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Inviato

Ho quasi finito di leggere la Storia di Roma (Repubblicana) di Jules Michelet. Un libro formidabile, ancora da non perdere sebbene sia stato scritto intorno al 1830 e quindi forse superato in molte parti, sicuramente influenzato dall'ideale romantico ma comunque un caposaldo della storiografia moderna.

Una delle poche parti che mi ha lasciato decisamente perplesso è quando l'autore attribuisce un'origine comune a buona parte dei popoli europei (e dell'Asia Minore). Secondo lui Etruschi, Micenei, Troiani e altri ancora discenderebbero dal popolo autoctono dei Pelasgi e l'indicatore della comune origine pelasgica si troverebbe nel costume di costruire mura ciclopiche.

Ora, se non ricordo male la storiografia moderna considera i Pelasgi un popolo più o meno leggendario. E tuttavia, dato che spesso ultimamente quelle che erano considerate fantasie hanno trovato qualche fondamento archeologico e quindi storico, mi domando: qual è la lezione odierna? Esisteva o no questo popolo autoctono, progenitore di tutti i principali popoli europei?

A voi la parola.

Ciao, P. :)


Inviato

Anche io sono scettico, molto scettico.

Altri popoli che mi sovvengono con mure megalitiche: Sanniti, popoli Ispanici...

Un pò troppo generico.


Inviato

Butto giù due righe ma dato che non sono certo un esperto prendile per quel che sono... ci vorrebbe un buon archelogo-storico documentato per rispondere.

Ultimamente ho letto (molto velocemente) "Robert Graves - I miti greci" e ci sono parecchi accenni a questo popolo; per quel che ne ho capito non sono altro che gli abitanti delle coste mediterranee prima di invasioni varie (achee, doriche, ecc...).

Parlavano una lingua ancora in uso ai tempi di Cristo in alcune piccole zone isolate ma della quale non si sa più niente.

Il discorso è piuttosto lungo ma direi che le prove archeologiche ci sono.

Una delle poche parti che mi ha lasciato decisamente perplesso è quando l'autore attribuisce un'origine comune a buona parte dei popoli europei (e dell'Asia Minore). Secondo lui Etruschi, Micenei, Troiani e altri ancora discenderebbero dal popolo autoctono dei Pelasgi

Per gli etruschi la cosa è controversa, anche perchè non si è mai capito da dove effettivamente venissero (qualcuno li ha collegati ai pelasgi soprattutto per la questione della lingua e della supposta provenienza dalla Licia o da isole greche, ma è tuttora un mistero; altri li considerano autoctoni o migrati dai Balcani); micenei e troiani parlavano il greco per quel che ne so e quindi sono da individuare come popolazioni successive, giunte con le invasioni (ce ne sono state parecchie in Grecia e dintorni, ad ondate successive).

nel costume di costruire mura ciclopiche

Quello delle mura ciclopiche è ancora un problema irrisolto: si trovano dappertutto e spesso le basi di templi più recenti sono su "mura ciclopiche" più antiche, dalla Grecia, all'Italia, alle regioni nordiche per finire al SudAmerica.

Difficile collegarle ad una cultura specifica, anche se, almeno in Europa, sembrano essere caratteristiche di epoche antiche.


Inviato

Argomento interessante quanto spigoloso, Dioniso, Erotodo, Omero e Strabone, per diversi motivi mettono in diretta connessione i Pelasgi con Dodona, quindi fanno pensare a stirpi Epiroti.

Ma ci sono altre fonti ( Mirsilo di Metimna, Pausania, ecc. ) che addirittura fanno pensare che i Pelasgi ( Cicogne ) siano gli Etruschi stessi emigrati verso la Grecia e Asia Minore.

Nel caso che si riesca a stabilire chi siano i Pelsgi, c'è un altra domanda da porsi, e cioè se queste stirpi nel tanto vagare si siano compenetrate con altre stirpi ( Ittiti, Minoici Egizi ecc. ).

Anche io sono scettico, molto scettico.

Altri popoli che mi sovvengono con mure megalitiche: Sanniti, popoli Ispanici...

Un pò troppo generico.

