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Oggi può avere ancora senso avviare una collezione di marenghi italici?


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Il titolo di questa discussione è volutamente provocatorio. Mi piacerebbe sentire la vostra opinione su un “classico” della numismatica italiana. Oggi un giovane collezionista (che non abbia avuto la fortuna di ereditare la collezione di marenghi del nonno) può ragionevolmente pensare di impegnarsi in una raccolta di grande valore storico, ma estremamente impegnativa dal punto di vista dell’investimento finanziario?

Sappiamo che una collezione di marenghi italici che ambisca ad un elevato livello di “completezza” oltre ad essere difficilmente costruibile a causa della limitata reperibilità dei pezzi più rari richiederebbe un esborso finanziario alla portata solo di pochissimi fortunati (parliamo di circa 600.000 Euro come valore di catalogo per poco più di 150 pezzi nello stato SPL, cifra che può crescere considerevolmente se si includono molte varietà o pezzi ad elevato stato di conservazione). I prezzi di mercato sono spesso inferiori rispetto a quelli di catalogo, ma si tratta comunque di un investimento ingente.

Un approccio alternativo potrebbe essere quello “tipologico”. In questo caso il numero di marenghi da acquistare si riduce considerevolmente. Scegliendo le annate meno rare è possibile ridurre considerevolmente la spesa. In molti casi si possono trovare esemplari BB il cui costo è di poco superiore rispetto a quello dell’oro fisico presente nella moneta (ai prezzi attuali dell’oro quasi 350 Euro). Ovviamente ci sono alcuni pezzi che sono comunque irraggiungibili come, ad esempio, il marengo coniato a Bologna nel 1861 (con data 1860) per Vittorio Emanuele II, Re eletto. Ci ce l’ha se lo tiene e ammesso che arrivi sul mercato avrà comunque un prezzo alla portata solo di pochissimi collezionisti.

Pur con tutti i limiti dell’approccio tipologico, un giovane collezionista potrebbe pensare di impostare un piano di acquisto scaglionato nel tempo in modo da costituire, progressivamente, una raccolta di marenghi fortemente rappresentativa della storia italiana dell’800. A mio modesto parere, meglio pochi marenghi carichi di storia, piuttosto che album pieni di Euro mai circolati, ma questa è solo l’opinione di un vecchio.

Le nuove generazioni studiano la storia in modo completamente diverso rispetto a chi – come me – appartiene alla generazione che ha partecipato ai festeggiamenti del 1961 per il primo centenario dell’Unità d’Italia. Ai miei tempi a Scuola si poneva molta enfasi sulla storia del Risorgimento italiano, magari trascurando parti rilevanti della storia mondiale. Oggi i metodi di insegnamento sono cambiati e questo ha un’influenza anche sulle scelte adottate dai giovani numismatici italiani (che sono pochi, ma che per fortuna ancora ci sono).

La collezione dei marenghi italici che – ai miei tempi – era il sogno di molti giovani numismatici diventerà sempre di più l’hobby costoso di pochissimi fortunati, mentre i marenghi carichi di storia, ma meno rari e con un grado di conservazione più basso finiranno tutti dai compro-oro?

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Interessante, ma bisognerebbe fare un bagno di realtà

1- la numismatica è talmente vasta che è fisiologico che i giovani (ma non solo) abbiano solo l'imbarazzo della scelta nel cosa collezionare

2- come si è già accennato il fattore economico è essenziale: se non puoi spendere molto (soprattutto agli inizi) come si possono collezionare monete d'oro ? È fattuale.

Poi le monete d'oro in BB andranno perse nei comproro ? Sì, certamente, se frutto di reato. Altrimenti non è così conveniente.

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Uno spunto interessante, su cui i pareri possono divergere anche sensibilmente a seconda delle disponibilità economiche come giustamente - secondo me - scrive il buon @ARES III.
Forse però la domanda è mal posta: tutte le collezioni numismatiche hanno un senso, anche soltanto per la passione che richiedono, la pazienza, la conoscenza, l’impegno, non solo finanziario.

