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Scoperta un'antica imbarcazione romana in una cava di carbone


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Scoperta un'antica imbarcazione romana in una cava di carbone, la sorpresa dei minatori in Serbia

In Serbia, un gruppo di archeologi sta lavorando per riportare alla luce un'antica imbarcazione di epoca romana. Questo rinvenimento è avvenuto grazie agli sforzi di alcuni minatori che operano in una vasta cava di carbone. L'obiettivo è recuperare questa rilevante scoperta, che costituisce il secondo ritrovamento di questo tipo nell'area a partire dal 2020. La nave è stata rinvenuta nei pressi di Viminacium, un insediamento romano situato vicino alla città di Kostolac, a 70 km ad est di Belgrado. Si ritiene che questa nave facesse parte di una flotta fluviale, la cui funzione era servire la grande città romana caratterizzata da una varietà di strutture tra cui un ippodromo, sistemi di fortificazione, templi e altro ancora. L'archeologo capo, Miomir Korac, ha avanzato l'ipotesi che la datazione di questa nave possa risalire al III o IV secolo d.C., un periodo in cui Viminacium svolgeva il ruolo di capitale della provincia romana di Mesia Superiore. Nel corso degli scavi sono stati scoperti anche reperti di altre navi e canoe che si trovavano sommersi lungo il corso del fiume Danubio. L'intenzione è di esporre questa recente scoperta insieme a migliaia di manufatti recuperati dal sito di Viminacium. Gli scavi archeologici in questa zona sono stati in corso per oltre un secolo, tuttavia solamente il 5% dell'intera area è stato esplorato finora. È degno di nota che questo sito, che copre un'area più estesa del Central Park di New York, presenta una caratteristica insolita: non è sepolto sotto una città moderna. Tra i reperti ritrovati figurano manufatti di grande valore storico e resti di mammut.

https://video.repubblica.it/mondo/scoperta-un-antica-imbarcazione-romana-in-una-cava-di-carbone-la-sorpresa-dei-minatori-in-serbia/450659/451622

Nave di epoca romana emerge da una miniera di carbone serba

La miniera sorge vicino all'antica città romana di Viminacium. Tre anni fa vennero rinvenuti gli scheletri di altre tre imbarcazioni

 

Da una miniera di carbone serba, vicino a Kostolac, emerge un'antica nave romana che potrebbe risalire al III o IV secolo d.C.

Ed è corsa contro il tempo per gli archeologi serbi al fine di mettere al sicuro lo scheletro dell'imbarcazione rinvenuta in una grande cava di carbone. La miniera di superficie della città di Kostolac si trova vicino all’antica città romana di Viminacium (un tempo capitale della Mesia superiore e base di un distaccamento della flotta Romana sul Danubio) e scoperte di questio tipo non sono nuove.

Una miniera ricca di sorprese archeologiche

Già nel 2020 gli escavatori dei minatori portarono alla luce tre navi di epoca romana, sepolte nel fango di un antico letto del Danubio da almeno 1.300 anni. La più grande era una nave fluviale a fondo piatto, lunga 15 metri. Due barche più piccole, ciascuna ricavata scavando un unico tronco d’albero, potrebbero anche essere state delle piroghe (monossili) usate dagli invasori per attraversare il fiume e attaccare la frontiera romana.   

 
 

 All’epoca dell’Impero romano, il Danubio o uno dei suoi rami più grandi scorrevano nella terra dove oggi sorge la miniera. Le tre navi giacevano sepolte sotto 7 metri di limo e argilla che le hanno conservate per secoli in buone condizioni. Tre anni fa sono state portate alla luce dagli escavatori dei minatori, che le hanno però rovinate: «Circa il 35-40% della nave grande è stato danneggiato», aveva dichiarato ad Ars Technica l’archeologo Miomir Korac, direttore dell’Istituto archeologico e capo del Viminacium science project. "Tuttavia abbiamo raccolto tutti i pezzi e dovremmo essere in grado di ricostruirla quasi per intero». La nave grande aveva un ponte, almeno sei paia di remi e montava la vela latina triangolare. L’equipaggio consisteva di 30-35 marinai e lo scafo mostra segni di riparazione. 

I motoscafi al tempo dei romani

Al contrario, le due piroghe scoperte erano molto più rudimentali, sebbene una avesse decorazioni scolpite sullo scafo. Venivano chiamate monossili ed erano una sorta di mezzi da sbarco. Un monossile non è una nave da combattimento. È solo un modo per attraversare il fiume e invadere a terra", aveva precisato  Korac.  

