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Abbattono casermette. Lì sotto trovano i resti di un’abbazia benedettina del 1000. I reperti, i chiostri, le sepolture

 

“L’Inrap e il Servizio Archeologico del Consiglio Dipartimentale di Indre-et-Loira stanno attualmente scavando, su prescrizione statale, l’area della vecchia caserma Beaumont. – dice il Comune di Tours, in Francia – E hanno fatto incredibili scoperte. Questi scavi hanno permesso la scoperta dei resti di un’abbazia benedettina fondata quasi 1000 anni fa e distrutta durante la Rivoluzione”.

francia-copertina-1024x683.jpg Les fouilles archéologiques menées par l’INRAP sur le site de l’ancienne abbaye bénédictine de femmes sous les casernes Beaumont, à Tours © Ville de Tours – F Lafite

L’area di 65.000 m² è stata occupata fino al 2013 da una caserma militare (Regiment d’Application du Train) era costruita sul sito di un ex complesso monastico. La scoperta è stata compiuta dopo l’abbattimento degli edifici militari e dei magazzini, che costituivano una sorta di zona desertica, in città, in previsione di un ampio intervento urbanistico, che sarà realizzato nella formula della co.progettazione con il Comune e i cittadini.

francia-2-1024x683.jpg Travaux d’aménagement du site des casernes Beaumont-© Ville de Tours – F Lafite
. francia-1-1024x683.jpg © Ville de Tours – F Lafite

Il nome di Beaumont – cioè bel monte – era originario del fatto che nel Medioevo la zona del monastero era un’amena collina che si alzava dalla pianura. Bonifiche e numerosi interventi successivi avrebbero cancellato la differenza di quota.

“Conosciuto nelle fonti testuali con il nome di “Belmons” nell’845 e nel 966 (Carte della collegiata di Saint-Martin de Tours), il sito di Beaumont sembra corrispondere a un’occupazione umana raggruppata intorno a una cappella “Notre Dame dei Miracoli”. – spiegano gli archeologi dell’Inrap, l’istituto nazionale francese di archeologia preventiva – Nel 1002, Hervé de Buzançais, tesoriere di Saint-Martin, decise di fondarvi l’Abbazia di Beaumont, un luogo di culto benedettino riservato alle donne. Durante la Rivoluzione, l’abbazia fu dichiarata proprietà nazionale e le monache furono disperse. Acquistato da un commerciante di materiali da costruzione, fu smantellato nella prima metà dell’Ottocento, ad eccezione di alcuni padiglioni e annessi. Dal 1866 al 1913, l’ospizio generale di Tours (attuale ospedale di Bretonneau situato a 650 m a nord-ovest) gestisce il sito dell’ex abbazia di Beaumont e gestisce la proprietà direttamente nell’orticoltura. Nel 1913, lo Stato acquisì il sito di Beaumont per stabilirvi una caserma di artiglieria che sarebbe stata utilizzata come deposito di rifornimenti dall’esercito tedesco prima di diventare la Train Application School nel 1991”.

Dagli scavi stanno emergendo le basi dell’abbazia stessa, numerosi reperti devozionali e tombe.

https://www.stilearte.it/abbattono-casermette-li-sotto-trovano-i-resti-di-unabbazia-benedettina-del-1000-i-reperti-i-chiostri-le-sepolture/

Modificato da ARES III

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Ritrovata sotto una caserma militare a Tours, un’abbazia medievale dimenticata svela i suoi segreti

 

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L’abbazia di Notre-Dame de Beaumont-lès-Tours, comunemente nota come abbazia di Beaumont, è uno stabilimento monastico che accolse suore benedettine dall’XI al XVIII secolo. Questo luogo di culto, completamente distrutto durante la Rivoluzione Francese, era fino ad allora noto solo attraverso fonti testuali. Nell’ambito della costruzione di un nuovo quartiere nel centro di Tours, lo Stato francese ha ordinato lo scavo dei sei ettari del sito dell’ex caserma Beaumont. I ricercatori dell’Inrap (Istituto nazionale per la ricerca archeologica preventiva) e del Sadil (Servizio archeologico dipartimentale dell’Indre-et-Loire) approfittano di questa opportunità unica in Europa per studiare l’insieme di un’abbazia benedettina.

Un notevole sito archeologico occupato dal IX secolo

Il sito dell’abbazia di Beaumont fu occupato dal IX secolo da un villaggio stabilito alle porte della città medievale. Le carte di Saint-Martin de Tours evocano infatti un primo insediamento umano nell’845, poi nel 966. Questo piccolo promontorio inaffondabile è battezzato “Belmons”. Vi fu poi rapidamente costruita una cappella dedicata a Notre-Dame-des-Miracles. All’inizio dell’XI secolo, Hervé de Buzançais, tesoriere di Saint-Martin, scelse di fondarvi uno stabilimento di suore osservanti la regola di Saint-Benoît. Questa abbazia è descritta in varie fonti del XIII secolo. Era circondato da un alto recinto e aveva molti frutteti e giardini.

