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Si stacca piccola lastra di marmo da edificio romano a Roselle. E sul lato B si scopre un’epigrafe. Cosa dice il frammento? Studiosi al lavoro

  lastra-copertina-1.jpg Il punto in cui è avvenuto il distacco che ha consentito una piccola, interessante scoperta @ Parco archeologico di Roselle lastra-3-1024x683.jpg A sinistra, impronta lasciata dalla lastra di marmo. Ben visibili le lettere, in negativo, sulla stesura di malta. Altre informazioni potrebbero essere ricavate dal marmo lì accanto? @ Parco archeologico di Roselle

“Non tutto il male vien per nuocere”! Capita a volte che un piccolo danno possa essere fonte di nuove informazioni. – osservano gli studiosi che dirigono il parco archeologico di Roselle – E’ quello che è successo tempo fa a Roselle, quando si è staccata un piccola lastra di rivestimento all’interno della cosiddetta basilica “A”, nell’area settentrionale del foro romano. La lastra, in marmo di Carrara, è risultata infatti essere una parte di un’epigrafe, riutilizzata però da rovescio, in modo che la scritta fosse contro il muro e quindi non si leggesse”.
Sul pilastro a sinistra dell’abside della basilica ne è ancora ben visibile l’impronta. L’epigrafe compressa sulla malta antica ha lasciato un calco.

 

“In epoca romana era uso comune reimpiegare materiali, soprattutto se preziosi come il marmo, ad esempio quando rotti o quando l’iscrizione non era più adeguata o addirittura da nascondere perché la persona ricordata era caduta in disgrazia”. – spiega il Parco archeologico di Roselle –  La lapide è in corso di studio”. Sarà possibile rimuovere delicatamente anche altri lacerti di marmo, lì vicino, per capire se esista l’opportunità di comporre un “puzzle”? Intanto si lavora sul singolo lacerto.

Volete vedere quello che c’è scritto? Abbiamo preso l’immagine della malta con le lettere impresse e l’abbiamo portata in una posizione speculare, collocandola nel possibile verso di lettura. Ecco cosa si legge.

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Roselle, conosciuta come Rusel nell’antica lingua etrusca e Rusellae per i Romani, rappresenta un affascinante sito archeologico di origini etrusche situato a soli 8 chilometri a nord della moderna città di Grosseto, in Italia. I resti della città sono collocati nelle vicinanze dell’attuale frazione omonima.

Storia
Roselle occupava una posizione strategica, lungo il passaggio tra la valle dell’Ombrone e la Maremma grossetana, sulle rive del vecchio lago Prile. Originariamente un’antica lucumonia dell’Etruria centrale e parte della dodecapoli etrusca, la città ha conservato tracce di diverse fasi storiche, dalla fase etrusco-villanoviana a quella romana.

Fondata nel VII secolo a.C., Roselle fu menzionata da Dionigi di Alicarnasso tra le città che fornirono aiuto ai Latini durante la guerra contro Tarquinio Prisco. La città prosperò a spese delle lucumonie circostanti, in particolare Vetulonia. Nel 294 a.C., Roselle cadde sotto il dominio romano, diventando prima un municipio e successivamente, durante l’epoca di Augusto, una colonia. Questo periodo vide la costruzione del Foro, della basilica, di un sistema di raccolta delle acque piovane e di un edificio termale. Tracce di un anfiteatro e di ville romane sono ancora visibili.

Tuttavia, a partire dal VI secolo, Roselle subì un declino, influenzato dalla diffusione della malaria che flagellò l’intera Maremma. La città fu abbandonata e rimase in uno stato di oblio fino al tardo Settecento, quando Pietro Leopoldo avviò la bonifica della zona.

Scavi archeologici
Negli anni ’50, la Soprintendenza archeologica della Toscana ha avviato una lunga campagna di scavi che ha riportato alla luce gli antichi edifici di Roselle. Tra i reperti più significativi si trovano la cinta muraria, l’anfiteatro romano, la Domus dei Mosaici, il Tempietto dei flamines Augustales, la basilica paleocristiana e le terme. La necropoli e la cattedrale di Roselle aggiungono ulteriori strati di fascino e mistero a questa antica città che, grazie agli sforzi degli archeologi moderni, continua a svelare la sua storia secolare.

https://stilearte.it/si-stacca-piccola-lastra-di-marmo-da-edificio-romano-a-roselle-e-sul-lato-b-si-scopre-unepigrafe-cosa-dice-il-frammento-studiosi-al-lavoro/

 
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Situata a 10 km da Grosseto, nel passaggio tra la Valle dell'Ombrone e la Maremma grossetana, Roselle è una delle lucumonie, città-stato etrusche, meglio conservate della zona dell'Etruria centrale; situata sulla riva dell'antico lago Prile, una delle zone archeologiche più interessanti d'Italia.



