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IGNORED

Curiosità nella lingua italiana: aforismi, battute, aneddoti, ecc.


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Nella Roma Repubblicana, il titolo di imperator era attribuito per acclamazione ai generali vittoriosi in battaglia. Esso fu poi assunto stabilmente da Giulio Cesare, che lo pospose al proprio nome, a significare il comando permanente dell’esercito.

apollonia


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Nel 1290, re Edoardo I d’Inghilterra rimase vedovo di Eleonora di Castiglia dopo 36 anni di felice matrimonio. La regina morì mentre si trovava a Harby, una località del Nottinghamshire distante più di 200 chilometri da Londra: in tale occasione, il sovrano fece voto di erigere una croce in ogni città nella quale il corteo regale avrebbe fatto tappa nell’accompagnare a Westminster le spoglie dell’amatissima consorte. Di quelle dodici monumentali croci, costruite tra il 1291 e il ’93, tre esistono ancora oggi più o meno intatte.

apollonia


  • 3 settimane dopo...
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Se si interpreta il verbo ‘annegare’ come ‘rifiutare categoricamente di ammettere di non saper nuotare’, quale potrebbe essere una interpretazione di ‘condotto’?

apollonia


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Inviato
Il 19/02/2025 alle 22:01, apollonia dice:

Se si interpreta il verbo ‘annegare’ come ‘rifiutare categoricamente di ammettere di non saper nuotare’, quale potrebbe essere una interpretazione di ‘condotto’?

apollonia

 

Si sta giocando con le “parole pazze” e una interpretazione di ‘condotto’ poteva essere: Pisolo, Brontolo e altri quattro.

In questo contesto, quale potrebbe essere una interpretazione di ‘espressione’?

apollonia


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Inviato (modificato)

‘Espressione’ potrebbe essere l’atteggimento del volto tipico di chi si beve un caffè al bar, ma qui stiamo giocando con le parole pazze, come “zuzzurellone” che potrebbe indicare un tipo molto spassoso addetto alla chiusura dei vocabolari.

Ma in un contesto serio si deve parlare delle “frasi bisenso”, cioè di frasi contenenti almeno un termine dotato di due o più distinte accezioni che ne rende ambigua l’interpretazione. In tal caso, accanto a un significato di spontanea attribuzione (senso forte), ne emerge almeno un altro, un po’ meno immediato ma altrettanto plausibile (senso debole). Ad esempio, la frase «Antica credenza popolare» può essere intesa naturalmente come «Vecchia convinzione comune», ma riflettendoci un po’, anche come: «Tradizionale armadio di cucina».

Un modo molto pratico per giocare con frasi di questo genere consiste nel descrivere una determinata parola attraverso una definizione dotata di un evidente senso forte, fuorviante, come nei seguenti esempi.

– Carattere infantile: asta (carattere = segno grafico) 

– Programma comune a tutti i partiti: arrivare (partiti = messisi in viaggio) 

– Capo di gabinetto: asciugamano (capo = capo di biancheria; gabinetto = bagno) 

Se si ribalta questa impostazione, si ottiene un altro modo di giocare con le frasi ambigue. In questo caso, invece di ricavare una parola che risponda a una determinata definizione, bisogna cercare di trovare una frase che si presti a definire un determinato esposto (costituito da una parola o da una frase) e che possa, al tempo stesso, essere interpretata in base a un altro significato di immediata accezione.

Per agevolare la ricerca della soluzione si usa affiancare all’esposto anche un opportuno diagramma numerico, ovvero una successione di numeri che indica la lunghezza in lettere delle parole componenti la soluzione. 

Questo tipo di gioco, molto apprezzato dai cultori di enigmistica, in passato veniva chiamato crittografia mnemonica perchè la frase risolutiva deve appartenere al bagaglio di locuzioni e di modi di dire di comune conoscenza (deve, cioè, poter essere riconosciuta a livello mnemonico). Da diversi anni, però, si preferisce denominarlo frase bisenso allo scopo di mettere in maggiore evidenza il meccanismo linguistico su cui si basa. Esempi di frasi bisenso:

PELO E CONTROPELO (4, 2 ,3, 7) = Sono le due passate (passate = passaggi del rasoio)

ORLATE (9, 2, 5) = Provviste di bordo (provviste = munite; bordo = orlo)

CUCCHIAINO (5, 6, 2, 13) = ?

