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La miope e poco lungimirante burocrazia dell'archeologia: Chioggia. Trova reperto vangando l'orto dietro la chiesa e lo consegna a un museo: viene comunque denunciato


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Chioggia. Trova reperto vangando l'orto dietro la chiesa e lo consegna a un museo: viene comunque denunciato
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Norme ormai vecchie

 

«Premesso che l'innocenza dei due anziani, purtroppo scomparsi, da qualche anno era evidente - commenta lo storico Luciano Bellemo (presente all'evento in veste di curatore del campanile museo di Sant'Andrea, dove è conservato l'orologio meccanico più antico del mondo) - era e rimane evidente che le vecchie norme promulgate dal Re affinché cessasse finalmente il traffico dei tesori archeologici, tutt'altro che prive di controindicazioni, sono da rivedere. Questo vale soprattutto per quel che viene recuperato dal mare. Nel caso delle ancore di piombo, peggio che peggio. In più occasioni, quelle finite nei ramponi utilizzati per la cattura dei pesci, dei crostacei e dei molluschi viventi sulla sabbia del fondale sono state fatte a pezzi e vendute come piombo da fondere».

«Nei mesi scorsi - continua Bellemo - il metallo era quotato più di un euro e mezzo al chilo. Ovviamente, ci rimasi malissimo quando, dopo aver segnalato alle Autorità la presa in carico dell'ancora, d'epoca imperiale, i due volonterosi malcapitati che l'avevano portata al campanile finirono nei pasticci. Che, nel caso dei reperti tratti dal mare, la vetusta normativa non incentivi affatto i comportamenti virtuosi mi sembra evidente».

 

Le difficoltà

 

«Perché mai - si domanda Bellemo - un pescatore dovrebbe perdere tempo, adeguandosi a troppe lungaggini per segnalare agli organi di Stato gli oggetti antichi che ancora finiscono di tanto in tanto nelle reti? Oltretutto, nella consapevolezza che il più delle volte essi non finiscono esposti nei musei, ma dimenticati nei magazzini? Le medesime considerazioni valgono - conclude Bellemo - anche per l'ancora in questione, benché non sia stata tratta dal mare, ma recuperata dal terreno dove qualcuno l'aveva sotterrata, probabilmente per andarsela poi a riprendere per farne chissà cosa».

Del tutto analogo, il parere di Pierdomenico Pregnolato, presente al convegno, membro della Commissione territorio dell'Ordine degli ingegneri del Veneto e della Commissione di Salvaguardia, all'epoca dei fatti. «La cultura e la storia - dice - non si tutelano mettendo in difficoltà la gente o confinando gli oggetti ritrovati all'interno di magazzini inaccessibili. Tutti dovrebbero prendere ad esempio l'operazione, approvata dalla Salvaguardia con entusiasmo, condotta alcuni anni fa dalla direzione del museo dell'Accademia di Venezia. Tante opere d'arte preziose dimenticate, sotto chiave, sono state valorizzate, esposte e rese finalmente patrimonio dello Stato sì, ma inteso come collettività». 

Sono ancora in vigore norme risalenti agli anni Trenta per cui i materiali di interesse archeologico appartengono allo Stato

Il procedimento avviato a carico di due anziani che, una decina d'anni fa, rinvenuta un'ancora romana di piombo dietro l'abside di san Domenico (anziché limitarsi a segnalarne la presenza) decisero in fretta e furia di consegnarla a un'istituzione museale affinché nessuno la rubasse, si è definitivamente estinto a causa della loro morte. Si trattava del sagrestano volontario ultraottantenne Giuseppe Nordio e dell'amico ex operaio Montedison Renzo Marchesan, pensionato da una decina d'anni. Convinti d'aver agito secondo la logica e il buon senso, si ritrovarono imputati perché avrebbero forse violato alcune norme risalenti agli ormai lontani anni Trenta. Norme che stabiliscono che i materiali d'interesse archeologico, indipendentemente dal luogo del rinvenimento, appartengono allo Stato e che pertanto nessuno li deve toccare. I due stimati collaboratori della parrocchia rinvennero il reperto vangando l'orto retrostante la chiesa. Il fatto è emerso nel corso di un convegno tenutosi a Palazzo Grassi, patrocinato dal Comune, dedicato alla Giornate europee del Patrimonio.