ROSELLE ETRUSCA

La sovrapposizione di edifici e mura appartenenti alle civiltà Villanoviana, Etrusca e poi Romana rende questa città un interessante spaccato del graduale passaggio da una civiltà all'altra come tutte le città di questo territorio. Chiamata Rusel dagli Etruschi divenne Roselle per i Romani.

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ROSELLE ETRUSCA

La sovrapposizione di edifici e mura appartenenti alle civiltà Villanoviana, Etrusca e poi Romana rende questa città un interessante spaccato del graduale passaggio da una civiltà all'altra come tutte le città di questo territorio. Chiamata Rusel dagli Etruschi divenne Roselle per i Romani.

Con tracce di frequentazione preistorica e protostorica, Roselle venne abitata dalla I metà del VII sec. a.c., probabilmente dall'unione di diversi borghi  dei territori circostanti, attirati dalla terra estremamente fertile, dalla possibilità di controllare le vie di comunicazione e nella naturale possibilità di difesa del luogo.
 

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Roselle è una città costiera sull'antico lago di Prile, importante per la pesca e per il commercio con le città etrusche dell'interno. Il fiume Ombrone, presso la cui foce Roselle sorgeva, faciltava poi il commercio con la VaI d'Orcia.
Una delle maggiori città etrusche della zona Roselle si sviluppò a danno delle lucumonie vicine in particolare Vetulonia, fino ad allora la città etrusca più importante della Maremma.

 

 

Si può riscontrare una continuità di vita anche in età classica ed ellenistica come si dimostra dai numerosi ritrovamenti di ceramica attica a figure rosse.  A valle, reperti di un deposito votivo e molta ceramica fine di importazione confermano la continuità della città nel Ve IV sec. a.c. Sulla collina nord, nonostante le modifiche strutturali del I sec. d.c., tra cui la costruzione dell'anfiteatro, si rilevano muri pertinenti di epoche diverse che denotano una continuità nello schema urbanistico.
 

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LA CASA DEI MOSAICI

Dionigi di Alicarnasso la nomina insieme a Chiusi, Arezzo e Volterra per aver promesso aiuti ai Latini contro Tarquinio Prisco alla fine del VII sec. a.c., il che fa pensare che Roselle doveva essere già organizzata come città in età orientalizzante, se era in grado di fornire forze militari al pari dei grandi centri etruschi.
 

 
Ruderi archeologici riportano il centro al VII sec. a.c., come l"'edificio con recinto", luogo di culto localizzato nella valle fra le due colline, ove in età romana sorgerà il fòro. Nel VI sec. a.c. la città ebbe un notevole sviluppo: dall'ultimo quarto del VI sec. a.c. considerevole, infatti, fu l'importazione di ceramica attica, che aumentò cofermando Roselle come un importante centro urbano. 



Le mura ciclopiche

 
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MURA ETRUSCHE
La cinta muraria si afferma costruita dagli Etruschi tra il VII e il VI sec. a.c.,  detta "mura ciclopiche" perchè costituite da blocchi poligonali giganteschi incastrati a secco, ma non furono mai costruite dagli Etruschi, i quali peraltro tagliavano il tufo in blocchi ben squadrati, come si vede nelle antiche mura serviane di Roma.

Le mura costruite non si sa bene da chi e per giunta di molto anteriori alle date citate, risultano comunque ben conservate per tutto il il perimetro lungo oltre tre chilometri, con altezza media di circa sette m, con ben sette porte di accesso alla città.
Le città, in questo periodo, era costruita in argilla, terracotta e pietre a secco. Le due colline e la valletta intermedia erano ampiamente urbanizzate, pur conservando, come rivelano gli scavi,  fisionomie diverse, di edifici privati sulla collina settentrionale, di tipo artigianale su quella meridionale.
 


ROSELLE ROMANA

Nel 294 a.c. fu conquistata ad opera del console Lucio Postumio Megello, come è ricordato da Livio. che ampliò e abbellì la città con terme, ville ed un anfiteatro fra i meglio conservati della zona. Sotto l'Impero Roselle divenne municipio romano e poi Augusto la trasformò in colonia.

roselle_4.JPGUno strato di distruzione e resti incendiati dei primi decenni del I sec. a.c., fanno pensare che anche Roselle sia stata coinvolta nelle distruzioni operate da Silla, così come era accaduto a Talamone, a Vetulonia, Populonia, Volterra e Fiesole.

Con la Lex Iulia e la Lex Plautia-Papiria, gli abitanti di Roselle, sottomessi da Roma, furono inseriti nella tribù Arnensis e divennero finalmente cittadini romani.

Lo strumento principale della romanizzazione dei territori conquistati era la colonizzazione, che aveva lo scopo di controllare il territorio conquistato e di respingere gli attacchi esterni.

