Se il collezionista più che "godersi" le monete in suo possesso va costantemente alla ricerca di nuove, se questi continui acquisti finiscono col prosciugargli (o quasi) il patrimonio, beh, non sono uno psichiatra, ma io francamente qualcosa di patologico ce lo vedo... Però penso anche siano casi estremi e minoritari.

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Inviato
43 minuti fa, ExarKun dice:

costantemente alla ricerca di nuove, se questi continui acquisti finiscono col prosciugargli (o quasi) il patrimonio

La ricerca (o caccia) non sempre conduce ad un acquisto, anzi può capitare che anche se si trova qualcosa non sempre lo si può acquistare (per svariati motivi: il prezzo troppo elevato; si è arrivati tardi; ....).

Bisognerebbe inquadrare meglio la patologia dell'acquisto compulsivo e distinguerlo dal collezionismo: perché quando si ha questo problema (l'impulso dell'acquisto incontrollato) non è detto che si comprino solo monete, anzi la casistica numismatica sia trascurabile rispetto al fenomeno in oggetto (si pensi ad esempio allo shopping del vestiario....).


Inviato
Il 11/12/2023 alle 16:56, ARES III dice:

La ricerca (o caccia) non sempre conduce ad un acquisto, anzi può capitare che anche se si trova qualcosa non sempre lo si può acquistare (per svariati motivi: il prezzo troppo elevato; si è arrivati tardi; ....).

Bisognerebbe inquadrare meglio la patologia dell'acquisto compulsivo e distinguerlo dal collezionismo: perché quando si ha questo problema (l'impulso dell'acquisto incontrollato) non è detto che si comprino solo monete, anzi la casistica numismatica sia trascurabile rispetto al fenomeno in oggetto (si pensi ad esempio allo shopping del vestiario....).

 

Ma io sono d'accordo che la casistica da me precedentemente descritta sia una forma di shopping compulsivo, sono pure io convinto che fra chi soffre di questa patologia solo una minima e risibile parte si dedica all'acquisto di monete. Però obiettivamente anche questo mi pare collezionismo, seppur malato. Semmai penso abbia senso distinguere il collezionismo "sano" dal collezionismo compulsivo, esattamente come tipicamente si distingue lo shopping "sano" da quello compulsivo senza che nessuno li confonda.

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Inviato

Collezionare, nel senso di raccogliere cose interessanti, belle, curiose è una caratteristica dell'uomo: quando raccogli una conchiglia o un bel sasso diverso dagli altri sulla spiaggia, o un fiore e lo metti tra le pagine di un libro, stai collezionando nel senso più puro del termine; nella sua forma più elaborata ha portato alle wunderkammer dei secoli passati, raccolte non sistematiche di oggetti disparati.

Può sorgere un problema quando collezionare significa voler possedere a tutti i costi ed in modo sistematico l'universalità (o ritenuta tale) degli oggetti di nostro interesse: in questo caso può diventare una fissazione o una schiavitù.

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Inviato (modificato)
Il 10/12/2023 alle 20:18, lorluke dice:

Per favore, cerchiamo di non esagerare con paragoni del tutto azzardati.
La ludopatia è una piaga sociale che rovina intere famiglie e che può portare finanche al suicidio.
Non conosco nessun collezionista che per aggiungere pezzi alla propria collezione abbia, ad esempio, chiesto soldi a degli usurai.

 

Io invece qualcuno lo conosco. Pochi, ma ci sono. Sarà perché purtroppo ho moooolti più anni di te. 😉Certamente, a mio modesto modo di vedere, quando il collezionismo diventa compulsivo se non proprio una malattia rischia di trasformarsi in una serie di comportamenti in realtà del tutto avulsi dalla propria sfera di discrezionalità. Si crede infatti di essersi comportati con libertà ma in verità non è così. E spesso quando si raggiunge il pezzo ambito a prezzo di enormi (e a volte sproporzionati) sacrifici, la soddisfazione dura magari mezza giornata subito sostituita dal desiderio spasmodico del pezzo successivo, in una sorta di farandola perniciosa. Fortunatamente, nella mia umile opinione, questo quadro decisamente fosco si rintraccia in pochi casi e si tratta di vere eccezioni che vanno compatite e, laddove possibili, aiutate. 

