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A che età avete smesso di credere a Babbo Natale?


A che età avete smesso di credere a Babbo Natale?  

15 voti

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Risposte migliori

Inviato
46 minuti fa, Arka dice:

Lo vedo che l'icona è stata modificata, ma aveva come scopo un messaggio intrinseco che alcuni capiscono, altri no.

Mi piacerebbe conoscere l'opinione di Gesù a tal proposito...

Arka

Diligite iustitiam

 

Ti suggerisco di nuovo di sperimentare l'idea sulla statua del David. E cosa ti diranno gli italiani?
Ti interessa l'opinione di Gesù?
Hai manie di grandezza.
Gesù verrà da te di notte ed entrerà in discussione con te.

4 ore fa, Brios dice:

patriarca ha risposto: il popolo dell'Occidente è malvagio, codardo, attaccabrighe, che cerca sfacciatamente di cambiare i canoni.
 

 


Inviato
12 ore fa, Maastricht dice:

vengo da una famiglia che non ha mai creduto in Babbo Natale. Ho mossi i miei primi passi nella vita senza l'ausilio dello stesso

In realtà ti vegliava dall'alto dello spazio aereo con la slitta trainata dalle renne volanti intercettate regolarmente dal NORAD (Comando di Difesa Aerospaziale del Nord America), che riporta il tracciamento della rotta ogni dicembre su apposito sito:  https://www.noradsanta.org/en

  • Mi piace 1

  • 5 settimane dopo...
Inviato (modificato)
Il 21/5/2023 alle 21:27, Brios dice:

Voglio avvertirti, Putin ha assunto il malvagio Babbo Natale dal KGB, si vendicherà degli europei che sostengono l'Ucraina.

 

 

Non preopccuparti per me 🙂

Credo che a preoccuparsi debba essere il malvagio babbo natale del KGB...

 

 

 

Modificato da ilLurkatore

Inviato
Il 24.06.2023 alle 07:53, ilLurkatore dice:

Не беспокойтесь обо мне 🙂

Я думаю, что это должен быть злой Санта-Клаус из КГБ, который обеспокоен ...

 

 

 

 

Temo che sia troppo tardi per preoccuparsi per te. Leggi anche le iscrizioni sui dabors, ci sono anche molte notizie interessanti. Ci credi anche tu.


Inviato
9 minuti fa, Brios dice:

Temo che sia troppo tardi per preoccuparsi per te. Leggi anche le iscrizioni sui dabors, ci sono anche molte notizie interessanti. Ci credi anche tu.

 

 


Inviato
Il 24/6/2023 alle 07:53, ilLurkatore dice:

Non preopccuparti per me 🙂

Credo che a preoccuparsi debba essere il malvagio babbo natale del KGB...

 

 

A proposito, il malvagio Babbo Natale sta ora lanciando fuochi d'artificio in Francia. Perché non me ne parli? Andrai a questa vacanza
per la loro quota di doni europei?

 

 


  • 2 settimane dopo...
Inviato

@ilLurkatore , La Russia ha le sue rivolte specifiche in cui nessuno cattura i rivoltosi, il malvagio Babbo Natale, il creativo Pinocchio.
Tu non li capisci.

 

  • Mi piace 1

  • 1 mese dopo...
Inviato (modificato)

Buonasera,

si sa bene che solitamente fanno ben altra fine...

Però stavolta sembra che, dopo la prassi degli avvelenamenti vari con sostanze radioattive, uccisioni di 17 giornalisti dal 2000 ad oggi e i "suicidi" a gogò di decine di oligarchi avvenuti negli ultimi anni... addirittura abbiano usato i "fuochi d'artificio" per far fuori un babbo natale e qualche elfo:

https://www.open.online/2023/08/23/russia-aereo-precipitato-prigozhin/

Ovviamente notizia da prendere con le pinze.

Sempre che le pinze non servano a raccogliere i brandelli del babbo natale di turno.

