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Pietrarossa di Trevi: nuove scoperte archeologiche


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Pietrarossa di Trevi: nuove scoperte archeologiche dalla straordinaria rilevanza scientifica

Riportati alla luce, dall’equipe dell’Università di Perugia, un vestibolo, tabernae, un grande atrio dotato di una pavimentazione musiva e piccoli cubicola

 

trevi9.jpg Foto di Università di Perugia

 

C’è chi definisce Trevi la Pompei dell’Umbria, non a caso il sito archeologico di Pietrarossa continua a regalare grandi tesori. 
Da poco si è concluso lo scavo didattico, condotto da numerosi studenti provenienti in massima parte dall’Ateneo perugino, che ha riportato alla luce nuovi ambienti, come il vestibolo, tabernae, un grande atrio dotato di una pavimentazione musiva e piccoli cubicola, pavimentati in cocciopesto in perfetto stato di conservazione, i quali mostrano un interessante processo di riconversione d’uso, quando la domus, in età tardoantica, perse la sua funzione originaria. 

 

A questo periodo risalgono alcune sepolture che sono state rinvenute all’interno degli ambienti della domus e che dimostrano come il sito non subì un definitivo abbandono ma un nuovo modo di abitare in risposta alla crisi dell’impero. 

Dunque anche quest’ultima campagna ha restituito importanti tasselli per la ricostruzione della topografia e dello sviluppo del municipium romano di Trebiae, che i dati di scavo testimoniano già a partire dal III secolo a.C. fino al suo definitivo abbandono risalente all’VIII secolo d.C. 

Le indagini, su concessione del Ministero della Cultura, si sono svolte grazie alla virtuosa collaborazione tra istituzioni ed enti pubblici sotto la Direzione scientifica della professoressa Donatella Scortecci, docente di archeologia medievale e archeologia e storia dell’arte bizantina dell’Università di Perugia, con la direzione sul campo del dottor Alessio Pascolini. 

 

Oltre alla collaborazione della Soprintendenza nella figura della dottoressa Gabriella Sabatini, anche il Comune di Trevi, proprietario dell’area di scavo, che sin dall’inizio ha mostrato grande sensibilità e disponibilità, dapprima grazie al sindaco Bernardino Sperandio e in seguito con l’attuale primo cittadino Ferdinando Gemma. 

Come si legge nella nota dell’Università di Perugia “ancora una volta le indagini archeologiche condotte presso il sito di Pietrarossa hanno regalato rinvenimenti dalla straordinaria rilevanza scientifica. È indubbio che il sito si rivela come eccezionale modello per la comprensione delle dinamiche insediative che interessarono la Valle Umbra nel corso dei secoli. La stessa modalità di abbandono del sito, sigillato nella sua ultima fase di vita da importanti esondazioni del fiume Clitunno, ne ha garantito un elevatissimo livello di conservazione. Le strutture, giunte sino a noi con alzati che raggiungono in alcuni casi uno sviluppo in altezza superiore al metro, fanno dell’area archeologica di Pietrarossa un vero e proprio unicum nella Regione". 

 

https://www.perugiatoday.it/attualita/nuove-scoperte-archeologiche-a-pietrarossa-di-trevi.html


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Scoperta eccezionale a Trevi: antica città romana riportata alla luce

Un nuovo capitolo affascinante della storia romana si svela a Trevi, grazie agli importanti risultati ottenuti dall’Università degli Studi di Perugia in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria e il Comune di Trevi. Nell’ambito della VIII campagna di scavo archeologico presso il sito di Pietrarossa, un antico municipium romano di nome Trebiae è emerso dalle profondità della terra, rivelando un affascinante intreccio di vita antica che abbraccia secoli di storia.

 

Un viaggio nell’antichità: scavo con finalità didattiche

Questa campagna di scavo non solo ha restituito straordinari reperti, ma ha anche coinvolto attivamente studenti provenienti dall’Università di Perugia. Attraverso il coinvolgimento di giovani menti appassionate, è stato possibile unire l’esperienza pratica all’apprendimento accademico, consentendo agli studenti di esplorare le tecniche avanzate della ricerca archeologica direttamente sul campo.

Un’antica domus romana: Rivelazioni sulla vita di Trebiae

Nel cuore delle indagini archeologiche si trova una sontuosa residenza, una domus di rango elevato. Questa magnifica struttura, la cui costruzione risale alla metà del II secolo d.C. e si estende fino all’inizio del III secolo d.C., ha rivelato nuovi dettagli sorprendenti sulla vita quotidiana a Trebiae. I nuovi ambienti portano alla luce un vestibolo accogliente, tabernae animate, un vasto atrio con mosaici decorativi e piccoli cubicola con pavimenti in cocciopesto straordinariamente ben conservati.

Trasformazioni nel tempo: dalla grandiosa domus a un nuovo modo di abitare

Un aspetto intrigante che emerge dall’analisi è il cambiamento funzionale della domus nel corso dei secoli. Nel periodo tardoantico, la struttura ha subito una riconversione d’uso, adattandosi alle mutevoli esigenze socio-economiche. Questo periodo è testimoniato anche dalle sepolture scoperte all’interno degli ambienti, rivelando come il sito non sia stato abbandonato definitivamente, ma abbia invece subito una metamorfosi in risposta alle sfide dell’epoca.

Un tesoro archeologico: riflesso della Valle Umbra

Pietrarossa, il sito archeologico in questione, non è solo una finestra sulla storia di Trebiae, ma rappresenta anche un modello raro per comprendere l’evoluzione insediativa nella Valle Umbra nel corso dei secoli. Le strutture che emergono dalla terra, alcune raggiungendo un metro d’altezza, trasportano i visitatori in un viaggio senza tempo attraverso l’architettura e la vita quotidiana dell’epoca romana.