Norme ormai vecchie

«Premesso che l'innocenza dei due anziani, purtroppo scomparsi, da qualche anno era evidente - commenta lo storico Luciano Bellemo (presente all'evento in veste di curatore del campanile museo di Sant'Andrea, dove è conservato l'orologio meccanico più antico del mondo) - era e rimane evidente che le vecchie norme promulgate dal Re affinché cessasse finalmente il traffico dei tesori archeologici, tutt'altro che prive di controindicazioni, sono da rivedere. Questo vale soprattutto per quel che viene recuperato dal mare. Nel caso delle ancore di piombo, peggio che peggio. In più occasioni, quelle finite nei ramponi utilizzati per la cattura dei pesci, dei crostacei e dei molluschi viventi sulla sabbia del fondale sono state fatte a pezzi e vendute come piombo da fondere».

«Nei mesi scorsi - continua Bellemo - il metallo era quotato più di un euro e mezzo al chilo. Ovviamente, ci rimasi malissimo quando, dopo aver segnalato alle Autorità la presa in carico dell'ancora, d'epoca imperiale, i due volonterosi malcapitati che l'avevano portata al campanile finirono nei pasticci. Che, nel caso dei reperti tratti dal mare, la vetusta normativa non incentivi affatto i comportamenti virtuosi mi sembra evidente».

Le difficoltà

«Perché mai - si domanda Bellemo - un pescatore dovrebbe perdere tempo, adeguandosi a troppe lungaggini per segnalare agli organi di Stato gli oggetti antichi che ancora finiscono di tanto in tanto nelle reti? Oltretutto, nella consapevolezza che il più delle volte essi non finiscono esposti nei musei, ma dimenticati nei magazzini? Le medesime considerazioni valgono - conclude Bellemo - anche per l'ancora in questione, benché non sia stata tratta dal mare, ma recuperata dal terreno dove qualcuno l'aveva sotterrata, probabilmente per andarsela poi a riprendere per farne chissà cosa».

Del tutto analogo, il parere di Pierdomenico Pregnolato, presente al convegno, membro della Commissione territorio dell'Ordine degli ingegneri del Veneto e della Commissione di Salvaguardia, all'epoca dei fatti. «La cultura e la storia - dice - non si tutelano mettendo in difficoltà la gente o confinando gli oggetti ritrovati all'interno di magazzini inaccessibili. Tutti dovrebbero prendere ad esempio l'operazione, approvata dalla Salvaguardia con entusiasmo, condotta alcuni anni fa dalla direzione del museo dell'Accademia di Venezia. Tante opere d'arte preziose dimenticate, sotto chiave, sono state valorizzate, esposte e rese finalmente patrimonio dello Stato sì, ma inteso come collettività». 

https://www.ilgazzettino.it/nordest/venezia/trova_reperto_orto_chiesa_chioggia_denunciato_perche-7638842.html

Chioggia, trovano un’ancora romana dietro la chiesa e la danno a un museo: denunciati per una legge degli anni Trenta

19 Settembre 2023 - 09:43
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I materiali di interesse archeologico appartengono allo Stato e non possono essere rimossi

Portano alla luce un reperto archeologico trovato lavorando l’orto, lo cedono a un museo, ma vengono comunque denunciati. La cornice è quella della laguna veneta, precisamente la chiesa di San Domenico di Chioggia. Due anziani – il sagrestano volontario ultraottantenne Giuseppe Nordio e l’amico ex operaio Montedison Renzo Marchesan – stavano arando l’orto dietro l’abside una decina di anni fa. Tra un colpo di aratro e l’altro, un rumore metallico. Dalla terra spunta un’ancora di epoca romana in buono stato di conservazione. I due decisero di portare il reperto al museo preposto. Senza sapere che così facendo violavano una legge degli anni ’30. Che stabilisce che i materiali di interesse archeologico, indipendentemente da dove vengano rinvenuti, appartengono allo Stato, e perciò non devono essere rimossi.

