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Apostrofi: da che parte state?


ART

Apostrofi: da che parte state?  

18 voti

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Risposte migliori

Però dovresti spiegare non solo “qual’e’ o qual è” ma anche “San Pancrazio”, “po’ “  e “Ca’ Foscari”.

Gli ultimi tre sono troncamenti sillabici

Modificato da Polemarco
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....si vede che tra gli appassionati di numismatica (me compreso) esiste una certa predisposizione verso i bizantinismi...

Cosa che per esempio tra i tifosi e gli ultrà di sport non è così diffusa...

Ci sarà una ragione biologica o culturale ?

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17 minuti fa, ARES III dice:

....si vede che tra gli appassionati di numismatica (me compreso) esiste una certa predisposizione verso i bizantinismi...

Cosa che per esempio tra i tifosi e gli ultrà di sport non è così diffusa...

Ci sarà una ragione biologica o culturale ?

 

Non finisce qui.

A presto una discussione sulla “zeppa eufonica”.

Ad Ancona e ad Enna ...

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13 minuti fa, Polemarco dice:

Non finisce qui.

A presto una discussione sulla “zeppa eufonica”.

Ad Ancona e ad Enna ...

 

Ma l'apofonia vocalica non c'è l'avete... mentre nell'ungherese sì :yahoo:

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Supporter

Proseguo con l’elenco degli errori da evitare con una premessa: ho preso visione di questo elenco in rete solo oggi, a seguito del post di Arka in cui ha condiviso il suo errore nel tema di maturità che gli è costato un punto nella votazione conseguita.

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La cosa è molto semplice: come per “uno/un” anche per “quale/qual” esiste la forma tronca di uso corrente in espressioni in cui “qual” è seguito da parole inizianti per consonante, come “nel qual caso”, “in certo qual modo”, “ogni qual volta”. La regola ortografica a mia conoscenza accettata da tutti senza eccezioni è quella di usare la forma tronca anche davanti alle voci del verbo essere “è” ed “era”, indipendentemente dal soggetto a cui “quale” si riferisce. E qui mi sovviene l’opinione di El Chupacabra che considera errato non usare la scrittura apostrofata “qual’è” riferita alla temperatura in quanto il sostantivo è di genere femminile (??). Come se fosse corretto scrivere “qual’è la temperatura” ma “qual è il termometro” per non essere considerati falsi profeti. Mah!

apollonia

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26 minuti fa, apollonia dice:

Proseguo con l’elenco degli errori da evitare con una premessa: ho preso visione di questo elenco in rete solo oggi, a seguito del post di Arka in cui ha condiviso il suo errore nel tema di maturità che gli è costato un punto nella votazione conseguita.

1172406632_4.erroritema2.GIF.694e9bc3c86af4fccb49380ea07173b9.GIF

La cosa è molto semplice: come per “uno/un” anche per “quale/qual” esiste la forma tronca di uso corrente in espressioni in cui “qual” è seguito da parole inizianti per consonante, come “nel qual caso”, “in certo qual modo”, “ogni qual volta”. La regola ortografica a mia conoscenza accettata da tutti senza eccezioni è quella di usare la forma tronca anche davanti alle voci del verbo essere “è” ed “era”, indipendentemente dal soggetto a cui “quale” si riferisce. E qui mi sovviene l’opinione di El Chupacabra che considera errato non usare la scrittura apostrofata “qual’è” riferita alla temperatura in quanto il sostantivo è di genere femminile (??). Come se fosse corretto scrivere “qual’è la temperatura” ma “qual è il termometro” per non essere considerati falsi profeti. Mah!

apollonia

 

alla fine della fiera: qual è ? 

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Supporter
11 minuti fa, Polemarco dice:

alla fine della fiera: qual è ? 

 

 Si trovano molti esempi di "qual’è" scritto con l’apostrofo in testi pubblicati per esempio a inizio Novecento, ma oggi l’unica forma ammessa è qual è, mai con l’apostrofo.

Su questo non ci piove. 

apollonia 

Modificato da apollonia
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20 minuti fa, apollonia dice:

l’unica forma ammessa è qual è, mai con l’apostrofo.

Ditelo ai professori di lettere, ai magistrati , ai membri delle commissioni esaminatrici,....ho visto che ogniqualvolta era assente " ' " veniva segnalato come errore e pure grave.

