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Apostrofi: da che parte state?


ART

Apostrofi: da che parte state?  

18 voti

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Risposte migliori

@apollonia non capisco il tuo enorme interesse ed i tuoi sforzi per una questione veramente bagatellare: ci sono degli assassini della lingua italiana a piede libero e noi ci azzuffiamo per una querelle tanto sciocca quanto alla fine sterile.

PS: sei un'azionista della Simone ? Perché in vita mia sei l'unico che abbia sentito (letto) parlarne bene e con convinzione. Quindi forse ci nascondi un conflitto di interessi ?:acute:

 

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@ARTnon sarebbe meglio tornare a parlare di politica internazionale, è un argomento molto meno violento e divisivo... La plume est plus forte que l'épée (o come dicono in italiano "ne uccide più la penna che la spada”).

 

Il motto è

Et les plaintes des malheureux
Irritent notre barbarie.

 

 

Modificato da ARES III
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18 ore fa, ARES III dice:

Scusa quanti anni hai ? E in quale Paese hai fatto le scuole ?

Io sono degli anni '80, e dalle elementari (compreso liceo classico) fino all'Università nessuno ha mai accettato l'assenza dell'apostrofo.

In varie occasioni alcuni miei colleghi quando lo hanno omesso sono stati redarguiti (alcune volte anche in malo modo).

Ad esempio in un esame scritto di diritto costituzionale (e parlo degli anni 2000 mica la preistoria) mi ricordo che qualcuno ha omesso l'apostrofo e la professoressa con tutti gli assistenti si sono fatti beffa ed hanno bocciato senza se e senza ma i malcapitati.

Quindi non mi sembra che ci sia tutta questa consapevolezza.

La lingua essendo una cosa viva si adegua ai tempi (è questa la scusa che mi dicono per "sindaca") e all'uso che se ne fa, quindi l'errore (se tale fosse) ormai è entrato nell'uso. Con buona pace di tutti.

 

Sono del 1981, insegno lingua e letteratura italiana e faccio il formatore dei docenti della classe di concorso A011 (italiano e latino per i licei). Non ricordo di aver mai dovuto bocciare un aspirante docente di italiano per un errore che, al momento, è ancora ritenuto grave anche per gli studenti della scuola secondaria, ossia mettere l'apostrofo in qual è. Per cui perdonami ma continuo a non crederci.

In ogni caso basta consultare un qualunque libro di grammatica delle scuole superiori, se vuoi te ne fotografo alcuni. Oppure per fare prima consultare il sito dell'Accademia della Crusca.

https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/lesatta-grafia-di-qual-è/6

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4 ore fa, ARES III dice:

@apollonia non capisco il tuo enorme interesse ed i tuoi sforzi per una questione veramente bagatellare: ci sono degli assassini della lingua italiana a piede libero e noi ci azzuffiamo per una querelle tanto sciocca quanto alla fine sterile.

PS: sei un'azionista della Simone ? Perché in vita mia sei l'unico che abbia sentito (letto) parlarne bene e con convinzione. Quindi forse ci nascondi un conflitto di interessi ?:acute:

 

 

Ho citato la Simone solo per l’indicazione delle domande più frequenti all’esame di diritto costituzionale che ho trovato in rete, tra cui quella che inizia con “Qual è la differenza…”. La Simone non ha a che vedere né con l’ortografia né con il contenuto della domanda, sul quale non posso metter lingua in quanto i miei cinquant’anni di docente universitario si sono rivolti a un settore disciplinare scientifico, come dimostra la cattedra di Chimica farmaceutica applicata (insegnamento fondamentale del corso di laurea in Chimica e Tecnologia farmaceutiche della Facoltà di Farmacia) che ho lasciato al pensionamento nel 2012. Mia figlia ha scelto di laurearsi in Giurisprudenza all’Università di Pavia con la mia piena approvazione onde evitare conflitti di interesse se avesse scelto chimica (come me) o farmacia.

