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PARMA: Le monete rubate 14 anni fa tornano a casa: il giudice dà il via libera alla confisca.


Risposte migliori

Bello leggere certe cose, son prorpio contento che il ptrimonio artistico sia così valorizzato !!! Posso dire che son fiero di essere Italiano oggi ....

Saluti

Marco

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Apparentemente nessuna di queste misure è stata violata. Né si sono riscontrati segni di effrazione. Ma la difficoltà dell’indagine condotta dai Carabinieri di Parma e dal nucleo tutela di Bologna sta proprio nella difficoltà di appurare a quando risale il furto. Si spera comunque di poterle rintracciare qualora vengano immesse sul mercato. Tutti i pezzi, per fortuna, erano stati fotografati e schedati.

Se disponessimo di personale e risorse si potrebbero effettuare gli inventari più spesso, ma la realtà è che qui, come in tutti i musei nazionali, gli inventari non si riescono a fare” commenta Direttrice.

Se le monete erano fotografate e schedate "automaticamente" significa che erano inventariate in qualche modo.

Più sicuro ancora sarebbe stato "pubblicarle", elemento di grande deterrenza per chi intendesse rubare al fine di smerciare le monete sul mercato antiquario.

Oggi chi ruba in praticamente nessun caso procede alla fusione dei pezzi rubati. Accadeva 100/150 anni fa quando, tra l'altro , le monete avevano un valore relativo diverso e soprattutto il mercato era comunque assai meno sviluppato di oggi.

Resta il fatto che "insiemi" di tale genere sono "non-beni" da un punto di vista di tutela del patrimonio culturale.

La mancata :

1. classificazione

2. esposizione

3. studio

di fatto sottraggono il bene alla fruibilità in quanto "cosa pubblica" di interesse culturale, anzi negano al bene, di fatto, tale stato relegandolo in un limbo , anche fisico, di bene nascosto, non conosciuto, negato alla conoscenza. A questo punto se proveniente da ripostiglio o rinvenimento la sua fruibilità sarebbe identica se il bene fosse rimasto sotterrato o incassato in un muro.

La pecca maggiore, imputabile al personale direttivo preposto alla conservazione di tali beni non è quella di non disporre di personale (che cosa si vorrebbero, legioni di classificatori per compilare lunghe e inutili schede al ritmo di 1-2 al giorno ? e magari a spese dei contribuenti ?).

La pecca maggiore è quella, oggi che siamo dotati di mezzi straordinari (paragonate internet a quello che ha rappresentato la macchina a vapore per la rivoluzione industriale..), di non procedere rapidamente a colmare queste lacune cui il tempo non potrà certamente porre rimedio, né sperare che iniezioni di personale (quand'anche vi fossero - e oggi si va, almeno nei Beni culturali e nella Scuola in senso esattamente opposto) possano ovviare al problema.

La via da esplorare è quanto ha fatto, e stanno facendo, pochi coraggiosi funzionari pubblici (non faccio nomi specifici ma tanto li conosciamo ..)aprendo collaborazioni (per l'inventariazione ed, eventualmente, la classificazione) con il privato per pubblicare on-line (modo più veloce, meno costoso, e anche di gran lunga più pratico - pensate solo, in un frangente come questo alla possibilità per dei carabinieri di confrontare le schede/foto dei pezzi rubati con il materiale che mensilmente passa per il mercato e che è ormai praticamente tutto on-line) insiemi/ripostigli/tesoretti/collezioni pubbliche/lasciti altrimenti giacenti , ad libitum, in fondi museali mai acquisiti, descritti e letteralmente invisibili a chiunque se non gli stretti funzionari preposti alla loro (si fa per dire) tutela.

Non ce l'ho con la Direttrice, vittima forse anche lei ignara di tali malversazioni, ma la responsabilità di NON fare quanto oggi si può, si deve, ed è tutto sommato è altamente possibile fare .

Tale responsabilità non può non ricadere su questi funzionari la cui missione e professione è la tutela del nostro patrimonio culturale.

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Sarebbe già un passo avanti ,nei rari casi in cui uno si presenta ( vedi il mio caso e di Giollo per la pubblicazione delle immagini della Collezione Brambilla di Pavia ,che non era stata mai fatta )di favorirlo ,non creando troppi permessi ,lacci ,e lacciuoli e e in particolare non chiedessero al malcapitato ingenti diritti per le immagini delle monete che in pratica impediscono qualsivoglia iniziativa : la strada è questa ,quello che è stato fatto a Firenze ,quello che in piccolo abbiamo fatto a Pavia ,quello che non è riuscito ,a quanto mi risulta per la Collezione Reale ,ma per fare questo ci vorrebbe collaborazione tra le parti e non impedimenti di vario genere e tipo.

