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EPO: una misteriosa sigla per una piccola, grande rarità dei GONZAGA


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EPO: una misteriosa sigla per una piccola, grande rarità dei GONZAGA

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Tante interpretazioni per la legenda EPO su un quattrino “virgiliano” del XVI secolo: una misteriosa sigla che da sempre divide gli studiosi

 

di Roberto Ganganelli | Spigolando, ancora una volta, in quell’autentica miniera di informazioni e approfondimenti che è il libro di Mario Traina Il linguaggio delle monete ci piace estrarre oggi quanto lo studioso – insieme con il fratello Alfonso, eminente latinista – scrive a proposito della legenda EPO che si ritrova su una rarità dei Gonzaga, il quattrino anonimo pertinente a Federico II Gonzaga, nato nel 1500, marchese di Mantova dal 1519 e del Monferrato dal 1536 al 1540.

L'illustre mantovano Publio Virglio Marone sul dritto dei quattrini anonimi con legenda EPO al rovescio L’illustre mantovano Publio Virglio Marone sul dritto dei quattrini anonimi con legenda EPO al rovescio

I quattrini con EPO

Dalla zecca mantovana uscirono questi quattrini con al dritto il busto di Virgilio e il nome VIRGILIO MARO e, al rovescio, le tre lettere nel campo con, sotto, una foglia. Scrive Traina: “Per Magnaguti (1957, VII, p. 24, n. 67) la foglia è un ‘fiore palustre a tre petali’; secondo Margini (1990, p. 63, n. 31) e Grossi (1997, III, p. 129, n. 135) si tratta invece di una ‘foglia di mirtacea’, dello stesso tipo di quelle che completano i due rami intrecciati che avvolgono la targa con la scritta EPO in una medaglia fusa da Bartolo Talpa per Federico I (proprio su questa medaglia si basa l’attribuzione di alcuni studiosi del quattrino anonimo con EPO a Federico I). Al dritto il busto di Virgilio e VIRGILIO MARO.

L’impresa EPO, una sigla misteriosa non solo in moneta

Impresse anche su medaglie e affrescate in un palazzo di Asola e nell’impresa del mirto nel palazzo Petrozzani di Mantova, queste tre lettere – vero e proprio enigma – sono al centro di numerose e diverse interpretazioni. In latino EPOS significa carme epico, eroico, e in greco EPOΣ, amore. EPO in quest’ultimo caso sarebbe un monogramma delle tre lettere greche E=èpsilon, P=rho, O=òmicron, ossia EPO=ERO, forma poetica di EPOS, ‘amore’ (in realtà non accertato).

Secondo Magnaguti (RIN 1907, p. 987 e RIN 1909, p. 92) queste due versioni si adatterebbero all’impronta del dritto della moneta con il busto di Virgilio, ‘che cantò epicamente e amorosamente’; di conseguenza Magnaguti interpreta: E(picorvm) P(oetarvm) O(ptimo) (‘Al migliore dei poeti epici’) o, ancor meglio: E(picorvm) P(oetarvm) O(ptimvs), ‘Il migliore dei poeti epici’, come riportano anche Arrivabene (A.S.M., 177, 23r e c.31r) e Carlo Vandoni (1830, p. 17).

Vero esempio di criptica sigla di stampo rinascimentale, la EPO sulle monete dei Gonzaga affascina da sempre i numismatici Vero esempio di criptica sigla di stampo rinascimentale, la EPO sulle monete dei Gonzaga affascina da sempre i numismatici

Originale ma priva di ogni fondamento l’interpretazione indicata da Zanetti (1789, III, pp. 250-251): E(vsebivs) P(otest) O(mnia), Eusebio può tutto’, con allusione allo strapotere assunto sotto Federico I da un ebreo, Eusebio Malatesta, che ottenne tra l’altro da Federico la privativa della zecca dal 1480 al 1484.

Una terza interpretazione si trova sempre in Arrivabene (op. cit. 177, 6r, 14/15): EP(iscop)O, Al vescovo’, ‘Per il vescovo’, con allusione a Ludovico, ultimo dei fratelli di Federico I, vescovo eletto di Mantova. Ma in questo caso sopra EPO dovrebbe esserci un segno di abbreviazione che invece manca, assenza che tuttavia Signorini (vedi Malacarne-Signorini 1996, II, pp. 83/84, n. XV) non ritiene determinante.

Graham Pollard in un convegno sulla monetazione dei Gonzaga del 7-8 settembre 1985 suggerì: E(x) P(vblicis) O(pibus), ‘Dalle ricchezze pubbliche’, o E(x) P(opvl)O, ‘Dal popolo’”.

Le ipotesi più recenti sul significato

Tre le ipotesi avanzate da Traina (Cronaca numismatica di maggio 1995, pp. 12-16): E(picorvm) P(rinceps) O(mnivm), “Primo di tutti i poeti epici”; E(xcellit) P(er) O(mnia), “Eccelle in ogni cosa”, E(xitvs) P(robat) O(pvs), “Il risultato giustifica l’operato“ (vedi Ovidio, Le eroine, 2, 85: Exitus acta jubeat e Tosi, 1997, p. 387).

Infine Giuseppe Margini (Cronaca numismatica di giugno 2002, pp. 22-24) ricollega la scritta EPO ad una medaglia di Gian Francesco Ruberti della Grana eseguita nel 1490 per Francesco II, quarto marchese di Mantova e figlio di Federico. All’esergo del rovescio su uno scudo inclinato si leggono le tre misteriose lettere. Margini traduce: E(x) P(arte) O(mnino), ossia “Da una parte soltanto”, a testimoniare una vita condotta dal padre in qualsiasi circostanza con grande onestà di intenti e fedeltà agli accordi presi. In sostanza, le tre lettere avrebbero il valore di una ritorsione nei confronti dei Veneziani per i torti e le amarezze inferti al padre. Ma l’interpretazione contrasta con il senso di OMNINO: “Del tutto in tutto”.

Si potrebbe anche e più semplicemente interpretare, conclude Traina a proposito di questa rarità dei Gonzaga, E(x) P(rincipe) O(ptimo), “Dall’ottimo principe, tenendo conto che studi recenti (Ercolani Cocchi e altri) tendono ad escludere che EPO si riferisca a Virgilio: le tre lettere che appaiono sulla medaglia di Talpa per Federico non avrebbero infatti senso se “virgiliane”.

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