Roselle, in età romano-imperiale ebbe un forte incremento demografico con un'intensa attività edilizia e monumentale, prodotto della protezione augustea e dell'evergetismo di potenti famiglie locali (i Vicirii, i Bassi).


Alla città venne attribuito il titolo, ormai puramente onorifico, di colonia, testimoniato sia da Plinio il Vecchio e da testimonianze archeologiche, quali l'iscrizione Pub(lica) Col(onia) Rus (ellana) stampata su condutture in piombo per l'acqua poste nel centro cittadino.

Sono riferibili a quest'epoca l'anfiteatro, il monumentale complesso forense, la basilica dei Bassi, il Foro, un ingegnoso sistema di raccoglimento delle acque piovane e naturalmente le Terme.
 

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IL DECLINO
 

Nella tarda età imperiale, Roselle fu soggetta alla decadenza che investì progressivamente le città romane. Vi fu lo spoglio dei marmi e degli ornamenti delle strutture romano-imperiali, per fare un uso diverso degli edifici ma soprattutto per edificare chiese e palazzi. Le immagini pagane vennero distrutte e calcinate per farne malta per i nuovi edifici.
 
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Nel V sec. d.c. Roselle fu sede vescovile, poi soggetta ai longobardi.

Nel VI sec. fu invasa dai barbari e decadde come tutta la Maremma, divenuta nel Medioevo, a causa dell'avanzamento delle terre alla foce del fiume Ombrone, e per l'incuria al territorio, malsana e paludosa mentre gli Etruschi prima e i Romani poi furono sempre, soprattutto durante l'impero, dei grandi bonificatori.

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In età medievale, Roselle, ridotta ad un piccolo centro, subì il trasferimento della diocesi nel vicino centro di Grosseto, per cui venne abbandonata dai pochi abitanti rimasti.
 

Ritornò pertanto una laguna e poi una pianura malsana e flagellata dalla malaria, come era prima ancora che gli Etruschi prima e i Romani poi la bonificassero. Così Roselle venne abbandonata fino alla bonifica della zona ad opera di Pietro Leopoldo alla fine del Settecento.
Negli anni cinquanta Roselle fu interamente riportata in luce da una lunga campagna di scavi portata avanti dall'archeologo Aldo Mazzolai.
 

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ANFITEATRO ROMANO
 

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ENTRATA ALL'ANFITEATRO

Le prime tracce di frequentazione di questa area sono reperti risalenti alla età villanoviana, poi di fine VII - inizi VI sec. a.c.

L'anfiteatro posto alla sommità della collina, posta a nord della città, risale invece al I sec. d.c. e la terra tolta per creare l’arena fu utilizzata con molta probabilità come base per erigere gli ordini superiori dei posti.

L’edificio di forma ellittica presenta misure particolarmente ridotte, con un asse maggiore di 38 m e un asse minore di 27m, rispetto a quelle più vaste degli anfiteatri romani.

Gli accessi sono quattro, di cui due, situati sull’asse maggiore E-O, sono scoperti e affiancati da lunghi muri, mentre gli altri due sull'asse minore sono fiancheggiati da muri coperti da volte a botte. Forse quelli coperti erano adibiti al passaggio delle personalità.

Lateralmente ai due ingressi scoperti si trovano due piccoli vani coperti con volte a crociera, con i muri in opus reticulatum e testate a blocchetti regolari come usava agli inizi del I sec. d.c., epoca testimoniata dal rinvenimento di ceramiche aretine.
 

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L'ANFITEATRO

All’interno dell’arena, lungo l’asse maggiore, sono state scoperte quattro pietre forate e allineate a distanza regolare che dovevano servire per le scene.

Alcune murature tardoantiche hanno conservato una ricca serie di monete tra l’età di Caligola e di Diocleziano.

Durante l'età altomedievale l’edificio divenne un recinto fortificato,  utilizzando materiali di spoglio dagli edifici romani in rovina. In questo fortilizio sarebbe da riconoscersi un castrum tardoantico/altomedievale, creato a difesa dei territori bizantini contro l'avanzata dei Longobardi.

L’area rimase occupata fino almeno al XVI sec., come testimoniano frammenti di maiolica arcaica, ingobbiata e graffita e ceramica invetriata e smaltata rinvenute al suo interno.
In estate si tengono alcune rappresentazioni teatrali, grazie all'acustica ancora eccellente.

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DOMUS DEI MOSAICI

Le prime tracce della domus risalgono ad età tardo-repubblicana e sono databili dopo il sacco di Roselle nel 90-80 a.c. Trattasi di una casa di tipo italico con schema assiale a croce, come ce ne sono anche dentro Roselle.
 

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In età tiberiana la domus è soggetta a restauri ed ampliamenti, ospitando le tre statue di Tiberio, Livia e Druso minore, nonchè pavimentazioni in opus sectile e a mosaico.

Durante l’età claudia si ha una distruzione parziale, forse dovuta ad un incendio, seguita da un immediato restauro.