Sempre che babbo natale non avesse una slitta di riserva...

Ohohoh....

 

 

 

 

Modificato da ilLurkatore

Inviato
Il 23/8/2023 alle 22:14, ilLurkatore dice:

Buonasera,

si sa bene che solitamente fanno ben altra fine...

Però stavolta sembra che, dopo la prassi degli avvelenamenti vari con sostanze radioattive, uccisioni di 17 giornalisti dal 2000 ad oggi e i "suicidi" a gogò di decine di oligarchi avvenuti negli ultimi anni... addirittura abbiano usato i "fuochi d'artificio" per far fuori un babbo natale e qualche elfo:

https://www.open.online/2023/08/23/russia-aereo-precipitato-prigozhin/

Ovviamente notizia da prendere con le pinze.

Sempre che le pinze non servano a raccogliere i brandelli del babbo natale di turno.

Sempre che babbo natale non avesse una slitta di riserva...

Ohohoh....

 

 

 

 

 

un'altra condanna da parte degli impotenti della vita sessuale dei vicini.
Non invidiare.)(

  • Haha 1

Inviato
6 ore fa, ilLurkatore dice:

Leggi notizie false e ci credi. Perché lo brami.
Ed è meglio che ti dispiace per te stesso. Ti stanno facendo il lavaggio del cervello. E lo ami. Come ha detto Barel: l’Europa è un giardino, e intorno c’è la giungla. Pensi di essere una rosa?
Ma questo non è vero. L'Europa è una serra per funghi prataioli spaventati. ))


Inviato

No, @Brios funghi prataioli forse.

Spaventati no.

Arka

Diligite iustitiam

  • Mi piace 1

Inviato
4 ore fa, Arka dice:

No, @Brios funghi prataioli forse.

Spaventati no.

Arka

Diligite iustitiam

 

Mille scuse. Certamente non spaventato. Sono sicuro anche coraggioso. Ci vuole coraggio.)

20230826_172805.jpg


Inviato
16 ore fa, Brios dice:

L'Europa è una serra per funghi prataioli spaventati.

Siamo forse troppo incoscienti per capire i pericoli , ma fortunatamente ci sono gli americani che lo capisco al nostro posto

Il direttore della rivista «Domino», in edicola con il nuovo numero, spiega le conseguenze di una modifica di strategia di Washington

 

«L’approccio americano alla guerra in Ucraina sta cambiando». Spaventati dal caos che provocherebbe un ulteriore golpe, «casomai riuscito a differenza di quello della Wagner» e la caduta di Vladimir Putin, adesso gli americani vogliono condurre il conflitto «nel più breve tempo alla sua conclusione» contro la volontà di Kiev, spiega il direttore della rivista DominoDario Fabbri. Ipotesi, questa, confermata dal capo della Cia che, al Washington Post, ha dichiarato che la «guerra dovrebbe esaurirsi il prossimo anno». E questo sta già modificando le dinamiche della guerra stessa: «Ad esempio l’attacco al ponte di Kerch è stato immediatamente rivendicato dagli ucraini a differenza di quello che capitava qualche tempo fa proprio per non innervosire gli americani che non sono d’accordo con questo tipo di iniziative», spiega Fabbri. Ma allo stesso tempo, «Washington non fa passare un giorno senza annunciare la controffensiva ucraina va male». L’obiettivo, spiega il direttore di Domino, è di «segnalare a Kiev, così come a Mosca, che questa guerra non è possibile stravincerla sul terreno

https://www.open.online/2023/07/19/nota-dario-frabbri-stato-guerra-ucraina-video/

l’amministrazione Biden sembra intenzionata a un cambio di rotta nella sua strategia, in questo caso politica: il sostegno incondizionato a Kiev potrebbe non essere una buona strategia nel lungo periodo, soprattutto pensando alle elezioni del novembre 2024. E per questo da Washington per la prima volta sono arrivate anche timide spinte al negoziato.