Nell’occasione ho dato un’occhiata alle domande presenti nel database ministeriale e non ne ho trovata una con la grafia “Qual’è” da te ritenuta corretta a scapito di “Qual è”. Tutti ignoranti al Ministero? Come pure non ho trovato in rete qualche addetto ai lavori tra linguisti, scrittori, giornalisti, ecc. che considerasse corretto l’uso della forma apostrofata. Un consesso di mentecatti tra cui anche Aldo Gabrielli con i linguisti da lui coordinati?

Il tutto di fronte al fatto di essere stati bocciati in malo modo in un esame universitario per aver scritto “Qual è” da chi l’ha considerato un grave errore allora e ora. Non sfiora l’idea che possa essere stato IN ERRORE chi l’ha considerato UN ERRORE?

Il mio cruccio è che qualcuno che fra poco deve sostenere l’esame di maturità prenda la via sbagliata di fronte al dilemma QUAL È (giusto) e QUAL’È (sbagliato).

Ne darò ragione considerando le possibili risposte alle mie domande.

 

apollonia

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2 ore fa, Gallienus dice:

Sono del 1981, insegno lingua e letteratura italiana e faccio il formatore dei docenti della classe di concorso A011 (italiano e latino per i licei). Non ricordo di aver mai dovuto bocciare un aspirante docente di italiano per un errore che, al momento, è ancora ritenuto grave anche per gli studenti della scuola secondaria, ossia mettere l'apostrofo in qual è. Per cui perdonami ma continuo a non crederci.

In ogni caso basta consultare un qualunque libro di grammatica delle scuole superiori, se vuoi te ne fotografo alcuni. Oppure per fare prima consultare il sito dell'Accademia della Crusca.

https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/lesatta-grafia-di-qual-è/6

 

Vai a cercare in rete se trovi C.U.L.O. riferito al Centro Univ. Lombardia Orientale....

Comunque non è un mio problema se non mi credi: 

1- non ho chiesto di essere creduto, ho dato solo la mia opinione (come altri), se viene accettata bene se no pazienza, però adesso farci una questione personale mi sembra davvero patologico (avendo studiato anche criminologia e psichiatria forense potrei spolverare qualche teoria in merito, e non mi riferisco a te nello specifico ma in generale)

2- il livello di preparazione di una parte del corpo docente (cosa che sappiamo tutti benissimo) lascia spesso a desiderare (come in qualsiasi altro settore) , quindi non mi incaglierei sul fatto che tutti siano preparati o impreparati...

3- come mai si trovano in molto libri , considerati dei mostri sacri o classici, gli apostrofi ? Forse vorremmo dire che questo o a quell'altro autore sono degli ignoranti ? Fate voi, io non mi permetterei mai di dirlo. Non cito di proposito questi Autori perché li abbiamo letti tutti.

 

 

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1 ora fa, apollonia dice:

Tutti ignoranti al Ministero?

Ci mancherebbe sono tutti degli esperti di linguistica, di diritto, hanno tutti una professionalità ineccepibile, sono stacanovisti, nonché sono degli ottimi padri/madri di famiglia, fedelissimi e premurosi compagni/e di vita, ... Ecco perché nel rating delle pubbliche amministrazioni l'Italia primeggia su tutti...

 

PS: 

1- Datevi pace tra poco finirà tutto: la morte della lingua italiana (come la conoscete) è vicina con o senza apostrofo...

 

2- ho avuto modo di leggere la traduzione dal greco della Costituzione di Cirene di un Professore universitario di Bologna... non vi dico che porcata ha fatto: sì è inventato addirittura la parola probiviri (che non esisteva nel mondo greco). Ho chiesto l'aiuto del Professor Martini , un decano dell'Università di Siena iusgrecista , per capire se sbagliassi io, ma lui stesso mi ha confermato: il signore in questione ha stuprato il testo inventando parole. Quindi quando si parla di professori (anche universitari) non bisognerebbe affidarci solo sui titoli ma sulle competenze;

 

3- adesso pregherei di non essere più coinvolto in questa sorta di caccia alle streghe: ripeto per me ognuno può fare e dire ciò che vuole, e vorrei la stessa libertà. Io non impongo niente a nessuno ma non permetto e non permetterò mai che qualcuno voglia privarmi della mia libertà. Adesso credo proprio che ci si possa congedare, tenendo conto che si tratta di un'apostrofo e non se mandare i propri figli in guerra (cosa che potrebbe anche accadere vista l'elevata litigiosità nell'aria, colpa sicuramente dei vaccini anticovid).

