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IGNORED

Curiosità nella lingua italiana: aforismi, battute, aneddoti, ecc.


apollonia

Risposte migliori

Supporter

Salve. La discussione è aperta a ogni contributo sul tema.

L’insegnamento migliore di un docente ai suoi studenti è metterli nelle condizioni migliori per imparare. Se gli insegni la curiosità, uno studente continuerà il processo di apprendimento per tutta la vita.

Si scopre che gli studenti hanno copiato dalla improvvisa scomparsa degli errori grammaticali e dalla comparsa delle virgole.

A scuola hanno chiesto a uno studente di dimostrare la legge di gravità e lui ha gettato l’insegnante fuori dalla finestra.

apollonia

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Supporter

Le monete interrate subiscono modificazioni in superficie che dipendono dal tipo di suolo con cui si trovano in contatto. L’acidità del suolo è un fattore importante non solo per le monete ma anche nel caso di alcune specie di fiori come nel caso delle ortensie che assumono diversi colori a seconda del pH del terreno. Se il pH è 5,5 o inferiore, le ortensie sono blu; se il pH è 6,5 o più alto, le ortensie sono rosa; se il pH è compreso tra 5,5 e 6,5, le ortensie sono di colore viola.

apollonia

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Supporter

Gerani e pelargoni sono noti fiori da balcone dal nome che trae origine in riferimento agli uccelli. Precisamente “gèranos” era, in greco, la gru e “pelargòs” la cicogna. Pare che i nomi furono attribuiti per la somiglianza dei fiori di queste piante con i becchi di quegli uccelli.

Uno dei fiori più grandi del mondo è quello della Rafflesia arnoldii, che può superare il metro di diametro e pesare fino a 10 kg.

La pianta che cresce più in fretta è il bambù: alcune specie, che possono superare l’altezza di 36 m, aumentano fino a 1,20 m in ventiquattro ore.

apollonia

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Supporter

Quesito:

Nelle lingua italiana, la terza persona singolare del presente del verbo essere si scrive (con particolare riferimento alle tastiere) con l'accento acuto o con l'accento grave?

Spero di non essere off topic.

Stilicho

Modificato da Stilicho
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Supporter

No no, non sei off topic, anzi, ben vengano quesiti del genere.

Può essere utile far riferimento alla pronuncia di questa voce del verbo essere come e aperta, che si indica graficamente con l’accento grave: egli è; È bene.

La e senza accento grafico è una congiunzione che si pronuncia come e chiusa.

La é con l’accento acuto compare in alcune parole, per es. (congiunzione negativa): Né carne né pesce.

La pronuncia è come quella della e chiusa.

apollonia

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Supporter

Balestra… l’antica, poderosa arma per lanciare le frecce è parola derivata dal greco “bàllein” (scagliare, lanciare) con riferimento appunto allo scopo dell’arma. Se usata maldestramente, l’arma può essere pericolosa, tanto che, a esempio, “sentirsi sbalestrato” ha assunto il significato di aver perso il controllo di sé. E da balestra è derivato anche il nome del balestruccio, l’uccello che giunge da noi a primavera, parecchio simile alla rondine (tanto che molti non distinguono l’uno dall’altra), chiamato così per la forma “a balestra” che assume con le ali aperte e per la conseguente rapidità di volo.

apollonia

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Supporter
Inviato (modificato)

Sull’uso dell’accento acuto e grave, a integrazione della risposta al quesito di stilicho nel post #5.

In genere, quando si scrive, non si fa attenzione al tipo di accento e lo si segna come un trattino obliquo sulla vocale finale. Ma nell'uso corretto il trattino che, nel senso da sinistra a destra della scrittura, va dal basso verso l’alto rappresenta l’accento acuto con cui si indica per es. la e chiusa di perché, mentre il trattino che va dall’alto verso il basso rappresenta l’accento grave con cui di indica per es. la e aperta di caffè.