Lascio la soluzione dell’ultima frase al lettore.

 

apollonia

Modificato da apollonia

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A volte l’intelligenza artificiale è utile a mettere in luce la demenza naturale (apollonia).

apollonia


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Per evitare di dimenticare una parola che si è scelto come password, Luca la scrive su un foglietto e, sperando in tal modo di confondere eventuali ficcanaso o malintenzionati, la inserisce in una lista di altri vocaboli: livrea, velare, rivela, virale, rivale.

Qual è la parola giusta e quale precisa caratteristica la distingue dalle altre?

apollonia


Inviato

potrebbe essere averli, anagramma delle altre parole ma con le seguenti caratteristiche: le vocali sono ordinate rispetto all'ordine dell'alfabeto, le consonanti sono ordinate al contrario (dall'ultima alla prima).

saluti @apollonia, sempre uno stimolo all'uso della mia poca materia grigia


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Inviato
3 ore fa, Carlo. dice:

potrebbe essere averli, anagramma delle altre parole ma con le seguenti caratteristiche: le vocali sono ordinate rispetto all'ordine dell'alfabeto, le consonanti sono ordinate al contrario (dall'ultima alla prima).

saluti @apollonia, sempre uno stimolo all'uso della mia poca materia grigia

 

Salve, gli anagrammi c'entrano, ma la password è una delle cinque parole.

apollonia


Inviato
29 minuti fa, apollonia dice:

Salve, gli anagrammi c'entrano, ma la password è una delle cinque parole.

apollonia

avevo inteso "in una lista di altri vocaboli" nel senso di "insieme ad altri vocaboli".

livrea è l'unica parola che ha due consonanti vicine, o che dir si voglia, non ha un'alternanza di consonanti e vocali. è anche l'unica delle cinque parole che inizia con la stessa iniziale del nome di Luca.


Supporter
Inviato
6 minuti fa, Carlo. dice:

avevo inteso "in una lista di altri vocaboli" nel senso di "insieme ad altri vocaboli".

livrea è l'unica parola che ha due consonanti vicine, o che dir si voglia, non ha un'alternanza di consonanti e vocali. è anche l'unica delle cinque parole che inizia con la stessa iniziale del nome di Luca.

 

Non è questa. C'entrano gli anagrammi.

apollonia


Inviato
2 minuti fa, apollonia dice:

Non è questa. C'entrano gli anagrammi.

apollonia

certo, devo andare allora per esclusione. velare è l'unica parola non anagramma delle altre 4.

  • Mi piace 1

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4 minuti fa, Carlo. dice:

certo, devo andare allora per esclusione. velare è l'unica parola non anagramma delle altre 4.

 

Giusto: è l’unica che non costituisce un anagramma con le altre.

apollonia


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Inviato
Il 26/02/2025 alle 23:17, apollonia dice:

‘Espressione’ potrebbe essere l’atteggimento del volto tipico di chi si beve un caffè al bar, ma qui stiamo giocando con le parole pazze, come “zuzzurellone” che potrebbe indicare un tipo molto spassoso addetto alla chiusura dei vocabolari.

Ma in un contesto serio si deve parlare delle “frasi bisenso”, cioè di frasi contenenti almeno un termine dotato di due o più distinte accezioni che ne rende ambigua l’interpretazione. In tal caso, accanto a un significato di spontanea attribuzione (senso forte), ne emerge almeno un altro, un po’ meno immediato ma altrettanto plausibile (senso debole). Ad esempio, la frase «Antica credenza popolare» può essere intesa naturalmente come «Vecchia convinzione comune», ma riflettendoci un po’, anche come: «Tradizionale armadio di cucina».

Un modo molto pratico per giocare con frasi di questo genere consiste nel descrivere una determinata parola attraverso una definizione dotata di un evidente senso forte, fuorviante, come nei seguenti esempi.