https://www.google.com/amp/s/www.ilfattoquotidiano.it/2023/08/26/ucraina-il-guardian-svela-un-vertice-segreto-tra-la-nato-e-le-forze-armate-di-kiev-discussa-una-nuova-strategia-militare/7272483/amp/


Inviato

Vacilla il supporto all’Ucraina: i sondaggi che preoccupano Biden (e Kiev)

Scricchiola la coalizione occidentale che supporta l’Ucraina contro l’aggressore russo. La controffensiva di Kiev cominciata in tarda primavera stenta a produrre risultati significativi e il conflitto è ormai una guerra d’attrito e di trincea.  

Oltre ai mancati progressi sul campo di battaglia a preoccupare il presidente ucraino sono i segnali interni che arrivano dagli Stati Uniti, il suo più importante alleato. Il Washington Post riporta le valutazioni degli 007 americani secondo i quali l’esercito di Volodymyr Zelensky non riuscirà a riprendere il controllo della città di Melitopol, un obbiettivo necessario per spezzare il corridoio terrestre che unisce la Russia alla Crimea. Non può essere considerato un semplice caso che le fonti d’intelligence abbiano voluto far trapelare queste indiscrezioni esplosive su uno dei principali quotidiani Usa.  

Ancora più allarmante è poi il sondaggio condotto nelle scorse settimane dalla Cnn. Secondo l’emittente televisiva il 55% degli intervistati è contrario all’approvazione da parte del Congresso di ulteriori fondi a sostegno dell’Ucraina mentre il 51% afferma che gli Usa hanno già fatto abbastanza per aiutare Kiev. All’inizio dell’”operazione militare speciale” il 62% degli americani affermava che gli Stati Uniti avrebbero dovuto fare di più per supportare il paese aggredito, una percentuale che oggi è scesa al 48%. Un altro dato significativo che emerge dall’indagine della rete all news è il calo nella percezione della minaccia da parte dei cittadini americani. Un anno e mezzo fa il 72% riteneva la guerra nell’Europa dell’est una minaccia alla sicurezza nazionale, oggi ne è convinto solo il 56%. 

Il sondaggio della Cnn non sarà sfuggito all’attenzione di Zelensky e dei suoi consiglieri. Il sostegno dell’opinione pubblica occidentale sin dall’inizio delle ostilità il 24 febbraio è stato fondamentale per garantire un continuo afflusso di soldi e armi a favore della resistenza ucraina. Il rallentamento dell’economia mondiale e l’inflazione non ancora sotto controllo unitamente al protrarsi di un conflitto del quale non si intravede la fine stanno mettendo ora a dura prova lo spirito di solidarietà e vicinanza manifestato nei confronti del popolo ucraino. 

Non vacilla per il momento il sostegno del presidente americano Joe Biden che ha già chiesto al Congresso altri 24 miliardi di dollari di aiuti per Kiev, in aggiunta agli oltre 113 miliardi stanziati sino ad ora. Zelensky ha però ben chiaro che le elezioni nel 2024 in America e in Europa ridefiniranno gli assetti della coalizione occidentale. Lo scenario peggiore è quello che prevede un ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump. Se Biden promette aiuti “sin quando sarà necessario” il milionario afferma di essere in grado, se rieletto, di porre fine al conflitto “in un giorno”.  

Raramente la politica estera è decisiva nelle elezioni presidenziali Usa ma, come ricorda il settimanale Newsweek, nel 2004 il dibattito sulla guerra in Iraq fu un tema chiave della campagna elettorale che garantì a George W. Bush un secondo mandato. Nel 2024 potrebbe accadere qualcosa di molto simile. La distanza tra i democratici e i repubblicani sui temi di politica interna si conferma anche sui temi di politica internazionale. La visione di Biden a favore di un’America più interventista è auspicata da Thomas Graham, esperto di affari russi, che sostiene come il presidente Usa non possa “lasciare che l’Ucraina venga sconfitta. Se questo è uno scontro tra democrazia e autocrazia non possiamo permettere agli autocrati di prevalere”.  