Non so per gli ispanici, ma la varie etnie Sannitiche derivano dal ceppo Sabellico, che a sua volta dovrebbe derivare dagli Indoeuropei ( Pelasgi )


Inviato

Avevo letto che secondo Mario Attilio Levi nei Pelasgi sarebbero da riconoscere i primissimi immigrati indoeuropei nel mediterraneo (specialmente orientale), mentre la popolazione autoctona preesistente, non indoeuropea è ricordata dalla mitologia greca come il popolo dei Lelagi.


Inviato

Allora vorrei scrivere qualche riga.

La costruzione di mura ciclopiche nella penisola iberica coincide con almeno metà del periodo considerato come epoca tartessa. Il Prof. Schulten nel XIX secolo, collegò Tartessos agli Etruschi, definendoli addirittura una propaggine della grossa emigrazione che proveniva dall'Asia Minore e che originò la civiltà della Tuscia. Quindi per Schulten Etruschi più Tartessos costituivano l'etnia dei Tirreni (Tyrsenos).

Questa comune origine era motivata, secondo il tedesco, dal fatto che vi erano grosse influenze e tendenze imitative nel gusto estetico e nella realizzazione di suppellettili rispetto ai corrispondenti canoni degli Etruschi (nonostante fosse anche presente una grossa componente fenicia, egizia ed assira). Oltre a ciò, la proposta di Schulten era fondata sul fatto che una parola che ricorreva su iscrizioni epigrafiche del popolo ispanico (stesso gruppo di segni in stesse posizioni) corrispondeva ad una parola ricorrente su una lastra epigrafica proveniente da Lemnos: zeronai, zeronah, vista come zerinthos. L'ipotesi di Schulten è stata considerata per quasi 50 anni ma oggi si tende a trascurarla perchè identificare due popolazioni solo per una parola simile è abbastanza azzardato, ed anche perchè lo stile artistico etrusco influenzò numerose altre zone del Mediterraneo, quindi non si vede perchè privilegiare proprio Tartessos. Le tesi di Schulten vengono meno anche perchè la scrittura tartessa è priva di spazi che separano le parole, per cui ogni lettura può essere completamente arbitraria e soggettiva. Il numero dei fonemi risulta inferiore sulle lastre tartesse rispetto a quelle paleo-greche ed infine si è ormai stabilito con certezza (grazie a Gomez Moreno e a Schmoll) che la scrittura tartessa è semisillabica, differentemente dalle letture di Schulten che vedeva le lastre in via sillabica. Questa digressione linguistica serve secondo me nel problema che si sta affrontando. La ricca Tartessos e gli Etruschi quindi non sono, quasi certamente, popoli con origini comuni; addirittura oggi si ritiene che i Tartessi siano una civiltà non indoeuropea e solo minimamente influenzata da essi verso il finire della loro storia (si parla di orgini africane o una commistione tra essi e popoli autoctoni paleoiberici).

Allora appare evidente che le argomentazioni di Michelet non sono veritiere se si crede che mura ciclopiche siano caratteristiche delle etnie derivate dai Pelasgi, infatti Tartessos ed Etruschi condividevano l'uso di costruire mura ciclopiche ma non hanno una stessa origine. Si potrebbe pensare al massimo ad una forma di influenza, volendo applicare una forzatura al discorso.

Se gli argomenti stridono su popolazioni che si è cercato di identificare, immaginiamoci etnie che non hanno nulla in comune...


Inviato

Non so per gli ispanici, ma la varie etnie Sannitiche derivano dal ceppo Sabellico, che a sua volta dovrebbe derivare dagli Indoeuropei ( Pelasgi )

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Comunque non tutti sono d'accordo che i Pelasgi siano Indoeuropei. Molti sostengono al contrario che si tratti di una amalgama di popolazioni non indoeuropee.

Purtroppo quando si torna indietro, alla notte dei tempi le indagini sono sempre contrastanti ed ardue.


Inviato

E se gli Etruschi fossero discendenti dei Pelasgi perchè usano una scrittura sillabica e i Tartessos una semi-sillabica?!


Inviato (modificato)

Per gli etruschi indico un paio di siti che mi ero annotato:

http://spazioinwind.libero.it/popoli_antic...chi-indice.html

http://www.etruschi-tirseni-velsini.it/

ma ne esistono tantissimi: il loro mistero dalla fine del 1700 ha attirato nugoli di ricercatori e curiosi (nonchè collezionisti).