Subito dopo viene costruito il primo impianto termale nella metà meridionale e la casa, con le sue piccole terme, diviene pubblica, data la sproporzione tra gli ambienti destinati ad uso termale e quelli a funzione residenziale.

In età tardo-adrianea o antonina la struttura è soggetta a pesanti riorganizzazioni con il rialzamento e l’ampliamento del complesso termale e dei suoi annessi: in questa fase si assiste alla posa in opera dei mosaici negli ambienti termali e nel tablinium.

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Altre modifiche influenzano la posizione delle colonne e della fontana del peristilio, mentre il piccolo laconium fu ornato da decorazioni in stucco a rilievo ed altorilievo.

La domus subisce trasformazioni sostanziali tra il IV e il VII secolo, quando, in piena tardoantichità, si ha una bottega che occupa i precedenti ambienti abitativi.

L’officina, riferibile ad un fabbro, ha restituito strati ricchi di ceneri di lavorazione, terre ricche di carbone e scorie disposte su quasi tutti i pavimenti, anneriti dalla lavorazione metallurgica.

Inoltre i vari rinvenimenti di bronzo e di oggetti metallici hanno fatto ipotizzare che in questa officina non venissero prodotti oggetti ex-novo, ma che fossero nuovamente fusi oggetti antichi, provenienti dalle tombe etrusche della necropoli e da edifici pubblici e privati di età romana.

Verso la fine del IV secolo l’officina e ciò che resta della domus sono abbandonate e nel corso del VI sec. si assiste a sepolture di bambini che si impostano al di sopra dei livelli di crollo. Nella parte più prossima al foro si hanno anche labili strutture a secco di incerta funzione e databili tra VI e VII secolo.



TEMPIETTO FLAMINES AUGUSTALES

Sul lato meridionale del foro, in prossimità della domus dei mosaici, si trovano i resti archeologici dell'antico tempio romano dei flamines Augustales, che venne edificato in età imperiale (I secolo d.c.). Il luogo di culto pagano venne trasformato in epoca altomedievale in un luogo di culto cristiano, intitolato a San Silvestro, la cui esistenza è accertata a partire dal 765.



LE TERME

Alle pendici della collina Nord è stato rinvenuto un complesso termale romano con murature in opus reticulatum, zoccolo e ammorsature in laterizio, mentre in fondazione si ha l’opus caementicium. La struttura è divisa in due settori, con una zona intermedia.

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VASCA TERMALE


Il primo settore si estende nella porzione nord, dal perimetro quasi rettangolare, coi lati lunghi  in direzione est-ovest ed è imperniato intorno ad una vasca parallela ai perimetrali, di forma rettangolare.

Questa parte richiama la pianta di una casa ellenistico-romana e proprio di un simile precedente edificio potrebbero far parte due muri rinvenuti ad ovest della vasca, assieme ad alcune murature della vasca stessa.

Questa ha una profondità di 2,60 m con pareti rastremate verso l’alto per mezzo di tre riseghe rivestite di intonaco impermeabile.

Non è chiaro il sistema di canalizzazione delle acque, visto che se nella porzione nord-ovest si ha un esiguo canale di ingresso delle acque collegato a una serie di cunicoli sotterranei, nell’angolo sud si ha l’evidenza di un pozzetto di uscita non collegato a condotti.
Il secondo settore ha una pianta fortemente irregolare in cui si distinguono un vano con due nicchie a cui si accedeva con una doppia scaletta, un grande vano absidato nell’angolo sud-occidentale ed un altro di estensione maggiore, immediatamente ad est.
 

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Lo stato di conservazione di quest’ultimo vano non permette di comprenderne la funzione, anche se tracce di suspensurae, cunicoli con fondo laterizio, pareti in opus mixtum e volte in opus caementicium assieme a elaborate arcate in laterizio, fa presupporre un uso termale.

Anche le dimensioni planimetriche, irregolari e ridotte, trovano confronti con altri edifici termali. Le caratteristiche dell’opus mixtum con le ammorsature di laterizio disposte su cinque assise la daterebbero tra l’ultimo quarto del I sec, d.c. e inizio II sec..


Durante la fase di abbandono e crollo delle terme in età tardoantica è stato rinvenuto un fondo di capanna circolare databile tra il IV secolo e la fine del V secolo. Lo studio inedito di alcuni frammenti ceramici, una scodella e un vaso a listello di ingobbiata di rosso, provenienti dal riempimento di una buca perimetrale sposterebbero la datazione tra la fine del VI e la I° metà del VII secolo.


 

LA BASILICA
 
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BASILICA
Nell'Alto Medioevo venne costruita una basilica paleocristiana sopra le terme ormai in disuso e spoliate, e il cui colonnato corrispondeva all'antico peristilio intorno alla piscina, che divideva in tre navate la chiesa.
 