La teoria delle relazioni internazionali di Trump riassunta dallo slogan America first ha attecchito nel partito repubblicano e anche l’altro candidato alla nomination del Gop Ron DeSantis ha manifestato un marcato disinteresse per una guerra vista come estranea agli interessi degli Stati Uniti. Vladimir Putin ne è consapevole e sa che il tempo gioca a sfavore dell’Ucraina. Nel frattempo, Kiev e Mosca continuano a combattere aspettando il voto degli elettori americani non solo sul loro prossimo presidente ma anche sulle sorti di un conflitto che ha riportato morte e distruzione in Europa.

 

https://it.insideover.com/guerra/vacilla-il-supporto-allucraina-i-sondaggi-che-preoccupano-biden-e-kiev.html


Inviato

Usa, il ruolo dell’Ucraina nella corsa alla Casa Bianca: americani stufi e disinteressati, così sulla guerra Biden rischia molto più di Trump

  

C’è un’espressione inglese che riassume molto bene la tradizione di politica estera Usa. E cioè, le dispute si fermano al “water’s edge”, al bordo dell’acqua, quindi dentro i confini del Paese. In altre parole, scontri, polemiche, divisioni devono essere confinate alla politica nazionale. Quando è in gioco l’interesse degli Stati Uniti nel  mondo, la regola è invece una sola: sostegno all’amministrazione in carica a Washington, non importa quale sia il suo colore politico. La regola, a dire il vero, ha prodotto anche risultati aberranti – basti pensare alla mancanza di critica nelle fasi iniziali della guerra in Vietnam o all’invasione dell’Iraq nel 2003 – ma è stata in generale quasi sempre applicata. Quando c’è di mezzo l’interesse supremo degli Stati Uniti, per l’appunto, non ci si divide. Sulla guerra in Ucraina, invece, si delineano ormai divisioni molto  nette, visioni spesso agli antipodi. E la cosa promette di giocare un ruolo importante alle prossime elezioni presidenziali del 5 novembre 2024.

Va subito detta una cosa. La guerra in Ucraina non è, né presumibilmente sarà, in cima alle preoccupazioni degli elettori che quel martedì di novembre si recheranno alle urne. Sono altri i temi che terranno con ogni probabilità banco: l’economia  anzitutto, e poi la sicurezza, le “guerre culturali” su aborto,  genere, etnia, la concorrenza con la Cina, la valutazione della “persona” del candidato. C’è però da tenere presente un altro dato. Il margine tra i candidati, nel 2020, è risultato in alcuni Stati chiave minimo: lo 0,23 per cento in Georgia, lo 0,63 per cento in Wisconsin, l’1,16 per cento in Pennsylvania. Ecco dunque perché diventa fondamentale catturare il voto di quella minoranza di elettori  per i quali la guerra è un tema centrale.

È fuor di dubbio che Joe Biden abbia giocato sull’Ucraina molto del suo  prestigio personale e  internazionale. Del resto, come ha detto l’ex ambasciatore Usa a Mosca Michael McFaul, “non c’è mai stato un presidente Usa che abbia conosciuto l’Ucraina così in profondità come Biden”. Da vicepresidente, Biden ha viaggiato in Ucraina sei volte ed è stato il rappresentante dell’amministrazione Obama alla prima inaugurazione presidenziale dopo la rivoluzione di Maidan nel 2013-2014. Da presidente, Biden ha poi visitato a sorpresa il presidente  Volodymyr Zelensky nella Kiev martoriata dai bombardamenti russi. Non si tratta comunque di un fatto di pura “presenza”. Joe Biden ha fatto della guerra in Ucraina una sorta di manifesto della sua visione di un mondo spaccato tra democrazie e  autocrazie, con l’America “faro di  speranza per tutto il globo”. “Gli Stati Uniti non vacilleranno nel loro sostegno a Kiev”, ha spiegato il presidente durante il summit Nato di Vilnius. E sinora, in termini militari, finanziari, il sostegno americano all’Ucraina non ha davvero mai vacillato. Da Washington sono partiti, destinazione Kiev, oltre 113 miliardi di dollari dal giorno dell’invasione russa del 24 febbraio 2022. Una cifra considerevole, se si pensa che nei 20 anni di invasione e occupazione dell’Afghanistan, gli Stati Uniti hanno speso 849 miliardi.

