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Scoperti corpi decapitati e torturati in Francia


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Un'interessante commistione tra ricerca archeologia studio dei microtoponimi locali e documentazione di fondi antichi sta alla  base dello scioglimento di un quesito archeologico: comprendere la presenza di18 scheletri che apparivano aver subito torture e decapitazione.
Chi ha stilato l'articolo pone l'acceno sul lavoro di ricerca di archivio che ha portato al ritrovamento di una mappa esplicativa ma, dsicuramente non intuando la portata della cosa, passa un po' in secondo piano il fatto che i microtoponimi locali, che nascono dal ricordo e dalla cultura popolari, siano essi stessi "beni archeologici documentari immateriali" che risalcono a centinaia se non a migliaia di anni fa e sono spesso rivelatori delle destinazioni d'uso di aree du territorio.

Scrivono Benozzo e Pritoni collaboratori dell'IBC: "I toponimi rappresentano un elemento di straordinaria importanza del patrimonio culturale di una comunità. A differenza dei reperti archeologici, dei monumenti architettonici e delle altre creazioni "materiali", i nomi di luogo sono beni apparentemente "immateriali", che proprio per questa loro natura sono stati spesso studiati con strumenti inadeguati, poco attenti ai modi reali di trasmissione, alle intersezioni complesse tra percezione, insediamento, memoria. In quanto parole che sopravvivono unicamente nella memoria della gente, spesso attraversando i secoli, in molti casi i millenni, i toponimi non possono essere compresi solo come reperti linguistici ed eventualmente storici, ma devono essere analizzati come tracce preziose di tipo antropologico."

 

https://stilearte.it/scavo-archeologico-trovano-18-scheletri-decapitati-o-con-segni-di-tortura-gli-archeologi-individuano-una-mappa-che-consente-di-risolvere-il-mistero/

 
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Scavo archeologico. Trovano 18 scheletri decapitati o con segni di tortura. Gli archeologi individuano una mappa che consente di risolvere il mistero

Un’incredibile scoperta ha scosso gli archeologi incaricati degli scavi preventivi in vista di un progetto di sviluppo stradale tra la città di Sand e Benfeld, nella pittoresca regione dell’Alsazia, in Francia. Nel corso delle ricerche, gli studiosi hanno fatto una straordinaria scoperta: 18 scheletri, decapitati o con evidenti segni di tortura, giacevano sepolti in 15 tombe situate a circa 40 centimetri di profondità in un campo. Le indagini indicano che questi corpi risalgono al periodo compreso tra il XV e il XVIII secolo, e le prove rivelano chiaramente segni di esecuzioni capitali.

La particolarità di questa scoperta sta nell’orientamento inusuale delle tombe. In un cimitero tradizionale, le tombe sono disposte con precisione, ma in questo caso, le sepolture non seguivano alcun schema predefinito. Bastien Prevot, archeologo responsabile del Medioevo e dell’epoca moderna, spiega: “Queste tombe non rispettavano un orientamento preciso, contrariamente alle sepolture comuni dell’epoca. Quindi c’erano elementi di anomalia che andavano indagati”.
Le tombe sono state scavate e le anomalie aumentavano: segni di tortura e decapitazioni erano evidenti su molti dei resti umani. Prevot osserva un reperto in particolare, sostenendo: “Ad esempio, su quest’osso, che è il midollo spinale, abbiamo tracce di un taglio eseguito con una lama molto affilata. Si tratta, quindi, di una persona che è stata giustiziata per decapitazione.”

In una delle tombe, è stato scoperto che il defunto era stato sepolto dopo aver subito l’amputazione della gamba destra e la decapitazione. La gamba fu collocata prima nella tomba, seguita dalla testa, e infine il resto del corpo fu disposto sopra, con le mani legate nella parte posteriore.

Chi erano queste persone? Perché furono decapitate o torturate? Questi interrogativi costituiscono il cuore di un complesso lavoro investigativo che si è prospettato agli archeologi. Bastien Prevot rivela un elemento chiave nella ricerca di risposte: “Abbiamo avuto l’opportunità di incontrare un ex contadino che ci ha rivelato che il terreno adiacente al sito era conosciuto come Galgen, che in tedesco significa ‘la forca’”. Questo dato ha spinto gli archeologi a cercare ulteriori conferme nelle fonti storiche.

Le indagini hanno portato alla scoperta di una mappa datata 1632 che rivela un dettaglio straordinario: due patiboli sono chiaramente raffigurati sul bordo della strada che collega Benfeld a Sand. Questo documento storico conferma l’esistenza di un luogo di giustizia in quel punto, offrendo importanti indizi sulla funzione di questa misteriosa area sepolcrale.

 
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