 La mancanza di segni di combattimento e di manufatti sulle barche, ha impedito  di identificarne lo scopo nell'immediato. "Le navi furono abbandonate o evacuate. Non affondarono improvvisamente col carico", disse Korac "Se ciò accadde durante l’invasione barbarica e il ritiro delle truppe romane, la nave grande potrebbe essere abbandonata e affondata per non cadere nelle mani del nemico".

I tre relitti ssono stati immediatamente trasferiti nel vicino parco archeologico.

 

Un esempio di scheletro d'imbarcazione romana conservato nel museo di storia di Marsiglia

https://it.euronews.com/2023/08/05/nave-di-epoca-romana-emerge-da-una-miniera-di-carbone-serba


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Il Corriere della Città

Il Corrie

Antica nave romana, i resti riemergono da una cava di carbone in Serbia

 

 

ritrovamento-nave-romana-in-Serbia-1000x600.jpg

Ancora meravigliose scoperte archeologiche legate ai fasti dell’Impero Romano, come accaduto recentemente in una cava di carbone nei Balcani. In queste ore, infatti, dal sottosuolo è emersa un’antica nave romana. L’imbarcazione di età millenaria, probabilmente era legata alla presenza delle legioni romane all’interno del territorio dove sorge attualmente lo Stato serbo. 

 

La scoperta dell’antica nave romana nella cava dei Balcani

L’illustre e affascinante scoperta archeologica, è avvenuta all’interno dei confini della Serbia. Un gruppo di minatori stava lavorando all’interno di una cava della Mesia Superiore, quando improvvisamente si sono ritrovati davanti a questo inaspettato ritrovamento archeologico. Subito sul posto una squadra di archeologi, impegnata a cantierare l’area dell’intera imbarcazione e soprattutto capirne l’esatta provenienza storica. 

Il lavoro sulla nave romana in Serbia

L’obiettivo degli archeologi al lavoro sul cantiere, è quello di riportare alla luce quello che rimane dell’imbarcazione imperiale. Si sta vagliando un modo per riportare fuori dalla caverna l’antica nave, lasciando così la possibilità ad archeologi e studiosi di analizzare più approfonditamente il ritrovamento. L’imbarcazione imperiale, per ignoti motivi, era finita risucchiata in quella che attualmente risultava essere una cava di carbone. Una zona balcanica che, forse un tempo molto remoto, vedeva il passaggio dell’acqua e quindi anche il passaggio di antiche popolazioni a bordo di barche. 

 
 

L’area era vissuta dai romani?

La barca potrebbe rispondere a questo interessate quesito tutto accademico. Da tempo, storici e archeologi, si domandano della concreta presenza dei romani in quelle terre. Tra ritrovamenti e tracce storiche, tutto farebbe supporre di sì. A confermare questa ipotesi, inoltre, anche un altro dato: dal 2020, nella stessa zona è la seconda nave romana che viene riportata alla luce. Segno che, forse un tempo, l’area vedeva la presenza di acqua e fosse un passaggio per le imbarcazioni imperiali che viaggiavano lungo tutto il territorio dell’immensa area balcanica.

 
 

https://www.ilcorrieredellacitta.com/ultime-notizie/antica-nave-romana-i-resti-riemergono-da-una-cava-di-carbone-in-serbia.html/amp

Ma già in precedenza:

Tre navi Romane in una miniera in Serbia?

