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Armi e monili dei Celti all'arrivo dei Romani: scoperta necropoli dell'Età del Ferro a Casalromano


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Armi e monili dei Celti all'arrivo dei Romani: scoperta necropoli dell'Età del Ferro a Casalromano

La necropoli della tarda età del ferro scavata a settembre 2023 è è la prima collocabile nella tarda età del ferro ad essere stata indagata nella provincia di Mantova con moderni metodi scientifici. La scoperta del nucleo sepolcrale, composto da tredici tombe, si inserisce in un progetto avviato nel corso del 2022 che ha visto alcuni siti del territorio della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Mantova e Lodi interessati da indagini geofisiche (magnetometro e georadar), curate dall'archeologo esperto in field archaeology, Guglielmo Strapazzon, grazie alla collaborazione con l'Istituto Centrale per l'Archeologia e a fondi speciali stanziati dalla Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. Proprio la combinazione tra i risultati del georadar, che ha individuato un nucleo di fosse rettangolari disposte su diverse file, e quelli del magnetometro, che ha restituito forti anomalie magnetiche in corrispondenza di alcune di esse, ha consentito in prima battuta di procedere a sondaggi mirati che hanno riportato alla luce due tombe a incinerazione con preziosi corredi. Si tratta di due sepolture, una maschile e una femminile, che oltre alle ceneri dei defunti conservavano diversi reperti. In quella femminile è stato rinvenuto vasellame in ceramica, un coltello in ferro e monili come fibule e una collana in vaghi di vetro e bronzo, da quella maschile, invece, il corredo di un guerriero, caratterizzato dalla presenza di uno scudo, di cui si è conservato l'umbone, una lancia, anch'essa senza l'asta in legno, deteriorata dal tempo, una lunga spada con fodero, un coltello e un ricco corredo ceramico. La scoperta ha spinto la Soprintendenza a chiedere ulteriori fondi al Ministero della Cultura per completare lo scavo dell'intera necropoli, affidato alla ditta ArcSAT, al fine di preservare il contesto da eventuali danneggiamenti agricoli e possibili scavi clandestini. La riapertura degli scavi nel mese scorso ha quindi portato alla luce altre undici tombe, disposte con orientamento nord-sud, come le prime due. I corredi emersi confermano un orizzonte cronologico e culturale della tarda età del ferro, compreso tra la seconda metà del II secolo a.C. e l'inizio del I secolo a.C. All'epoca in queste zone erano stanziati i Cenomani, popolo guerriero di cultura celtica, che a partire dalla fine del III secolo a.C. ha intessuto rapporti di alleanza con i romani. Proprio queste relazioni pacifiche avrebbero portato i Cenomani ad adottare diverse usanze dei romani, tra le quali quella della cremazione dei defunti, l'uso di deporre monete nelle tombe e l'adozione di tipologie ceramiche di imitazione. Tipicamente celtiche sono invece alcune scelte del corredo che vedono la sistemazione vicino alle ceneri di armi, nelle tombe maschili, e monili in vetro colorato, come vaghi di collana e armille, che connotano generalmente le tombe femminili. La necropoli di Casalromano è caratterizzata dalla presenza di undici sepolture a incinerazione, con ceneri che dovevano essere contenute in cassette lignee. Queste sepolture hanno restituito notevoli reperti, a partire da armi in ferro, spille (fibule) e recipienti ceramici provenienti da due ricche tombe maschili in posizione centrale nella necropoli. Alle tombe maschili si affiancano sepolture femminili con fibule, ceramiche e collane composte da vaghi in vetro, con colori e decorazioni variegati, e pendenti in bronzo. Fra questi ultimi è particolarmente curioso il ritrovamento di un elemento a forma di ruota sormontato da un cavallino, che per la sua grande somiglianza con quello più noto del sito etrusco del Forcello di Bagnolo San Vito (MN) apre a diverse ipotesi. Nelle ultime settimane di scavo gli archeologi hanno scoperto che due delle tredici tombe che compongono la necropoli erano ad inumazione, conservavano cioè i resti ossei non cremati dei defunti. Si tratta di due infanti, tra i quali una bambina che al polso sinistro portava un bracciale (armilla) in vetro blu ed un secondo che in uno dei recipienti ceramici conservava alcuni frammenti ossei, probabili resti di un pasto sacro. Diversi sono anche i reperti di piccole dimensioni, tra i quali una fibula in bronzo, recuperati dalle attività di setacciatura che hanno visto impegnati i volontari dell'associazione Klousios - Centro Studi e Ricerche Basso Chiese, che hanno affiancato gli archeologi nel corso delle attività di scavo. Le indagini sul campo si sono già concluse, ma lo studio della necropoli è solo all'inizio. I ricchi corredi sono stati temporaneamente ricoverati presso il vicino Museo Civico "G. Bellini" di Asola, in attesa del loro restauro a cura della Soprintendenza.