Biden, che nonostante dubbi e mugugni tra molti nel stesso partito appare al momento il candidato più probabile per i democratici nel 2024, ha ottenuto sulla guerra in Ucraina il sostegno quasi unanime dei suoi. Moderati, centristi, liberal, progressisti del partito democratico non hanno mai messo apertamente in discussione la strategia di sostegno a Kiev. L’ala progressista, i vari Alexandria Ocasio-Cortez,  Bernie Sanders, Ilhan Omar, Rashida Tlaib, Ayanna Pressley, di solito contrari all’impegno militare americano nel mondo, hanno votato senza fiatare l’“Ukraine Democracy Defense Lend-Lease Act of 2022” e tutte le successive richieste militari e finanziarie a favore dell’Ucraina che Biden ha mandato per l’approvazione al Congresso (unica eccezione, lo scorso luglio, il voto di 49 deputati democratici  control’invio di bombe a grappolo a Kiev). Anzi, si potrebbe dire che proprio sull’Ucraina si è verificato un evento storico, e cioè la trasformazione degli orientamenti prevalenti di politica internazionale dei due maggiori partiti americani. Per i repubblicani, il credo è sempre stato “pace mediante la forza”. Attraverso Guerra Fredda, Vietnam, post-11 settembre, il G.O.P. ha sempre sostenuto che l’ordine mondiale guidato dagli americani dovesse prevedere un forte coinvolgimento militare. I democratici, soprattutto i più progressisti, hanno invece più di frequente messo in discussione l’idea di un intervento militare globale Usa. Deluso e disgustato per la sconfitta in Vietnam, il partito di Eugene McCarthy e George McGovern è sempre stato più prudente nel dare l’avvallo a interventi militari internazionali. La guerra in Ucraina muta questo schema storico. I democratici diventano convinti interventisti – e del resto il governo autoritario di Vladimir Putin sembra fatto apposta per scatenare l’opinione pubblica più fedele ai principi della democrazia. I repubblicani mantengono, nei confronti del conflitto, un atteggiamento più dubbioso.

In effetti, se per i democratici è facile registrare una sostanziale unicità di posizioni, il fronte repubblicano – soprattutto dei repubblicani in corsa per la candidatura 2024 – appare ben più mosso. C’è per esempio  Donald Trump, attualmente il candidato più forte del partito, che ha spesso affermato che, diventasse lui presidente nel 2024, risolverebbe la situazione in 24 ore. L’affermazione è stata presa come una delle sue tante smargiassate. Ma c’è anche chi l’ha intesa molto seriamente; per esempio,  Gerry  Connelly, deputato democratico della Virginia, che ha insinuato che Trump potrebbe riuscire a risolvere il conflitto “perché va a letto con Putin”. Non particolarmente simpatetico nei confronti degli ucraini è apparso in questi mesi l’altro candidato forte del campo repubblicano, Ron DeSantis. Il governatore della Florida si è lasciato sfuggire una frase rivelatrice della sua scarsa esperienza internazionale, e cioè che la guerra in Ucraina è una “disputa territoriale”. Uno svarione, che però lascia intravvedere l’attitudine non particolarmente benigna nei confronti di Zelensky di una eventuale Casa Bianca a gestione DeSantis. Tra i candidati repubblicani alla presidenza ci sono comunque opinioni in linea con le scelte di Biden. Favorevoli all’intervento americano sono per esempio l’ex vice di Trump, Mike Pence, e l’ex ambasciatrice Usa all’Onu, Nikki Haley. Il primo ha spiegato che Trump potrebbe far finire la guerra in 24 ore “soltanto capitolando alle richieste di Putin”. La seconda ha affermato che la guerra in Ucraina non riguarda solo l’Ucraina, “ma è una guerra per la libertà, di quelle che devono essere vinte”.