Personalmente preferisco utilizzare la forma arcaica, anche perché amo le cose antiche e collaudate!

 

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Supporter
7 ore fa, apollonia dice:

 Si trovano molti esempi di "qual’è" scritto con l’apostrofo in testi pubblicati per esempio a inizio Novecento, ma oggi l’unica forma ammessa è qual è, mai con l’apostrofo.

Su questo non ci piove. 

apollonia 

 

Grazie del chiarimento!

Risposta per me, tutt'altro che ovvia.

Avevo un'altra domanda nel merito, ma ho curiosato autonomamente finendo nel sito delle Crusca.

Convengo con quanto ho letto prima: effettivamente le lingua italiana non è semplice e lo dico non conoscendo bene altre lingue.

Modificato da Fra11
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Supporter

Lancio un sasso polemico

... Confesso anche che alcune regole non le capisco e non ci vedo una funzionalità utile, di conseguenza mi domando il motivo che hanno portato qualcuno e decidere che si fa così e nell'altro modo è sbagliato.

In questo semplice esempio dell' apostrofo sul QUAL È, l'unico effetto collaterale è ottenere un pessimo voto se si scrive male in un esame, ma nessun'equivoco  sul senso comunicativo, o mi sfugge qualcosa?

nessun'equivoco 😂 .. Ho fatto una prova esagerata

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Effettivamente una delle cose che volevo fare era controllare la letteratura. E mi fa piacere che la forma arcaica prevedeva l'apostrofo.

Prendo atto del post #31 di @apollonia , ma onestamente dovrò ragionare molto su quale forma usare.

Questo perchè, dimenticando l'apostrofo, preferisco le seguenti frasi complete:

- Quale è la risposta corretta?

- Quale è il risultato corretto?

a queste:

- Qual è la risposta corretta?

- Qual è il risultato corretto?

pur riconoscendo diritto all'esistenza di qual nelle espressioni ''in qual caso'' e ''ogni qual volta''.

Arka

Diligite iustitiam

 

 

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Buongiorno a tutti i partecipanti a questa interessante discussione.

Vorrei portare il mio contributo, con un ricordo che ho del tempo in cui andavo alle elementari;  parliamo dei primissimi anni 70 (ho fatto la prima elementare nell' anno scolastico 1970-71), quando si faceva il dettato e la Maestra (maiuscolo perché era La signora Maestra) correggeva il compito con la matita bicolore (metà rossa e metà blu).  Un errore grave (rosso) era proprio questo: qual é senza apostrofo. La grafia corretta era qual'é, poiché si trattava di elisione per evitare lo iato con la "e" del verbo essere. Non esisteva "qual" ma solo "quale".

Allo stesso modo di "questo" e non "quest" e si scrive "quest'anno" non "quest anno".

Così era.

Saluti a tutti

 

Modificato da Saturno
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33 minuti fa, Saturno dice:

Buongiorno a tutti i partecipanti a questa interessante discussione.

Vorrei portare il mio contributo, con un ricordo che ho del tempo in cui andavo alle elementari;  parliamo dei primissimi anni 70 (ho fatto la prima elementare nell' anno scolastico 1970-71), quando si faceva il dettato e la Maestra (maiuscolo perché era La signora Maestra) correggeva il compito con la matita bicolore (metà rossa e metà blu).  Un errore grave (rosso) era proprio questo: qual é senza apostrofo. La grafia corretta era qual'é, poiché si trattava di elisione per evitare lo iato con la "e" del verbo essere. Non esisteva "qual" ma solo "quale".

Allo stesso modo di "questo" e non "quest" e si scrive "quest'anno" non "quest anno".

Così era.

Saluti a tutti

 

 

Sono più giovane ma alle elementari dopo alcuni decenni insegnavano ancora questo.

Maestre impreparate ?

 

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Scusate per la lunghezza della citazione (è solo uno dei tanti testi):

Pietro Trifone e Massimo Palermo, Grammatica italiana di base, Zanichelli 2000

"Differenza tra elisione e apocope

A differenza dell’elisione, il troncamento si può avere anche quando la parola seguente comincia per consonante (un buon vino). Ma se la parola seguente inizia per vocale o per z, s preconsonantica, gn, ps, x non si verifica il troncamento: un buono zio, un bello scarponcino.