 

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Scoperta necropoli dei Cenomani a Casalromano (Mantova): Celti all’arrivo dei Romani in pianura Padana alla fine dell’età del ferro

 
Schermata-2023-10-31-alle-09.47.11-1068x La necropoli dell'età del ferro scoperta a Casalromano (Mantova): si riferisce ai Galli Cenomani

Una importante necropoli della tarda età del ferro è stata scoperta a inizio 2023 e scavata entro l’inizio dell’autunno a Casalromano, in provincia di Mantova. La soprintendenza sottolinea che si tratta della prima “ad essere stata indagata con moderni metodi scientifici” nell’area.

Gli archeologi hanno individuato tredici tombe, di grande importanza per capire il delicato momento di passaggio della Gallia cisalpina nell’orbita di Roma tra la seconda metà del II secolo a.C. e l’inizio del I secolo a.C.

Le indagini fanno parte di un progetto che ha interessato “alcuni siti del territorio della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Mantova e Lodi” oggetto di indagini geofisiche (magnetometro e georadar), curate dall’archeologo esperto in field archaeology, Guglielmo Strapazzon, in collaborazione con l’Istituto Centrale per l’Archeologia e a fondi speciali stanziati dalla Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.

 

All’epoca in queste zone erano stanziati i Cenomani, popolo guerriero di cultura celtica, che a partire dalla fine del III secolo a.C. ha intessuto rapporti di alleanza con i romani – sottolinea il comunicato della Soprintendenza – Proprio queste relazioni pacifiche avrebbero portato i Cenomani ad adottare diverse usanze dei romani, tra le quali quella della cremazione dei defunti, l’uso di deporre monete nelle tombe e l’adozione di tipologie ceramiche di imitazione. Tipicamente celtiche sono invece alcune scelte del corredo che vedono la sistemazione vicino alle ceneri di armi, nelle tombe maschili, e monili in vetro colorato, come vaghi di collana e armille, che connotano generalmente le tombe femminili”.

Proprio la combinazione tra i risultati del georadar – continua la soprintendenza – che ha individuato un nucleo di fosse rettangolari disposte su diverse file, e quelli del magnetometro, che ha restituito forti anomalie magnetiche in corrispondenza di alcune di esse, ha consentito in prima battuta di procedere a sondaggi mirati che hanno riportato alla luce due tombe a incinerazione con preziosi corredi. Si tratta di due sepolture, una maschile e una femminile, che oltre alle ceneri dei defunti conservavano diversi reperti. In quella femminile è stato rinvenuto vasellame in ceramica, un coltello in ferro e monili come fibule e una collana in vaghi di vetro e bronzo, da quella maschile, invece, il corredo di un guerriero, caratterizzato dalla presenza di uno scudo, di cui si è conservato l’umbone, una lancia, anch’essa senza l’asta in legno, deteriorata dal tempo, una lunga spada con fodero, un coltello e un ricco corredo ceramico”.

Modificato da ARES III

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La necropoli di Casalromano è caratterizzata dalla presenza di undici sepolture a incinerazione, con ceneri che dovevano essere contenute in cassette lignee. Queste sepolture hanno restituito notevoli reperti, a partire da armi in ferro, spille (fibule) e recipienti ceramici provenienti da due ricche tombe maschili in posizione centrale nella necropoli. Alle tombe maschili si affiancano sepolture femminili con fibule, ceramiche e collane composte da vaghi in vetro, con colori e decorazioni variegati, e pendenti in bronzo”.

“Fra questi ultimi è particolarmente curioso il ritrovamento di un elemento a forma di ruota sormontato da un cavallino, che per la sua grande somiglianza con quello più noto del sito etrusco del Forcello di Bagnolo San Vito (MN) apre a diverse ipotesi”.