L’area absidale era interamente coperta da una pavimentazione in blocchi lapidei, che, dai pochi rimasti, 
collocati sul pavimento musivo del vano termale, potrebbero essere appartenuti al tempio della sottostante terrazza.




LA NECROPOLI
 

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La necropoli che si sviluppa intorno alla chiesa si disloca su terrazze in modo ordinato, e i rinvenimenti
di sigillata africana, di ceramiche a gocciolature o a bande di ingobbio rosso le datano tra il VI e il VII sec.


Nel corso del VI secolo si ha la costruzione di una chiesetta, probabilmente una sepoltura privilegiata, abbellita e restaurata nell’VIII secolo, con plutei, pilastrini di recinzione e un frammento di ciborio.



BIBLIO

- C. Citter (a cura di) - Grosseto, Roselle e il Prile - in Documenti di Archeologia - 8 SAP - Mantova - 1996 -
- A. Mazzolai - Roselle e il suo territorio - Grosseto - 1960 -
- F. Nicosia, G. Poggesi (a cura di) - Roselle - Guida al parco archeologico di Roselle -
- Pierluigi Albini - Roselle - Valentano - Scipioni - 1999 -
- Ermanno Pifferi - Storia delle terme di Roselle - Montecatini - 1963 


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L'ABITATO ETRUSCO ROMANO

Roselle fu conquistata da Roma nel 294 a.C. ad opera del console Lucio Postumio Megello.

Roma normalmente colonizzava i territori conquistati, mentre nel caso della conquista di Roselle, questo avvenne solo in parte, anzi la struttura della città venne solo ampliata.

 
 

Roselle ha quindi parti che sono Etrusche e parti che sono tipicamente Romane come l'anfiteatro, il complesso del foro, la Basilica dei Bassi e le terme.

Sono Etrusche le costruzioni sulla collina meridionale dove si trovano i resti di un piccolo quartiere di abitazioni del periodo ellenista, distribuite lungo una strada acciottolata e disposte su terrazze tagliate nella roccia.

Questo quartiere fu realizzato sopra un più antico quartiere di probabili strutture artigianali.

Di queste strutture arcaiche sono interessanti una abitazione di due vani ed alcuni forni per la cottura della ceramica, realizzati mediante piccole pietre, con rivestimento interno di argilla.

La tecnica edilizia consiste in muri costruiti a secco con rivestimenti ad intonaco.

I pavimenti sono in cocciopesto e in opus signinum.

Monumentale è una grande cisterna romana totalmente scavata nella roccia con volte ad opus incertum ed internamente rivestita di malta idraulica.

Mappa Roselle
Mappa Roselle

Sono Etrusche anche le rovine della casa dell'Impluvium ed alcune delle botteghe nella zona del foro ... oltre alle mura ciclopiche.

Tutto il resto è di epoca romana o successiva.

DECUMANO MASSIMO

Nelle città etrusco romane il Decumano Massimo era la strada principale.

Decumano Massimo
Rusel il Decumano Massimo

Visto che si entra sostanzialmente nel Decumenao Massimo ci sembra giusto partire da esso.

Il Decumano Massimo era tracciato nel senso da est verso ovest ed incrociava il Cardine Massimo (detto anche Cardo) che era tracciato in direzione da nord verso sud in un punto.

Calco di statua
un brutto calco di statua romana

Le due strade erano perpendicolari e servivono a delimitare in quattro settori il territorio.

Decumano Massimo
 

Nell'Antica Roma il Decumano e il Cardine Massimo erano tracciati dall'Augure (Sacerdote) secondo gli auspici da lui interpretati, ma Rusel era di orgine Etrusca pertanto il Decumano Massimo è un po' storto perchè, segue l'andamendo della collina, mentre il Cardine Massimo, realizzato dai Romani, è ben diritto nella direzione che va dalla collina nord alla collina sud.

Sia il Decumano Massimo come il Cardine Massimo erano realizzati, come tutte le strade romane, tramite la posa di grossi lastroni di roccia basaltica sopra un sottofondo costituito da più strati di terra e ciottolame di pietra di fiume con funzione anche drenante.

La maestria degli intagliatori di pietra faceva in modo di creare una pavimentazione ragionevolmente piana e percorribile dai carri (senza balestre ammortizzatrici) trainati da buoi o asini (ricordateVi che i cavalli trainavano le bighe).

Cardine
Cardine

I Romani erano dei veri maestri nell'ingegneria idraulica e, quindi sotto il Decumano ed il Cardine, passavano le condotta dell'acqua ed, un po' più sotto, la rete fognaria.

Negli accampamenti militari il Decumano Massimo individuava la Porta Pretoria, che si apriva dalla parte dove si trovava il nemico di turno, e dalla parte opposta individuava la porta detta Decumana da dove entravano truppe e vettovagliamento in genere.