 
 

Una legge controproducente

A causa della loro buona volontà, Nordio e Marchesan si trovarono imputati, sulla base di una legge voluta dal Re per fermare il traffico di reperti archeologici. I due anziani sono morti, ma il fatto – riporta il Gazzettino – è emerso nel corso di un convegno tenutosi a Palazzo Grassi, patrocinato dal Comune di Chioggia, dedicato alla Giornate europee del Patrimonio. La norma per cui i due sono stati denunciati, non ha più ragione d’esistere, ha fatto notare all’evento lo storico Luciano Bellemo. Nel caso delle ancore di piombo, peggio che peggio. In più occasioni, quelle finite nei ramponi utilizzati per la cattura dei pesci, dei crostacei e dei molluschi viventi sulla sabbia del fondale sono state fatte a pezzi e vendute come piombo da fondere», per evitare di incappare in problemi legali. «Nei mesi scorsi – continua Bellemo – il metallo era quotato più di un euro e mezzo al chilo. Ovviamente, ci rimasi malissimo quando, dopo aver segnalato alle Autorità la presa in carico dell’ancora, d’epoca imperiale, i due volonterosi malcapitati che l’avevano portata al campanile finirono nei pasticci. Che, nel caso dei reperti tratti dal mare, la vetusta normativa non incentivi affatto i comportamenti virtuosi mi sembra evidente».

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Modificato da Vel Saties

  • Vel Saties ha rinominato il titolo in La miope epoco lungimirante burocrazia dell'archeologia: Chioggia. Trova reperto vangando l'orto dietro la chiesa e lo consegna a un museo: viene comunque denunciato
Inviato

E se si intascavano tutto li crocifiggevamo? 

Lo dico io,chi uccide i bimbi viene trattato col gentil guanto di pelle e l' onesto lo fanno crepare....


  • Vel Saties ha rinominato il titolo in La miope e poco lungimirante burocrazia dell'archeologia: Chioggia. Trova reperto vangando l'orto dietro la chiesa e lo consegna a un museo: viene comunque denunciato
Inviato (modificato)
2 ore fa, caravelle82 dice:

E se si intascavano tutto li crocifiggevamo? 

Lo dico io,chi uccide i bimbi viene trattato col gentil guanto di pelle e l' onesto lo fanno crepare....

 

Ma se ieri hanno diffuso la notizia che la mamma di un 17enne morto per colpa di un pirata della strada, condannato solo a 4 anni di prigione, dovrà pure pagare 180€ per la ripulitura della strada dal sangue del figlio!

Ometto tutto il torpiloquio di cui dispongo (e fidatevi da fiorentino acquisito ne conosco di parole ed espressioni veramente colorite da fare arrossire anche degli ergastolani) ....

 

Modificato da ARES III
  • Triste 1

Inviato
1 ora fa, caravelle82 dice:

Doors

Preferisco Light My Fire.


Inviato
Il 21/9/2023 alle 10:08, Vel Saties dice:

Chioggia. Trova reperto vangando l'orto dietro la chiesa e lo consegna a un museo: viene comunque denunciato
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Norme ormai vecchie

Quanta voglia di non cambiare le cose. 

Penso uno tra i paesi più antiquati dal punto di vista legislativo a livello storico in tutta Europa. 


Supporter
Inviato

E la famosa ancora di eta' imperiale ritrovata e che tante pene e' costata che fine avra' fatto? 


Inviato

Gettata in uno sgabuzzino e nessuno la vedrà mai più 


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