Nelle ultime settimane di scavo gli archeologi hanno scoperto che due delle tredici tombe che compongono la necropoli erano ad inumazione, conservavano cioè i resti ossei non cremati dei defunti. Si tratta di due infanti, tra i quali una bambina che al polso sinistro portava un bracciale (armilla) in vetro blu ed un secondo che in uno dei recipienti ceramici conservava alcuni frammenti ossei, probabili resti di un pasto sacro.
Diversi sono anche i reperti di piccole dimensioni, tra i quali una fibula in bronzo, recuperati dalle attività di setacciatura che hanno visto impegnati i volontari dell’associazione Klousios – Centro Studi e Ricerche Basso Chiese, che hanno affiancato gli archeologi nel corso delle attività di scavo”.

https://www.archaeoreporter.com/2023/10/31/scoperta-necropoli-dei-cenomani-a-casalromano-mantova-celti-allarrivo-dei-romani-in-pianura-padana-alla-fine-delleta-del-ferro/

 

 

 


Inviato
 

Scoperta a Mantova una necropoli di guerrieri celti alleati dei romani

Si tratta delle tombe della popolazione celtica dei Cenomani


 
necropoli cenomani
 

MILANO – Un nucleo sepolcrale di tredici tombe risalenti alla tarda età del ferro (II secolo avanti Cristo) attribuibili a una popolazione guerriera celtica, i Cenomani, è stata scoperta a Casalromano, nel mantovano, grazie a un progetto avviato nel corso del 2022 che ha visto alcuni siti del territorio della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Mantova e Lodi interessati da indagini geofisiche (magnetometro e georadar). Le ricerche e gli scavi sono coordinati dall’archeologo esperto in digital field archaeology, Guglielmo Strapazzon, grazie alla collaborazione con l’istituto centrale per l’Archeologia e a fondi speciali stanziati dalla direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.

necropoli cenomani necropoli cenomani necropoli cenomani

Proprio la combinazione tra i risultati del georadar, che ha individuato un nucleo di fosse rettangolari disposte su diverse file, e quelli del magnetometro, che ha restituito forti anomalie magnetiche in corrispondenza di alcune di esse, ha consentito di riportare alla luce due tombe a incinerazione con preziosi corredi.

 

Si tratta di due sepolture, una maschile e una femminile che, oltre alle ceneri dei defunti, conservavano diversi reperti. In quella femminile è stato rinvenuto vasellame in ceramica, un coltello in ferro e monili come fibule e una collana in vaghi di vetro e bronzo.

 

Da quella maschile, invece, il corredo di un guerriero, caratterizzato dalla presenza di uno scudo, di cui si è conservato l’umbone, una lancia, anch’essa senza l’asta in legno, deteriorata dal tempo, una lunga spada con fodero, un coltello e un ricco corredo ceramico.

La riapertura degli scavi nel mese scorso ha quindi portato alla luce altre undici tombe, disposte con orientamento nord-sud, come le prime due. I corredi emersi confermano un orizzonte cronologico e culturale della tarda età del ferro, compreso tra la seconda metà del II secolo a.C. e l’inizio del I secolo a.C. All’epoca in queste zone erano stanziati i Cenomani, popolo guerriero di cultura celtica, che a partire dalla fine del III secolo a.C. ha intessuto rapporti di alleanza con i romani. Proprio queste relazioni pacifiche avrebbero portato i Cenomani ad adottare diverse usanze dei romani, tra le quali quella della cremazione dei defunti, l’uso di deporre monete nelle tombe e l’adozione di tipologie ceramiche di imitazione. Tipicamente celtiche sono invece alcune scelte del corredo che vedono la sistemazione vicino alle ceneri di armi, nelle tombe maschili, e monili in vetro colorato, come vaghi di collana e armille, che connotano generalmente le tombe femminili.

 

La necropoli di Casalromano ha restituito notevoli reperti, a partire da armi in ferro, spille (fibule) e recipienti ceramici provenienti da due ricche tombe maschili in posizione centrale nella necropoli. Fra questi è particolarmente curioso- spiega la Soprintendenza mantovana- il ritrovamento di un elemento a forma di ruota sormontato da un cavallino, che per la sua grande somiglianza con quello più noto del sito etrusco del Forcello di Bagnolo San Vito, sempre nel mantovano, apre a diverse ipotesi. Nelle ultime settimane di scavo gli archeologi hanno scoperto che due delle tredici tombe che compongono la necropoli erano ad inumazione, conservavano cioè i resti ossei non cremati dei defunti. Si tratta di due infanti, tra i quali una bambina che al polso sinistro portava un bracciale (armilla) in vetro blu ed un secondo, del quale non è determinabile il genere, che in uno dei recipienti ceramici conservava alcuni frammenti ossei, probabili resti di un pasto sacro.