Modificato da dabbene
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http://incuso.altervista.org/MNL/

Ciao Tiberius, ti invito a vedere il link postato

Eh no, ragazzi. Quel furto se lo è i nventato la Guardia di Finanza con il sottoscritto in prima persona. Almeno cosi si dice in giro. Tutto quanto è stato scritto e verbalizzato in proposito è stato cancellato da una archiviazione. Non c'erano le prove per portare a giudizio gli indagati e, giustamente, non c'è stato il rinvio a giudizio,Però gli ammanchi ci sono stati e ancora si brancola nel nulla. FIne della questione.

Quello che è successo a Parma è uno dei tanti casi di Malaconservazione. Purtroppo succedono queste cose.

Piuttosto, al di la della mancanza di personale, siamo sicuri che quel poco che c'è nei vari musei risulta troppo impegnato in attività extra ufficio per poter stare dietro ad una catalogazione? Mah! In fondo una catalogazione al giorno sarebbe meglio che niente, diciamo 150 schede all'anno.....

Che tristezza...

Quindi al defunto Olivari, post mortem, nessuna reprimenda?

Mamma mia, come siamo messi male in Italia!!!

Modificato da repen1938
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Furto gravissimo e purtroppo non è l'unico!!!!!!!!!!!!!!!!!!

la storia dei musei italiani è piena di queste sparizioni purtroppo spesso archiviate o addirittura ignorate (vedi dalle mie parti museo di caltagirone e Gela)

ci siamo mai chiesti quanta "roba" non ancora inventariata "esce" dai magazzini dei musei?

poi quando qualcuno se ne accorge allora si presenta il caso come quello di Parma dove non si capisce quando come perchè......................

Chissà perchè poi ogni tanto viene licenziato qualche dipendente della struttura!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

bisognerebbe fare un registro con inventario di tutti i monetieri dei musei d'Italia e soprattutto non lasciare collezioni in deposito o in cassette di sicurezza. Anche perchè a noi collezionisti poi vengono i dubbi. Per esempio il cosiddetto Tesoretto di Licata di robai e tarì arabo normanni di proprietà del museo di agrigento mai esposto, ad una mia lettera aperta al Direttore per averne notizie mi è stato ripsosto laconicamente "sono in cassetta di sicurezza"

E' vero ci sono tutte? sono passati forse più di vent'anni dal ritrovamento.

Il tragico è che perdiamo un pezzo di storia ed il vero rischi come dicevano prima i colleghi e che se i pezzi sono troppo appariscenti e noti possano venire fusi.

Mi auguro solo che nella tragedia le monete vadano ad un collezionista che pur essendo senza scrupoli almeno tratterà adeguatamente questo grande tesoro.

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Guardate io ho conosciuto diverse realtà museali sarde e le ho trovate tutte ben organizzate ,basterebbe fare ,come mi spiegava la Direttice del Museo di Ozieri ,fanno loro : sono in tre Direttrice compresa,si sono imposti di catalogare una moneta al giorno ,fanno 360 all'anno ,ogni anno espongono ,tra l'altro in modo veramente egregio ,360 monete fruibili alla visione di tutt i visitatori ,ogni anno cambiano le 360 monete e ne ruotano altre 360 ,così ogni anno il visitatore vede qualcosa di nuovo ; è il programma minimo che ci siamo prefissi ,mi ha detto ,ed essendo in tre è facilmente realizzabile : ora io sarei molto contento ,se in grosse realtà museali italiane si realizzasse ,anche lo stesso programma ,non dico di più ,che riesce con facilità ad Ozieri in provincia di Sassari .

Modificato da dabbene
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Buon Giorno,

Al di fuori e oltre ogni logica di responsabilità (di chi è comunque per la sua posizione responsabile)(sono di altri tempi), non sarebbe logico pubblicare le immagini (se realmente esistono) oppure....

cordialità

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Non ricordo chi l'ha postato, ma la PUBBLICAZIONE rimane l'unico deterrente EFFICACE contro furti di tale genere.

Non ci può essere cassetta di sicurezza a confronto.

Monete difficili da piazzare? No per gli stati che hanno leggi difformi dal nostro.