Modificato da Scudo1901
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Inviato
Il 13/12/2023 alle 22:26, Scudo1901 dice:

Io invece qualcuno lo conosco. Pochi, ma ci sono. Sarà perché purtroppo ho moooolti più anni di te. 😉Certamente, a mio modesto modo di vedere, quando il collezionismo diventa compulsivo se non proprio una malattia rischia di trasformarsi in una serie di comportamenti in realtà del tutto avulsi dalla propria sfera di discrezionalità. Si crede infatti di essersi comportati con libertà ma in verità non è così. E spesso quando si raggiunge il pezzo ambito a prezzo di enormi (e a volte sproporzionati) sacrifici, la soddisfazione dura magari mezza giornata subito sostituita dal desiderio spasmodico del pezzo successivo, in una sorta di farandola perniciosa. Fortunatamente, nella mia umile opinione, questo quadro decisamente fosco si rintraccia in pochi casi e si tratta di vere eccezioni che vanno compatite e, laddove possibili, aiutate. 

 

Questo fenomeno minoritario c'è naturalmente, ma speriamo che sia veramente irrisorio...


Inviato
On 12/10/2023 at 8:08 PM, numa numa said:

Vietmim 

temo ci sia qualche lacuna storiografica. Temo che una ‘storia dei Musei e della Museologua’ non venga insegnata adeguatamente nei nostri atenei. 
All’origine dei musei pubblici - apparsi abbastanza tardi sulla scena / vi sono i musei privati, le raccolte private i cui mecenati finanziavano anche gli studi.  Se oggi possiamo ammirare raccolte di statuaria e glittica di eccezionale importanza nei mistri musei lo dobbiamo alle raccolte dj statuaria messe insieme da famiglie nobili quali i Mattei, i Cesi, i Boncompagni, i Ludovisi , il card Altemps e anche istituzioni religiose come i Gesuiti che con oadre Athanasius Kirker fondarono il musto Kirkeriano le cui collezioni andarono a costituire il nucleo di musei quali il Museo Nazionale Romano e il museo Pio Clementino in Vaticano . 
 

conosciamo la storia prima di criticare/demonizzare il collezionismo . Senza il collezionismo - autore tra l’altro dei primi studi sui beni archeologici, sulla statuaria e sulle monete in un contesto ove il committente pubblico era all’epoca inesistente /  oggi non potremmo ammirare quello che troviamo nei musei. 
 

 

@numa numa, scusa per il ritardo, non avevo letto la tua risposta. 
Se vogliamo parlare del passato, è anche esistito fin dall’inizio un collezionismo predatorio. Ne sappiamo qualcosa, noi francesi, l’abbiamo praticato a scapito dell’Italia dalle guerre del XVI sec. fino alle quelle napoleoniche.

D’altronde non vedo come questo collezionismo « virtuoso » degli esordi a cui dobbiamo tanto possa impedirci di riflettere su quale tipo di collezionismo sia ancora accettabile oggi. E se siamo in grado di sapere se ciò che crediamo di comprare è davvero ciò che ci viene venduto. 
 


Inviato (modificato)
10 ore fa, Vietmimin dice:

Ne sappiamo qualcosa, noi francesi, l’abbiamo praticato a scapito dell’Italia dalle guerre del XVI sec. fino alle quelle napoleoniche.

Quello pero’ non e’ collezionismo bensi espropriazione. La storia ne e’ piena andando dal saccheggio britannico del palazzo reale del Benin documentato da dettagliatissime foto esibite negli stessi musei ( com’e’ mutata ora la sensibilità..) all’obelisco di Axum, tesoro nazionale del popolo Etiope, che fino a pochi anni fa troneggiava di fronte alla FAO a Roma e che finalmente e’ stato restituito.

Restiamo sui privati. Esiste il colesterolo buono e quello cattivo. Concentriamoci sul primo. Il contributo dato dagli studiosi e collezionisti privati, spesso nobili e savants tra i secoli XVI e XVIII - ben prima che le prime istituzioni pubbliche vedessero la luce ( all’epoca non vi erano musei) e’ stato eccezionale. E se oggi varcando la soglia di un museo di antichità possiamo ammirarne le raccolte lo dobbiamo a questi antesignani che ne hanno messo insieme i nuclei principali poi donati o acquisiti dai musei moderni che frequentiamo oggi.

Modificato da numa numa

Inviato

Ad abolire il collezionismo privato di monete antiche succede che ci saranno pochissime monete antiche che verranno trovate in futuro.


Inviato
49 minuti fa, coinzh dice:

abolire

Non si riescono ad abolire: gli omicidi, le rapine, le truffe, la tratta delle persone, la droga, lo sfruttamento della prostituzione....la povertà.... Figuriamoci il collezionismo di monete antiche :rolleyes:

State sereni (però non come lo dice il dentone fiorentino!!!) quindi.