L'AREA DEL FORO

L'area del foro di Roselle è il cuore della città romana ed inizia scendendo dalla collina nord arrivando dall'anfiteatro / percorso delle mura.

Nel caso (più probabile) che arrivate dal Decumano Massimo semplicemente ci entrerete dentro.

area del foro
 

In quest'area, prima dell'incrocio con il Cardine, sulla sinistra si trovano tutta una serie di botteghe del I sec. d.C. che tra l'altro parzialmente si affacciano sul Decumano Massimo stesso.

Gli archeologi le hanno battezzate come botteghe (tabernae) in quanto sono ancora presenti i ripiani per le merci esposte ed in vendita.

area del foro
area del foro

Sempre lungo il Decumano Massimo, ma sulla destra, si trovano alcuni edifici Etruschi arcaici del VII-VI sec. a.C..

area del foro

Si entra nella piazza del foro che in epoca romana era la piazza principale di Roselle ed era il centro della vita politica, religiosa e commerciale.

area del foro

Nella piazza del foro si trova anche la Basilica Romana probabilmente costruita sopra un tempio romano del I secolo a.C.

La Basilica era a pianta rettangolare con colonnato interno di cui oggi si conserva soltanto il basamento di una colonna.

LA BASILICA DEI BASSI

Successivamente alla colonizzazione romana prima con la Lex Iulia e poi con la Lex Plautia Papiria, gli abitanti di Roselle furono inseriti nella tribù Arnensis e divennero cittadini romani.

Si formò anche un'aristocrazia locale rappresentata dalle famiglie dei Vicirii e dei Bassi.

la Basilica dei Bassi

La famiglia dei Bassi, sopravvissuta all'età imperiale e convertitasi al Cattolicesimo, decide di realizzare questa basilica di cui oggi rimangono solo poche rovine.

la Basilica dei Bassi
la Basilica dei Bassi

Nello spazio antistante alla Basilica dei Bassi sono ancora visibili le rovine di un tempio arcaio Etrusco.

Edificio D

La Basilica dei Bassi fu completamente realizzata in opus testaceum con abside circolare sul lato di fondo e tre nicchie su ognuno dei lati lunghi.

TERME ADRIANEE

Non c'è città romana che non abbia almeno uno stabilimento termale.

A Roselle l'isolato termale Romano è datato al 120 d.C..

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Queste terme furono costruite durante il regno dell'imperatore Adriano da cui Adrianee.

Terme_DSC_1583c.jpg

Realizzate con una forma ad L sono caratterizzate dalla presenza di:

  1. latrina

  2. ambiente non identificato

  3. ambiente non identificato

  4. frigidarium con vasca

  5. area servizi con l'accesso alle caldaie

  6. cisterna centrale

  7. grande ambiente con vasca

  8. tepidarium

  9. laconicum (bagno di vapore)

  10. calidarium (con vasche a e b)

  11. corridoio

  12. ambiente non identificatov

  13. vestibolov

  14. spogliatoio

  15. palestra

LE BOTTEGHE ROMANE

Sulla destra poco prima che il Decomano massimo entri nel foro si trovano le botteghe romane.

botteghe romane
botteghe romane

LA DOMUS DEI MOSAICI

Nella zona della collina sud si trovano un paio di edifici con i resti di pavimentazione a mosaico od a mattonelle.

la Domus dei mosaici
la Domus dei mosaici

Nei mosaici sono rappresentati cavalieri a cavallo non è chiaro di cosa.

la Domus dei mosaici
la Domus dei mosaici

Comunque ci sono anche mosaici diciamo classici con rappresentati pesci od altri animali.

la Domus dei mosaici
la Domus dei mosaici

LE ABITAZIONI

EDIFICIO B

L'edificio B è riferibile all'età imperiale ed è costituito da un vano rettangolare con muri in opus incertum e ricorsi in laterizio e con abside semicircolare sopraelevata posta sul lato corto di fronte all'ingresso.

Edificio B
Edificio B

EDIFICIO C

L'edificio C è costituito da un grande ambiente rettangolare con fronte aperta verso il foro in posizione elevata rispetto alla piazza accessibile mediante una gradinata che si appoggia al lato orientale dell'ingresso.

Edificio C
Edificio C

COLLINA SUD

Risalendo per poche centinaia di metri dalla Domus dei Mosaici (un cartello dice 400 m ... ma forse sono meno) il Cardo Maximus in direzione sud ci condice prima alla cisterna di età imperiale e poi al quartiere artigianale e residenziale ... Etrusco.

La cisterna romana
La cisterna romana

La doppia cisterna romana è forse la realizzazione più affascinante dell'area archeologica di Roselle.

La cisterna è scavata nella roccia e poi impermeabilizzata con malta idraulica.

La cisterna romana
La cisterna romana

Continuando a salire dopo circa 100 m dalla cisterna romana si trova il quartiere artigianale di epoca etrusca.