Nell’attività di setacciatura si sono impegnati i volontari dell’associazione Klousios-Centro Studi e Ricerche Basso Chiese, che hanno affiancato gli archeologi. I ricchi corredi sono stati temporaneamente ricoverati al vicino Museo Civico “G.Bellini” di Asola, in attesa del loro restauro a cura della Soprintendenza. Durante le indagini sono stati prelevati anche campioni di terreno, sui quali saranno effettuate analisi per la ricostruzione del paleoambiente. Ulteriori analisi saranno condotte anche sui resti ossei delle due tombe ad inumazione, alla ricerca di risposte sulla vita dei Cenomani di Casalromano.

https://www.dire.it/30-10-2023/972536-scoperta-a-mantova-una-necropoli-di-guerrieri-celti-alleati-dei-romani/

Mantova, scoperta ricca necropoli dei cenomani, antico popolo guerriero di cultura celtica

 
 A Casalromano (Mantova), uno scavo della soprintendenza ha portato alla scoperta di una ricca necropoli, risalente alla tarda età del ferro, dei cenomani, un antico popolo guerriero di cultura celtica che ebbe rapporti di alleanza con i romani.

Rilevante scoperta archeologica a Casalromano (Mantova), dove uno scavo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cremona, Mantova e Lodi ha portato al rinvenimento di una necropoli della tarda età del ferro (tra la seconda metà del II secolo a.C. e l’inizio del I secolo a.C.), grazie alle indagini geofisiche condotte con magnetometro e georadar, condotte dall’archeologo esperto in digital field archaeology Guglielmo Strapazzon, grazie alla collaborazione con l’Istituto Centrale per l’Archeologia e a fondi speciali stanziati dalla Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. Gli archeologi si sono accorti della presenza di una necropoli studiando i risultati del georadar, che ha individuato un nucleo di fosse rettangolari disposte su diverse file, e quelli del magnetometro, che ha consentito di osservare forti anomalie magnetiche in corrispondenza di alcune delle fosse. I successivi sondaggi hanno portato alla scoperta di due tombe a incinerazione (ovvero con le ceneri dei defunti), con preziosi corredi.

Si tratta di una tomba femminile e una maschile: in quella femminile è stato rinvenuto vasellame in ceramica, un coltello in ferro e monili come fibule (ovvero spille) e una collana in vaghi di vetro e bronzo. Quella maschile invece ha restituito il corredo di un guerriero, con uno scudo di cui si è conservato l’umbone, una lancia (priva però dell’asta in legno, deteriorata dal tempo), una lunga spada con fodero, un coltello e un ricco corredo ceramico.

Questa prima scoperta ha portato la Soprintendenza a chiedere ulteriori fondi al Ministero della Cultura per completare lo scavo dell’intera necropoli, che è stato affidato alla ditta ArcSAT, con lo scopo di preservare il contesto da eventuali danneggiamenti agricoli e possibili scavi clandestini. Lo scavo è stato quindi riaperto a settembre, e sono state scoperte altre undici tombe, anch’esse a incinerazione (le ceneri dovevano essere contenute in alcune cassette di legno, come è emerso da alcuni ritrovamenti), disposte con orientamento nord-sud come le prime due. I corredi emersi hanno confermato la datazione alla tarda età del ferro e hanno consentito di identificare le sepolture come una necropoli dei cenomani, popolo guerriero di cultura celtica, che a partire dalla fine del III secolo a.C. ha intessuto rapporti di alleanza con i romani. Le relazioni pacifiche tra questo popolo e i romani avrebbero portato i cenomani ad adottare diverse usanze dei romani, tra le quali quella della cremazione dei defunti, l’uso di deporre monete nelle tombe e l’adozione di tipologie ceramiche di imitazione. Tipicamente celtiche sono invece alcune scelte del corredo che vedono la sistemazione vicino alle ceneri di armi, nelle tombe maschili, e monili in vetro colorato, come vaghi di collana, pendenti in bronzo e armille (ovvero bracciali da indossare all’altezza del bicipite), che connotano generalmente le tombe femminili. Interessante, tra i bronzi, la scoperta di un elemento a forma di ruota sormontato da un cavallino, che per la sua grande somiglianza con quello più noto del sito etrusco del Forcello di Bagnolo San Vito (Mantova) apre a diverse ipotesi che saranno meglio indagate durante lo studio post-scavo del contesto.

