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La Conceria di Pompei apre al pubblico dopo il restauro. Le immagini e il tour

RIAPERTA LA CONCERIA DI POMPEI: UNO STRAORDINARIO RITORNO AL PASSATO DELLA LAVORAZIONE DELLE PELLI”

Un’antica testimonianza delle attività artigianali è tornata a nuova vita con l’inaugurazione della conceria di Pompei, il più grande impianto per la lavorazione delle pelli mai scoperto nella città antica. Grazie alla collaborazione tra il Parco archeologico di Pompei e il gruppo UNIC-Concerie Italiane Lineapelle, che ha sostenuto finanziariamente l’operazione di restauro, il complesso conciario è stato riaperto al pubblico.

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I visitatori avranno l’opportunità di esplorare la conceria attraverso un allestimento didattico-espositivo che illustra il processo di lavorazione delle pelli dell’antichità, accompagnato dalla mostra di strumenti originali per la concia. Inoltre, è stato creato un modellino tattile in 3D con legenda in braille per consentire anche alle persone ipovedenti di vivere questa esperienza.

Tra le attrazioni, spicca la riproduzione in copia del celebre mosaico del Memento Mori, originariamente ospitato presso la mensa del Triclinio all’Aperto e realizzato dal Laboratorio di Restauro del Mosaico della Fondazione RavennAntica.

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Il restauro e la valorizzazione dell’antica conceria sono stati curati dal Parco archeologico di Pompei, con interventi mirati per migliorare l’accessibilità alle aree, danneggiate anche dai tragici eventi bellici della Seconda Guerra Mondiale. Sono state installate passerelle per facilitare la visita e sono state effettuate importanti opere di cura e manutenzione del verde, oltre al rifacimento del pergolato.

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L’apertura della conceria è parte di un nuovo itinerario proposto dal Parco archeologico di Pompei, che permetterà ai visitatori, dal 30 giugno all’1 agosto, di scoprire anche altre botteghe artigiane dell’epoca. Oltre alla conceria, sarà possibile visitare la Fullonica (antica lavanderia), il Panificio di Popidio Prisco e la Bottega del garum, dove veniva prodotto il pregiato condimento a base di colatura di pesce.

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Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco, dichiara: “Con la riapertura di questa importante area degli scavi, siamo certi che sarà apprezzata dai visitatori che hanno scelto Pompei come meta dei loro viaggi. Inserirla in un itinerario di impianti artigianali ci permette di raccontare anche gli aspetti di una città produttiva e commerciale, andando oltre le magnifiche Domus con i loro affreschi. La sponsorizzazione del gruppo UNIC-Concerie Italiane Lineapelle è un esempio virtuoso di collaborazione tra settore pubblico e privato, che si inserisce perfettamente nel percorso intrapreso dal Parco archeologico per promuovere nuovi processi culturali”.

Fulvia Bacchi, Direttore UNIC, sottolinea l’importanza dell’operazione di restauro, affermando: “UNIC crede fermamente in questa iniziativa che ha un profondo valore sotto diversi aspetti e che ci ha visti impegnati a stretto contatto con il Parco archeologico di Pompei. È un omaggio alla storia che, valorizzando le radici della nostra attività, crea un ponte tra antiche tradizioni e futuro”.

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Anche il Presidente Lineapelle, Gianni Russo, aggiunge: “Crediamo che le aziende possano svolgere un ruolo aggregante di interessi sociali e di stimolo nei territori di riferimento. L’industria rappresenta il patrimonio culturale di un paese e la conceria, in particolare, ha un ruolo di leadership riconosciuto a livello internazionale. Il restauro di Pompei rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra il mondo dell’impresa e della cultura, con benefici per l’intera comunità”.

La conceria di Pompei: cenni storici

La conceria di Pompei, situata nella Regio I degli scavi (Insula 5), è emersa alla luce alla fine del XIX secolo. L’impianto conciario fu identificato grazie a testimonianze epigrafiche e agli utensili rinvenuti durante gli scavi, simili a quelli utilizzati nelle concerie medioevali e moderne. Costruita intorno alla metà del I secolo d.C., occupava la maggior parte dell’insula. Dopo i danni causati dal terremoto del 62 d.C., subì importanti modifiche per renderla più funzionale, assumendo l’aspetto attuale.