Ecco il paradosso. C'è l'UNIONE EUROPEA, libertà di passaggio alla frontiera, libertà per le merci, ma NON UNIFORMITA' di visione(e legislativa)verso alcuni BENI.

Ciò che è vietato in ITALIA non lo è in INGHILTERRA e viceversa.

E' sufficiente che un individuo rubi un bene in ITALIA(dove non può essere venduto), si metta in auto, attraversi senza nessun controllo alle frontiere FRANCIA e arrivi a LONDRA e piazza il suo bel oggetto.

Questo a livello generale....

Nel particolare, mi domando. Esistono delle foto? E perchè non pubblicare almeno quelle?

Vincenzo.

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Non é proprio così, Vincenzo: a fronte di un furto (denunciato) in Italia, la refurtiva scoperta in altri Paesi CEE può essere tempestivamente posta sotto sequestro.

Recentemente é capitato ad un collega inglese che aveva subìto un furto in Germania ed ha recuperato parte delle monete in Francia.

Quanto alle foto, é sufficiente andare sul sito del Carabinieri

http://tpcweb.carabinieri.it/tpc_sito_pub/simplecerca.jsp

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Inviato (modificato)

Non é proprio così, Vincenzo: a fronte di un furto (denunciato) in Italia, la refurtiva scoperta in altri Paesi CEE può essere tempestivamente posta sotto sequestro.

Recentemente é capitato ad un collega inglese che aveva subìto un furto in Germania ed ha recuperato parte delle monete in Francia.

Quanto alle foto, é sufficiente andare sul sito del Carabinieri

http://tpcweb.carabinieri.it/tpc_sito_pub/simplecerca.jsp

Giustissimo. Ma se il bene non è "registrato" o inventariato, in Italia sarebbe comunque invendibile, in quanto per le monete antiche occorre una certa "tracciabilità" venditore-compratore, in Inghilterra no.

Se uno denuncia e non ha una foto, come fanno a sapere che le monete sono proprio quelle? Sulla parola del proprietario(ex)? Non credo.

Vincenzo.

Modificato da Vincenzo
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Non é proprio così, Vincenzo: a fronte di un furto (denunciato) in Italia, la refurtiva scoperta in altri Paesi CEE può essere tempestivamente posta sotto sequestro.

Recentemente é capitato ad un collega inglese che aveva subìto un furto in Germania ed ha recuperato parte delle monete in Francia.

Quanto alle foto, é sufficiente andare sul sito del Carabinieri

http://tpcweb.carabinieri.it/tpc_sito_pub/simplecerca.jsp

Giustissimo. Ma se il bene non è "registrato" o inventariato, in Italia sarebbe comunque invendibile, in quanto per le monete antiche occorre una certa "tracciabilità" venditore-compratore, in Inghilterra no.

Se uno denuncia e non ha una foto, come fanno a sapere che le monete sono proprio quelle? Sulla parola del proprietario(ex)? Non credo.

Vincenzo.

Le foto sono il documento più importante perche permette di identificare il più univocamente possibile la moneta

ecco perche dapprima un inventario composto da semplici schede identificative e soprattutto da foto e , successivamente, una pubblicazione sono i due doveri che ogni curatore dovrebbe avere come priorità per TUTELARE il materiale a lui affidato .

SE poi si riuscisse anche a procedere con l'esposizione , ovvero a garantire la fruibilità delle collezioni tanto meglio, ma sono soprattutto l'inventario con foto e la pubblicazione che veramente sono i primi due passi fondamentali per garantire la tutela del bene e metterlo al riparo da sorprese. Più il bene è pubblico e visibile e meno attirerà insani appetiti.

Quello che il Museo di Firenze sta facendo dopo 100 anni di incuria dimostra che con la volontà si può fare qualcosa.

Quello che il Museo Nazionale Romano NON fa dimostra come due collezioni di importanza mondiale non hanno ricevuto pressoché alcuna cura (parlo di documenti, ricerca e pubblicazioni) da quando sono ivi confluite (se si fa eccezione per la ex-Reale di due mostre minimali e di qualche articolo sul Bollettino di Numismatica).

Scusate ma e' soprattutto una questione di volontà e di cura per il bene pubblico, non è solo questione di mezzi.

Con la volontà si fanno miracoli e Firenze lo dimostra.

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Quello che il Museo di Firenze sta facendo dopo 100 anni di incuria dimostra che con la volontà si può fare qualcosa.