Nelle ultime settimane di scavo gli archeologi hanno poi scoperto che due delle tredici tombe che compongono la necropoli erano ad inumazione, ovvero i defunti non erano stati cremati prima di essere sepolti. Si tratta di due infanti, tra i quali una bambina che al polso sinistro portava un bracciale (armilla) in vetro blu ed un secondo, del quale non è determinabile il genere, che in uno dei recipienti ceramici conservava alcuni frammenti ossei, probabili resti di un pasto sacro.

Diversi sono anche i reperti di piccole dimensioni, tra i quali una fibula in bronzo, recuperati dalle attività di setacciatura che hanno visto impegnati i volontari dell’associazione Klousios – Centro Studi e Ricerche Basso Chiese, che hanno affiancato gli archeologi nel corso delle attività di scavo.

Le indagini sul campo sono giunte al termine, adesso comincia la fase di studio. I ricchi corredi trovati nella necropoli sono stati temporaneamente ricoverati presso il vicino Museo Civico “G. Bellini” di Asola, in attesa del loro restauro a cura della Soprintendenza. Durante le indagini sono stati prelevati anche campioni di terreno, sui quali saranno effettuate analisi per la ricostruzione del paleoambiente. Ulteriori analisi saranno condotte anche sui resti ossei delle due tombe ad inumazione, alla ricerca di risposte sulla vita dei cenomani di Casalromano.

Mantova, scoperta ricca necropoli dei cenomani, antico popolo guerriero di cultura celtica
Mantova, scoperta ricca necropoli dei cenomani, antico popolo guerriero di cultura celtica

https://www.finestresullarte.info/archeologia/mantova-scoperta-ricca-necropoli-cenomani-popolo-guerriero-cultura-celtica


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Una necropoli del II-I sec. a.C riemerge a Casalromano. Scoperte 13 tombe dei Cenomani, popolo celtico

 
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CASALROMANO.  E’ una necropoli di tarda età del ferro quella riemersa nelle campagne dell’Alto Mantovano. A darne notizia è la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Mantova e Lodi secondo la quale quella scavata per un mese a partire dalla metà di settembre è una necropoli di grande
interesse, perché è una delle poche risalente a questo periodo ad essere stata indagata nella provincia di Mantova con moderni metodi scientifici.

IL NUCLEO SEPOLCRALE CON TREDICI TOMBE CON PREZIOSI CORREDI 

La scoperta del nucleo sepolcrale, composto da tredici tombe, si inserisce in un progetto avviato nel corso del 2022 che ha visto alcuni siti del territorio della Soprintendenza interessati da indagini geofisiche (magnetometro e georadar), curate dall’archeologo esperto in digital field archaeology, Guglielmo Strapazzon, grazie alla collaborazione con
l’Istituto Centrale per l’Archeologia e a fondi speciali stanziati dalla Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. Proprio la combinazione tra i risultati del georadar, che ha individuato un nucleo di fosse rettangolari disposte su diverse file, e quelli del magnetometro, che ha restituito forti anomalie magnetiche in corrispondenza di alcune di esse, ha consentito in prima battuta di procedere a sondaggi mirati che hanno riportato alla luce due tombe a incinerazione con preziosi corredi.
Si tratta di due sepolture, una maschile e una femminile che, oltre alle ceneri dei defunti, conservavano diversi reperti. In quella femminile è stato rinvenuto vasellame in ceramica, un coltello in ferro e monili come fibule e una collana in vaghi di vetro e bronzo. Da quella maschile, invece, il corredo di un guerriero, caratterizzato dalla presenza di uno scudo, di cui si è conservato l’umbone, una lancia, anch’essa senza l’asta in legno, deteriorata dal tempo, una lunga spada con fodero, un coltello e un ricco corredo ceramico.
La scoperta ha spinto la Soprintendenza a chiedere ulteriori fondi al Ministero della Cultura per completare lo scavo dell’intera necropoli, affidato alla ditta ArcSAT, al fine di preservare il contesto da eventuali danneggiamenti agricoli e possibili scavi clandestini. La riapertura degli scavi nel mese scorso ha quindi portato alla luce altre undici tombe, disposte con orientamento nord-sud, come le prime due. I corredi emersi confermano un orizzonte cronologico e culturale della tarda età del ferro, compreso tra la seconda
metà del II secolo a.C. e l’inizio del I secolo a.C.