Altro aspetto che potrebbe collegare gli Etruschi ai pelasgi è la considerazione che avevano per le donne, che negli etruschi erano come diritti e come importanza paragonabili agli uomini, a differenza del mondo greco acheo o dorico e collegati (come anche della stragrande maggioranza delle popolazioni del nord ed orientali come pure per i latini, che equiparavano per questo le "etrusche" a "donne di facili costumi").

Pare che i Pelasgi adorassero la DeaMadre Terra e che la loro società fosse matriarcale; questo aspetto fu rovesciato solo con le invasioni achee.

Ma ovviamente tutto questo probabilmente sarebbe stato anche se gli etruschi fossero autoctoni o provenienti da alttre zone in epoche molto remote.

Modificato da Giuseppe

Inviato
E se gli Etruschi fossero discendenti dei Pelasgi perchè usano una scrittura sillabica e i Tartessos una semi-sillabica?!

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Le ipotesi dello Schulten purtroppo non sono mai state prese in seria considerazione, perche le sue teorie si basano su confronti grammaticali.

Che potrebbero essere pure validi, ma non hanno un sostegno di un certo spessore. La scrittura ( come la lingua ) potrebbe aver avuto dei cambiamenti , o essere stata influenzata da popolazioni autoctone, a seconda dell'area geografica.

Resta comunque che sono sempre delle ipotesi, come qeulle che ho citato sopra.


Inviato

Per gli etruschi indico un paio di siti che mi ero annotato:

http://spazioinwind.libero.it/popoli_antic...chi-indice.html

http://www.etruschi-tirseni-velsini.it/

ma ne esistono tantissimi: il loro mistero dalla fine del 1700 ha attirato nugoli di ricercatori e curiosi (nonchè collezionisti).

Altro aspetto che potrebbe collegare gli Etruschi ai pelasgi è la considerazione che avevano per le donne, che negli etruschi erano come diritti e come importanza paragonabili agli uomini, a differenza del mondo greco acheo o dorico e collegati (come anche della stragrande maggioranza delle popolazioni del nord ed orientali come pure per i latini, che equiparavano per questo le "etrusche" a "donne di facili costumi").

Erodoto (V sec.a.C.), ci dice che i Pelasgi, emigrati ad Atene, costruirono il muro di cinta della città, ma furono scacciati perché importunavano le donne.

Pare che i Pelasgi adorassero la DeaMadre Terra e che la loro società fosse matriarcale; questo aspetto fu rovesciato solo con le invasioni achee.

Ma ovviamente tutto questo probabilmente sarebbe stato anche se gli etruschi fossero autoctoni o provenienti da alttre zone in epoche molto remote.

Questo è un alltro aspetto che troviamo tra le popolazioni cosi dette Italiche, Etruschi ed Osci, su quest'ultimi sto affrontando già da un po degli studi proprio su questo argomento, nel loro Panthon si annovera una Mater Matuta, Maieutica e kourotrophoi, o Jovia, in qualche modo collegati alle Matrone e alle Jovili rinvenute in gran quantità a Capua.

Il tutto si potrebbe collegare con la pratica della Hierodulia ( prostituzione sacra )

cioè delle fanciulle sotto la guida di sacrdotesse ( prostibulastrix ) si davano a pagamento in nome della divinità Giovia, praticata nei maggiori santuari della penisola di influenza italica dove si praticava il culto.


Inviato
E se gli Etruschi fossero discendenti dei Pelasgi perchè usano una scrittura sillabica e i Tartessos una semi-sillabica?!

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Le ipotesi dello Schulten purtroppo non sono mai state prese in seria considerazione, perche le sue teorie si basano su confronti grammaticali.

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Assolutamente no, Schulten fu seriamente considerato ed ha costituito la base delle concezioni dell'argomento per circa 50 anni, perchè in mancanza di ulteriori prove era accettato tutto (e ciò è successo fino a nemmeno tanti anni fa).

Il primo studio di tipo linguistico che effettivamente ridimensiona Schulten risale al 1949 (Madrid) Las Lenguas Hispanicas di M. Gòmez Moreno, e l'ulteriore conferma e definitivo assetto risale al 1962 (Madrid) La Escritura Bastulo-Turdetana dello stesso autore. Schmoll dà la sua visione nel 1961 ma è meno considerato attualmente (anche se parzialmente arriva agli stesis risultati di Gòmez Moreno).

