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Inviato

Ciao a tutti,

premetto che di moente di zecche del sud proprio non ne so niente :( ....

Mi è capitato x caso questa moneta, che gaurdano su cataloghi ho cosi identificato:

Denaro

Carlo I d'Angiò 1266-1285

D:\ Croce Gigliata

R:\ Fiordaliso sul Crescente

Peso: 0.6g

Ora ho uan serie di domande x gli esperti:

1) E' un denaro?? o un doppio denaro (che ho visto su un catalogo essere raro)

2) Sul catalog d'asta che ho usato non sapevano dire se la zecca fosse Brindisi o Messina.. voi che ne dite?

3) L'identificazione è giusta?

Grazie a tutti

Max

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Inviato

E' un denaro, la zecca potrebbe essere Brindisi o Messina (in pratica le monete delle due zecche sono identiche) è considerata Rara e la tua è anche in buona conservazione.

In un asta del 2005 un esemplare BB stava sui 40 euro.

Il riferimento dovrebbe essere Spahr 47.


Inviato

Ciao,

grazie x le belle notizie!

Non pensavo di trovare qlc di simile in un lotto misto...

Peccato che io non faccio tali zecche e che quindi la utilizzerò x scambi..

A presto

Max


Inviato

Comunque il titolo dovrebbe essere cambiato poichè la moneta è un Denaro e non un Gigliato (i.e., http://www.lamonetapedia.it/index.php/Gigliato e http://www.lamonetapedia.it/index.php/Monete_di_roberto) ed inoltre il Gigliato fu coniato a partire da Carlo II d'Angiò e non da Carlo I.

Questo denaro, di recente, si tende ad attribuirlo a Brindisi più che a Messina.

Il peso medio del denaro di questo tipo oscilla ca. tra i 0,50 grammi e i 0,70 grammi.


Inviato

atteso che il denaro ed il doppio denaro sono praticamente uguali (o meglio, nel caso di specie non è facile individuare le differenze) l'unico elemento che fa propendere per il denaro è il peso...

I riferimenti sul Biaggi:

Denaro 497

Doppio Denaro 495

PS Biaggi attribuisce le due monete a Brindisi.


Inviato

Salute ,ritengo che il denaro di Carlo D'Angiò sia attribuibile alla zecca di Brindisi poichè ,come si è detto il Biaggi lo classifica come emesso dalla zecca di Brindisi,e il MIR di Varesi non lo classifica come emissione di Messina e da ciò si evince l'attribuzione alla zecca di Brindisi.

---SALUTONI

--ODJOB


Inviato

Ciao a tutti,

grazie x le esaurienti risposte...

Sul fatto che none ra un gigliato ma bensi un denaro, perdonatemi.. ma proprio non lo sapevo!!

Ho visto un giglio... e dunque x me era un gigliato!! :P

X il peso: io ho misurato 0,6g.. è dunque un denaro?

Grazie a tutti

Max


Inviato

X il peso: io ho misurato 0,6g.. è dunque un denaro?

236884[/snapback]

Max effettivamente come già scritto la moneta è un denaro.

atteso che il denaro ed il doppio denaro sono praticamente uguali (o meglio, nel caso di specie non è facile individuare le differenze) l'unico elemento che fa propendere per il denaro è il peso...

Individuare un multiplo di denaro del periodo svevo o angioino è piuttosto facile, soprattutto se si fa riferimento al peso. Il problema talvolta è stabilire se effettivamente il multiplo è un doppio denaro o un triplo, per esempio (taluni affermano che i tripli sono solo doppi).

In soldoni un doppio denaro ha un peso medio pari a 1,40 grammi, in alta conservazione (e almeno con il tondello completo). Se la moneta presenta delle piccole mancanze di metallo e/o risulta essere consunta tale da far perdere tenore al metallo, al di sopra del grammo già può considerarsi un doppio denaro e non un denaro (dipende poi dalla entità dell'eventuale mancanza di metallo poter dire con grossa approssimazione che si tratta di un doppio denaro o addirittura di un triplo). Altro fattore di discriminazione tra un doppio o un singolo denaro è anche il diametro medio: nel caso del denaro esso ha la misura media di 16 mm, nel caso del doppio 20 mm (ciò si suppone sempre con tondello della moneta completo o pressochè completo). Altro fattore concretamente utile è l'espediente di valutare le proporzioni delle figure e della legenda rispetto al campo; doppi denari e denari presentano dimensioni relative differenti.

Comunque esiste anche una corrente di pensiero secondo cui i multipli di denaro nella monetazione di Carlo I d'Angiò non sono da considerarsi multipli (o almeno la maggior parte di essi) bensì sono semplicemente delle monete di ostentazione e presentazione, rifacendosi alle informazioni dell'epoca secondo cui alcuni denari leggermente più grandi rispetto a quelli di comune circolazione servirono da presentazione ai giustisieri e/o ai sindaci per la nuova moneta di biglione (rispetto alla sveva) introdotta da Carlo. Queste monete di presentazione erano fatte visionare durante apposite assemblee e riunioni tramite delegati del sovrano.

In effetti questa corrente di pensiero, data la frequenza dei ritrovamenti di presunti multipli e date le circostanze di ritrovamento, tendono a far abbandonare questa ipotesi.


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