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Inviato
Avrei gentilmente una domanda e spero possa rispondermi qualche archeologo:
come si fa a distinguere una stratigrafia manomessa per mano antropica ed una manomessa per cause naturali; quindi una talpa, ramificazioni ecc?
Grazie a tutti

Inviato

Ciao , la stratigrafia archeologica segue la stratigrafia geologica nel senso che e' stata la geologia ad individuare per prima questa legge fisica : gli strati piu' profondi sono piu' antichi di quelli piu' prossimi alla superficie ; questo in linea teorica generale perche' in geologia capita che strati antichi sovrastino quelli recenti .

In particolare non essendo un tecnico della materia archeologica , ma solo un dilettante geologo per questo conosco la stratigrafia geologica , riporto in parte quanto descritto da Wikipedia a proposito della stratigrafia archeologica :

"In archeologia, la stratificazione è un concetto per indicare la disposizione di strati omogenei (e per questo facilmente individualizzabili). Tale concetto si basa abbondantemente sulla legge della sovrapposizione. Quando dei ritrovamenti archeologici si trovano al di sotto della superficie del terreno (come nella maggior parte dei casi) l'identificazione del contesto di ognuno di questi è vitale per permettere agli archeologi di trarre conclusioni sul sito, sulla natura e sulla data della sua occupazione. Nella maggior parte dei casi, le "caratteristiche" possono essere identificate e queste si riferiscono alla stratificazione del suolo e al materiale in un arco di tempo. Per esempio il contenuto di un fosso costituirà una caratteristica separata o un contesto separato dallo strato in cui un fosso è stato scavato. È compito dell'archeologo tentare di scoprire quali strati esistono e come possano essere stati creati. 

Nello scavo ci si trova ad operare a partire dall'unità stratigrafica più recente e si procede via via ad asportare gli strati seguendone l'ordine cronologico, dal più recente al più antico, fino ad arrivare ad uno strato naturale inalterato e archeologicamente sterile, ossia privo di materiali. Si tratta di distinguere gli strati l'uno dall'altro sulla base delle loro caratteristiche fisiche, quali composizione, consistenza, colore codificato (codice Munsell), ecc., e di individuarne i reciproci rapporti fisici (quale strato si sovrappone all'altro, per esempio) per riconoscere ogni volta quello più recente che dovrà essere asportato per primo.

Poiché lo scavo comporta la distruzione dell'oggetto osservato (lo strato di terra viene asportato ed eliminato nel corso del procedimento e lo stesso vale per i limiti di una fossa che costituiscono un'unità stratigrafica negativa), è di fondamentale importanza raccogliere con precisione tutti i dati disponibili. Ogni unità stratigrafica viene individuata per mezzo di un numero, viene redatta una pianta che ne riporta i limiti e la posizione e l'unità stratigrafica viene inserita nelle sezioni. A questa documentazione grafica si aggiunge secondo le necessità anche una documentazione fotografica. Viene inoltre redatta una Scheda di unità stratigrafica, o scheda U.S., nella quale vengono riportate tutte le informazioni, dal tipo di unità stratigrafica, alla descrizione delle sue caratteristiche, a tutte le relazioni fisiche con le altre unità stratigrafiche, all'elenco dei materiali raccolti, ai risultati di eventuali analisi, ecc. Successivamente i dati raccolti saranno utilizzati per la determinazione della sequenza stratigrafica, che corrisponde alla sequenza degli eventi che si sono verificati sul sito oggetto di scavo.

La sequenza stratigrafica fornirà quindi la cronologia relativa di tutte le unità stratigrafiche, mentre una datazione assoluta sarà fornita dai materiali raccolti in ciascuno strato. Durante lo scavo la terra deve quindi essere attentamente esaminata per raccogliere sistematicamente tutti i frammenti di manufatti e i reperti faunistici e botanici (ossa, foglie, semi, carboni, ecc.). A seconda delle necessità si utilizzeranno le tecniche della setacciatura e della flottazione del terreno per la raccolta dei materiali.

I materiali devono essere chiaramente attribuiti all'unità stratigrafica di provenienza e conservati accuratamente separati strato per strato (in genere in cassette diverse). Ogni frammento va quindi pulito (lavato con acqua se il materiale lo consente senza danno per la conservazione) e siglato con il numero dell'unità stratigrafica di provenienza. I manufatti dovranno inoltre essere sottoposti a restauro in modo da assicurarne la conservazione. Infine i materiali dovranno essere studiati e datati.

