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Descrizione

Etruria, Populonia. 
50 asses circa 300-250, AV 2.83 g. Gorgoneion, hair bound with diadedm; below, (arrow down). Rev. Blank. Jameson 1827 (this coin). Vecchi I, 70 (this coin). EC 23.2 (this coin). Historia Numorum Italy 139.
Of the highest rarity, only two specimens known and the only one in private hands.
A coin of tremendous importance and fascination. A minor die break on obverse
and light marks, otherwise about extremely fine

Ex NAC sale 13, 1998, formerly exhibited at the Antikenmuseum Basel, 9. From the Jameson, Athos and Dina Moretti collections and an Exceptional Collection assembled between the early 70s and late 90s.
As one of only two specimens known and the only one of the two in private hands, this Etruscan gold coin is of the highest rarity. It was struck by Populonia (Fufluns in Etruscan), one of the original twelve cities of the Etruscan League, which was a loose organisation in Etruria. The city’s name may perhaps simply mean “the people” as it seems to be related to the Latin word populus (people). Populonia grew wealthy from its metal-working industry in the seventh century BC and is known for its extensive series of gold and silver and bronze coinage struck between the fifth and the third century BC. This particular coin was struck in the first half of the third century BC, after the Etruscan cities had fallen under Roman domination. Like much of Etruscan art, the reverse type reflects strong Greek cultural influence. The facing head of Medusa—a common type for Populonian coins—appears on the obverse, but in the Etruscan context she was known as Metus. As far as can be gleaned from Etruscan painted pottery, her associated mythology was not much different for the Etruscans than it was for Greeks. This tendency to borrow Greek mythological figures and give them indigenous Italic names was also mirrored by the Romans. The obverse is also notable for the inclusion of a value-mark, in this case indicating the face value as 50 units. These units are widely believed to have been bronze asses since the indigenous coinages of Italy (i.e., not the Greek coinages of Magna Graecia) were based on bronze rather than silver. Value marks are a common feature of Populonian coins in the third century BC and their usage was passed onto the Romans when they later introduced the silver denarius with associated gold multiples during the Second Punic War. The Roman Republican gold 60-as piece employs the same sign for 50 that appears on this coin, with the addition X (10) to bring it up to the full value of 60 asses. Unlike contemporary Greek coinages, many issues of Populonia were struck without the use of distinct obverse dies. Instead, the flan was simply placed on a hard surface, which sometimes had types engraved in it and sometimes not, and then struck by the reverse die. The present gold coin features no type, but the flat reverse captures some of the irregular features of the surface upon which it was struck.

 

https://www.biddr.com/auctions/nac/browse?a=3461&l=3982798

 

 

Modificato da Oppiano

Inviato (modificato)

@Oppianocorreggimi se sbaglio, ma le due monete non sono stilisticamente differenti ?

Ad esempio il mento o la forma del volto.

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Modificato da ARES III

Inviato (modificato)
9 minuti fa, ARES III dice:

@Oppianocorreggimi se sbaglio, ma le due monete non sono stilisticamente differenti ?

Ad esempio il mento o la forma del volto.

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Pare proprio di sì, soprattutto il mento più appuntito!

Modificato da Oppiano

Inviato (modificato)

Quindi come possiamo con sicurezza affermare che siano entrambe buone o false oppure che solo una sola è buona ?

Qual'è il parametro di confronto ?

Io non mi esprimo , ma i dubbi sono leciti in questi frangenti.

@littleEvil se si hanno solo due monete, e sono differenti tra loro, non credi che la prudenza sia d'obbligo ? 

Ogni tanto bisognerebbe evitare di fare polemiche inutili tacciando gli altri di qualunquismo o cerchiobottismo.

 

 

Modificato da ARES III

Inviato (modificato)

La moneta del British Museum non presenta rotture di conio, mentre l’altra si.

Sembrerebbe che l’esemplare descritto dal Mazzolini a fine ‘800 possa quindi essere la moneta presente al British.