Collaborazione determinante per il successo

L’eccezionale risultato di questa campagna di scavo è il risultato della sinergia tra diverse istituzioni e figure di spicco. Sotto la direzione della professoressa Donatella Scortecci dell’Università di Perugia e la guida pratica del dottor Alessio Pascolini, le indagini sono state condotte con attenzione e dedizione. La collaborazione con la Soprintendenza, rappresentata dalla dottoressa Gabriella Sabatini, e il coinvolgimento attivo del Comune di Trevi, testimoniato dai sindaci Bernardino Sperandio e Ferdinando Gemma, hanno contribuito a garantire il successo di questa iniziativa.

Trevi: un affascinante rifugio collinare

Trevi, il suggestivo comune situato nella provincia di Perugia, è noto per la sua posizione privilegiata sulle colline umbre. Circondato da paesaggi mozzafiato e ricco di storia, Trevi è un luogo che affascina visitatori e residenti. Con le sue stradine acciottolate, le chiese medievali e gli edifici storici ben conservati, Trevi trasuda un’atmosfera autentica e un legame profondo con le sue radici. Il paese, che ha partecipato attivamente alla campagna di scavo archeologico a Pietrarossa, è un punto focale per coloro che desiderano esplorare la storia antica e medievale dell’Umbria.

Trebiae Romana: la città dimenticata dell’Umbria

L’antica città romana di Trebiae, di cui si stanno facendo nuove scoperte grazie alla campagna di scavo a Pietrarossa, è un tesoro nascosto della storia umbra. Fondata nel III secolo a.C., Trebiae ha attraversato un ricco percorso di sviluppo fino all’VIII secolo d.C., quando fu definitivamente abbandonata. Questa città, che un tempo pulsava di vita e attività, è stata silenziosamente conservata nei suoi resti archeologici. Il sito di Pietrarossa sta rivelando dettagli sorprendenti sulla vita quotidiana, l’architettura e l’evoluzione di Trebiae, gettando nuova luce su un capitolo spesso dimenticato della storia romana. Mentre le indagini si approfondiscono, la storia di Trebiae sta emergendo dalle ombre del passato, permettendoci di immergerci nell’affascinante mondo degli antichi romani che una volta abitavano queste terre.

 

Domande frequenti sulla scoperta archeologica a Trevi e Trebiae

1. Che cosa è stato scoperto a Trevi e perché è così importante?

Nel sito di Pietrarossa a Trevi, è stata effettuata una significativa scoperta archeologica grazie alla collaborazione tra l’Università degli Studi di Perugia, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria e il Comune di Trevi. Durante la VIII campagna di scavo, è emersa un’antica città romana di nome Trebiae, che offre preziose informazioni sulla storia e lo sviluppo dell’insediamento romano in quella regione. Questo ritrovamento è di fondamentale importanza per comprendere meglio la storia dell’epoca romana e le dinamiche culturali ed economiche di quei tempi.

2. Qual è il ruolo degli studenti nell’ambito di questa scoperta?

Gli studenti dell’Università di Perugia hanno svolto un ruolo cruciale in questa scoperta. Coinvolgendosi attivamente nelle indagini archeologiche, gli studenti hanno avuto l’opportunità di unire la teoria all’esperienza pratica, imparando direttamente sul campo le avanzate tecnologie di ricerca archeologica. Questo approccio ha permesso loro di vivere una prospettiva unica sulla storia e di contribuire al recupero di reperti e informazioni preziose.

3. Cosa ha rivelato l’indagine archeologica sulla domus romana?

L’indagine si è concentrata su una sontuosa residenza di alto livello chiamata domus. Questa struttura ha rivelato nuovi ambienti, tra cui un vestibolo accogliente, negozi chiamati tabernae, un ampio atrio con pavimento decorato da mosaici e piccole stanze chiamate cubicola, con pavimenti in cocciopesto ben conservati. Queste scoperte offrono un’immagine vivida della vita quotidiana a Trebiae e della trasformazione dell’uso degli spazi nel corso dei secoli.

4. Qual è l’importanza della riconversione funzionale della domus nel periodo tardoantico?

La riconversione funzionale della domus nel periodo tardoantico fornisce un’importante finestra sul modo in cui la società romana si è adattata alle sfide del tempo. Durante questa fase, la domus ha perso la sua funzione originaria e gli spazi sono stati riadattati per rispondere alle mutevoli esigenze economiche e sociali. Questa transizione è evidenziata anche dalle sepolture scoperte all’interno degli ambienti, che dimostrano un nuovo modo di abitare e vivere la città.

5. Come Pietrarossa contribuisce alla comprensione della Valle Umbra?

Pietrarossa non è solo un sito archeologico, ma rappresenta un vero e proprio modello per comprendere l’evoluzione insediativa nella Valle Umbra nel corso dei secoli. Le strutture ben conservate e le scoperte significative fornite dal sito offrono un’opportunità senza precedenti per esplorare l’architettura, la vita quotidiana e le dinamiche sociali dell’epoca romana.

6. Qual è stato il ruolo delle istituzioni e delle figure coinvolte in questa scoperta?

Questa scoperta è stata possibile grazie alla collaborazione tra diverse istituzioni e figure chiave. La direzione scientifica della professoressa Donatella Scortecci dell’Università di Perugia e la guida pratica del dottor Alessio Pascolini hanno contribuito al successo delle indagini. La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria e il Comune di Trevi hanno svolto ruoli essenziali nell’organizzazione e nella promozione di questa iniziativa.

https://www.stilearte.it/scoperta-archeologica-trevi-antica-citta-romana/


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