 

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@ARES III la mia perplessità di fronte al tuo racconto deriva dal fatto che tu dici che "in un esame scritto di diritto costituzionale (e parlo degli anni 2000 mica la preistoria) mi ricordo che qualcuno ha omesso l'apostrofo e la professoressa con tutti gli assistenti si sono fatti beffa ed hanno bocciato senza se e senza ma i malcapitati."

A me pare surreale che gente che di diritto ne capisce bocci un alunno per aver rispettato una regola grammaticale da scuola superiore. Sarebbe una situazione sufficiente per vincere un ricorso a occhi chiusi. Poi se è vero tanto peggio per noi, vuol dire che il livello culturale nel campo del diritto è più basso del previsto, che ti posso dire.

Resta il fatto che la grammatica non è fatta di opinioni ma di regole: secondo la grammatica italiana "qual è" si scrive senza apostrofo, e mettercelo non è un'opinione ma soltanto - e oggettivamente - un errore. Cent'anni fa forse non lo era, tra altri cent'anni forse non lo sarà più, ma oggi è così.

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59 minuti fa, Gallienus dice:

Cent'anni fa forse non lo era

Cerca nei classici della letteratura italiana di esempi c'è ne sono molti. E scrivere utilizzando come esempio un Autore non è mai un errore.

 

Il fatto è avvenuto e trovo veramente insopportabile che qualcuno voglia mettere in dubbio la mia parola, non perché mi ritenga così importante, ma perché se qualcuno crede che io sia un bugiardo allora cosa caspita mi rivolge la parola....sono per te un bugiardo allora non mi parlare (è un ragionamento di logica).

Io non so dove abitate in Italia ma ho avuto la fortuna di aver vissuto in varie parti e non ho trovato tutti questi puristi della lingua nella vita quotidiana. La lingua segue delle proprie regole: l'uso e la consuetudine prevalgono su tutto.

Facciamo un sondaggio serio e vediamo in quanti mettono ed usano l'apostrofo. Se la maggioranza lo usa allora questo diventa la regola.

Da quanto anni si usa la parola "sindaca" o "architetta" ? Pochissimo tempo, eppure secondo le regole della lingua italiana per il femminile di sindaco basta solo sostituire la "o" con la "a". Ma allora perché non era utilizzato ? Anche il femminile di avvocato è avvocata e non avvocatessa, ma sentite cosa hanno detto le mie colleghe in merito "mai e poi mai mi farei chiamare avvocata, sono avvocato punto e basta".

Quindi anche se esistono delle regole (sottolineo che non sto dicendo che esiste una regola che affermi l'assenza dell'apostrofo)  per esistere nella realtà queste devono essere utilizzate se no decadono.

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43 minuti fa, ARES III dice:

Cerca nei classici della letteratura italiana di esempi c'è ne sono molti. E scrivere utilizzando come esempio un Autore non è mai un errore.

 

Il fatto è avvenuto e trovo veramente insopportabile che qualcuno voglia mettere in dubbio la mia parola, non perché mi ritenga così importante, ma perché se qualcuno crede che io sia un bugiardo allora cosa caspita mi rivolge la parola....sono per te un bugiardo allora non mi parlare (è un ragionamento di logica).

Io non so dove abitate in Italia ma ho avuto la fortuna di aver vissuto in varie parti e non ho trovato tutti questi puristi della lingua nella vita quotidiana. La lingua segue delle proprie regole: l'uso e la consuetudine prevalgono su tutto.

Facciamo un sondaggio serio e vediamo in quanti mettono ed usano l'apostrofo. Se la maggioranza lo usa allora questo diventa la regola.

Da quanto anni si usa la parola "sindaca" o "architetta" ? Pochissimo tempo, eppure secondo le regole della lingua italiana per il femminile di sindaco basta solo sostituire la "o" con la "a". Ma allora perché non era utilizzato ? Anche il femminile di avvocato è avvocata e non avvocatessa, ma sentite cosa hanno detto le mie colleghe in merito "mai e poi mai mi farei chiamare avvocata, sono avvocato punto e basta".