Se si vuole scrivere in modo impeccabile, queste differenze vanno rispettate, soprattutto se non scriviamo a mano ma usiamo una macchina per scrivere o il computer, dove sulla tastiera troviamo un tasto apposito per distinguere fra la é e la è.

Può essere d’aiuto dare l'elenco delle parole più comuni che richiedono l'accento acuto sulla e finale: affinché, benché, cosicché, finché, giacché, né, nonché, perché, poiché, purché, sé (quando è pronome: "Marco pensa solo a "), sicché, ventitré e tutti i composti di tre (trentatré, quarantatré, centotré, ecc.); infine, le terze persone singolari del passato remoto di verbi come battere, potere, ripetere, ecc.: batté, poté, ripeté, ecc.

In tutti gli altri casi, l'accento sulla e finale è grave va segnato sulla terza persona del presente indicativo del verbo essere: è, su  e su caffè. [...]

Una lista di termini dall’accentazione “dubbia” con la proposta dell'accentazione (più) corretta è data in

https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/vademecum-sullaccento-quando-indicarlo-e-dove-pronunciarlo/34

apollonia

Modificato da apollonia
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Supporter

Ti rendi conto di essere anziano di lunga data quando a tuo nipote che ti chiede se ti sei addormentato davanti al televisore, rispondi: “No no, ero sveglio: ho solo fatto riposare gli occhi!”.

E ancora, quando alla domanda se hai pianto per un evento particolarmente emozionante come la recentissima vittoria di Filippo Ganna ai mondiali di ciclismo e l’abbraccio in pista con l’avversario britannico battuto per 54 millesimi, rispondi: “No no, non mi sono commosso: ho solo fatto un bagnetto agli occhi!”.

apollonia

P.S. Riflessioni personali.

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Ciao, "aforisma", " battuta", "aneddoto" ? , forse OT ?. Lascio a chi legge come considerare questo termine, il cui significato è da me conosciuto sin dall'età liceale  grazie ad una mia anziana e bravissima professoressa che era una grande insegnante non solo della sua materia ma soprattutto di vita, persone queste che restano indimenticate e che sono sempre presenti nella vita dì ognuno di noi. " SACCENTE " : derivante dal latino "sapiens-entis" cioè "essere saggio" ma che spesso, nel linguaggio moderno, viene usato non proprio per indicare virtuosismo, anzi. Significato di persona che tende presuntuosamente a far mostra di ciò che sa o crede di sapere, che non perde occasione per intervenire su ogni argomento, ostentando in modo sussiegoso ed irritante un sapere che spesso si rivela molto superficiale. Diceva la prof. "Categoria di persone, i saccenti, forse più numerosa che senz'altro incontrerete nella vostra vita. Abituatevi a conviverci ma soprattutto cercate sempre, in qualunque occasione, di non esserlo anche voi e possibilmente di non farlo essere alle persone a noi più vicine dando loro l'esempio. È l'unico modo, nel tempo, di cercare di limitarne la presenza " 🙂

ANTONIO 

Modificato da Pxacaesar
Errore battitura
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Supporter

Ciao, ANTONIO in lettere maiuscole.

Apprezzo in particolare il suggerimento della tua Prof. sui saccenti dove dice: “…ma soprattutto cercate sempre, in qualunque occasione, di non esserlo anche voi...”

L’ostentazione di cognizioni comprende anche quella di ritenere saccente una persona che non si conosce, giudicandola sulla base di impressioni personali e di predisposizioni d’animo che fan parte della propria indole. Prima di rivolgere lo sguardo verso gli altri, sarebbe bene farlo in sé stessi.

apollonia

 

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C'è stata qualche punzecchiatura a causa di un post un po' troppo "saccente" (a buon intenditor... ) cui è stata data risposta adeguata :hi:

Adesso cerchiamo di tornare nei ranghi.

Grazie.

