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IGNORED

Una protome di cavallo copiata dai Romano-Campani , dai Punici ?


Risposte migliori

Inviato

Questo articolo prevederebbe un' ampliamento con risposte , spero .

Nella monetazione punica le iconografie dei rovesci piu’ comuni sono il cavallo , la protome e la palma ; non sono un esperto di questa monetazione ma credo oppure immagino che sia cosi’ .

Tra le monete cartaginesi la protome di cavallo presente in alcuni rovesci di queste monete sembrerebbe che sia stata copiata nelle emissioni di monete italiche chiamate Romano-Campane ; confrontando nei rovesci una moneta punica con una romana-campana la similitudine dell’ immagine della sola protome e’ evidente , fermo restante le legende o i simboli che risultano diversi . I dritti delle due monete presentano invece le divinita’ o le personificazioni dei rispettivi stati , forse Astarte nella moneta punica e Roma o Minerva nella moneta romana .

Queste due monete , la cartaginese o punica e la romano-campana , sono datate entrambe alla prima meta’ del III secolo a.C. (300-250 a.C.) con preferenza intorno al 270 a.C. per le romano-campane .

Questa evidente similitudine tra i rovesci delle monete puniche con quelle romano-campane potrebbe essere una conseguenza dal terzo trattato ( o secondo trattato se non si prendesse per reale il primo trattato romano cartaginese del 508/9 a.C.) romano cartaginese del 306 a.C. la cui data di stipulazione sarebbe compatibile con quella di emissione , successiva al trattato , della moneta romana con la protome equina avvenuta pochi decenni dopo il trattato del 306 a.C.

In questo terzo trattato , o secondo per alcuni , oltre a stabilire limitazioni e competenze militari terrestri ed anche sul mare tirreno , si trattarono anche di importanti relazioni economiche tra Roma e Cartagine con conseguente scambio di relative monete che per necessita’ richiedevano comunque a quale dei due Stati appartenesse la coniazione e la conseguente diffusione territoriale . Forse per distinguere a chi appartenessero le monete si sostituirono i dritti delle monete : Roma o Minerva con la protome per le romano-campane e Astarte (?) con la protome per le puniche , oltre ad altri particolari del rovescio che distinguevano ancor piu’ le coniazioni : legende con ROMA o ROMANO con simboli per le romano-campane e grossi punti (dot) per le puniche .

Questo ipotetico discorso si potrebbe estendere anche ad altre monete romano-campane , come ad esempio alla doppia litra nel cui rovescio compare un leone andante a destra , cosa ci faceva un leone rappresentato nelle monete italiche ?

Naturalmente l’ articolo e’ scritto tutto al condizionale e a titolo ipotetico , non vuole dimostrare nulla , solo ampliare un discorso , forse interessante , con i piu’ esperti numismatici della sezione .

Due notizie sul terzo trattato tra Roma e Cartagine del 306 a.C. che fu molto utile anche a Roma poiché dopo aver posto sotto il proprio controllo buona parte dell' Etruria meridionale e del territorio costiero della Campania , si trovava nel pieno delle guerre sannitiche , che scoppiate nel 343 a.C. , si sarebbero concluse solo nel 290 a.C. Queste guerre erano diventate una rivolta globale delle popolazioni del Lazio , dell' Etruria e del Sannio che cercavano di scuotersi di dosso il dominio romano . Contemporaneamente Roma continuò la sua politica diplomatica con il mondo greco , accordandosi nel 306 a.C. con Rodi , città in forte espansione commerciale e poi stipulando con Taranto , nel 302 a.C. , un trattato che fissava il limite di navigazione di Roma al promontorio Lacinio .

In foto le monete cartaginesi e romano-campane prese a paragone , con al rovescio la protome di cavallo con simboli e legende , con al dritto le rispettive divinita’ nazionali .

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Inviato (modificato)

Grazie per il post, l'ho letto con molto interesse e piacere, sono spiacente di non poter contribuire alla discussione ma seguo sempre volentieri, tutto serve ad ampliare il bagaglio di conoscenze 🙂

Modificato da Rufilius
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Inviato
13 ore fa, Rufilius dice:

Grazie per il post, l'ho letto con molto interesse e piacere, sono spiacente di non poter contribuire alla discussione ma seguo sempre volentieri, tutto serve ad ampliare il bagaglio di conoscenze 🙂

 

Grazie a te per il tuo intervento . Naturalmente quanto esposto nell' articolo sono soltanto delle supposizioni derivanti dalla somiglianza del conio delle due protomi equine , praticamente in molti esemplari identiche tranne nei simboli e legende . Come spiegato il post non vuole dimostrare nulla , solo ipotesi per indirizzare una discussione . Le evidenze sono innegabili e sembrano essere una conseguenza del trattato militare - commerciale del 306 .

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Inviato
6 ore fa, Cremuzio dice:

Grazie a te per il tuo intervento . Naturalmente quanto esposto nell' articolo sono soltanto delle supposizioni derivanti dalla somiglianza del conio delle due protomi equine , praticamente in molti esemplari identiche tranne nei simboli e legende . Come spiegato il post non vuole dimostrare nulla , solo ipotesi per indirizzare una discussione . Le evidenze sono innegabili e sembrano essere una conseguenza del trattato militare - commerciale del 306 .

 

Dopotutto alcune scoperte, in mancanza di prove certe nell'immediato, partono anche e soprattutto dalle ipotesi, è un modo come giustamente dici, di "indirizzare" la discussione e la ricerca verso una strada che si suppone sia quella giusta 😃


Inviato (modificato)

Al Museo Oliveriano di Pesaro (museo con ricco medagliere, anche se infarcito di vecchi falsi) era presente un asse fuso di Ariminum, recante il tipo della protome equina, dubitativamente datato al 295-268 a.C. Fu giudicato falso da Haeberlin e, negli anni, venne rubato; dovrebbe esisterne una riproduzione in piombo per studio al Museo Nazionale Romano, ma non è stata ancora rintracciata.

La protome equina voltata a sinistra insiste inoltre sul retro di un famoso e rarissimo asse fuso attribuito a una zecca del Lazio o della Campania, datato al 280-240 a.C.  e recante al dritto il leone frontale, con gladio nelle fauci  (di cui abbiamo discusso qui 

 

Infine, fra il 219 e il 216 a.C. abbiamo le prima delle serie fuse di una città campana denominata Velecha 

 

 

Modificato da L. Licinio Lucullo
  • Grazie 1

Inviato

Grazie @L. Licinio Lucullo per il tuo prezioso intervento , un grande esperto di monetazione repubblicana . Sto ampliando le mie ricerche su questa particolare monetazione e sfogliando il Garrucci ho trovato che il fuso con leone e pugnale in bocca , con protome , o meglio una sua variante con caduceo sopra la protome , fece parte della collezione Martinetti , ritenuto sicuramente autentico in quanto venne trovato insieme ad altre monete nella necropoli di Palestrina , pesava oltre 11 once . Invece la stessa moneta fusa , ma senza il caduceo sopra la protome , venne trovato a Perugia e dovrebbe essere la stessa moneta del primo post allegato alla tua risposta nel quale non sembra presente il caduceo sopra la testa del cavallo .

Concludendo , la simbologia della protome equina e' molto antica gia' presente nei fusi , sicuramente con Aes grave piu' vicini al trattato romano - cartaginese del 306 a.C.


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