Mappa dell'area della Collina sud
Mappa dell'area della Collina sud fotografata sul sito
area residenziale sulla collina sud
area residenziale sulla collina sud

In epoca Etrusca nella collina sud c'era la parte residenziale / artigianale di Rusel.

Sono ancora visibili una abitazione di due vani ed alcuni forni, realizzati con piccole pietre, per la cottura della ceramica.

area residenziale sulla collina sud
area residenziale sulla collina sud

In età ellenista pre romana la collina diventò un quartiere residenziale con abitazioni distribuite lungo una strada acciottolata e disposte su terrazze.

LE NECROPOLI

Uno dei fattori che individua lo status di città dell'antichità è la presenza di grandi necropoli.

E Roselle ha un esteso sistema di necropoli e tombe: a camera, a pozzetto ed a fossa ed i resti di una tomba a tumulo.

Vista da Roselle

Lungo la fascia ovest delle mura si trovano sepolture a camera scavate nella roccia di probabile età ellenistica.

Le tombe alla cappuccina sono invece di età romano imperiale.

Queste tombe sono quasi tutte non visitabili perchè site in proprietà esterna all'area archeologica.

La cinta muraria di Roselle

Sono invece visitabili quelle presenti lungo la ex strada detta del Serpaio che oggi coincide con la strada vicinale che conduce alla città antica.

Vista da Roselle

Una nota finale:

Le tombe di Roselle sono numerose, ma non belle od imponenti come quelle presenti a Vetulonia od a Vulci.

https://www.etruschi.name/roselle/roselle_it.html


Supporter
Inviato (modificato)

Ci vuole anche c**o, è vero... ma per una volta un distacco di un paramento non siè risolto in un disastro ma in una nuova opportunità di conoscenza. In epigrafia capita ogni tanto: si rimuove una lastra che non sapevi fosse di reimpiego e sotto trovi una nuova epigrafe...

https://stilearte.it/si-stacca-piccola-lastra-di-marmo-da-edificio-romano-a-roselle-e-sul-lato-b-si-scopre-unepigrafe-cosa-dice-il-frammento-studiosi-al-lavoro/

 
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Si stacca piccola lastra di marmo da edificio romano a Roselle. E sul lato B si scopre un’epigrafe. Cosa dice il frammento? Studiosi al lavoro

13 Novembre 2023

lastra-copertina-1.jpg Il punto in cui è avvenuto il distacco che ha consentito una piccola, interessante scoperta @ Parco archeologico di Roselle lastra-3-1024x683.jpg A sinistra, impronta lasciata dalla lastra di marmo. Ben visibili le lettere, in negativo, sulla stesura di malta. Altre informazioni potrebbero essere ricavate dal marmo lì accanto? @ Parco archeologico di Roselle

“Non tutto il male vien per nuocere”! Capita a volte che un piccolo danno possa essere fonte di nuove informazioni. – osservano gli studiosi che dirigono il parco archeologico di Roselle – E’ quello che è successo tempo fa a Roselle, quando si è staccata un piccola lastra di rivestimento all’interno della cosiddetta basilica “A”, nell’area settentrionale del foro romano. La lastra, in marmo di Carrara, è risultata infatti essere una parte di un’epigrafe, riutilizzata però da rovescio, in modo che la scritta fosse contro il muro e quindi non si leggesse”.
Sul pilastro a sinistra dell’abside della basilica ne è ancora ben visibile l’impronta. L’epigrafe compressa sulla malta antica ha lasciato un calco.

“In epoca romana era uso comune reimpiegare materiali, soprattutto se preziosi come il marmo, ad esempio quando rotti o quando l’iscrizione non era più adeguata o addirittura da nascondere perché la persona ricordata era caduta in disgrazia”. – spiega il Parco archeologico di Roselle –  La lapide è in corso di studio”. Sarà possibile rimuovere delicatamente anche altri lacerti di marmo, lì vicino, per capire se esista l’opportunità di comporre un “puzzle”? Intanto si lavora sul singolo lacerto.

Volete vedere quello che c’è scritto? Abbiamo preso l’immagine della malta con le lettere impresse e l’abbiamo portata in una posizione speculare, collocandola nel possibile verso di lettura. Ecco cosa si legge.

lastra-2.jpg

Roselle, conosciuta come Rusel nell’antica lingua etrusca e Rusellae per i Romani, rappresenta un affascinante sito archeologico di origini etrusche situato a soli 8 chilometri a nord della moderna città di Grosseto, in Italia. I resti della città sono collocati nelle vicinanze dell’attuale frazione omonima.

Storia
Roselle occupava una posizione strategica, lungo il passaggio tra la valle dell’Ombrone e la Maremma grossetana, sulle rive del vecchio lago Prile. Originariamente un’antica lucumonia dell’Etruria centrale e parte della dodecapoli etrusca, la città ha conservato tracce di diverse fasi storiche, dalla fase etrusco-villanoviana a quella romana.