Quindi anche se esistono delle regole (sottolineo che non sto dicendo che esiste una regola che affermi l'assenza dell'apostrofo)  per esistere nella realtà queste devono essere utilizzate se no decadono.

 

Eh, no, non funziona così. Non è che se lo usava Leopardi duecento anni fa allora va bene anche oggi. Leopardi utilizzava la desinenza -a per la prima persona singolare dell'indicativo imperfetto, ma se lo fai tu oggi è un errore. 

E le regole non funzionano neppure a maggioranza, per cui l'esito di un sondaggio non serve proprio a niente. Nel Nord Italia, la gran parte delle persone mette l'articolo davanti al nome proprio. Allora diventa quella la regola? No, resta comunque un uso scorretto. I cambiamenti della lingua avvengono su tempi lunghissimi e ci sono fasi intermedie di "tolleranza" prima che vengano accettati, non basta che "tutti lo usino".

Ti faccio un esempio di un uso che è in corso di accettazione nella lingua italiana: il pronome "gli" per il plurale. Secondo la grammatica tradizionale si sarebbe dovuto dire "oggi vado dai nonni e porto loro la torta", ma nel parlato già da secoli si è affermato l'uso di "gli", che sarebbe pronome singolare, anche al plurale, dal momento che "loro" funziona male (è l'unico a richiedere la posposizione rispetto al predicato, ossia a dover essere messo dopo il verbo anziché prima, e ciò è avvertito come "scomodo"). Per cui oggi (e con oggi intendo negli ultimi decenni) la forma "oggi vado dai nonni e gli porto la torta" non è più considerata errore, anche se in un contesto formale resta preferibile la prima forma.

La questione del genere femminile per i nomi di professione è tutt'altra questione, anch'essa affrontata dalla Crusca e spiegata piuttosto chiaramente. Non c'è alcuna regola grammaticale che vieti di declinare al femminile "sindaco" come già avviene con "maestro": semplicemente in passato ciò non avveniva prima perché non esistevano sindaci donne, e poi per consuetudine. Ma le consuetudini non sono regole: anche se "sindaca" ci può "suonare male" perché non ci siamo abituati, dal punto di vista grammaticale è corretto.

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33 minuti fa, Gallienus dice:

Eh, no, non funziona così. Non è che se lo usava Leopardi duecento anni fa allora va bene anche oggi. Leopardi utilizzava la desinenza -a per la prima persona singolare dell'indicativo imperfetto, ma se lo fai tu oggi è un errore. 

E le regole non funzionano neppure a maggioranza, per cui l'esito di un sondaggio non serve proprio a niente. Nel Nord Italia, la gran parte delle persone mette l'articolo davanti al nome proprio. Allora diventa quella la regola? No, resta comunque un uso scorretto. I cambiamenti della lingua avvengono su tempi lunghissimi e ci sono fasi intermedie di "tolleranza" prima che vengano accettati, non basta che "tutti lo usino".

Ti faccio un esempio di un uso che è in corso di accettazione nella lingua italiana: il pronome "gli" per il plurale. Secondo la grammatica tradizionale si sarebbe dovuto dire "oggi vado dai nonni e porto loro la torta", ma nel parlato già da secoli si è affermato l'uso di "gli", che sarebbe pronome singolare, anche al plurale, dal momento che "loro" funziona male (è l'unico a richiedere la posposizione rispetto al predicato, ossia a dover essere messo dopo il verbo anziché prima, e ciò è avvertito come "scomodo"). Per cui oggi (e con oggi intendo negli ultimi decenni) la forma "oggi vado dai nonni e gli porto la torta" non è più considerata errore, anche se in un contesto formale resta preferibile la prima forma.