Se invece ci chiediamo quale approccio consigliare a un giovane collezionista, perché questo è il quesito che alla fine poi emerge dal resto dell’intervento, e sempre considerata la variabile prezzo e disponibilità economica, io personalmente sono più per pochi marenghi, magari diversi per tipologia, ma che siano FDC. 

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Spunto interessante. Credo che ci siano due istinti diversi tra loro per collezionare monete:

1 Mi piace una tipologia monetale, una zecca, un periodo e mi concentro sulla scelta fatta

2 Penso che il collezionismo sia anche una fonte di investimento e allora scelgo monete d'oro di borsa o alcuni nominali di valore.

In entrambi i casi bisogna sapere ciò che si vuole, dove si può arrivare con la propria disponibilità economica e tracciare sempre una possibile e onorevole via d'uscita in caso di "calo di passione" o di problemi economici. E' ovvio che resta difficile coniugare passione e razionalità ma bisogna riuscirci per evitare pentimenti, rimorsi e danni.

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Buongiorno a tutti.

Permettetemi una mia considerazione personale.

Credo che "collezionismo" e "investimento" in numismatica dovrebbero essere due parole distinte e separate per un appassionato di monete/banconote.

Mi spiego meglio: se una persona si avvicina al mondo della numismatica per collezionere, sceglie una tipologia di monete da collezionare, senza pensare se un domani tale collezione possa fruttare a livello economico.

A mio parere chi racimola monete per un investimento futuro non può essere considerato collezionista in quanto è mancante di passione numismatica.

Grazie

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16 ore fa, Scudo1901 dice:

Uno spunto interessante, su cui i pareri possono divergere anche sensibilmente a seconda delle disponibilità economiche come giustamente - secondo me - scrive il buon @ARES III.
Forse però la domanda è mal posta: tutte le collezioni numismatiche hanno un senso, anche soltanto per la passione che richiedono, la pazienza, la conoscenza, l’impegno, non solo finanziario.

Se invece ci chiediamo quale approccio consigliare a un giovane collezionista, perché questo è il quesito che alla fine poi emerge dal resto dell’intervento, e sempre considerata la variabile prezzo e disponibilità economica, io personalmente sono più per pochi marenghi, magari diversi per tipologia, ma che siano FDC. 

 

Caro Scudo, oltre le evidenti competenze numismatiche noto che  nei suoi commenti Lei esprime (sempre) una "dinamicità intellettuale"  che, mi scuso per l' equiparazione, definisco di matrice "futurista" (a me personalmente molto cara). Complimenti.

Un cordiale saluto, SANTI

  • Grazie 1
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Con il costo dell'oro attuale non è fattibile e preferisco mettere in collezione 2 o 3 pezzi più rari che una singola moneta comune in stato mediocre. Ho fatto da poco un acquisto di circa 500 euro totali per 4 monete, due R e due R2, con i quali ci stava a malapena una sterlina. Mi godrò sicuramente più i miei 4 scudi di veii e carlo alberto che un pezzo d'oro

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Da giovane collezionista, ritengo che la questione della disponibilità economica - come già ricordato nei precedenti interventi - sia centrale, in generale e soprattutto se si vuole collezionare i marenghi.

Personalmente, per ovviare al problema, ho separato il problema lasciandolo al mio "io" futuro. In particolare, da qualche anno colleziono monete della zecca della mia città, Bologna, che mi permettono di contenere le spese a poche decine di euro per moneta (epoca comunale e, se riesco, monete delle signorie). Parallelamente, porto avanti una collezione di monete di VEII limitandomi ai moduli di argento e rame comuni o che comunque non comportino una spesa eccessiva per non sforare il - risicato - budget :P

Al momento, dunque, se avessi ad esempio la possibilità di spendere 400 euro, preferirei utilizzarli per acquistare diverse monete delle due monetazioni che seguo, dedicandomi piuttosto allo studio dei marenghi (e non solo) per familiarizzare con tali moduli, sperando negli anni futuri - con maggior disponibilità economica - di poterli acquistare conoscendone la storia e apprezzandone il valore, svincolandomi da quello prettamente economico che, ad oggi, è rilevante (decidendo magari di comprare marenghi più o meno comuni e nell'ambito del BB-SPL).