La datazione di uno strato corrisponde a quella del reperto più recente che vi viene rinvenuto. Bisogna tuttavia tener presente che in senso stretto si tratta comunque di un terminus post quem: ciò vuol dire che la data in cui il manufatto è stato lavorato costituisce il "termine dopo il quale" esso è stato gettato via o abbandonato ed è entrato a far parte dello strato in formazione.

Va inoltre attentamente valutata la coerenza cronologica di tutti i frammenti ritrovati nello strato e nelle altre unità stratigrafiche correlate. Un singolo frammento databile in un'epoca molto successiva rispetto a tutti gli altri potrebbe essere un "intruso". Per esempio il frammento avrebbe potuto trovarsi al limite tra due strati, non chiaramente distinguibili sul terreno, ed essere stato attribuito per errore allo strato sottostante invece che a quello soprastante. Sono addirittura conosciuti casi in cui frammenti ceramici sono stati inglobati nella radice di una pianta e "spinti" dalla sua crescita in basso nel terreno sottostante.

Infine i dati raccolti dovranno essere interpretati, la sequenza stratigrafica, datata dai materiali, ossia la successione degli eventi accaduti nel sito, dovrà essere articolata per fasi cronologiche coerenti e inserita nel contesto storico locale e generale. I risultati ottenuti dovranno essere pubblicati e infine tutto il materiale significativo dovrà essere conservato in deposito e la documentazione archiviata, in modo da consentire a chiunque in futuro di accedere ai dati raccolti"

Quindi per rispondere a @Maastricht , tutto cio' che in uno scavo archeologico non e' in regolare successione , dall' alto verso il basso , determina , come stratigrafia , un' alterazione sulla datazione dei reperti trovati , che tuttavia puo' essere stabilita con altri sistemi di datazione , tutto questo indipendentemente dal fatto che questa alterazione sia dovuta a fattori naturali o innaturali . Comunque questa situazione di "alterazione" degli strati e' piu' comune in geologia che in archeologia , in quanto in geologia si parla come minimo di milioni di anni (con faglie , terremoti , ecc,) e relativi movimenti della terra , mentre in archeologia si parla al massimo di migliaia di anni , quindi in archeologia gli strati sono generalmente piu' regolari e sani , tranne le eccezioni esposte .

Sentiamo pero' cosa dice @Vel Saties , che credo sia l' unico Archeologo di professione tra quelli nominati .

 

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Inviato

Grazie tante :)

Aspettiamo anche gli altri ; sarà interessante leggerli 


Inviato (modificato)
3 ore fa, Maastricht dice:
Avrei gentilmente una domanda e spero possa rispondermi qualche archeologo:
come si fa a distinguere una stratigrafia manomessa per mano antropica ed una manomessa per cause naturali; quindi una talpa, ramificazioni ecc?
Grazie a tutti
 

Dagli esiti ,se la manomissione è di origine animale si vedranno tane o nidi ,cunicoli o rosicchiature su ceramiche.

Se è di origine umana bisognerà capire se antica o recente.

E appunto la stratigrafia sarà sconvolta con inserimento di materiali provenienti da strati cronologicamente più recenti.

Da non sottovalutare la densità del terreno terreno sconvolto,meno sarà compatto e più sarà recente , anche il colore sarà determinante.

Modificato da Adelchi66
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Inviato
7 minuti fa, Adelchi66 dice:

Dagli esiti ,se la manomissione è di origine animale si vedranno tane o nidi ,cunicoli o rosicchiature su ceramiche.

Se è di origine umana bisognerà capire se antica o recente.

 

 

come si comprende quando è recente e quando è antica?


Inviato (modificato)

Dai materiali intromessisi ,ove ce ne siano ,nel contesto originario.

Altrimenti dalle variazioni della stratigrafia stessa ,colore,tipo di sedimento , densità del terreno.