– Carattere infantile: asta (carattere = segno grafico) 

– Programma comune a tutti i partiti: arrivare (partiti = messisi in viaggio) 

– Capo di gabinetto: asciugamano (capo = capo di biancheria; gabinetto = bagno) 

Se si ribalta questa impostazione, si ottiene un altro modo di giocare con le frasi ambigue. In questo caso, invece di ricavare una parola che risponda a una determinata definizione, bisogna cercare di trovare una frase che si presti a definire un determinato esposto (costituito da una parola o da una frase) e che possa, al tempo stesso, essere interpretata in base a un altro significato di immediata accezione.

Per agevolare la ricerca della soluzione si usa affiancare all’esposto anche un opportuno diagramma numerico, ovvero una successione di numeri che indica la lunghezza in lettere delle parole componenti la soluzione. 

Questo tipo di gioco, molto apprezzato dai cultori di enigmistica, in passato veniva chiamato crittografia mnemonica perchè la frase risolutiva deve appartenere al bagaglio di locuzioni e di modi di dire di comune conoscenza (deve, cioè, poter essere riconosciuta a livello mnemonico). Da diversi anni, però, si preferisce denominarlo frase bisenso allo scopo di mettere in maggiore evidenza il meccanismo linguistico su cui si basa. Esempi di frasi bisenso:

PELO E CONTROPELO (4, 2 ,3, 7) = Sono le due passate (passate = passaggi del rasoio)

ORLATE (9, 2, 5) = Provviste di bordo (provviste = munite; bordo = orlo)

CUCCHIAINO (5, 6, 2, 13) = ?

Lascio la soluzione dell’ultima frase al lettore.

 

apollonia

 

È rimasta in sospeso la soluzione della frase bisenso CUCCHIAINO (5, 6, 2, 13), che è la seguente:

MEZZO MINUTO DI RACCOGLIMENTO.

Infatti, il cucchiaino è uno strumento (mezzo), piccolo (minuto), che viene utilizzato per raccogliere qualcosa (di raccoglimento); inoltre, in accordo con il diagramma numerico: mezzo è composto da 5 lettere, minuto da 6, di da  2 e raccoglimento da 13. Infine, la stessa frase, può essere interpretata in maniera immediata come: trenta secondi di meditazione.

apollonia

 


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PERSONAGGIO NASCOSTO (anagramma)

TI PIACE IN TV, VERO?

Quale attrice cela questo programma?

apollonia


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Il 07/03/2025 alle 18:13, apollonia dice:

PERSONAGGIO NASCOSTO (anagramma)

TI PIACE IN TV, VERO?

Quale attrice cela questo programma?

apollonia

 

VERONICA PIVETTI? 

Ciao. 

Stilicho 

  • Mi piace 1

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Nel tardo pomeriggio ascoltavo una trasmissione su Radio 3. Si parlava di Prometeo.

La conduttrice pronunciava Prometéo, ma alcuni ascoltatori sostenevano si dicesse Prométeo. 

La conduttrice sosteneva che sì potesse pronunciare in entrambi i modi. 

Voi cosa dite? Come si pronuncia correttamente in italiano? 

Buona notte. 

Stilicho 


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Inviato

Prometeo è un tetrasillabo che può essere pronunciato in due modi a seconda della sillaba sulla quale cade l’accento tonico: la penultima (pro-me-tè-o) o la terzultima (pro-mè-te-o).

La prima variante è la più antica dal punto di vista etimologico derivando direttamente dal greco, mentre la seconda è quella più vicina a noi dal punto di vista temporale, e che in genere si consiglia di usare tenendo conto del fatto che la nostra è una lingua neolatina, i cui vocaboli sono spesso arrivati fino a noi proprio attraverso il sistema linguistico dei Romani.

Quindi entrambe le pronunce hanno ragion d’essere, ma sulla scelta di una delle due gli stessi linguisti hanno aderito a posizioni differenti tra loro. C’è chi dice di affidarsi alla frequenza d’uso nella vita di ogni giorno, mentre altri sono dell’opinione che sia più indicato accentare sempre alla greca.

Opposto il suggerimento dell’autorevole linguista e filologo Luca Serianni, che nella sua Grammatica (I.183-184) specifica: “In linea di massima, è preferibile seguire l’accentazione latina, proprio per riconoscere la parte che spetta a questa lingua nella formazione del lessico intellettuale e scientifico e nella trasmissione del patrimonio onomastico dell’antichità”.