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Ciao, il mio intervento non ha assolutamente niente di saccente e non è assolutamente rivolto a te @apollonia. Per quale motivo poi. Mi dispiace tu lo abbia interpretato come contro di te, lascia pensare questo la tua risposta. Ovviamente questo vale anche per il @CdCintervenuto, che ha totalmente interpretato male quanto da me scritto... e mi fermo qui.Ho semplicemente dato la spiegazione di saccente, termine della nostra lingua come tu @apolloniahai dato quello di balestra. Ovviamente da parte mia nessun rientro nei ranghi perché non ne sono mai uscito. A buon intenditor...🙂

ANTONIO 

 

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Supporter

Come non c’è nulla di personale nel tuo intervento, così non vedo perché tu lo debba trovare nel mio.

Tornando in tema, saccènte è un aggettivo che può avere anche il significato di istruito, esperto. Per evitare fraintendimenti, suggerirei di ricorrere a saccentèllo o saccentóne quando si vuol fare riferimento a una persona che vuol ostentare pedantescamente le proprie cognizioni per distinguerla da chi ha la competenza per spiegare come stanno le cose.

Le tue domande richiamano un problema strettamente linguistico sui termini saccenteria e saccenza di cui si è occupata l’Accademia della Crusca (v. https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/troppa-saccenteria-o-saccenza/986).

Saluti,

apollonia

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Supporter

Riguardo al dilemma “saccenteria o saccenza?” riassumo la discussione al link del post precedente.

La sola forma legittimata dai dizionari è saccenteria, sostantivo derivato dall’aggettivo saccente con l’aggiunta del suffisso –eria che, nel sistema di formazione delle parole in italiano, serve anche a formare i cosiddetti nomi di qualità (cioè nomi che esprimono una qualità tipica della persona designata dalla base) che spesso assumono un valore negativo con sfumature dispregiative.

Tuttavia si registra una notevolissima diffusione nei giornali e in televisione della forma saccenza, che dal punto di vista della sua formazione è sempre un nome di qualità costruito anch’esso a partire da saccente, trattato come un participio presente a cui è stato aggiunto il suffisso –(en)za, analogamente a moltissime altre parole come arroganza (da arrogante), conoscenza (da conoscente) e via dicendo. Una modalità di formazione molto produttiva e del tutto regolare che produce una forma concorrente al già radicato e attestato saccenteria.

apollonia

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4 ore fa, Pxacaesar dice:

questo vale anche per il @CdCintervenuto, che ha totalmente interpretato male quanto da me scritto... e mi fermo qui.

Ci sono stati diversi utenti, oltre al CdC e Apollonia, che hanno "interpretato male" quanto hai scritto, e hanno inviato segnalazioni in merito. Anche per questo il CdC è intervenuto.

Come dice il proverbio, a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca quasi sempre, e anche se forse non è questo il caso, è davvero meglio che ti fermi qui.

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Ricordo che a norma di regolamento, è vietato:

4.7 Contestare le decisioni dei moderatori o dello Staff di lamoneta.it pubblicamente. Qualora si necessiti di chiarimenti sul loro operato, si provvedera' a contattarli privatamente (pm o email). In caso di mancato chiarimento, si potrà rivolgersi agli Admin, sempre privatamente ( pm, email o forum apposito )

4.8 Assumere atteggiamenti d'aperta polemica verso il regolamento, lo staff, o altri utenti, impedendo in tal modo un tranquillo uso del forum ed una normale fruizione del servizio

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Per ritemprar lo spirito...

Marcel Achard: “Alle donne piacciono gli uomini taciturni. Credono che ascoltino”.

Jacques Normand: “I primi anni di matrimonio sono spesso burrascosi perché ancora non ci si conosce; quelli che seguono spesso lo sono ancora di più perché ci si conosce troppo”.

La peggior disgrazia che vi possa capitare è un matrimonio felice: non avete la minima speranza di divorzio.