 

Scavo di una cassaforma antropomorfa nella sala capitolare dell’ex abbazia di Beaumont. © Matilde Noel, Inrap

Tra il XVI e il XVIII secolo, questa comunità benedettina comprendeva tra le 25 e le 35 suore del coro (dell’aristocrazia e della borghesia). Le suore converse (addette ai lavori manuali e agricoli) sono raramente menzionate. Fu la Rivoluzione francese a suonare la campana a morto per l’abbazia di Beaumont. Devastato da un incendio nel 1784, fu definitivamente chiuso e demolito tra il 1796 e il 1810. Nel 1866 i locali furono acquistati dall’Ospedale di Bretonneau e coltivati per nutrire i malati. L’esercito francese acquistò finalmente il sito nel 1913 e vi installò una caserma militare.

Vista del sito di scavo dell'abbazia di Beaumont da nord-ovest. © Matilde Noel, Inrap

Vista del sito di scavo dell’abbazia di Beaumont da nord-ovest. © Matilde Noel, Inrap

Il piano dell’abbazia di Beaumont-lès-Tours finalmente svelato

Le scoperte effettuate sul sito dell’ex abbazia di Beaumont-lès-Tours rimangono eccezionali sotto molti aspetti. In Europa, infatti, è relativamente raro trovare l’insieme di un istituto monastico così grande. Essere in grado di elaborare un piano completo è anche un’opportunità unica. Gli archeologi hanno portato alla luce molte strutture tra cui la chiesa abbaziale con una navata principale, due transetti absidiole e un coro. Sono stati individuati un chiostro a galleria, una cantina e un refettorio. Anche la primitiva cappella dedicata a Notre-Dame-des-Miracles potrebbe corrispondere a uno degli edifici scoperti.

Veduta di un allineamento di tombe scavate nel presbiterio della chiesa dell'ex abbazia di Beaumont. © Matilde Noel, Inrap

Veduta di un allineamento di tombe scavate nel presbiterio della chiesa dell’ex abbazia di Beaumont. © Matilde Noel, Inrap

Una continua occupazione funeraria che nasconde ricchi resti archeologici

Sono stati finalmente scavati vari spazi funerari annessi all’abbazia di Beaumont. La più antica corrisponde ad una necropoli del IX-X secolo. Gli altri riguardano il cimitero parrocchiale del XIII secolo e le sepolture monastiche dell’XI-XVIII secolo. Le sepolture studiate rimangono molto varie. Durante il X e l’XI secolo presero la forma di semplici assi di legno installate a sella (V rovesciata). A partire dal XII secolo comparvero poi casseri antropomorfi in pietra calcarea. Sarcofagi lignei e volte caratterizzano le sepolture più recenti.

Corredi funerari deposti nelle tombe (vaso d'incenso) o portati dal defunto (rosari, medaglioni, croci). © Matilde Noel, Inrap

Corredi funerari deposti nelle tombe (vaso d’incenso) o portati dal defunto (rosari, medaglioni, croci). © Matilde Noel, Inrap

I ricercatori hanno rinvenuto numerosi corredi funerari: paramenti liturgici, tovaglie d’altare, incensieri, rosari e croci in osso. Sono stati rinvenuti anche aghi, monete e medaglie medievali e moderne. Infine, due singolari ritrovamenti hanno segnato questa campagna di scavi: un prezioso sigillo di una badessa e un lotto di oltre 90 figurine frammentarie in terracotta, giaietto e osso. Questi oggetti corrispondevano indubbiamente a statuette devozionali che sarebbero state danneggiate durante un periodo di disordini. Sacri, quindi non sarebbero stati gettati via, ma sepolti sul posto.

Serie di figurine/statuette rinvenute nella navata della chiesa dell'abbazia di Beaumont. Probabili oggetti devozionali offerti o acquistati dalle monache. © Matilde Noel, Inrap

Serie di figurine/statuette rinvenute nella navata della chiesa dell’abbazia di Beaumont. Probabili oggetti devozionali offerti o acquistati dalle monache. © Matilde Noel, Inrap

Gli scavi dell’abbazia di Beaumont dovrebbero concludersi entro la fine del 2023. Se desiderate visitare questo sito, sappiate che sarà aperto al pubblico dal 16 al 18 giugno, in occasione delle Giornate europee dell’archeologia.

https://it.dayfr.com/trends/amp/338257


Inviato

Une histoire en archives

Physiquement effacée à la fin du XVIIIe siècle, l’histoire de l’abbaye de Beaumont ne se lisait plus que dans les archives. Une première occupation humaine y est évoquée en 845, puis, en 966, d’un lieu-dit « Belmons ». Ce toponyme fait référence à la situation insubmersible de ce petit promontoire qui a favorisé l’implantation d’un village aux portes de la ville médiévale. Une chapelle Notre-Dame-des-Miracles y est mentionnée. Au tout début du XIe siècle, l’abbaye de Beaumont, accueillant des moniales suivant la règle de Saint-Benoît, s’y implante.

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Vue générale de la fouille de l'abbaye de Beaumont à Tours.