Le diverse fasi del processo di lavorazione delle pelli si svolgevano in diverse aree dell’edificio. Il lavaggio delle pelli, che comportava l’uso di sostanze dall’odore sgradevole, avveniva all’interno di grandi contenitori alimentati d’acqua, situati sotto il porticato o forse in un’area distante lungo le rive del fiume Sarno. La concia vera e propria, mediante la macerazione delle pelli, avveniva all’interno di quindici grandi vasche cilindriche conservate in uno degli ambienti dell’edificio. Infine, le pelli venivano battute e lavorate nei piccoli ambienti sul lato est del peristilio, divisi da bassi muretti trasversali. Inoltre, si trova un ampio triclinio estivo, destinato agli ospiti del titolare dell’attività, che risiedeva all’interno del complesso.

La conceria di Pompei rappresenta un documento eccezionale delle antiche produzioni artigianali. Con la sua riapertura al pubblico, i visitatori avranno l’opportunità di immergersi nel passato e scoprire la maestria e l’importanza dell’arte della concia delle pelli nell’antica città romana di Pompei.

https://www.stilearte.it/la-conceria-di-pompei-apre-al-pubblico-dopo-il-restauro-le-immagini-e-il-tour/


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La lavorazione della pelle a Pompei. Al via un progetto di restauro e valorizzazione della conceria più grande della città

Una  delle attività importanti per l’economia della città di Pompei è stata sicuramente quella della lavorazione della pelle. Il processo della concia, presto sarà reso comprensibile ai visitatori del Parco grazie al riallestimento della più grande conceria fino ad ora nota. I locali dell’impianto saranno oggetto di interventi di restauro e valorizzazione, grazie alla collaborazione tra l’Unione Nazionale Industria Conciaria (UNIC) sponsor del progetto e il Parco archeologico di Pompei.

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L’impianto antico, realizzato intorno alla metà del I secolo d.C. negli spazi di un’abitazione precedente (Regio I), finì per occupare la quasi totalità dell’Insula 5. A seguito dei danni post terremoto del 62 d.C., l’attività subì importanti modifiche, più funzionali all’esercizio, e che gli conferirono l’aspetto che ad oggi si può ammirare. Le diverse operazioni di concia della pelle venivano effettuate in settori distinti.

banco-di-lavoro-e-dolia-300x200.jpg Banco Di Lavoro e Dolia

Per esempio, il lavaggio del pellame che richiedeva l’impiego di sostanze maleodoranti veniva effettuato all’interno di dolia alimentati con acqua o addirittura lontano dal complesso, vicino alle rive del Sarno, mentre la concia vera e propria con la macerazione delle pelli avveniva all’interno di quindici vasche cilindriche conservatesi in uno degli ambienti dell’edificio. Una volta terminati questi passaggi intermedi, le pelli venivano battute al di sotto dell’area porticata e lavorate in piccoli ambienti ad est del peristilio, divisi tra di loro da bassi muretti. Nell’edificio, inoltre, si trova anche un ampio triclinio estivo destinato ad ospitare gli ospiti del proprietario che aveva la sua residenza all’interno della sua attività. Messo in luce alla fine dell’800, la conceria fu identificata come tale in base ad importanti testimonianze epigrafiche, agli utensili ivi ritrovati, oltre che dagli apprestamenti produttivi, molto simili a quelli in uso nelle concerie medievali e moderne.

Vasche-cilindriche-per-la-concia-2-300x2 Vasche Cilindriche Per La Concia

Prima del 2008 l’edificio è stato oggetto di indagini condotte dal Centre Jean Berard che ha recuperato importanti informazioni sulla storia edilizia del complesso e sulle successive trasformazioni funzionali. In seguito, grazie alla collaborazione con l’UNIC, l’edificio fu in parte restaurato con il recupero di una parte delle aree destinate alla lavorazione delle pelli. Il progetto attuale, in corso di redazione da parte dei funzionari del Parco archeologico, avrà come obiettivo la riapertura al pubblico e la creazione di un “museo diffuso”, esperimento già di successo in alcune domus ed edifici di Pompei e che vedrà la realizzazione di pannelli, vetrine espositive, supporti multimediali al fine di permettere al visitatore una conoscenza delle modalità di concia della pelle nel mondo antico. Il progetto prevede anche la risistemazione del c.d. vicolo del Conciapelle che risulta fortemente danneggiato e sconnesso a causa dei danni prodotti da una delle tante bombe che colpirono Pompei nel 1943. I lavori inizieranno nel 2019, al termine dei lavori di messa in sicurezza delle Regiones I-II e III previsti dal Grande Progetto Pompei.

vasche-cilindriche-per-la-concia-300x291 Vasche Cilindriche Per La Concia
 

https://mediterraneoantico.it/articoli/archeologia-classica/la-lavorazione-della-pelle-a-pompei-al-via-un-progetto-di-restauro-e-valorizzazione-della-conceria-piu-grande-della-citta/


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Sempre benvenute, opere di restauro e valorizzazione .


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