Allora diamo a Catalli quel che è di Catalli... d'altro canto il fatto che queste sue iniziative non siano sempre ben viste è cosa di pubblico dominio <_<

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L'amarezza è nel furto, ma...... perchè vai a Parigi alla bibblioteca nazionale chiedi di vedere monete di alcune zecche e le hai subito a disposizione. Vai a New York al museo dela società numismatica e ti fanno vedere e toccare quello che hai richiesto. L'ho sperimentato personalmente per più volte e toccavo pezzi unici quali le cinque doppie di Alberico primo di Massa o il ducatone del 1601... Prova a farlo a Roma, non ti rispondono neppure! Certo ci sono alcune eccezioni anche nei musei italiani, ma sono solo mosche bianche.

Non parliamo poi delle raccolte delle banche, almeno esporle in particolari occasioni o mostre... tanta burocrazia e maleducazione.

Del resto anche tanti collezionisti, quelli che non fanno nulla per acquisire nuovi collezionisti, sono timorosi e gelosi di far partecipi altri della propria raccolta....

....e scusando l'espressione dico che quelli sono come il maiale, ...per i nipoti è buono solo dopo morto.

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  • 12 anni dopo...
Supporter

Segnalo l'articolo apparso il 1° aprile u.s. sulla Gazzetta di Parma a firma di Georgia Azzali:

https://www.gazzettadiparma.it/home/2023/04/01/news/le-monete-rubate-14-anni-fa-tornano-a-casa-il-giudice-da-il-via-libera-alla-confisca-704162/

Le monete rubate 14 anni fa tornano a casa: il giudice dà il via libera alla confisca.

I cassetti desolatamente vuoti. Un tesoro di monete antiche, greche e romane, sparite quattordici anni fa dal Museo archeologico nazionale di Parma. Ma ora buona parte del bottino, dal valore milionario, tornerà in Pilotta. I tempi non sono ancora certi, però il provvedimento firmato dal giudice Beatrice Purita non lascia più spazio a eventuali ricorsi: 158 monete finite in varie case d'asta, sparse tra Svizzera, Germania, Austria, Principato di Monaco, San Marino, Stati Uniti e Italia, sono state confiscate e dovranno ritornare nel museo parmigiano. Altri due pezzi erano stati restituiti già nel giugno 2021. Una quindicina di monete sono state inoltre individuate con certezza in altre case d'asta e gallerie statunitensi, tuttavia al momento non sono ancora sotto sequestro.

Ma proviamo a ripercorrerlo il viaggio di questi piccoli capolavori greci e romani, in oro e argento, in alcuni casi finiti anche nelle mani di collezionisti privati. L'allarme era stato lanciato nel luglio 2009, ma non è escluso che le monete fossero svanite anche molto prima, perché non viene fatta una ricognizione periodica quando i reperti sono già stati numerati e registrati, come aveva spiegato allora la direttrice del museo, Maria Bernabò Brea. E così la scoperta fu casuale: servivano alcune fotografie delle monete, in gran parte ritrovate nelle viscere di via Mazzini alla metà degli anni Sessanta, così si aprirono le custodie. E la sorpresa fu amarissima. I primi giorni sembrava ne mancassero 213 all'appello, ma poi il conto salì fino a 388. Sull'autore del furto furono formulate varie ipotesi, si arrivò anche all'iscrizione di una persona nel registro degli indagati, ma non si arrivò mai al processo e il procedimento fu archiviato per prescrizione. Sul fronte dei ricettatori, l'attenzione era stata puntata sul titolare di un negozio di numismatica di Torino, ma poi non sono stati raccolti elementi certi, tanto è vero che i procedimenti a suo carico sono stati archiviati. Difficile accertare responsabilità, soprattutto se si considera che le monete possono circolare senza certificazioni o particolari autorizzazioni. Era spuntata anche la figura di uno straniero, apparentemente di origine slava, che aveva messo all'asta molte delle monete sequestrate in Svizzera, ma il nome era poi risultato falso e non si è mai riusciti a identificarlo. Così, anche i procedimenti sui presunti ricettatori sono stati archiviati.