Chiaro che se capita come nel caso del tesoro di Morgantina  ,dove fu rinvenuto un cento lire nel livello preromano, tutto è più semplice .🤔😄

Modificato da Adelchi66
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Inviato

Interessante… dopo scrivo qualcosa.

ma non è semplice sintetizzare. Abbiate pietà sarà lunga anche perché sono in giro. In questo momento sono all’esterno del museo dell’apoxyomenos di lussino. Oltre a ciò sono un ex archeologo…

in linea di principio bisogna interpretare a seconda di un mix di segnali dati da diversi fattori:

i rapporti stratigrafici e logici tra gli strati ed i gradi di giacitura

la qualità di interfacce, tagli e riempimenti.

il materiale presente nei riempimenti

spesso si capisce più o meno di cosa si tratta in fase di studio nel Matrix.

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Inviato

Oltre al tuo gradito pensiero sulla stratigrafia...

Manda delle foto del grande bronzo di Lussino e un tuo parere sull'esposizione dello stesso.🤗

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Inviato (modificato)
1 ora fa, Adelchi66 dice:

Oltre al tuo gradito pensiero sulla stratigrafia...

Manda delle foto del grande bronzo di Lussino e un tuo parere sull'esposizione dello stesso.🤗

 

Concordo: foto, foto, foto!

Quando puoi naturalmente e grazie.

Modificato da ARES III

Inviato

Secondo voi si giustifica un museo per una sola statua ?

Da quel che ho capito inoltre la datazione della statua non trova tutti concordi.


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Inviato

Chiedo venia. Non ho fatto foto.

ma a me, come avevo già detto, l’esposizione piace. È una piccola scoperta di frammenti e visioni un po’ come si scendesse , ma al contrario, come un sub e ci si trovasse davanti ad un rinvenimento meraviglioso. 
la statua poi a me piace.

un museo si giustifica quando hai soldi, vuoi lasciare il reperto a disposizione del turismo e della popolazione dell’isola.

consideriamo che siamo in una zona densamente abitata in età romana ma con resti non così monumentali…

ad ilovik, e nella disabitata isola di s. Pietro, che stanno a sud di lussino, cammini sulla ceramica romana, ci sono scavi ad Ilovik, che non son riuscito a vedere, ma non è sta grande attrazione.

il muoseo, in pieno centro, è molto visitato e mette un forte accenno sui tesori nascosti ed ha una chiara funzione didattica che spiega traffici e rotte.

per la datazione non è certa mancando stratigrafia ma ci sono le analisi dei resti di un nido di topo rinvenuto all interno della statua.

scusate ma ora siamo in navigazione con vento incazzato.

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Inviato

attendo dall'archeologo numi stratigrafici appena può :)


Supporter
Inviato

Ciao. Al sicuro in porto.

allora: il problema sono gli strati MANOMESSI cioè quelli che hanno subito interferenze successive alla loro creazione.

Parte 1. Partiamo da questo principio: qualsiasi sito che ha subito una frequentazione antropica si è formato tramite un susseguirsi di azioni antropiche, appunto, e naturali, quindi da attività di modellazione idrogeologica e di agenti atmosferici e, in certa misura, anche di animali.

Prendendola molto alla larga scavando ed asportando strati gli archeologi cercano di capire cosa significhi ogni strato e perché si sia formato, in che rapporto diacroniche/o sincronico è con gli altri strati.

questo permette di dare delle interpretazioni e delle ipotesi ricostruttive del sito stesso.

ricordiamoci questo mantra: ci si basa sul metodo scientifico stratigrafico per la raccolta di dati e, ci si basa sull’analisi di tutte le evidenze (dati) per un’interpretazione quanto più corretta possibile del sito. Per aiutare gli archeologi, quando possibile, in fase di pre scavo si mettono in atto tutte una serie di strategie volte a fornire agli archeologi le maggiori informazioni possibili sul sito che andranno ad indagare (proprio perché ogni scavo archeologico è un po’ un tuffo nel vuoto… non sai mai cosa puoi trovare) come il survey, la ricerca ed il campionamento di superficie e tramite metal detector che permette a grandi linee di dire cosa ci può essere sottoterra . Tecniche di diagnostica geofisica, di fotogrammetria etc etc

C’è tanta scienza si, c’è applicazione del metodo scientifico (a parte che ogni scavo è irripetibile perché si smonta la stratigrafia) ma non è matematica, non so se mi sono spiegato….

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  • Grazie 1

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Inviato

Scusate. Vado avanti appena riesco. Non ho quasi connessione e mi ha cancellato tutta la parte 2.