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Inviato
7 hours ago, numa numa said:

Quello pero’ non e’ collezionismo bensi espropriazione. La storia ne e’ piena 

Una distinzione molto arbitraria, gli artefatti risultanti da queste predazioni finirono anche in collezioni private. (Quelle di Artus Gouffier de Boisy, diplomatico e famiglio di Luigi XII e Francesco I, grande mecenate e studioso anche lui, o quelle dello zio di Napoleone, l’arcivescovo Joseph Fesch, collezionista compulsivo, parte delle quali sono conservate al Museo Fesch di Ajaccio). 

Non sto negando che possa esistere un collezionismo « virtuoso », che in ogni caso è sottomesso tutt’ora a ben altri vincoli rispetto a quello dei secoli passati. 

Che questo collezionismo virtuoso sia garantito dal semplice fatto di comprare da una casa d’aste rinomata ci fa comodo pensarlo, ma regolarmente i fatti dimostrano ancora oggi che le garanzie fornite non bastano per farne un mercato del tutto affidabile. Possiamo far meglio, ma per risolvere un problema bisogna già riconoscere che esiste.


Inviato (modificato)
15 ore fa, Vietmimin dice:

Una distinzione molto arbitraria, gli artefatti risultanti da queste predazioni finirono anche in collezioni private.

E' l'elemento di origine causale che va tenuto in considerazione. Nei casi menzionati - come in innumerevoli altri a danno di culture che hanno la stessa dignità dei popoli da cui discendiamo - si è trattato di una spoliazione di Stato, non da privati bensi perpetrata da stati sovrani a danno di altri stati e popoli sovrani. Il privato in questi casi è stato solo una delle categorie che hanno beneficiato di quanto lo Stato stesso aveva - prevaricando - procurato.   E' come se oggi di uno scavo archeologico inglese o in Grecia se ne appropriasse l'Italia e poi lo stato italiano mettesse in vendita, o cedesse,  una parte di questi beni autorizzando i privati a comprarli legittimamente.  Da un punto di vista giuridico non se ne puo' fare colpa al privato in questo caso .

Chiaramente la sensibilità varia con il tempo e l'evolversi della Società. Non esistono leggi che valgano per sempre e se fino a non molto fa il nostro codice contemplava placidamente il delitto d'onore regolamentandolo, oggi credo che nessuna forza politica, movimento o parte sociale potrebbe sostenerne la reintroduzione. 

 

15 ore fa, Vietmimin dice:

Non sto negando che possa esistere un collezionismo « virtuoso », che in ogni caso è sottomesso tutt’ora a ben altri vincoli rispetto a quello dei secoli passati. 

esiste un collezionismo virtuoso e oggi sottosta - nella maggior parte dei casi a regole molto piu' stringenti e aggiornate. E' il caso delle restituzioni dei beni acquistati - in mancanza di un'origine acclarata e legittima - da parte di musei primari. Ultimo in ordine di tempo la statuaria di Angkor  restituita dal Met  in origine acquistata dal mercante Douglas Latchford che le aveva sottratte fraudolentemente.   Oppure le restituzioni del Getty - per fare esempi delle istituzioni piu' in vista - che ha riconosciuto il possesso illegale di molti oggetti restituendoli ai paesi di origine, Grecia, Italia, Turchia etc. e la cui direttrice pur se alla fine in qualche modo non sanzionata è stata esposta per anni ad un lungo processo che certamente non l'ha vista prevalere bensi soccombere a delle accuse formulate molto precisamente e che hanno dato l'avvio a restituzioni clamoroso negli ultimi 20 anni.

Oggi la situazione dei beni archeologici non vede piu' l'impunità di trafficanti alla Becchina, Medici, Bob Hecht e innumerevoli altri. Decine di società che prima operavano impunemente sono scomparse, fallite, o trasformate. Si potrà naturalmente fare ancora molto di piu''. Tuttavia è bene che vi siano regole chiare e anche accordi tra gli Stati in quanto le legislazioni e la sensibilità è ancora molto diversa passando da Inghilterra a Italia o anche dalla Francia alla Grecia. Protocolli e accordi bilaterali sono una soluzione efficace e il l'accordo Unidroit UNESCO sulla circolazione delle opere d'arte è stato sicuramente una tappa fondamentale in questo processo.