 

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20 ore fa, DB48 dice:

Il titolo di questa discussione è volutamente provocatorio. Mi piacerebbe sentire la vostra opinione su un “classico” della numismatica italiana. Oggi un giovane collezionista (che non abbia avuto la fortuna di ereditare la collezione di marenghi del nonno) può ragionevolmente pensare di impegnarsi in una raccolta di grande valore storico, ma estremamente impegnativa dal punto di vista dell’investimento finanziario?

Sappiamo che una collezione di marenghi italici che ambisca ad un elevato livello di “completezza” oltre ad essere difficilmente costruibile a causa della limitata reperibilità dei pezzi più rari richiederebbe un esborso finanziario alla portata solo di pochissimi fortunati (parliamo di circa 600.000 Euro come valore di catalogo per poco più di 150 pezzi nello stato SPL, cifra che può crescere considerevolmente se si includono molte varietà o pezzi ad elevato stato di conservazione). I prezzi di mercato sono spesso inferiori rispetto a quelli di catalogo, ma si tratta comunque di un investimento ingente.

Un approccio alternativo potrebbe essere quello “tipologico”. In questo caso il numero di marenghi da acquistare si riduce considerevolmente. Scegliendo le annate meno rare è possibile ridurre considerevolmente la spesa. In molti casi si possono trovare esemplari BB il cui costo è di poco superiore rispetto a quello dell’oro fisico presente nella moneta (ai prezzi attuali dell’oro quasi 350 Euro). Ovviamente ci sono alcuni pezzi che sono comunque irraggiungibili come, ad esempio, il marengo coniato a Bologna nel 1861 (con data 1860) per Vittorio Emanuele II, Re eletto. Ci ce l’ha se lo tiene e ammesso che arrivi sul mercato avrà comunque un prezzo alla portata solo di pochissimi collezionisti.

Pur con tutti i limiti dell’approccio tipologico, un giovane collezionista potrebbe pensare di impostare un piano di acquisto scaglionato nel tempo in modo da costituire, progressivamente, una raccolta di marenghi fortemente rappresentativa della storia italiana dell’800. A mio modesto parere, meglio pochi marenghi carichi di storia, piuttosto che album pieni di Euro mai circolati, ma questa è solo l’opinione di un vecchio.

Le nuove generazioni studiano la storia in modo completamente diverso rispetto a chi – come me – appartiene alla generazione che ha partecipato ai festeggiamenti del 1961 per il primo centenario dell’Unità d’Italia. Ai miei tempi a Scuola si poneva molta enfasi sulla storia del Risorgimento italiano, magari trascurando parti rilevanti della storia mondiale. Oggi i metodi di insegnamento sono cambiati e questo ha un’influenza anche sulle scelte adottate dai giovani numismatici italiani (che sono pochi, ma che per fortuna ancora ci sono).

La collezione dei marenghi italici che – ai miei tempi – era il sogno di molti giovani numismatici diventerà sempre di più l’hobby costoso di pochissimi fortunati, mentre i marenghi carichi di storia, ma meno rari e con un grado di conservazione più basso finiranno tutti dai compro-oro?

 

Nel collezionismo il senso di una scelta dipende principalmente da due fattori, livello di interesse per la tematica prescelta, relativa accessibilità economica della tematica prescelta, ovviamente da giovani vi è lo svantaggio di non avere ancora l'esperienza e la maturità che consentano una percezione più chiara e approfondita di ciò che davvero interessa, ci sono delle eccezioni naturalmente, ma in genere è più probabile che si attraversino varie fasi con interessi e curiosità variabili, per cui prima di impegnarsi in una collezione che si prevede sia economicamente piuttosto impegnativa magari sarebbe utile partire con prudenza, acquistare prima dei libri inerenti le monetazioni di proprio interesse, mettersi nelle condizioni di vedere e osservare più monete possibili, sia dal vivo, la cosa migliore, ma anche mediante buone riproduzioni fotografiche, insomma, darsi il tempo di entrare profondamente nel mondo del collezionismo numismatico in modo da capire realmente ciò che piace e appaga di più e avere meno probabilità di pentirsi di ciò che si è acquistato nel corso del tempo... Dico sempre che di un buon libro non ci si pente mai, è sempre conoscenza utile, mentre di qualche moneta acquistata senza sufficiente consapevolezza si può avere il rimpianto...