Supporter
Inviato (modificato)

Ciao.
Ritorno su questa questione.
Bisognerebbe capire cosa si intenda esattamente per manomissione. Anche la "manomissione" fa parte del processo evolutivo di un sito essendo costituito da una o tutte le azioni di asporto. apporto e trasformazione
image.thumb.png.6624ecb31f940cfdd62802a9684b13dd.png

https://people.uniud.it/sites/default/files/Manuali I. Scavo.pdf

Modificato da Vel Saties
  • Grazie 1

Supporter
Inviato (modificato)

Attività in antiquo anche molto differenti tra loro come Le buche per le spoliazioni del materiale lapideo di una villa rustica tardoantica in età altomedievale, o gli scavi per la depredazione di una tomba, così come lo scavo di tombe o buche di palo nel peristilio di una grande villa per la costruzione di capanne sono "manomissioni" di una situazione precedente, ma fanno parte del normale sviluppo storico del sito. Cito il caso di un sito che conosco molto bene avendo lavorato sia alla fase di scavo che di realizzazione delle planimetrie.

https://www.academia.edu/49362597/Il_sito_di_Palazzo_Pignano_in_epoca_medievale


L'azione della fauna sotterranea provoca rimestamento degli strati e financo crescita degli stessi, in particolare i lombrichi.
Ma allo stesso modo gli animali che scavano tane portano alla superficie materiale archeologico e possono risultare anche utili nel riconoscimento di un sito.

Ma veniamo alla domanda iniziale. Come si fa a distinguere una manomissione antropica con una naturale? Grazie all'interpretazione degli strati.
Ho letto delle relazioni in cui si descriveva come siano state riportate alla luce le arature antiche per gli impianti di vigna e come siano stati individuati gli apparati radicali delle piante.
Andamenti di tane di talpe non possono essere confuse con un'azione umana.
Ho avuto dubbi con tane di tasso.
Una volta in Grecia individuammo una strana "collinetta" di una 20ina di metri di diamtro in un rada boscaglia circa 5 metri davanti ad essa individuammo un'apertura circolare che era la terminazione di un tunnel che scendeva in diagonale.
Ebbene trattavasi di un tunnel che portava in una specie di camera che presentava una porta. Ecco... si trattava del dròmos di una tomba a Tholos. Pensai subito che si trattasse di uno scavo clandestino ma non c'era nessuna prova di un'azione di curiosi/vandali/ladri, tant'è che individuai anche i  resti del corredo. Ad una visione più attenta scoprii che si trattava di una tana/nido di un tasso.
La forma poteva essere quella di una scavo clandestino ma solo l'analisi del contesto, peraltro molto chiaro, potè dirimere la questone.

Nella pianura padana, invece strati e strati di ghiaia e sabbia limosa sovrastanno strati antropici. Possiamo interpretarli come riempimenti in estensione per innalzare il terreno o come depositi alluvionali?
In questo caso decise il geologo, ma se stai vicino ad un fiume a regime torrentizio il cui alveo è variato storicamente, tipo il Serio, allora la risposta è abbastanza certa...
Non so se mi sono spiegato
 

Modificato da Vel Saties
  • Mi piace 1

Inviato

per manomissione intendo manomessa per mano antropica:

A a scopo di porre dei falsi in stratigrafia

B monete postume nel tempo finite nel terreno


Inviato

come si fa a riconoscere una stratigrafia manomessa a scopo di porre dei falsi?

Si può riconoscere un terreno manomesso nell'anno 1000, con monete romane? 


Inviato
2 ore fa, Maastricht dice:

come si fa a riconoscere una stratigrafia manomessa a scopo di porre dei falsi?

 

Scusami, ma non riesco a comprendere la tua domanda.

Un conto è una stratigrafia manomessa e un altro conto sono le monete false.

Si tratta di due cose diverse.


Inviato
38 minuti fa, torpedo dice:

Scusami, ma non riesco a comprendere la tua domanda.

Un conto è una stratigrafia manomessa e un altro conto sono le monete false.

Si tratta di due cose diverse.

 

intendo dire: se una stratigrafia è manomessa per mano antropica, una moneta fatta oggi da professionisti, potrebbe essere scambiata per vera ? Per questo: come si fa a riconoscere una manomissione d'epoca romana da una moderna o medievale?


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