Tuttavia, sottolinea lo stesso Serianni poco dopo, “esistono usi consolidati che sarebbe assurdo pretendere di modificare. Come nessuno parlerebbe di ‘complesso di Èdipo’, alla latina, così appare senza concorrenti la pronuncia alla greca di ‘accadèmia’ (contro il latino ‘accademìa’)”, come già osservavamo.

Alla luce di queste considerazioni, dunque, quello che emerge è che quando un termine si presta a una doppia accentazione per motivi etimologici non c’è mai un’opzione più giusta di un’altra, o per lo meno non di default. Sulla carta non sbaglia chi dice Eraclìto alla latina al posto di Eràclito alla greca, né chi preferisce pronunciare alopecìa alla greca anziché alopècia alla latina.

Ciò che conta, in linea di massima, è riconoscere la correttezza di entrambe le varianti e stabilire in modo coerente a quale scuola di pensiero rifarsi, assecondando eventualmente la consuetudine più diffusa ed evitando comunque l’unico vero “errore” possibile, se così vogliamo chiamarlo: quello di oscillare senza motivo fra il greco e il latino tra una frase e l’altra, senza riuscire a riconoscerne fino in fondo la ragione.

 

Da https://www.illibraio.it/news/grammatica/accento-parole-alla-origine-greca-o-latina-1425229/

apollonia

  • Grazie 1

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9 ore fa, apollonia dice:

ed evitando comunque l’unico vero “errore” possibile, se così vogliamo chiamarlo: quello di oscillare senza motivo fra il greco e il latino tra una frase e l’altra, senza riuscire a riconoscerne fino in fondo la ragione.

Grazie per la spiegazione, davvero molto esauriente. 

Ma sul punto che ho citato avrei alcune riserve: non e' possibile, nella vita di tutti i giorni, mantenere una coerenza tra greca e latina della linea da seguire. Sarebbe troppo complicato. Alla fine, pronunci come ti viene, sapendo che comunque non sbagli. Poi, spesso e' l'uso che a la legge.

Ciao. 

Stilicho


Supporter
Inviato (modificato)
3 ore fa, Stilicho dice:

Grazie per la spiegazione, davvero molto esauriente. 

Ma sul punto che ho citato avrei alcune riserve: non e' possibile, nella vita di tutti i giorni, mantenere una coerenza tra greca e latina della linea da seguire. Sarebbe troppo complicato. Alla fine, pronunci come ti viene, sapendo che comunque non sbagli. Poi, spesso e' l'uso che a la legge.

Ciao. 

Stilicho

 

Giusto, si può discutere, ma l’errore sarebbe quello di ritenere errata una pronuncia solo perché suona male alle nostre orecchie, senza cercarne ia causa. Un atteggiamento purtroppo diffuso che riguarda non solo la pronuncia delle parole.

Ciao,

apollonia

Modificato da apollonia
  • Mi piace 1

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Inviato

Ho appena appreso che il verbo intransitivo imbambolare, oggi utilizzato nel significato di “rimanere incantato”, ha anche il significato meno comune di “inumidirsi per le lacrime” (riferito agli occhi), come avviene spesso nei bambini: bambolo è infatti una forma letteraria o scherzosa per “bambino”.

Recentemente mi si sono inumiditi gli occhi per le lacrime spontaneamente, leggendo di Arturo Toscanini che nel dirigere la prima della Turandot al Teatro della Scala di Milano circa un secolo fa, aveva interrotto l’esecuzione sull’ultima nota scritta dal compositore toscano pronunciando la frase: «Qui termina la rappresentazione, perché a questo punto il Maestro è morto».

Avevo pensato a un “bagnetto agli occhi”, ma ora so che letteralmente mi sono Imbambolato. Che sia tornato bambolo?

apollonia


  • 2 settimane dopo...
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Quali sono le parole panvocaliche più brevi in italiano, in francese e in inglese?

apollonia


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Il 22/03/2025 alle 00:50, apollonia dice:

Quali sono le parole panvocaliche più brevi in italiano, in francese e in inglese?

apollonia

 

NOTA. Le parole panvocaliche contengono le cinque vocali e le più brevi una sola consonante.

apollonia


Supporter
Inviato

In francese la consonante è la esse.

apollonia


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