Personalmente la collezione dei marenghi la considero un classico, ha il fascino della storia abbinato a quello del metallo giallo... comprendo bene che possa tentare e appassionare diversi collezionisti, per me che ho gusti eccentrici e mi piace cimentarmi per vie "strane" e poco esplorate, sarebbe un po' troppo scontata, io sono più tipo da monete bizantine e islamiche di zecca siciliana, oppure le monete di uso internazionale nei traffici del Mediterraneo orientale ed Oceano Indiano tra epoca medievale e primo novecento, come anche le monete citate da Marco Polo nel suo Milione o circolanti al suo tempo... Devo anche dire che sono arrivato a questi interessi in età più matura, da ragazzo ero fissato con le monete della mia città, Napoli, e con quelle di Roma Imperiale... misi su una bella pinacoteca di ritratti imperiali di II e III secolo su moneta 😃

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19 ore fa, DB48 dice:

Il titolo di questa discussione è volutamente provocatorio. Mi piacerebbe sentire la vostra opinione su un “classico” della numismatica italiana. Oggi un giovane collezionista (che non abbia avuto la fortuna di ereditare la collezione di marenghi del nonno) può ragionevolmente pensare di impegnarsi in una raccolta di grande valore storico, ma estremamente impegnativa dal punto di vista dell’investimento finanziario?

Sappiamo che una collezione di marenghi italici che ambisca ad un elevato livello di “completezza” oltre ad essere difficilmente costruibile a causa della limitata reperibilità dei pezzi più rari richiederebbe un esborso finanziario alla portata solo di pochissimi fortunati (parliamo di circa 600.000 Euro come valore di catalogo per poco più di 150 pezzi nello stato SPL, cifra che può crescere considerevolmente se si includono molte varietà o pezzi ad elevato stato di conservazione). I prezzi di mercato sono spesso inferiori rispetto a quelli di catalogo, ma si tratta comunque di un investimento ingente.

Un approccio alternativo potrebbe essere quello “tipologico”. In questo caso il numero di marenghi da acquistare si riduce considerevolmente. Scegliendo le annate meno rare è possibile ridurre considerevolmente la spesa. In molti casi si possono trovare esemplari BB il cui costo è di poco superiore rispetto a quello dell’oro fisico presente nella moneta (ai prezzi attuali dell’oro quasi 350 Euro). Ovviamente ci sono alcuni pezzi che sono comunque irraggiungibili come, ad esempio, il marengo coniato a Bologna nel 1861 (con data 1860) per Vittorio Emanuele II, Re eletto. Ci ce l’ha se lo tiene e ammesso che arrivi sul mercato avrà comunque un prezzo alla portata solo di pochissimi collezionisti.

Pur con tutti i limiti dell’approccio tipologico, un giovane collezionista potrebbe pensare di impostare un piano di acquisto scaglionato nel tempo in modo da costituire, progressivamente, una raccolta di marenghi fortemente rappresentativa della storia italiana dell’800. A mio modesto parere, meglio pochi marenghi carichi di storia, piuttosto che album pieni di Euro mai circolati, ma questa è solo l’opinione di un vecchio.

Le nuove generazioni studiano la storia in modo completamente diverso rispetto a chi – come me – appartiene alla generazione che ha partecipato ai festeggiamenti del 1961 per il primo centenario dell’Unità d’Italia. Ai miei tempi a Scuola si poneva molta enfasi sulla storia del Risorgimento italiano, magari trascurando parti rilevanti della storia mondiale. Oggi i metodi di insegnamento sono cambiati e questo ha un’influenza anche sulle scelte adottate dai giovani numismatici italiani (che sono pochi, ma che per fortuna ancora ci sono).

La collezione dei marenghi italici che – ai miei tempi – era il sogno di molti giovani numismatici diventerà sempre di più l’hobby costoso di pochissimi fortunati, mentre i marenghi carichi di storia, ma meno rari e con un grado di conservazione più basso finiranno tutti dai compro-oro?