I minatori di carbone in Serbia hanno fatto una scoperta inaspettata: tre navi probabilmente romane, sepolte nel fango di un antico letto del Danubio da almeno 1.300 anni. La più grande è una nave fluviale a fondo piatto lunga 15 metri. Due barche più piccole, ciascuna ricavata scavando un unico tronco d’albero, potrebbero anche essere state delle piroghe (monossili) usate dagli invasori per attraversare il fiume e attaccare la frontiera romana. La miniera di superficie di Kostolac si trova vicino all’antica città romana di Viminacium, un tempo capitale della Mesia superiore e base di un distaccamento della flotta Romana sul Danubio. All’epoca dell’Impero romano, il Danubio o uno dei suoi rami più grandi scorrevano nella terra ora occupata dalla miniera. Le tre navi giacevano sepolte sotto 7 metri di limo e argilla che le hanno conservate per secoli in buone condizioni. Sono state portate alla luce dagli escavatori dei minatori, che le hanno però rovinate: «Circa il 35-40% della nave grande è stato danneggiato», ha dichiarato ad Ars Technica l’archeologo Miomir Korac, direttore dell’Istituto archeologico e capo del Viminacium Science Project. «Tuttavia abbiamo raccolto tutti i pezzi e dovremmo essere in grado di ricostruirla quasi per intero». La nave grande aveva un ponte, almeno sei paia di remi e montava la vela latina triangolare. L’equipaggio consisteva di 30-35 marinai e lo scafo mostra segni di riparazione. Al contrario, le due piroghe scoperte erano molto più rudimentali, sebbene una avesse decorazioni scolpite sullo scafo. Venivano chiamate monossili ed erano una sorta di mezzi da sbarco. «Un monossile non è una nave da combattimento. È solo un modo per attraversare il fiume e invadere a terra», ha detto Korac. «Di fronte a navi più grandi, i monossiloni venivano facilmente sconfitti, come testimoniano fonti del VI secolo: menzionano una flotta romana di Singidunum (Belgrado) che respinge attacchi barbarici».
La nave più grande sembra di origine romana, ma non è da escludere che fosse più antica o più tarda. Per avere una risposta certa, Korac ha inviato campioni di legno a un laboratorio per l’analisi al radiocarbonio, ma la pandemia COVID-19 sta tenendo tutto in sospeso. Ad ogni modo, le fonti non menzionano alcun porto dopo che Viminacium venne distrutta degli Avari nel 584 d.C. Le tre navi potrebbero dunque testimoniare il commercio o il conflitto lungo la frontiera romana. Qui vicino vi era la base navale romana di Viminacium, e si può immaginare una battaglia sul Danubio tra una nave da guerra romana e invasori nelle piroghe. Non sono note battaglie fluviali vicino a Kostolac, ma un paio ebbero luogo più a monte, vicino ai porti romani di Singidunum e Sirmium (Sremska Mitrovica). La mancanza di segni di combattimento e di manufatti sulle barche, impedisce al momento di identificarne lo scopo. «Le navi furono abbandonate o evacuate. Non affondarono improvvisamente col carico», ha detto Korac. «Se ciò accadde durante l’invasione barbarica e il ritiro delle truppe romane, la nave grande potrebbe essere abbandonata e affondata per non cadere nelle mani del nemico». Al momento, scavi e analisi sono in sospeso, ma i tre relitti sono stati trasferiti nel vicino parco archeologico.
 
Navi%20Serbia.jpg

 

https://www.sotterraneidiroma.it/blog/navi+romane_miniera_serbia


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Un’antica flotta romana ritrovata in Serbia

Notizie di nuove scoperte archeologiche giungono dalla Serbia, più precisamente dal sito dell’antica città romana di Viminacium nei pressi di Kostolac, dove – circa tre settimane fa – sepolta sotto i depositi di fango è stata ritrovata un’antica flotta composta di grandi navi (alcune simili alle navi da guerra romane), piccole barche, e altre imbarcazioni di vario tipo.

Per il momento è difficile attribuire una datazione poiché non sono stati ritrovati altri oggetti che possano ricondurre ad un preciso periodo storico, anche se la nave più grande (lunga 15 metri) è stata ritrovata 7 metri sotto il livello dei resti romani più antichi, il che potrebbe collocare questi reperti in un’epoca precedente a quella romana. Alcuni campioni di legno sono già stati prelevati per essere sottoposti alla datazione al carbonio.

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Imbarcazioni scoperte a Viminacium / ph. ArcheoSerbia

Le imbarcazioni sono state ritrovate durante i lavori di estrazione del carbone, poiché tutta l’area dell’antica Viminacium è situata sopra enormi giacimenti di carbone. Molti dei più importanti ritrovamenti archeologici in Serbia sono avvenuti durante questi lavori, ma l’aspetto negativo di questa vicenda è che la maggior parte dell’area archeologica di Viminacium andrà perduta proprio a causa dell’intensa attività di estrazione.

Viminacium-2-225x300.jpgViminacium era la capitale della Media Superiore ed era il campo base della Legione Claudia. Era una città romana fortificata in cui vivevano circa 30.000 persone. Le sue necropoli risalgono ad un periodo compreso fra IV secolo a.C e il IV secolo d.C., e costituiscono ancora oggi il più grande cimitero romano al mondo. Infatti, gli archeologi serbi hanno ritrovato più di 14.000 sepolture e tombe contenenti oltre 30.000 oggetti di corredo funerario.

Questo sito archeologico che si estende su un’area di 450 ettari fino ad oggi è stato indagato solo per il 2%, ma gli archeologi stimano addirittura che sotto il terreno ci sia materiale per i prossimi 300 anni di scavi.

https://mediterraneoantico.it/articoli/news/unantica-flotta-romana-ritrovata-in-serbia/


Inviato

Pensando all' enorme antichità del carbone fossile, pur considerandone una cava a cielo aperto, incuriosisce la collocazione di questo natante 'in una miniera di carbone' .


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