La questione del genere femminile per i nomi di professione è tutt'altra questione, anch'essa affrontata dalla Crusca e spiegata piuttosto chiaramente. Non c'è alcuna regola grammaticale che vieti di declinare al femminile "sindaco" come già avviene con "maestro": semplicemente in passato ciò non avveniva prima perché non esistevano sindaci donne, e poi per consuetudine. Ma le consuetudini non sono regole: anche se "sindaca" ci può "suonare male" perché non ci siamo abituati, dal punto di vista grammaticale è corretto.

 

Ti risponderò più tardi , ho una funzione a cui partecipare...sai la Pentecoste da qualche parte è una festività molto sentita...ed oggi siete riusciti quasi a "rovinarmela"

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2 ore fa, Gallienus dice:

@ARES III la mia perplessità di fronte al tuo racconto deriva dal fatto che tu dici che "in un esame scritto di diritto costituzionale (e parlo degli anni 2000 mica la preistoria) mi ricordo che qualcuno ha omesso l'apostrofo e la professoressa con tutti gli assistenti si sono fatti beffa ed hanno bocciato senza se e senza ma i malcapitati."

A me pare surreale che gente che di diritto ne capisce bocci un alunno per aver rispettato una regola grammaticale da scuola superiore. Sarebbe una situazione sufficiente per vincere un ricorso a occhi chiusi. Poi se è vero tanto peggio per noi, vuol dire che il livello culturale nel campo del diritto è più basso del previsto, che ti posso dire.

Resta il fatto che la grammatica non è fatta di opinioni ma di regole: secondo la grammatica italiana "qual è" si scrive senza apostrofo, e mettercelo non è un'opinione ma soltanto - e oggettivamente - un errore. Cent'anni fa forse non lo era, tra altri cent'anni forse non lo sarà più, ma oggi è così.

 

Sono d’accordo che a far testo sono le regole. La regola è di usare un davanti ai nomi maschili inizianti per vocale e quindi non c’è elisione e non ci va l’apostrofo (un uomo). La regola è di usare qual davanti alle voci del verbo essere è, era e quindi, mancando la condizione di elisione, la scrittura corretta è qual è, qual era senza apostrofo.

P.S. Avrei chiesto a quella professoressa se nei giudizi scriveva un’alunno o un alunno.

apollonia

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Approfondendo la questione, ho trovato questo interessante articolo dell'Accademia della Crusca che espone anche le ragioni per le quali alcuni linguisti ritengono corretta la forma con l'apostrofo.

https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/qual--il-problema-lortografia/7435

Credo che il punto più interessante sia questo.  "È vero che la grafia qual'è è diffusa e ricorrente anche nella stampa, ma per ora questo non è bastato a far cambiare la regola grafica che pertanto è consigliabile continuare a rispettare".  Credo che nel termine "consigliabile" si giochi tutta la questione: consigliabile, a io avviso, non vuol dire obbligatorio ma, solamente, che è preferibile.

Personalmente, ho sempre usato la forma "qual è" e continuerò ad utilizzarla.

 

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CONTINUATE COSÌ, VOGLIO VEDER SCORRERE IL SANGUE

QUESTO MAGNIFICO SCONTRO FRA LE ARMATE APOSTROFALI E LA RESISTENZA DEI MISCREDENTI FARÀ SCUOLA SUI MANUALI DI STRATEGIA MILITARE

 

nucleare.jpg?width=1024

Modificato da ART
AIZZARE MEGLIO
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3 ore fa, Gallienus dice:

Leopardi

Sai benissimo che mi riferivo agli scrittori del Primo Novecento....

 

3 ore fa, Gallienus dice:

Nel Nord

Ne avevo già parlato io prima. È strano trovarlo in atti processuali, come ad esempio:

"Il Marco si incontrò con il xxx"

"La Silvana venne colpita a morte"

E nessuno ha mai obiettato nulla.

3 ore fa, Gallienus dice:

regole non funzionano neppure a maggioranza, per cui l'esito di un sondaggio non serve proprio a niente.

Certamente un sondaggio (seppure serio ed esteso) non modifica nulla ma fa capire la realtà: se esiste o meno una maggioranza che utilizza l'apostrofo. Poi se eventualmente ci fosse una maggioranza bulgara bisognerebbe chiedersi

1- sono tutti somari e non hanno imparato bene , quelli che utilizzano l'apostrofo ?