A differenza dell’elisione, il troncamento non è segnalato dall’apostrofo. Fanno eccezione: po’ (poco), a mo’ di (a modo di) e i verbi di’, da’, fa’, sta’, va’ (forme dell’imperativo di dire, dare, fare, stare, andare).

Il troncamento vocalico è obbligatorio: · Con le parole buono, bene: un buon vino, ben arrivato; · Con uno, alcuno, nessuno, ciascuno: un marinaio, alcun problema, nessun incidente, ciascun partecipante; · Con signore, professore, dottore, ingegnere, cavaliere, commendatore, suora seguiti da un nome proprio: il signor Rossi, il dottor Fanti, l’ingegner Pascucci. Il troncamento vocalico è possibile: · Con le parole tale e quale: un tal Mario, qual è il mio posto?; · Con gli infiniti verbali: andar via, prestar fede ecc. Il troncamento è obbligatorio negli infiniti seguiti da un pronome atono (amare + lo: amarlo); · In alcune espressioni cristallizzate: amor proprio, a spron battuto, in particolar modo, in fin di vita, in fin dei conti, mal di testa ecc.

Si ricordi che: · Non si ha il troncamento al plurale e al femminile: il buon parroco, ma non i buon parroci; · La a si tronca solo nella parola suora: suor Paola; ·

Gli aggettivi e gli avverbi si troncano solo quando precedono il nome o il verbo: ben fatto, ma non fatto ben; un bel vestito, ma non un vestito bel.

Il troncamento sillabico interessa le parole bello, grande, santo, frate (seguito dal nome proprio), poco, modo (solo nell’espressione a mo’ di): un bel libro, un gran giorno, san Crispino, fra Cristoforo, un po’ di gente ecc."

Il sistema più efficace per stabilire se è un troncamento o una elisione è quello di verificare se la parola è soggetta alla caduta anche davanti a una parola che non inizia per vocale:

Ad esempio:

1) qual è un troncamento perchè è usata anche per "qual buon vento" (anche buon è un troncamento);

2) pover è una elisione perchè si può dire "pover'uomo" ma non "pover padre".

Si ripete solo le elisioni richiedono l'apostrofo.    

Modificato da Polemarco
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Supporter

Aldo Gabrielli ha diretto e coordinato l’opera Come parlare e scrivere meglio, una guida pratica all’uso della lingua italiana a cura della Selezione dal Reader’s Digest di Milano, alla cui compilazione hanno contribuito validi linguisti come Renzo Cantagalli, Andrea Cavalli Dell’Ara, Cesare Salmaggi, Luciano Satta e lo stesso coordinatore Aldo Gabrielli. Il testo a mia disposizione è la 3a ristampa del 1986 della seconda edizione dell’aprile 1984 (la prima edizione risale a marzo 1974.

Come scrive Indro Montanelli nella presentazione dell’opera, il volume è uscito dalla collaborazione di un gruppo di validi linguisti, guidati da Aldo Gabrielli, un esperto che nel corso della sua lunga vita ha sempre coltivato gli studi sulla lingua italiana, elargendone i frutti, in forma piana e brillante, ai lettori di giornali e di riviste, e pubblicando numerosi volumi che seguitano a essere ristampati con grande fortuna. Montanelli conclude giudicando Come parlare e scrivere meglio il compendio e la sintesi di tutta l’opera di studioso della lingua di Aldo Gabrielli.

Pag. 113 del testo:

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apollonia

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Ancora nessun individuo (rigorosamente senza apostrofo) mi aveva dato del ''facilone''... :sorry:

Ma ubi maior minor cessat e devo accettare la lezione di Aldo Gabrielli.

Quindi, qual è la risposta corretta al quesito di @ART del post #1? E' ''qual è''.

Arka

Diligite iustitiam

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Supporter

Oggi l’elisione con l’apostrofo è meno popolare di quanto fosse in passato, ma resta obbligatoria in molti casi. La condizione “sine qua non” è che il primo termine (es. l’articolo) finisca per vocale e il nome che segue cominci per vocale.