NELLA ZONA ERANO STANZIATI I CENOMANI, POPOLO CELTICO CON ALLEANZE CON I ROMANI

All’epoca in queste zone erano stanziati i Cenomani, popolo guerriero di cultura celtica, che a partire dalla fine del III secolo a.C. ha intessuto rapporti di alleanza con i Romani. Proprio queste relazioni pacifiche avrebbero portato i Cenomani ad adottare diverse usanze dei Romani, tra le quali quella della cremazione dei defunti, l’uso di deporre monete nelle tombe e l’adozione di
tipologie ceramiche di imitazione. Tipicamente celtiche sono invece alcune scelte del corredo che vedono la sistemazione vicino alle ceneri di armi, nelle tombe maschili, e monili in vetro colorato, come vaghi di collana e armille, che connotano generalmente le tombe femminili.
La necropoli di Casalromano è caratterizzata dalla presenza di undici sepolture a incinerazione, con ceneri che dovevano essere contenute in cassette lignee, come dimostrerebbero alcuni labili ma significativi resti riscontrati in due tombe. Queste sepolture hanno restituito notevoli reperti, a partire da armi in ferro, spille (fibule) e recipienti ceramici provenienti da due ricche tombe maschili in posizione centrale nella necropoli.
Alle tombe maschili si affiancano sepolture femminili con fibule, ceramiche e collane composte da vaghi in vetro, con colori e decorazioni variegati, e pendenti in bronzo.

COLLEGAMENTI CON IL FORCELLO?

Fra questi ultimi è particolarmente curioso il ritrovamento di un elemento a forma di ruota sormontato da un cavallino, che per la sua grande somiglianza con quello più noto del sito etrusco del Forcello di Bagnolo San Vito apre a diverse ipotesi, che saranno meglio indagate durante lo studio post-scavo del contesto.
Nelle ultime settimane di scavo gli archeologi hanno scoperto che due delle tredici tombe che compongono la necropoli erano ad inumazione, conservavano cioè i resti ossei non cremati dei defunti. Si tratta di due infanti, tra i quali una bambina che al polso sinistro portava un bracciale (armilla) in vetro blu ed un secondo, del quale non è determinabile il genere, che in uno dei recipienti ceramici conservava alcuni frammenti ossei, probabili resti di un pasto sacro.
Diversi sono anche i reperti di piccole dimensioni, tra i quali una fibula in bronzo, recuperati dalle attività di setacciatura che hanno visto impegnati i volontari dell’associazione Klousios – Centro Studi e Ricerche Basso Chiese, che hanno affiancato gli archeologi nel corso delle attività di scavo.
Le indagini sul campo si sono già concluse, ma lo studio della necropoli è solo all’inizio. I ricchi corredi sono stati temporaneamente ricoverati presso il vicino Museo Civico “G. Bellini” di Asola, in attesa del loro restauro a cura della Soprintendenza. Durante le indagini sono stati prelevati anche campioni di terreno, sui quali saranno effettuate analisi per la ricostruzione del paleoambiente. Ulteriori analisi saranno condotte anche sui resti ossei delle due tombe ad inumazione, alla ricerca di risposte sulla vita dei Cenomani di Casalromano.

https://mantovauno.it/home-page/una-necropoli-del-ii-i-sec-a-c-riemerge-a-casalromano-scoperte-13-tombe-dei-cenomani-popolo-celtico/

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Inviato

@CdC potresti unire le due discussioni ? Grazie.

PS: @CdC non so come mai la funzione "ricerca" estesa su "questo Forum" non mi dava alcun risultato, mentre esisteva già una discussione aperta. 


Inviato

Quell' oggetto , forse in vetro , sembra avere dipinta (?) una svastica o proto svastica destrorsa , al contrario della seconda foto la cui figura e' sinistrorsa , i simboli sembrano simili .

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120px-Romuva_flag.svg.png


Inviato
8 ore fa, Cremuzio dice:

Quell' oggetto , forse in vetro , sembra avere dipinta (?) una svastica o proto svastica destrorsa , al contrario della seconda foto la cui figura e' sinistrorsa , i simboli sembrano simili .

necropoli-Casalromano-scavi2.thumb.jpg.139a21eff7cfe94056f7cf43c5545641.jpg

120px-Romuva_flag.svg.png

 

Si tratta semplicemente di un decoro spiraliforme.


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