2- oppure sono stati educati in quella maniera ? Ed in questo caso la colpa è dell'ignoranza degli educatori ? Oppure anch'essi hanno ricevuto la medesima disciplina ?

Non sono affatto scontate queste cose!

 

3 ore fa, Gallienus dice:

I cambiamenti della lingua avvengono su tempi lunghissimi e ci sono fasi intermedie di "tolleranza" prima che vengano accettati, non basta che "tutti lo usino".

Ditelo alle Boldrini, alle Murgie e alle femministe di turno che vedono nella lingua italiana un instrumentum regni del potere patriarcale e maschilista!!!! Allora ARCHITETTA è sbagliato ? Lo schwa Ə è un abominio ?

(Per me certamente).

Vediamo che genere di proteste subirete. Boldrini ha espressamente detto (ho imposto?) che la lingua cambia in continuazione e che modificare le regole non è un problema...per lei... Quindi non sono le mie idee ad "imbastardire" la lingua di Dante, Manzoni, Pirandello...

3 ore fa, Gallienus dice:

La questione del genere femminile per i nomi di professione è tutt'altra questione, anch'essa affrontata dalla Crusca e spiegata piuttosto chiaramente

Lo so benissimo ma Architetta non suona male, è proprio sconcio: se la parola dovrebbe derivare da arco e da tetto, al femminile derivetebbe invece da arco e da tettA, non proprio un elemento strutturale di un'immobile...e non facciamo o buonisti o i candidi! 

Modificato da ARES III
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2 ore fa, apollonia dice:

Avrei chiesto a quella professoressa se nei giudizi scriveva un’alunno o un alunno.

Potresti chiederlo direttamente a lei, dal momento che lavora anche come consulente parlamentare del PD.

1 ora fa, ART dice:

CONTINUATE COSÌ, VOGLIO VEDER SCORRERE IL SANGUE

QUESTO MAGNIFICO SCONTRO FRA LE ARMATE APOSTROFALI E LA RESISTENZA DEI MISCREDENTI FARÀ SCUOLA SUI MANUALI DI STRATEGIA MILITARE

 

Adesso ignorerò la discussione, perché "me so rotto i cosiddetti"...

Ma neppure quando parlavamo di Putin o di Erdogan (forza sultano!!!) ci si accapigliava così...per me è il gene italico a renderci rissosi....

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@ART

Dovresti intrattenerci su “Gestione dei conflitti a bassa intensità”.

Qualcuno ha scritto “Bagatelle per un massacro”.

Qui “Massacro per bagatelle”

Cordialita’

Modificato da Polemarco
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3 ore fa, ARES III dice:

Ti risponderò più tardi , ho una funzione a cui partecipare...sai la Pentecoste da qualche parte è una festività molto sentita...ed oggi siete riusciti quasi a "rovinarmela"

Oh, ho capito perché ti chiami Ares... comunque non vedo davvero il motivo di prendersela per le opinioni di uno sconosciuto. Comunque tanto di cappello se la grammatica ti sta tanto a cuore da rovinarti la giornata, io non sono tanto sensibile :D 

 

31 minuti fa, ARES III dice:

Lo schwa Ə è un abominio ?

(Per me certamente).

Anche per me. E anche per la Crusca.

Abbiamo trovato un terreno di conciliazione e possiamo dunque chiudere serenamente la questione?

Anche solo per il gusto di togliere il divertimento ad @ART :D 

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43 minuti fa, Gallienus dice:

Oh, ho capito perché ti chiami Ares...