Detto ciò è molto difficile dire, come già detto, che una è buona e l’altra no.

Modificato da torpedo

Inviato

 anche quella del museo ha traccia della frattura solo che è stata lisciata.

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Inviato

@dux-sab sono d'accordo che entrambe presentano tracce di frattura. Ma statisticamente parlando, quant'è la probabilità che due conii diversi presentino una traccia di frattura simile e sulla stessa posizione ?


Inviato
15 minuti fa, ARES III dice:

@dux-sab sono d'accordo che entrambe presentano tracce di frattura. Ma statisticamente parlando, quant'è la probabilità che due conii diversi presentino una traccia di frattura simile e sulla stessa posizione ?

 

bisogna prima vedere se si tratta di due coni diversi, la moneta in asta pare che abbia subito un colpo sotto la lingua che può avere allungato il mento, anche se rimane da capire di quanto.


Inviato
5 ore fa, dux-sab dice:
5 ore fa, dux-sab dice:

un colpo sotto la lingua che può avere allungato il mento

 

Ma i due menti hanno comunque due forme differenti: quella in asta a V e quella al British a U.

 

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Indipendentemente dall'area del colpo

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Inviato

Poi ci sono altre piccole incongruenze, come ad esempio le punte dei capelli

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Inviato

Si prenda la punta della linea del terzo capello di destra: nella moneta del British è corta mentre in quella di NAC è più lunga.

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Inviato (modificato)

c'è anche un'altra possibilità, che la parte in rosso sia stata asportata durante la pulizia dei fondi per eliminare dei colpi, da notare come il profilo sembra innaturale. questo spiegherebbe anche le diverse punte dei capelli, infatti si vede anche uno scalino sui fondi prima delle punte.

populogn.jpg

Modificato da dux-sab

Inviato
1 ora fa, dux-sab dice:

asportata durante la pulizia dei fondi per eliminare dei colpi,

Può essere.

1 ora fa, dux-sab dice:

il profilo sembra innaturale

Su questo non concordo.

Basta guardare le varie tipologie di Metus, e vedere le più svariate forme di menti dei

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Inviato

Occorre anche considerare la funzione...la monetazione etrusca ed nello specifico di Populonia era molto particolare...le monete in argento con il tipo di metus erano coniate male come fossero piccoli lingottini...non vi era nella maggior parte dei casi molta cura per la coniazione anzi...l'argento poi e' un materiale che aveva senso...qui ci troviamo di fronte ad una moneta aurea che imita il tipo argenteo con metus, conosciuta in solo due esemplari ben centrati e con una rottura di conio...mah...di oro in generale ne circolava ma poco...gli esemplari aurei riconosciuti autentici in ambito etrusco erano in lega con l'argento...qui abbiamo un prodotto che mi sembra fatto ad hoc per una generazione di due millenni successiva...questa la mia opinione...che senso/funzione aveva in epoca etrusca questa tipologia di coniazione?...ma poi e' coniata?

  • Grazie 1

Inviato
14 minuti fa, ARES III dice:

Può essere.

Su questo non concordo.

Basta guardare le varie tipologie di Metus, e vedere le più svariate forme di menti dei

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forse non mi sono spiegato bene, con innaturale voglio dire che il mento da curvo diventa improvvisamente dritto, guarda bene la parte in rosso.


Inviato (modificato)

Domanda: ma da dove arrivano? 
dal mercato antiquario come altre gia oggetto di discussione  o hanno un report di scavo , almeno una? 
 

Modificato da Tinia Numismatica

Inviato
32 minuti fa, dux-sab dice:

che il mento da curvo diventa improvvisamente dritto, guarda bene la parte in rosso.

Ho capito, ma per me (e posso sbagliarmi) anche con una possibile o probabile limatura, il mento è diverso da quello del British. Inoltre non capisco perché limare accuratamente il mento e poi lasciare le tracce della frattura. A questo punto si poteva migliorare esteticamente anche questo (anche se io non amo questo genere di interventi).

 


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