La lingua può essere modificata o fortemente influenzata, ma non è assolutamente pensabile un cambiamento radicale della forma di concepire il sostrato del parlato, da uno stato sillabico a semisillabico nello specifico (tra l'altro in una zona isolata geograficamente da influenze linguistiche di tal tipo).


Inviato

La lingua può essere modificata o fortemente influenzata, ma non è assolutamente pensabile un cambiamento radicale della forma di concepire il sostrato del parlato, da uno stato sillabico a semisillabico nello specifico (tra l'altro in una zona isolata geograficamente da influenze linguistiche di tal tipo).

Ti allego l'albero genealogico delle lingue in discussione

http://www.proel.org/alfabetos.html


Inviato
La lingua può essere modificata o fortemente influenzata, ma non è assolutamente pensabile un cambiamento radicale della forma di concepire il sostrato del parlato, da uno stato sillabico a semisillabico nello specifico (tra l'altro in una zona isolata geograficamente da influenze linguistiche di tal tipo).

Ti allego l'albero genealogico delle lingue in discussione

http://www.proel.org/alfabetos.html

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Perfetto è molto utile lo schema. Come si legge i Tartessi sono slegati da tutti quelli che si considerano discendenti dei Pelasgi. Per cui le idee di Michelet fanno acqua, di sicuro almeno su questo concetto.


Inviato (modificato)
Erodoto (V sec.a.C.), ci dice che i Pelasgi, emigrati ad Atene, costruirono il muro di cinta della città, ma furono scacciati perché importunavano le donne.

Da quanto sapevo Atene era una delle poche zone, forse la sola assieme all'Arcadia, che aveva in qualche modo "retto" all'invasione degli achei e la cui popolazione era ancora in gran parte pelasgica "da sempre".

La stessa figura di Atena è emblematica: era già nota ai Pelasgi secondo i quali nacque presso il lago Tritonide in Libia e poi emigrò in Grecia (in un'epoca in cui "non si onorava nè rispettava la paternità").

Sembra che Atena, come tutte le dee femmine delle credenze religiose greche, non fosse in realtà altro che una "forma" distorta della originale figura della DeaMadre (spesso concepita come figura sola ma distinta in tre nomi diversi a seconda delle stagioni); alcuni vedono nel mito della sua nascita dalla testa di Giove "come un disperato espediente mitologico per liberarla dai suoi precedenti matriarcali" e peraltro non è il solo caso di dee uscite in qualche modo dal corpo di Giove.

E' anche interessante per Atene la figura di Nettuno, questa si probabilmente introdotta dagli achei, e del suo conflitto con Atena: il tutto farebbe pensare a conflitti dei primi abitanti di Atene con gli invasori poi risoltisi in qualche forma di integrazione.

Il tutto si potrebbe collegare con la pratica della Hierodulia ( prostituzione sacra )

cioè delle fanciulle sotto la guida di sacrdotesse ( prostibulastrix ) si davano a pagamento in nome della divinità Giovia, praticata nei maggiori santuari della penisola di influenza italica dove si praticava il culto.

Questa era una delle caratteristiche della "religione" della DeaMadre ed è nota per quasi tutte le zone del Mediterraneo, Palestina compresa.

Altra particolarità di quelle usanze era il "re" che durava un anno circa e poi veniva sacrificato.

C'è anche da dire che qualcuno mette in dubbio che si fosse ancora collegato il coito con la nascita della prole nove mesi dopo e da qui forse la scarsa importanza data al maschio.... ecc... ecc... :blink:

Modificato da Giuseppe

Inviato

Da quanto sapevo Atene era una delle poche zone, forse la sola assieme all'Arcadia, che aveva in qualche modo "retto" all'invasione degli achei e la cui popolazione era ancora in gran parte pelasgica "da sempre".

La stessa figura di Atena è emblematica: era già nota ai Pelasgi secondo i quali nacque presso il lago Tritonide in Libia e poi emigrò in Grecia (in un'epoca in cui "non si onorava nè rispettava la paternità").