Tuttavia ricordiamo anche che se oggi un cittadino americano puo' godere di un salotto Luigi XVI (al Getty in California o a NY al Met se abita sulla costa EST) senza doversi necessariamente recare al Louvre o in qualche hotel particulier, deve tale possibilità a privati che lo hanno salvato dalla dispersione o ne hanno donato/ o finanziato l'acquisto da parte dell'istituzione museale.

Che le case d'aste abbiano spazi di miglioramento è indubbio. Molto, moltissimo c'è ancora da fare lato tutela - ma altrettanto si dovrebbe allora fare (e qui parlo del nostro Paese) lato valorizzazione spesso sub par rispetto al patrimonio a disposizione. 

E' un ambito tuttora in grande evoluzione e prova ne è - dibattito attualissimo - la richiesta - a gran voce - di restituzione dei marmi Elgin alla Grecia. Impensabile fino a pochi anni fa (nonostante la Grecia la rivendicasse da tempo immemore) oggi sta facendo proseliti anche tra le fila degli stessi britannici - ad esclusione di Sunak che preferisce fare l'indiano (pard'me the unintended pun).    Se si vuole quindi essere coerenti occorre che siano gli Stati in primis a dare il buon esempio...

 

Modificato da numa numa

Inviato

Discussione interessante, anche se, a mio avviso, vi si intrecciano componenti diverse: 1) la disponibilità per una comunità di un "oggetto" (Madonna del Soccorso) che, anche se virtualmente (poichè mai le è appartenuta) ne riassume alcuni tratti caratterizzanti (fede popolare); 2) l'atteggiamento di opposizione che la società (e di riflesso la politica, che ne assume ed amplifica le percezioni) nutre nei confronti del collezionismo; 3) le motivazioni del collezionismo.

Per quanto riguarda il primo punto ne comprendo i motivi e non mi sento di criticare "troppo" chi enfaticamente apprezza il ritrovato "tesoro", anche se i toni sembrano populistici e superficiali, laddove non se ne analizzino le ragioni. Credo che per il secondo punto molti siano gli aspetti che devono essere considerati: il collezionista viene connotato in genere negativamente e, per esempio, non mi vengono in mente film in cui non sia ammantato di veli di cupidigia, avarizia, gelosia per quanto possiede, determinazione ad acquisire quanto "manca" a qualunque costo, ecc.. E' verosimile che l'invidia per la possibilità di poter spendere al fine di possedere un bene che può apparire ai più "superfluo", giochi un ruolo rilevante, e alcune ideologie ne amplifichino la percezione. Infine perchè collezionare: credo che questa debba essere una domanda che ciascuno dovrebbe porsi e le risposte possono essere molto diverse. Sono sempre stato incuriosito dalle motivazioni che stanno alla base dell'agire, mio e degli altri. Diceva bene @Vietmimin: «... il riconoscimento della propria patologia non spetta al paziente» (e credo sia un professionista in ambito di psicologia/psichiatria) così come sono interessanti molte delle sue considerazioni, e trovo suggestivi i pareri espressi da @Adelchi66, anche se sconfortanti.

Sono anni che medito di scrivere un articolo su questo tema, e riscontro che il materiale disponibile non è molto e poche le ricerche serie; il confine tra normalità e anormalità può essere labile e variegato, in quanto il collezionismo può da un lato rappresentare una vera e propria patologia (e non solo sotto forma di accumulazione seriale caotica compulsiva, ma anche sistematica) oppure dall'altro un meccanismo di difesa (proteggendo l'individuo da  più seri danni psicologici) o un fattore di sublimazione; infine può rappresentare uno strumento per incanalare e potenziare interessi e capacità individuali, ma si tratta di aspetti difficilmente scindibili nella personalità di ciascuno, e non è un caso che le ricerche più interessanti abbiano riguardato l'ambito psicanalitico. 