Per esempio, con l’articolo maschile “lo” e il nome “uomo”, nessuno dice “lo uomo” ma “l’uomo” e scrive l’apostrofo perché è caduta la vocale dell’articolo. Idem per l’articolo femminile “la” seguito da “amica”, sequenza che comporta la scrittura “l’amica”.

La stessa condizione di elisione si verifica per l’articolo indeterminativo “una” e quindi si scriverà “un’amica”. È evidente che la stessa cosa potrebbe verificarsi per l’articolo indeterminativo “uno” davanti ai nomi maschili che cominciano per vocale, solo che per il maschile esiste anche la forma tronca “un” e se si accetta la regola di usare questa forma autonoma con i nomi inizianti per vocale, si deve scrivere “un uomo” dato che viene a mancare la condizione di elisione perchè “un” non termina per vocale.

Se qualcuno se ne frega di questa regola e scrive “un’uomo” perché a lui piace elidere “uno”, affari suoi. Non pretenda però di essere d’esempio magari al figlio o al nipote che, come il mio fra poco, dovrà sostenere l’esame di maturità.

Ma se qualcuno accetta questa regola, non vedo il motivo per cui non la debba seguire anche nel caso della forma tronca “qual” davanti alle voci del verbo essere “è” ed “era”. Dire che ai suoi tempi, alle elementari, era considerato un errore non mettere l’apostrofo indispensabile per l’elisione di “quale è”, secondo me non è una buona ragione per non accettare la regola post-Novecento di usare la forma tronca “qual” che non richiede l’elisione. Regola oggi condivisa da tutti gli studiosi della lingua italiana.

Aggiungo solo che, per esperienza diretta come presidente di esami di maturità e di esami e concorsi universitari, l’uso corretto dell’apostrofo nella prova scritta è determinante nella valutazione dei candidati e può essere l’ago della bilancia nella preferenza di un candidato dal confronto dei CV o degli scritti per un contratto di assunzione.

apollonia

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Mi fa piacere che molti eminenti apostrofologi ma anche altri soggetti stiano dissertando in materia.

 

SIGNORI, A NOI L'ACCADEMIA DELLA CRUSCA CE FA 'NA PIPPA!

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Il 25/5/2023 alle 15:17, Polemarco dice:

Elisione e troncamento non dovrebbero coincidere

Dopo l'elisione e il troncamento propongo una nuova forma: l'annientamento. Eccone un esempio:

 

Il 25/5/2023 alle 00:21, ART dice:

Allora, qualè (*) il vostro pensiero in merito? La prima guerra mondiale apostrofale ha inizio: che il sangue scorra!

(*) forma neutra inesistente ideata da me per non favorire nessuna parte

 

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14 ore fa, ART dice:

L'ACCADEMIA DELLA CRUSCA CE FA 'NA PIPPA!

Sono esattamente del parere che ART ha sopra elegantemente espresso.

Io parlo una mezza dozzina di lingue, che non mi fa più intelligente di quelli che ne parlano magari solo una ma perfettamente (perfezione qui teorica) e mi sento in grado di dire  - dall'alto della mia esperienza (pratica) - che le lingue sono una massa fluida, che il vento (i parlanti) spinge qua e là e forma delle onde (le mode) che certe volte si perdono al largo (per. es. certi neologismi di vita breve), altre volte giungono a riva (tipo i termini che vengono implementati).

L'unico modo per evere certezze sarebbe quello di congelare il tutto, ma così si perderebbero le scintille di vita pulsante create dall'attrito del movimento.

Per fortuna io di esami non ne devo più scrivere, posso liberamente scrivere come voglio e se qualcun ha qualcos' da ridire, faccio appello alla mia licenz poetica. ;)

Servus,

Njk

 

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Awards

Il 25/5/2023 alle 23:33, ARES III dice:

Ditelo ai professori di lettere, ai magistrati , ai membri delle commissioni esaminatrici,....ho visto che ogniqualvolta era assente " ' " veniva segnalato come errore e pure grave.

 

Scusami, ma non ci credo.

Capisco che non sia un tema nazionalpopolare (chissenefrega in fondo di una formalità grammaticale per chi non è un professionista del settore) ma per chi fa l'insegnante che "qual è" si scriva senza apostrofo è una nozione ovvia quanto per un numismatico quella che le monete non vanno lucidate col sidol :) 

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