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Risposte migliori

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Personalmente preferisco seguire il consiglio ricevuto da innumerevoli numismatici e lasciar perdere la ricerca e classificazione di codesti tondelli

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concordo perfettamente


Inviato
Personalmente preferisco seguire il consiglio ricevuto da innumerevoli numismatici e lasciar perdere la ricerca e classificazione di codesti tondelli

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Straconcordo


Inviato (modificato)

In aggiunta (o in riassunto) agli ottimi interventi di Toto vorrei ricordare che la lega indicata nei cataloghi come "antimagnetica" e usata inizialmente nella serie Impero del 1939 è la lega ferro-cromo-nichel (18% Cr, 8% Ni, il rimanente Fe e altri elementi in quantità molto minore dei primi 2), e come Toto ha sottolineato è composta da tre metalli ferromagnetici, ma combinati in modo tale che la struttura risultante è paramagnetica.

La lega "magnetica e calamitabile" (ferromagnetica), introdotta per l'autarchia, è invece la lega ferro-cromo (acmonital) con: Cr almeno (presumo) 18%, il resto Fe e altri elementi.

In entrambi i casi con tali elementi di partenza (e con le concentrazioni indicate) si ottiene un acciaio di tipo inossidabile, ma (senza entrare troppo nel merito) le strutture risultanti sono completamente diverse: nel primo caso (lega Fe-Cr-Ni) la lega ha una struttura detta "austenitica", mentre con la lega Fe-Cr si ottiene un inox di tipo "ferritico". Si tratta cioè di due tipi diversi di acciaio inossidabile (che infatti si suole classificare in base alla sua microstruttura: http://it.wikipedia.org/wiki/Acciaio_inox#...o_inossidabile), che tra le varie diverse proprietà hanno quella (macroscopica, il che ci permette di distinguerle senza ricorrere a metodi "invasivi" :D) del diverso comportamento magnetico.

Come curiosità le classiche pentole da cucina "inox 18/10" (18/10 = 18% Cr, 10% Ni) hanno quasi la stessa composizione delle monete Impero antimagnetiche (inox 18/8), infatti una prova per individuare subito pentole non in inox 18/10 è quella di vedere se la calamita si attacca...

(siccome in questo caso, onde evitare confusione, l'uso dei termini è piuttosto importante, se sopra ho scritto inesattezze prego segnalarle B))

Tornando al discorso numismatico anch'io non do troppo peso a questa distinzione. Per caso mi sono ritrovato ad utilizzare un magnete circolare praticamente identico (ma con spessore molto maggiore) a quello suggerito dal noto perito (e sempre casualmente ho notato che ha esattamente lo stesso diametro di una moneta da 1L di quegli anni). Per la cronaca mi manca ancora il 20c 1939 XVIII antimagnetico ma ne ho qualche doppione di magnetici, che sia il caso di accendere il forno? :lol: :lol:

Modificato da medioman

Inviato

io non facevo distinzione tra magnetiche e non , ma pultroppo quando ho acquistato il primo classificatore per VEIII con la descrizione delle monete in corrispondenza delle teschine , ho dovuto andare a cercare megnetiche e antimagnetiche, in quanto li la distinzione la facevano , come potevo lasciare la taschina vuota o metterne una che non corrispondesse alla descrizione ?

concordo sul fatto che alcuni disprezzino piu o meno questa caratteristica ma io continuo a chiamarla variante , in quanto una differenza o variazione c'e' ed e' nella lega della moneta , se poi nel tempo la non magnetica si e' magnetizzata a causa di di campi di forza vari e come dire che una moneta come il 4 baiocchi per la repubblica romana del 1849 che in origine usciva dalla zecca argentata ha perso negli anni l'argentatura , cio ne diminuisce il valore numismatico in egual modo se riargentata dopo che l'argentatura originale si e' persa ( un po' come metterla nel forno :D )

ora il problema su cui focalizzare e' propio la minor o maggior quantita di lega che ne determina la magneticita' , credo che una moneta poco calmitabile sia piu disprezzata nei confronti di una fortemente calamitabile o di una non calamitabile , quindi scartando le graduazioni intermedie che non accontentano nessuno abbiamo un interesse solo sulle graduazioni estreme da una parte all'altra e cioe' magnetice e non magnetiche .