Vi riporto brani di un articolo divulgativo (preso dal Corriere della Sera di anni or sono) che ho messo da parte per gli spunti intelligenti che fornisce:

"... «Negli ultimi anni - riferisce l' esperta - ho osservato un numero crescente di casi in cui il collezionismo senza controllo è sfociato in un vero disturbo ossessivo-compulsivo o nella dipendenza da shopping». Secondo alcune stime, circa il 10% dei collezionisti scivolerebbe prima o poi in un attaccamento «malato» agli oggetti che raccoglie. Conferma Stefano Pallanti, psichiatra dell' Università di Firenze, esperto in dipendenze comportamentali: «La tendenza a raccogliere e conservare è un istinto ancestrale dell' essere umano; l' attuale produzione di oggetti in serie sfrutta questa innata voglia di collezionismo e può "rinforzare" la tendenza all' accumulo». Ma come si sceglie l' oggetto delle proprie brame e che cosa fa scattare la voglia di accumularne più esemplari possibile? «La scelta dipende da fattori emotivi, affettivi, caratteriali, ma è difficile capire i motivi profondi che spingono a raccogliere fumetti piuttosto che schede telefoniche - risponde Pallanti -. Certamente il collezionista proietta sempre significati personali sulla propria raccolta e il tipo di oggetti riflette almeno in parte la sua personalità, ma occorre conoscere la storia di ciascuno per poter capire che cosa significa quel preciso oggetto nel vissuto della persona. La paura dell' incompletezza, anche questa insita nell' essere umano, è poi la molla che spinge all' accumulo. L' idea che possa mancare un pezzo alla propria raccolta per alcuni può diventare quasi angosciosa». Il nocciolo della questione sta nella capacità di saper controllare la pulsione a collezionare: «Se resta un hobby sotto controllo il collezionismo è positivo per il benessere mentale, perché sviluppa doti importanti come perseveranza, ordine, pazienza, memoria - aggiunge la psicologa spagnola -. Purtroppo, molti collezionisti hanno tratti caratteriali come il perfezionismo o la meticolosità, notoriamente correlati ai disturbi ossessivo-compulsivi. ..."

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Inviato

Credo infine di dover chiedere a me e a tutti voi: "perchè raccogliamo-collezioniamo monete e non solamente le immagini di queste? Non sono forse insiti nella "passione" di ciascuno anche aspetti materiali (di tangibilità), emotivi (di storia e percezione di un passato ancora presente), di orgoglio (per quanto raccolto), di apprezzamento estetico (una forma d'arte), ecc. ecc. che sicuramente riguardano i sentimenti di ciascuno e non solo la razionalità (studio, che è da quel sentire poi direzionato)?

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Inviato

Personalmente ho bisogno di avere un contatto fisico con la moneta. Se ho avuto in mano una moneta non la scordo più. Le immagini invece le dimentico in breve tempo. Girando e rigirando una moneta tra le mani più di una volta ho scoperto delle varianti. E le si può scoprire solo se si ha parecchi esemplari.

Arka

Diligite iustitiam

  • Mi piace 2

Inviato
12 minuti fa, Arka dice:

Girando e rigirando una moneta tra le mani più di una volta ho scoperto delle varianti. E le si può scoprire solo se si ha parecchi esemplari.

Concordo, solo la fisicità può dare certe sicurezze.

  • Grazie 1

  • 1 mese dopo...
Inviato
Il 3/12/2023 alle 11:02, sdy82 dice:

Voglio ricordare qui questa eccellente discussione:

 

Visto che mi citi, ti rispondo. Scrissi allora che il collezionista spesso è "irrazionale, compulsivo". Purtroppo ne ho avuto recentemente un'ulteriore dimostrazione di quanto sia compulsivo, anche a costo di tradire fiducia e amicizia. 

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Inviato (modificato)

Spiego meglio. Ci vedo da un solo occhio, spesso male, e questo il mio "amico", per due volte ospite mio anche in Cile, lo sa bene. Ci sono occasioni in cui non vedo praticamente nulla, e allora uso gli occhiali scuri non solo quando esco in strada, ma anche in casa. Occasione d'oro per questo mio amico per rifilarmi un falso grossolano che neppure i "centurioni" intorno al Colosseo spacciano ai turisti nordamericani... :(

 

Il 18/12/2023 alle 20:21, Giov60 dice:

Credo infine di dover chiedere a me e a tutti voi: "perchè raccogliamo-collezioniamo monete e non solamente le immagini di queste? Non sono forse insiti nella "passione" di ciascuno anche aspetti materiali (di tangibilità), emotivi (di storia e percezione di un passato ancora presente), di orgoglio (per quanto raccolto), di apprezzamento estetico (una forma d'arte), ecc. ecc. che sicuramente riguardano i sentimenti di ciascuno e non solo la razionalità (studio, che è da quel sentire poi direzionato)?

Nella mia situazione di "orbo" che ama le piccole monetine del V secolo, non mi è rimasta altra via che diventare collezionista di immagini, poiché lo monete fisiche non le vedo, le fotografie sì.

Modificato da antvwaIa
  • Triste 1

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