Sul fronte del recupero delle monete, però, le indagini, portate avanti dai carabinieri tutela patrimonio culturale del Nucleo di Bologna, non si sono mai fermate. E a partire dal 2016 molte delle monete rubate a Parma sono state «scoperte» nei cataloghi di vendita di diverse case d'asta europee e americane, grazie alla consulenza di Marco Podini, archeologo della Soprintendenza. Così sono partite diverse rogatorie internazionali e sono state coinvolte le forze di polizia statunitensi, in particolare, ma anche del Regno Unito e di San Marino. Alcune monete sono state sequestrate anche a Milano, Torino, Firenze, Bologna, Pavia e Roma. E nel marzo del 2018 il gip di Parma ha emesso un decreto di sequestro preventivo di tutte le 388 monete rubate al museo parmigiano: un provvedimento utilizzato negli anni seguenti per «bloccare» tutti i pezzi poi trovati.

Pochi risultati per un paio d'anni, ma dal 2019 la cooperazione internazionale ha cominciato a dare buoni risultati. I carabinieri hanno scoperto che oltre 200 delle monete scomparse erano finite all'asta. Ma ora, dopo il sequestro, il provvedimento di confisca ne farà tornare a casa un gran numero.

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Ottima notizia. Mi auguro però che si trovi anche il ladro, l'eventuale basista e chi materialmente ha gestito ed affidato le monete alle case d'asta. Non dovrebbe essere così difficile, immagino. Da comune mortale, poco esperto, mi chiedo chi possa entrare ed uscire da un deposito museale, ad esempio. Non penso sia accessibile a chiunque, magari sbaglio. 

  • Grazie 1
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51 minuti fa, aemilianus253 dice:

Ottima notizia. Mi auguro però che si trovi anche il ladro, l'eventuale basista e chi materialmente ha gestito ed affidato le monete alle case d'asta. Non dovrebbe essere così difficile, immagino. Da comune mortale, poco esperto, mi chiedo chi possa entrare ed uscire da un deposito museale, ad esempio. Non penso sia accessibile a chiunque, magari sbaglio. 

 

Colpa in vigilando...Credo comunque che il furto sia avvenuto dall'interno..in più fasi....Difficile che dall'esterno si possa portare via in un solo colpo così tante monete. A meno che ci sia stato un furto con scasso o rapina. Purtroppo i materiali conservati nei nostri musei sono immensi e le ricognizioni periodiche dovrebbero essere DOVEROSE. Stessa cosa si verificò a Cagliari e al Museo Nazionale Romano

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Supporter

Buongiorno,

ho unito le due discussioni.

Grazie e saluti.

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  • ADMIN
Staff

Ottima notizia! E i complimenti a Podini che mi è sembrata persona in gamba.

4 ore fa, aemilianus253 dice:

Ottima notizia. Mi auguro però che si trovi anche il ladro, l'eventuale basista e chi materialmente ha gestito ed affidato le monete alle case d'asta. Non dovrebbe essere così difficile, immagino. Da comune mortale, poco esperto, mi chiedo chi possa entrare ed uscire da un deposito museale, ad esempio. Non penso sia accessibile a chiunque, magari sbaglio.

Da quanto mi raccontarono a suo tempo (quindi prendetelo con le pinze), l'accesso era sicuramente controllato ma di fatto chi entrava poi non era sottoposto a vigilanza stretta. E poi immagino che venisse segnato chi di "esterno" entrasse ma non il personale stesso.
E comunque, anche lo si trovasse, scommettiamo che è già tutto prescritto?

  • Triste 1
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2 ore fa, incuso dice:

Ottima notizia! E i complimenti a Podini che mi è sembrata persona in gamba.

Da quanto mi raccontarono a suo tempo (quindi prendetelo con le pinze), l'accesso era sicuramente controllato ma di fatto chi entrava poi non era sottoposto a vigilanza stretta. E poi immagino che venisse segnato chi di "esterno" entrasse ma non il personale stesso.
E comunque, anche lo si trovasse, scommettiamo che è già tutto prescritto?

 

La cosa è comunque bizzarra se pensate che io, di Parma, in dieci o dodici anni ho fatto almeno 3 richieste scritte di accesso per vedere i materiali e mi sono sempre state negate.

L'ultima volta mi dissero addirittura di aspettare che tanto prima o poi le mettevano sul web o le pubblicavano.... 

quindi direi che l'accesso non era semplicissimo e non credo che i numeri di coloro che sono entrati siano altissimi....

la vicenda nel complesso fa ridere...se non piangere ....

 

  • Confuso 1
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  • ADMIN
Staff
1 ora fa, Poemenius dice:

La cosa è comunque bizzarra se pensate che io, di Parma, in dieci o dodici anni ho fatto almeno 3 richieste scritte di accesso per vedere i materiali e mi sono sempre state negate.

Ma immagino sia successo dopo che si sono accorti del furto.

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