Questa varietà di sfumature tra i candidati repubblicani si riflette anche al Congresso, con il leader della Camera, Kevin McCarthy, molto poco propenso a inviare altri dollari in Ucraina; e il capo dei senatori repubblicani, Mitch McConnell (come peraltro la gran parte dei suoi colleghi), schierato su posizioni di  deciso appoggio a Kiev. Detto questo, appare evidente una cosa soprattutto: e cioè che è Joe Biden a rischiare di più in tema di Ucraina alle prossime elezioni. Il presidente ha impegnato l’America in un  sostegno convinto a Kiev. Ha inviato in Ucraina centinaia di miliardi. Ha ridisegnato molti dei piani strategici  globali degli Stati Uniti sulla base della guerra. È sembrato soddisfare praticamente tutte le richieste di Zelensky.

 

Dato l’attuale stato delle cose sul campo, Biden dovrebbe essere riuscito a evitare le conseguenze per lui più nefaste, ma non sembra comunque aver raggiunto l’esito a lui più favorevole. Gli ucraini, infatti, non sono destinati a perdere questa guerra. Quindi, Biden ha sostanzialmente evitato le critiche per lui più fastidiose: e cioè, quelle di aver fatto troppo poco per l’Ucraina; o, al contrario, di aver impegnato risorse e prestigio americano in una guerra fallimentare. D’altra parte, sembra altrettanto difficile che l’Ucraina possa vincere questa guerra, almeno nell’accezione che gli ucraini danno al termine “vittoria”: e cioè la riconquista del territorio occupato dai russi negli ultimi mesi ma anche della Crimea, persa nel 2014. Biden, di conseguenza, non potrà presumibilmente rivendicare il successo pieno della sua politica.

Più probabile, a detta dell’intelligence statunitense, una terza opzione. E cioè che la guerra continui, sia pure a bassa intensità, per diversi mesi ancora. Se pure la pace, o quanto meno una tregua, dovesse essere raggiunta in tempo per le elezioni presidenziali, è altrettanto probabile che almeno una parte della campagna elettorale si terrà a conflitto in corso. Biden dovrà dunque trovare un modo per “comunicare” la guerra agli americani. Spiegando per esempio in modo credibile che il fatto che l’Ucraina abbia continuato a tenere testa al gigante russo è la conferma della bontà della politica di questa amministrazione. Sottolineando che i valori, la reputazione, gli interessi degli Stati Uniti sono in gioco in Ucraina, sia direttamente nei confronti della Russia sia indirettamente nei confronti della Cina. Si tratta di una strategia non facile da comunicare su un tempo sensibilmente lungo come quello di una campagna elettorale. Perché, da un lato, la strategia di Biden è soggetta all’imprevedibilità  degli eventi sul campo. E perché, dall’altro, il passare dei mesi e la mancanza di risultati tangibili  produce un’inevitabile stanchezza nell’opinione pubblica. Un sondaggio Cnn dello scorso 4 agosto rappresenta un campanello d’allarme per Biden. Il 55 per cento degli americani ritiene che gli Stati Uniti non dovrebbero mandare più soldi in Ucraina. Il 51 per cento pensa che gli Stati Uniti abbiano già fatto troppo per Kiev.