Sembra che Atena, come tutte le dee femmine delle credenze religiose greche, non fosse in realtà altro che una "forma" distorta della originale figura della DeaMadre (spesso concepita come figura sola ma distinta in tre nomi diversi a seconda delle stagioni); alcuni vedono nel mito della sua nascita dalla testa di Giove "come un disperato espediente mitologico per liberarla dai suoi precedenti matriarcali" e peraltro non è il solo caso di dee uscite in qualche modo dal corpo di Giove.

E' anche interessante per Atene la figura di Nettuno, questa si probabilmente introdotta dagli achei, e del suo conflitto con Atena: il tutto farebbe pensare a conflitti dei primi abitanti di Atene con gli invasori poi risoltisi in qualche forma di integrazione.

Per questa teoria di Jean Berard, bisognerebbe seguire un altro item, cioe mettere in correlazione quello che ci dice Mirsilo di Metimna III sec. "che gli Etruschi emigrati dall'Italia andarono in Grecia ed in altre regioni Barbare e assunsero il nome di Pelasgi ", Pausania " dice che i fautori del muro di Atene erano Pelasgi di origine Sicula ", Filisto di Siracusa " I Siculi popolo di stirpe Ligure emigrato in Sicilia ", Dionigi di Alicarnasso " cita molte città Etrusche di origine Sicula ".

In breve Berard afferma che gli Etruschi erano partiti da Regisvilla e Maltano, porti tra Tarquinia e Vulci, guidati dal re Maleo per stanziarsi ad Atene, e qui presero il nome di Pelasgi.

Questa era una delle caratteristiche della "religione" della DeaMadre ed è nota per quasi tutte le zone del Mediterraneo, Palestina compresa.

Altra particolarità di quelle usanze era il "re" che durava un anno circa e poi veniva sacrificato.

C'è anche da dire che qualcuno mette in dubbio che si fosse ancora collegato il coito con la nascita della prole nove mesi dopo e da qui forse la scarsa importanza data al maschio.... ecc... ecc... :blink:

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Si è la reòigione della Dea Madre, ma praticata nella penisola solo da etnie Sannitiche discendenti come gli Etruschi da ceppo Sabellico.

Ma il punto non è come o dove vinesse praticata, ma da o come nasce questo culto.

P.S. Aggiungo link per Gionata, potrebbe esserti utile

http://www.continuitas.com/linguisticacorsa.pdf


Inviato
Per questa teoria di Jean Berard, bisognerebbe seguire un altro item, cioe mettere in correlazione quello che ci dice Mirsilo di Metimna III sec. "che gli Etruschi emigrati dall'Italia andarono in Grecia ed in altre regioni Barbare e assunsero il nome di Pelasgi ", Pausania " dice che i fautori del muro di Atene erano Pelasgi di origine Sicula ", Filisto di Siracusa " I Siculi popolo di stirpe Ligure emigrato in Sicilia ", Dionigi di Alicarnasso " cita molte città Etrusche di origine Sicula ".

In breve Berard afferma che gli Etruschi erano partiti da Regisvilla e Maltano, porti tra Tarquinia e Vulci, guidati dal re Maleo per stanziarsi ad Atene, e qui presero il nome di Pelasgi.

Mi sa che stiamo parlando di due cose diverse; giustamente, dato che si parlava degli etruschi, tu cerchi collegamenti fra questi ed i pelasgi.

Io invece darei per molto discutibile collegare in modo univoco i due popoli e definirei come pelasgi le popolazioni che abitavano Grecia, Medio Oriente, forse anche Libia, Malta ed altre isole in tempi assai più remoti, cioè prima dell'invasione achea e quindi ben prima del 1200 a.C. circa se ricordo bene. Poi, quelli che non furono sterminati o migrati, si integrarono con gli invasori.

Se poi una parte di questi popoli abbia dato origine, magari solo integrandosi con popolazioni autoctone, anche agli etruschi può essere, ma non certo viceversa e comunque alla fine della loro "storia" (diciamo verso il 1000 a.C. ?).

Il discorso della DeaMadre peraltro pare non sia affatto confinato ai pelasgi ma sia in qualche modo legato a molte credenze antiche presenti anche nel centro e Nord-Europa; mi sembrerebbe quindi più da inquadrare in credenze radicate in molti posti ma non specifica dei Pelasgi in particolare.