Per farti capire meglio

1- mio bisnonno materno e mio nonno materno erano militari di professione;

2- mia mamma mi ha dato un'educazione di stampo militare, a tal punto che quando ero al liceo avevo pensato di andare a fare l'accademia, ma una volta vista ho desistito perché in confronto allo stile di vita di mia mamma quella era una comunità di hippy o figli dei fiori o un centro sociale...troppo liberali e permissivi;

3- già all'età di 4/5 anni avevo l'abitudine con i miei cugini più grandi di giocare alla lotta ma non in modo consono... A volte ci facevamo anche male, infatti una volta mentre lottavo con uno di loro che aveva 3 anni più di me mi sono rotto il sopracciglio destro e mi hanno messo 5 punti in ospedale (oggi si vede a mala pena dal momento che il taglio è quasi coperto dal sopracciglio);

4- mio nonno già a 4 anni mi comprava armi, giocattolo, ma di tutti i generi: avevo fucili, mitragliatrici, pistole, spade, persino bombe a mano, granate, ... E mi insegnava pure come utilizzarle (contro la volontà di nonna e mamma)

5- il mio dominus (per chi non fosse avvezzo alla terminologia indica l'avvocato dove fai praticantato) diceva che quando prendevo in mano un caso diventavo un lupo famelico assetato del sangue della mia vittima (cioè della controparte) e non mollavo fino a che non l'avessi uccisa... Molto lusinghiero e ad effetto!

.....

Quindi capirai che non sono uno che si tira in dietro...

 

PS: l'immagine del lupo è poi molto significativa, perché è lo stemma della mia famiglia materna: un lupo rampante con una sciabola tra le fauci...

Modificato da ARES III
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2 minuti fa, ARES III dice:

Per farti capire meglio

1- mio bisnonno materno e mio nonno materno erano militari di professione;

2- mia mamma mi ha dato un'educazione di stampo militare, a tal punto che quando ero al liceo avevo pensato di andare a fare l'accademia, ma una volta vista ho desistito perché in confronto allo stile di vita di mia mamma quella era una comunità di hippy o figli dei fiori o un centro sociale...troppo liberali e permissivi;

3- già all'età di 4/5 anni avevo l'abitudine con i miei cugini più grandi di giocare alla lotta ma non in modo consono... A volte ci facevamo anche male, infatti una volta mentre lottavo con uno di loro che aveva 3 anni più di me mi sono rotto il sopracciglio destro e mi hanno messo 5 punti in ospedale (oggi si vede a mala pena dal momento che il taglio è quasi coperto dal sopracciglio);

4- mio nonno già a 4 anni mi comprava armi, giocattolo, ma di tutti i generi: avevo fucili, mitragliatrici, pistole, spade, persino bombe a mano, granate, ... E mi i segnava pure come utilizzarle (contro la volontà di nonna e mamma)

5- il mio dominus (per chi non fosse avvezzo alla terminologia indica l'avvocato dove fai praticantato) diceva che quando prendevo in mano un caso diventavo un lupo famelico assetato del sangue della mia vittima (cioè della controparte) e non mollavo fino a che non l'avessi uccisa... Molto lusinghiero e ad effetto!

.....

Quindi capirai che non sono uno che si tira in dietro...

 

Tanta stima per la mamma, oggi purtroppo tendono tutte a proteggere i pargoli fino ai trent'anni, rendendoli in realtà degli inetti. Sei stato fortunato.

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Adesso, Gallienus dice:

Sei stato fortunato.

Non sai quanto. Devo tutto (o quasi) a lei. E a ripensare indietro credo che  senza i suoi insegnamenti non sarei dove sono oggi e non sarei la persona che sono (nel bene e nel male). 

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1 ora fa, Polemarco dice:

Dovresti intrattenerci su “Gestione dei conflitti a bassa intensità”.

Purtroppo il divieto di parlare di politica e guerra ha levato questa interessante possibilità, anche se io sono specializzato in guerra CBRN e guerra convenzionale in generale.

 

1 ora fa, Gallienus dice:

Abbiamo trovato un terreno di conciliazione e possiamo dunque chiudere serenamente la questione?

Anche solo per il gusto di togliere il divertimento ad @ART :D

Non osate. Questa discussione mi sta facendo tornare in mente i bei vecchi tempi dei massacri sui forum di politica. Quanto sangue ho fatto scorrere all'epoca...

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Il 26/5/2023 alle 06:07, Adelchi66 dice:

Il finto morto...😁

 

Siamo in due.

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Je proposerais de poursuivre la discussion en français, qu'en pensez-vous ?

Puisqu'il faut trouver un terrain neutre, et que la langue française est utilisée dans la diplomatie, je propose d'abandonner l'italien !

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