 

https://www.google.com/amp/s/www.ilfattoquotidiano.it/2023/08/22/usa-il-ruolo-dellucraina-nella-corsa-alla-casa-bianca-americani-stufi-e-disinteressati-cosi-sulla-guerra-biden-rischia-molto-piu-di-trump/7267945/amp/


Inviato

In Ucraina gli scandali minano il fronte interno

Le difficoltà militari dell’Ucraina sembrano moltiplicare i segnali di instabilità politica interna. L’ultimo scandalo legato a corruzione e malversazione nello sforzo bellico dell’Ucraina è venuti a galla intorno a Ferragosto, con l’arresto nella regione centro-orientale di Khmelnytsky, nell’Ucraina centro-orientale, di un commissario militare sorpreso dai servizi di sicurezza interni mentre riceveva una tangente.

Lo hanno riferito gli organi inquirenti, precisando che l’uomo avrebbe ricevuto 4.500 dollari da una persona che voleva sfuggire all’arruolamento. In cambio della tangente il commissario avrebbe promesso d’influenzare la commissione medica militare per farlo dichiarare disabile e quindi non idoneo al servizio militare: diagnosi che consente ai maschi ucraini tra i 18 e i 60 anni di non essere più soggetti alla coscrizione né al divieto di recarsi all’estero. Il commissario è stato rimosso dall’incarico e rischia fino a otto anni di carcere.

La corruzione dei commissari adibiti al reclutamento non riguarda certo solo la regione di Khmelnytsky (una delle più colpite nelle ultime settimane dai bombardamenti di precisione russi scatenasti contro depositi di armi e munizioni) e del resto l’11 agosto il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato durante una riunione del Consiglio per la Sicurezza Nazionale lo scioglimento di tutti i comitati militari regionali. La decisione è stata presa dopo i risultati emersi dalle ispezioni che hanno portato ad avviare procedimenti penali contro 112 funzionari e commissari nelle regioni di Donetsk, Poltava, Vinnitsa, Odessa, Kiev e Lviv”.

Secondo quanto emerso dalle ispezioni, ha spiegato Zelensky, vi sono stati casi “arricchimento illegale e fondi ottenuti irregolarmente per profitti personali”.  Nell’ultimo mese alcuni responsabili dei Centri territoriali di reclutamento e sostegno sociale sono stati coinvolti in scandali con casi anche eclatanti come quelli a Odessa e Dniepropetrovsk, dove funzionari hanno ottenuto immobili all’estero e auto di lusso in cambio della cancellazione dei nomi di alcuni uomini chiamati alle armi.

“La soluzione è sciogliere i comitati militari regionali. Cinismo e corruzione in tempo di conflitto equivalgono a tradimento”, ha detto Zelensky, aggiungendo che “questa struttura dovrebbe essere gestita da persone che sanno esattamente cosa è la guerra, da soldati che sono stati al fronte e che non possono più stare in trincea perché hanno perso la salute o gli arti, ma hanno conservato la dignità e non hanno cinismo. Prima della nomina dei nuovi commissari militari ci saranno controlli da parte del servizio di sicurezza”, ha assicurato Zelensky.

Malaffare e malversazione non sono certo una novità in Ucraina, in testa fin da molto prima della guerra a tutte le classifiche negative di malgoverno e corruzione, ma il pessimo andamento del conflitto ha ingigantito il problema dei tanti uomini, giovani e meno giovani, che cercano in ogni modo di evitare l’arruolamento per non venire inviati nei tritacarne della controffensiva ucraina che in due mesi e mezzo ha già provocato perdite stimate in 45/50 mila uomini.

Testimonianze specifiche cui vanno aggiunte le continue manifestazioni spontanee a Kiev e in tante città ucraine in cui madri e mogli chiedono notizie dei propri cari poiché tantissimi militari risultano dispersi”.

Il Financial Times ha raccontato che il numero di uomini fermati al confine mentre cercava di fuggire all’estero equivale agli effettivi di cinque brigate dell’esercito ucraino. Il portavoce del servizio di frontiera ucraino Andrey Demchenko, ha rivelato che 13.600 maschi in età di arruolamento sono stati catturati mentre tentavano di attraversare il confine al di fuori dei valichi di frontiera mentre altri 6.100 sono stati fermati con documenti falsi ai punti di controllo regolari.