Comunque il libro di Graves, dal quale prendo qusi in toto quello che sto scrivendo, mi sembra molto interessante e magari mi piacerebbe sapere cosa ne pensi, e magari fin dove è attendibile, dato che tu ci "lavori" in questo campo.


Inviato

Mi sa che stiamo parlando di due cose diverse; giustamente, dato che si parlava degli etruschi, tu cerchi collegamenti fra questi ed i pelasgi.

Io invece darei per molto discutibile collegare in modo univoco i due popoli e definirei come pelasgi le popolazioni che abitavano Grecia, Medio Oriente, forse anche Libia, Malta ed altre isole in tempi assai più remoti, cioè prima dell'invasione achea e quindi ben prima del 1200 a.C. circa se ricordo bene. Poi, quelli che non furono sterminati o migrati, si integrarono con gli invasori.

Se poi una parte di questi popoli abbia dato origine, magari solo integrandosi con popolazioni autoctone, anche agli etruschi può essere, ma non certo viceversa e comunque alla fine della loro "storia" (diciamo verso il 1000 a.C. ?).

Il discorso della DeaMadre peraltro pare non sia affatto confinato ai pelasgi ma sia in qualche modo legato a molte credenze antiche presenti anche nel centro e Nord-Europa; mi sembrerebbe quindi più da inquadrare in credenze radicate in molti posti ma non specifica dei Pelasgi in particolare.

Comunque il libro di Graves, dal quale prendo qusi in toto quello che sto scrivendo, mi sembra molto interessante e magari mi piacerebbe sapere cosa ne pensi, e magari fin dove è attendibile, dato che tu ci "lavori" in questo campo.

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Il punto è che l'argomento è molto spigoloso proprio perche sono state avanzate varie ipotesi valide o meno, e attualmente restano ipotesi, e potrebbero essere sostenute o smontate in qualsiasi momento, si è anche messo in discussione l'esistenza di questo popolo, per alcuni il termine Pelasgico è solo un appellativo.

Per il discorso Dea Madre, è stato praticato in molte aree geografiche, ma non da per tutto, non so se sia Pelasgico, ma datosi chè in Italia lo praticavano solo popolazioni di ceppo Sabellico, tenderei a pensare che sia un culto emigrato, cioè arrivato con una popolazione e praticato nalle zone occupate, e forse ha avuto evoluzioni e, o integrazioni con culti autoctoni e a seconda delle aree.

Per l'attendibilità dei testi, è difficile dirlo, neanche la letteratura classica è attendibile , sempre un po romanzata ecco perchè si vanno a spulciare e a confrontare piu testi, per trovare una confluenza comune.

" lavori "....questa non l'ho capita !!!


Inviato (modificato)
" lavori "....questa non l'ho capita !!!

tra le popolazioni cosi dette Italiche, Etruschi ed Osci, su quest'ultimi sto affrontando già da un po degli studi proprio su questo argomento

Era detto nel senso che in un post precedente accennavi al fatto che stavi compiendo studi sulle popolazioni di quel periodo e mi è sembrato che si trattasse di qualcosa di più che semplice curiosità; per questo, forse precipitosamente, ho dato per scontato che tu ti occupassi attivamente, se non esclusivamente, di archeologia.

Comunque, credi, non era certo offensivo :) ; quel campo mi ha sempre affascinato.

Modificato da Giuseppe

Inviato

No, non mi sono offeso....non avevo capito il senso.

Per quello che sto facendo, non è un "discorso" archelogico, ma puramente numismatico.


Inviato

Ho visto che l'argomento ha suscitato un certo interesse, me ne compiaccio e ringrazio i contributori... Qualcuno saprebbe consigliare qualche libro sufficientemente "serio" anche se non troppo specialistico sull'argomento dell'Europa protostorica? Mi vengono in mente autori tipo Quilici o Moscati, almeno tra gli italiani.

Ciao, P. :)


Inviato

Paleologo io ti consiglierei di scegliere delle zone specifiche per i tuoi interessi bibliografici.

A parte la vastità dell'argomento, ma soprattutto perchè volumi dettagliati e specifii avranno sicuramente confronti su temi culturali, religisi e manfattrieri con altri popoli vicini, che secondo me è la cosa più utile.

Saluti


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