Calvin Coolidge, presidente degli Stati Uniti dal 1923 al 1929, non amava i lunghi discorsi. Un giorno la moglie, al suo ritorno da una funzione religiosa dov’era andato da solo, gli chiese: “Il sermone è stato interessante?”. “Sì” rispose lui. “E qual era l’argomento?”. “Il peccato”. “E che cos’ha detto il pastore?”. “Era contrario”.

apollonia

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Buongiorno. Bellissima discussione. Speriamo sia ricca di interventi.

Visto che avete parlato di accento aperto o chiuso (che in grammatica greca a scuola si chiama acuto o grave) voglio farvi una domanda sulla posizione dell’accento in una  parola: diatriba. Dove lo fate cadere l’accento quando la pronunciate? Domanda strana che però vi pongo perché al primo anno di liceo ci fecero notare la pronuncia corretta della parola ma praticamente lo sento sempre pronunciare con l’altra (che comunque i dizionari non escludono, la danno come alternativa).

 

 

Modificato da vindar
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Supporter

Buona giornata, vindar.

Diàtriba / diatrìba ('discorso polemico'): pronuncia etimologicamente più corretta diàtriba, più comune diatrìba

Saluti

apollonia

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Supporter

A Giorgio De Chirico fu commissionato un quadro con la richiesta che usasse dei colori vivi e brillanti. “Colori vivi e brillanti? – esclamò indignato l’artista. – Bene. Allora il quadro fatevelo fare da un imbianchino ubriaco!”.

apollonia

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Supporter

Anagrammi

Che i Cadorini divengano iracondi, che i Leccesi divengano eccelsi, che i Riminesi divengan miserini, che i Folignati divengano ingolfati, che i Tarantini divengan rintanati, che i Triestini divengano interisti, è un po’ come i Vicentini che danno incentivi e i Pavesi che fanno vespai: tutto ha un senso rilevando che per ciascuno si tratta dei rispettivi anagrammi.

apollonia

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Riguardo all’accento, per alcuni termini sono accettabili entrambe le pronunce, come nel caso di arteriosclèrosi e arterioscleròsi: la prima segue il greco, la seconda il latino.

apollonia

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A proposito di “riguardo” come locuzione preposizionale, voi dite riguardo a qualcosa o riguardo qualcosa?

apollonia

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6 ore fa, apollonia dice:

Riguardo all’accento, per alcuni termini sono accettabili entrambe le pronunce, come nel caso di arteriosclèrosi e arterioscleròsi: la prima segue il greco, la seconda il latino.

apollonia

 

Buonasera. Prendo spunto, trovandoci proprio in questa discussione sulle ‘’curiosità dell’italiano’’, per evidenziare una curiosa somiglianza tra due diversi termini di ambito medico, arteriosclerosi ed aterosclerosi, spesso utilizzati (erroneamente) in maniera interscambiabile.. Più nello specifico, accade che si usi il termine arteriosclerosi per riferirsi al fenomeno dell’aterosclerosi. Non accade invece il contrario.

La porzione comune alle due parole è -sclerosi, dal gr. σκληρός,ά,όν : rigido, duro, non pieghevole.

Mentre però nel termine arteriosclerosi la prima parte, arterio-, fa chiaramente riferimento alle arterie, in aterosclerosi la porzione atero- ha tutt’altro significato. Infatti atero- deriva dal gr. αθεηρα,ας : farinata  e si riferisce all’aspetto esteriore delle lesioni aterosclerotiche in fase avanzata. 

Il termine arteroclerosi, che suona più familiare rispetto ad aterosclerosi ed è per questo più usato nel linguaggio conune, indica un generico indurimento della parete arteriosa che è però causato, come si può immaginare, anche da fenomeni diversi dalla formazione dell’ateroma. Infine, a favore di un maggiore utilizzo del termine arteriosclerosi rispetto a quello di ateriosclerosi c’è la caratteristica della patologia ateromasica di colpire solo le arterie e non le vene, per cui può sembrare, erroneamente, meglio espressa col termine arteriosclerosi che con quello di aterosclerosi.

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