 

Il "collezionare" ha sempre delle motivazioni profonde, talvolta apparentemente inspiegabili, inconsce.  Anche la scelta della/e monetazioni di riferimento e passione è talmente soggettiva e imperscrutabile che neanche i diretti interessati, nella maggior parte dei casi, sanno dare un spiegazione logica, razionale ai loro bisogni e desideri. In una considerazione prettamente numismatica concordo con Scudo, qualunque tipologia è degna di considerazione e rispetto. I marenghi italici rappresentano per me l' inizio del mio lungo percorso numismatico (da quando mio zio Gino me li donava con affetto).  Date comuni, ma in alto grado di conservazione e, memore di quanto vissuto, consiglio ai giovani collezionisti di non porsi falsi problemi sugli obbiettivi da raggiungere (o palesemente irraggiungibili). Che continuino a coltivare, giorno dopo giorno, le loro passioni (non solo numismatiche) con costanza, impegno e intelligenza: i risultati, con il passare del tempo, saranno sempre, comunque, gratificanti. Comunque penso che mai, nella vita,  i giovani debbano "autocensurarsi" in termini di conoscenza e risvolti economici apparentemente proibitivi. Come disse Nietzsche  "Quando si arriva alla Meta la si supera, anche".

Cari saluti, SANTI 

 

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Prima con codesta cifra facevano tutto il Regno mi immagino e a un certo livello, non è la prima volta che sento dire di collezioni complete comprate in passato e chi ne ha avute piú di una..ora sicuramente le cifre specie dell'oro son cambiate..

Modificato da fofo
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Supporter

A proposito se "oggi può avere ancora senso avviare una collezione di marenghi italici":

Saluti.

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  • 1 anno dopo...
Discussione interessante
Ma volevo aggiungere che mi piacerebbe allargare la collezione delle monete MARENGO anche ad altri paesi.
Sono circa 20 i paesi che hanno emesso le famose monete MARENGO.
Personalmente cerco di arricchire la mia collezione con MARENGO provenienti da ogni paese, da ogni periodo.
Proseguendo con le emissioni degli ultimi anni come 20 euro Italia, S. Marino, Monaco, 2 Scudi, 10 Euro Francia, ecc.
Come guida utilizzare il catalogo Marenghi-Varesi e l'Euro-Leuchtturm.
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Il 15/05/2023 alle 21:42, ARES III dice:

Interessante, ma bisognerebbe fare un bagno di realtà

1- la numismatica è talmente vasta che è fisiologico che i giovani (ma non solo) abbiano solo l'imbarazzo della scelta nel cosa collezionare

2- come si è già accennato il fattore economico è essenziale: se non puoi spendere molto (soprattutto agli inizi) come si possono collezionare monete d'oro ? È fattuale.

Poi le monete d'oro in BB andranno perse nei comproro ? Sì, certamente, se frutto di reato. Altrimenti non è così conveniente.

 

ultimamente stanno andando a fusione anche i 40 lire napoleone in condizioni BB e magari anche qualche 80 e 100 lire Carlo Felice e Carlo Alberto in condizioni scarse e non sono provento di reato, ma semplicemente gli operatori, visti i recenti rialzi, hanno più convenienza a vendere tutto assieme... quindi è fisiologico che di marenghi ce ne saranno sempre meno per l'una o l'altra ragione..

personalmente ritengo che iniziare con la collezione di marenghi con prezzo allo spot o poco sopra sia un'ottima ed indispensabile base per scopi di investimento nel giallo e per muovere i primi passi nel mondo della numismatica in senso ampio... provate a pensare con quale altra tipologia si può iniziare una collezione in oro senza farsi troppo male all'inizio? (si sa, all'inizio qualche errore lo si compie sempre in acquisto)

da lì poi uno capisce da solo se ha l'anima da investitore e magari prosegue con le sterline, sicuramente più liquide e riconosciute o se invece vuole addentrarsi in qualche marengo raro per poi arrivare a tipologie di nicchia... quindi dopo 200 anni il marengo continua a fare il suo lavoro

w il marengo!

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