Fondata nel VII secolo a.C., Roselle fu menzionata da Dionigi di Alicarnasso tra le città che fornirono aiuto ai Latini durante la guerra contro Tarquinio Prisco. La città prosperò a spese delle lucumonie circostanti, in particolare Vetulonia. Nel 294 a.C., Roselle cadde sotto il dominio romano, diventando prima un municipio e successivamente, durante l’epoca di Augusto, una colonia. Questo periodo vide la costruzione del Foro, della basilica, di un sistema di raccolta delle acque piovane e di un edificio termale. Tracce di un anfiteatro e di ville romane sono ancora visibili.

Tuttavia, a partire dal VI secolo, Roselle subì un declino, influenzato dalla diffusione della malaria che flagellò l’intera Maremma. La città fu abbandonata e rimase in uno stato di oblio fino al tardo Settecento, quando Pietro Leopoldo avviò la bonifica della zona.

Scavi archeologici
Negli anni ’50, la Soprintendenza archeologica della Toscana ha avviato una lunga campagna di scavi che ha riportato alla luce gli antichi edifici di Roselle. Tra i reperti più significativi si trovano la cinta muraria, l’anfiteatro romano, la Domus dei Mosaici, il Tempietto dei flamines Augustales, la basilica paleocristiana e le terme. La necropoli e la cattedrale di Roselle aggiungono ulteriori strati di fascino e mistero a questa antica città che, grazie agli sforzi degli archeologi moderni, continua a svelare la sua storia secolare.

Modificato da Vel Saties
  • Grazie 1

Inviato

Se ho ben inteso @Vel Saties : se la malta di allettamento conserva lettere incise, la lastra che vi era allettata ha il testo in rilievo .

Una buona giornata


Supporter
Inviato
1 ora fa, VALTERI dice:

Se ho ben inteso @Vel Saties : se la malta di allettamento conserva lettere incise, la lastra che vi era allettata ha il testo in rilievo .

Una buona giornata

 

esatto. si tratta di una documento in negativ, tipo un calco


Supporter
Inviato (modificato)

@CdC. @ARES III
Queste due sezioni quasi duplicate sono un'assurdità. Anche perché cosa è news e cosa approfondimento? Per te Ares è una delle tante news (e quindi sta nella sezione news) per me è un approfondimento di quello che può capitare durante uno scavo e come si possa addivenire ad una scoperta casualemente. Quindi secondo me vanno tenute entrambe.
Ci saranno sempre cose duplicate... e non possiamo stare a rincorrere tutto il tempo i duplicati

Modificato da Vel Saties

Inviato
4 minuti fa, Vel Saties dice:

@CdC. @ARES III
Queste due sezioni quasi duplicate sono un'assurdità. Anche perché cosa è news e cosa approfondimento? Per te Ares è una delle tante news (e quindi sta nella sezione news) per me è un approfondimento di quello che può capitare durante uno scavo e come si possa addivenire ad una scoperta casualemente. Quindi secondo me vanno tenute entrambe.
Ci saranno sempre cose duplicate... e non possiamo stare a rincorrere tutto il tempo i duplicati

 

Stava già in Storia, prima dell'apertura della nuova sezione.

  • Haha 1

Supporter
Inviato
Adesso, ARES III dice:

Stava già in Storia, prima dell'apertura della nuova sezione.

 

Ah ecco 🤣 io capito poco


Inviato

@CdC , se mi posso permettere @Vel Saties, non tenere conto del post n #5 di Vel (perché ha frainteso la sezione), quindi puoi unirle tranquillamente perché doppioni.

 

PS: è normale che nei primi giorni ci siano degli errori o fraintendimenti quando c'è qualcosa di nuovo. Poi con l'abitudine le cose torneranno alla normalità.


Inviato

Ok, ho unito le discussioni, se poi cambiate idea e volete separarle di nuovo fatemi sapere :rolleyes:

  • Grazie 1

Inviato

Sito notevole e particolare : unisco, da un vecchio libro ( 1973 ), una pianta ed una nota .

001 pianta di Roselle.jpg

002 note.jpg


Inviato

Qualcuno sa leggere ed eventualmente tradurre le lettere scritte in negativo sulla malta ?


Inviato

Bellissimo sito. Visitato con i bambini a cui è piaciuto molto. Un piccolo gioiello!!!


Supporter
Inviato
Il 22/11/2023 alle 00:56, coinzh dice:

Qualcuno sa leggere ed eventualmente tradurre le lettere scritte in negativo sulla malta ?

 

È un lacerto molto lacunoso. Pertanto andrà studiato, interpretato ed integrato per quanto possibile.

a vederlo così mi sa di epigrafe che stava su un edificio pubblico


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