Nei mesi scorsi anche alti dirigenti del ministero della Difesa vennero arrestati dopo che era emerso che acquistavano viveri per i soldati a prezzi gonfiati intascandosi la differenza con il prezzo di mercato. Da mesi gira voce che il ministro della Difesa Oleksy Reznikov, uno dei fedelissimi di Zelensky, sia a rischio rimozione e possieda ricchezze sospette all’estero (come diversai membri del governo e delle forze armate). Lo stesso Reznikov (nella foto sotto con l’omologo polacco) ha detto il 19 agosto che potrebbe dimettersi presto.

Inoltre anche i rapporti con alcuni stati membri della NATO dell’Europa Orientale sembrano messi a dura prova dalla decisione di questi ultimi di non assorbire più parte dell’export di grano e cereali ucraino che danneggia i produttori agricoli locali. Se l’Ungheria è da tempo ai ferri corti con Kiev per il rifiuto del suo governo ad applicare sanzioni a Mosca e fornire armi all’Ucraina, ora sembra incrinarsi anche l’asse con la Polonia che manterrà il blocco alle importazioni di grano ucraino benché la Ue intenda revocarlo a partire dal 15 settembre.

Il 14 agosto il presidente polacco Andrzej Duda ha dichiarato che confermato che il suo Paese continuerà a sostenere l’Ucraina per tutta la  “sosteniamo costantemente l’Ucraina nella sua difesa contro l’aggressione russa, ma il nostro dovere più importante è quello di curare gli interessi del nostro Paese. Pertanto, per proteggere il mercato interno e il mercato dell’UE, dobbiamo iniziare da noi”, ha affermato Duda durante un’intervista al settimanale ‘Sieci’.

Duda ha poi anche criticato l’uso che le autorità ucraine stanno facendo delle dichiarazioni del segretario di Stato polacco, Marcin Przydacz, che rimproverava a Kiev la sua presunta mancanza di gratitudine per gli aiuti ricevuti.

Il tema della “gratitudine ucraina” era già emerso al vertice NATO di Vilnius con la diatriba tra Kiev e il ministro della Difesa britannico Ben Wallace. Przydacz ha detto che gli ucraini “dovrebbero iniziare ad apprezzare il ruolo che la Polonia ha svolto negli ultimi mesi”. Kiev convocato l’ambasciatore polacco, Bartosz Cichocki, provvedimento replicato allo stesso modo da Varsavia.

 

https://www.analisidifesa.it/2023/08/in-ucraina-gli-scandali-minano-il-fronte-interno/


Inviato

@АРЕС III, mi diverte qualcos'altro. @ilLurkatore  cercando di moralizzarmi. Ma ha problemi di memoria. Dopo la distruzione dell'Iraq, della Libia e della Jugoslavia, non ha alcun diritto morale di aprire bocca.


Inviato

Ma torniamo all'argomento.
Guarda l'evoluzione del Babbo Natale russo.
200 anni fa
120 anni fa.
70 anni fa.

20230828_102626.jpg

20230828_102609.jpg

20230828_102541.jpg


Inviato
5 minuti fa, Brios dice:

200 anni fa

Papà Inverno, se non sbaglio.


Inviato
1 ora fa, ARES III dice:

Papà Inverno, se non sbaglio.

 

Sì, ma è importante capire che Russian Frost, nonostante la somiglianza esteriore con Babbo Natale, ha un carattere diverso.
Ad esempio, la sua aria d'opera.

 


Inviato

A proposito, nota come è scomparsa l'immagine dei Krampus di Capodanno. Non porta profitto alle catene di vendita al dettaglio))

20230828_121852.jpg


Inviato
46 minuti fa, Brios dice:

A proposito, nota come è scomparsa l'immagine dei Krampus di Capodanno. Non porta profitto alle catene di vendita al dettaglio))

20230828_121852.jpg

 

Ne avevamo parlato del Krampus

 


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