© Mathilde Noël, Inrap


Dès le XIIIe siècle, les sources décrivent un établissement religieux entouré de terres cultivées, de prairies et de vignes. L’abbaye elle-même est entourée d’une puissante clôture et partagée entre une cour d’accueil, une clôture régulière et des jardins et vergers destinés à nourrir les religieuses. Les effectifs de la communauté sont connus du XVIe au XVIIIe siècle : entre 25 et 35 sœurs de chœur, religieuses les plus nobles, affectées aux tâches spirituelles et qui ont été placées dès leur plus jeune âge par les familles de l’aristocratie et de la bourgeoisie. Le statut social privilégié de ces moniales est confirmé par les déchets que dégagent les archéologues dans le secteur des jardins et qui comprennent de coûteuses porcelaines importées de Chine. Les sœurs converses, en charge des travaux agricoles ou manuels, sont, elles, rarement évoquées dans ces archives.

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Stylet médiéval. Objet distribué à chaque religieuse au moment de la prononciation de ses vœux. Uilisé pour écrire sur des tablettes de cire. La partie pointue sert à inciser la cire des tablettes et l’extrémité opposée est utilisée pour lisser la cire et effacer les écritures (sorte de crayon effaceur de l’époque médiévale).

© Mathilde Noël, Inrap


La Révolution française marque la fin de l’établissement avant sa vente et démolition entre 1796 et 1810. En 1866 le site est acquis par l’hôpital Bretonneau pour y mettre en culture, par les aliénés, un potager destiné à nourrir les malades. Une partie du site accueillera des hôpitaux de campagne lors des crises épidémiques qui surviendront à Tours dans la seconde moitié du XIXe siècle. En 1913, le terrain est acheté par l’État pour y établir une caserne.

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Un plan intégralement mis au jour

Les vestiges mis au jour par les archéologues dessinent parfaitement, dans sa totalité, le plan de l’église abbatiale, sa nef aux deux transepts à absidiole et le chœur dont la fouille met en évidence deux états distincts de constructions.
Au sud de la nef, se dressait un cloître bordé d’une galerie. Un vaste cellier, agrémenté de soupiraux, disposait d’un accès desservant quatre caves, dont l’une est pourvue d’un puits et une autre d’un escalier permettant de rejoindre le rez-de-chaussée et les cuisines de l’abbaye. L’aile sud du cloître était occupée par le réfectoire. L’aile orientale a également été mise au jour et comprenait selon les sources textuelles une sacristie, suivie de la salle capitulaire et d’une salle de la communauté.

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Enfin, la chapelle Notre-Dame-des-Miracles, sans être formellement identifiée, semble correspondre à un bâtiment disposant d’une abside.
Une partie des maçonneries mises au jour correspondent au dernier état de l’abbaye, mais d’autres pourraient se rapporter à des états anciens. Les archéologues cherchent désormais à comprendre l’évolution de chaque bâtiment et à en identifier les fonctions.

Les espaces funéraires

Plusieurs espaces funéraires ont été identifiés. Le plus ancien se rapporte à un cimetière des IXe et Xe siècles, déjà partiellement fouillé lors d’une phase précédente en 2019-2020. Les autres correspondent au cimetière paroissial du XIIIe siècle et à ceux de l’établissement monastique des XIe-XVIIIe siècle. Pour ce dernier, des tombes ont également trouvé place dans l’église (nef, transepts et chœur), devant le portail, dans la salle capitulaire ou dans les galeries du cloître.

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Les modes d’inhumations sont variés, et évoluent selon les époques. Les tombes des Xe ou XIe siècle sont constituées de simples planches de bois disposées en bâtière. Entre les XIIe et XVe siècles, elles correspondent à des coffrages anthropomorphes composés de blocs de calcaire. Enfin, les sépultures les plus récentes consistent en des cercueils en bois cloué ou d’un caveau.

Des vestiges de vêtements liturgiques ou de nappes d’autel, ainsi que de nombreux pots à encens sont présents dans des sépultures des XIIe-XVe siècles.
Du petit mobilier est laissé dans les tombes des XVIIe- XVIIIe siècles. Il se compose de nombreux objets de piété (perles de chapelets et petites croix en os). Quelques monnaies et médailles médiévales et modernes et un très grand nombre d’aiguilles sont aussi attestées.

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La découverte la plus inattendue se compose d’une série de plus de 90 figurines polychromes (terre cuite, jais ou os), toutes fragmentées. Il s’agit probablement de statuettes de dévotion, ramenées à l’occasion de pèlerinages. Initialement présentes dans l’église, elles ont dû être endommagées lors d’évènements violents. Toujours investie d’une certaine sacralité, elles ont été enfouies dans une cache, en terre consacrée, sous le sol du lieu de culte. Découverte lors de travaux, entre 1796 et 1810, elles ont alors été rejetées dans une tranchée.

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https://www.inrap.fr/l-abbaye-de-beaumont-tours-une-histoire-retracee-par-l-archeologie-indre-et-17274

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