la soluzione ideale sarebbero due calamite una forte e una debole in modo da stabilire che una moneta magnetica si attacchi bene alla debole quindi chiaramente magnetica , ed una non magnetica non si attacchi alla forte quindi chiaramente non magnetica diventando cio una cosa un po' ridicola e troppo complessa il compromesso ideale e' la calamita standar come gia detto da alcuni nelle risposte precedenti .

comunque in conclusione se andate a comperare in un qualsiasi negozio numismatico una di queste monete non magnetiche in fdc la differenza di magneticita' la troverete sicuramente ....e sta nel prezzo heheheh

ciaooooooo

Domenico


Inviato
concordo sul fatto che alcuni disprezzino piu o meno questa caratteristica ma io continuo a chiamarla variante , in quanto una differenza o variazione c'e' ed e' nella lega della moneta

Il problema è proprio questo: se vogliamo guardare la differenza nella lega, le varianti sarebbero infinite... e non sarebbero certo limitate alle monete in acmonital/nichelio, visto che anche le percentuali di altre monete formate da una lega (penso a quelle in rame, o altre ancora) possono variare in maniera più o meno sensibile...


Inviato (modificato)
(sadomenico @ 11 giugno 2007, 10:19)

concordo sul fatto che alcuni disprezzino piu o meno questa caratteristica ma io continuo a chiamarla variante , in quanto una differenza o variazione c'e' ed e' nella lega della moneta

Il problema è proprio questo: se vogliamo guardare la differenza nella lega, le varianti sarebbero infinite... e non sarebbero certo limitate alle monete in acmonital/nichelio, visto che anche le percentuali di altre monete formate da una lega (penso a quelle in rame, o altre ancora) possono variare in maniera più o meno sensibile...

infatti scartavo le intermedie .... e prendevo in considerazione solo le monete in acmonital e di contro quelle in acmonital-nichel , e come dire di rame e bronzo , se per le sopracitate monete magnetiche anntimagnetiche avesimo potuto vedere un considerevole cambio di colore dovuto alla diversa lega avremmo sicuramente messo da parte la calamita e apprezzato di piu la differenza .

ci tengo a precisare che comunque e solo la mia personale valutazione della cosa :)

ciaoooooooooo

Domenico

Modificato da sadomenico

Inviato
concordo sul fatto che alcuni disprezzino piu o meno questa caratteristica ma io continuo a chiamarla variante , in quanto una differenza o variazione c'e' ed e' nella lega della moneta

Il problema è proprio questo: se vogliamo guardare la differenza nella lega, le varianti sarebbero infinite... e non sarebbero certo limitate alle monete in acmonital/nichelio, visto che anche le percentuali di altre monete formate da una lega (penso a quelle in rame, o altre ancora) possono variare in maniera più o meno sensibile...

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infatti mi ricordo che possedevo una moneta da 10 centesimi impero del 40 o del 41 ora non ricordo,che si presentava della stesa tonalità delle monete in rame ma il peso mi indicava chiaramente che era in bronzital...e questo poteva essere dovuto solo ad una differenza di lega notevole come ha detto paolino....allora avrei dovuto tenerla come variante?allora possiamo dire che le varianti sono infinite.....


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I centesimi di euro hanno una percentuale di ferro all'interno?


Inviato
, e come dire di rame e bronzo ,

intendevo monete di rame e monete di bronzo che e' una lega a base di rame


Inviato
I centesimi di euro hanno una percentuale di ferro all'interno?

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I centesimi di Euro sono quasi totalmente in acciaio, c'è solo una placcatura rame all'esterno, ma se dai una piccola grattatina con della carta vetrata ti ritrovi subito l'acciaio.


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