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Il tesoro della principessa Fistelia. Ripartono gli scavi a Roccagloriosa

 
 
Una collana d'oro esposta nel museo di Roccagloriosa Una collana d’oro esposta nel museo di Roccagloriosa

A 50 anni dai primi ritrovamenti e a 40 dall’ultima campagna, si riaprono i cantieri di scavo sui siti archeologici di Roccagloriosa

Le più antiche testimonianze di una prima frequentazione del sito risalgono già al II millennio a.C.. Ma un vero e proprio insediamento comincia a formarsi a partire dal V sec. a.C., sviluppandosi poi in età lucana tra il IV e il III secolo. Oggi Roccagloriosa è un piccolo comune di circa 1.500 abitanti nel parco del Cilento, affacciato sul golfo di Policastro. Ma resta fortemente presente un illustre passato, le cui testimonianze animano due strutture che ha consentì di portare alla luce sfarzosi corredi funebri e sepolcri di cavalieri. Fra questi i cosiddetti gioielli della principessa, appartenenti a Fistelia, figura sempre a cavallo fra storia e leggenda. Preziose fibule, bracciali, anelli e collane di altissima oreficeria.

Collane d’oro e bracciali a forma di serpente ritrovati nella tomba numero 9, e oggi visibili nel museo civico archeologico, che si trova nella chiesa sconsacrata di Santa Maria dei Martiri. Pensato per far rivivere il mito della principessa, arricchito anche da marmi, vetri, utensili da cucina, bronzi, armi. Nell’altro museo, situato nell’ex municipio, c’è la ricostruzione di vari sepolcri tra cui il numero 19, attribuito a un cavaliere. Ora, anche su impulso del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che in questi giorni ha visitato Roccagloriosa, si riapriranno i cantieri. A 50 anni dai primi ritrovamenti, e a 40 dall’ultima campagna, che consentì di portare alla luce i gioielli della principessa.

 

Bracciale a forma di serpente esposto nel museo di Roccagloriosa Bracciale a forma di serpente esposto nel museo di Roccagloriosa

L’area archeologica, che si può già visitare, occupa due ettari, ma il centro abitato è di trenta: tanto resta da far emergere”, ha confidato Gianluca Soricelli, professore di Storia romana all’università del Molise, al Mattino di Napoli. È lui che da tre anni guida le operazioni, assieme a Salvatore De Vincenzo, docente di Archeologia all’università della Tuscia. Da settembre 2023, spiega Soricelli, “si scaverà nella zona degli edifici pubblici, di notevole importanza, per comprendere meglio l’organizzazione e la struttura sociale”.

 

https://artslife.com/2023/05/08/il-tesoro-della-principessa-fistelia-ripartono-gli-scavi-a-roccagloriosa/

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Gli ori di Roccagloriosa, un tesoro archeologico nel cuore del Cilento

 
Gli ori di Roccagloriosa, un tesoro archeologico nel cuore del Cilento
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Poco conosciuto ma ricco di fascino. Il sito archeologico di Roccagloriosa, nel basso Cilento, nasconde un tesoro unico nel suo genere: gli Ori. Pezzi unici appatenenti alla tomba 9, scavata sul finire degli anni Settanta da Maurizio Gualtieri. A raccontare il sito in tutto il suo splendore è Annamaria Tripari, archeologa locale. Una laurea in Beni Culturali, curriculum archeologico, all’Università di Salerno con una tesi nata dall’amore per la sua terra e «dal forte desiderio di far conoscere questo angolo del Parco Nazionale del Cilento sempre forse, troppo poco pubblicizzato, per le ricchezze che gelosamente custodisce».

«Si tratta di pezzi unici ritrovati in tutta l’Italia meridionale tra il V e il IV secolo a.C. La loro particolarità – spiega – è la minuzia e laboriosità con cui siano stati realizzati. «È probabile che arrivino da Taranto, gli ori che espongono in un museo sono simili a quelli che conserviamo a Roccagloriosa. – sottolinea Annamaria – Nel corredo c’è una collana con nove pendenti, la tecnica della filigrana è la massima espressione dell’oreficeria del IV secolo. Ci sono le fibule in oro, di provenienza tarantina, lo specchio in bronzo e il bracciale, che è un pezzo unico, con due serpenti che si intrecciano»

 

Roccagloriosa, oltre a godere di una posizione geografica che consente al visitatore di ammirare l’intera costa calabro-lucana e le vette più note del comprensorio ( monte Bulgheria, Monte Centaurino, Monte Cervati), custodisce un invidiabile patrimonio archeologico, storico e architettonico. «Grazie a campagne di scavo condotte tra la fine degli anni 70 e gli inizi degli anni 90 del secolo scorso, è stato rinvenuto in insediamento lucano che Vive la sua fase aurea tra il V e il IV secolo a. C. – spiega Tripari – Il turista che decide di trascorrere una giornata a Roccagloriosa potrà ammirare il parco archeologico, soffermandosi su alcune aree insediative protette da una cinta muraria e nell’area della necropoli, in cui sono state rinvenute 34 sepolture, che testimoniano il livello di sviluppo raggiunto ed affermatosi nel mondo lucano. Successivamente il turista passa a “toccare con mano” quanto la terra ha restituito e così, all’interno del Museo Antonella Fiammenghi, osserva, analizza e compara i reperti rinvenuti nell’ insediamento e nelle sepolture con reperti ammirati nella vicino Elea-Velia o Paestum o Pontecagnano».

«È in questo museo che sono conservati i noti “Ori di Roccagloriosa” di cui parla l’orafa vallese Sara Cammarosano». La giovane e talentuosa artigiana orafa tiene su prenotazione visite guidate proprio agli Ori di Roccagloriosa

«Inoltrandosi nella visita del centro storico il visitatore si trova di fronte gli antichi palazzi e portali di famiglie gentilizie e vicoli e vicoletti tipici dei borghi medievali cilentani. In piazza del popolo, termina solitamente, la visita guidata ammirando gli affreschi realizzati nella “Cappella di Sant’Angelo” e il corredo funebre di due sepolture nel vicino antiquarium», conclude la giovane archeologa.

 

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https://www.giornaledelcilento.it/gli-ori-di-roccagloriosa-un-tesoro-archeologico-nel-cuore-del-cilento/

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Sito importante quello di Roccagloriosa, ne unisco la pianta della necropoli ' la scala ' che contiene le tombe 19 e 9, citate .

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