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Scopre fornace romana mentre è fermo in autostrada


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ma pensate voi cosa abbiamo sotto di noi…

https://www.ilsecoloxix.it/genova/2023/03/28/news/arenzano_scopre_fornace_romana_mentre_e_in_coda_al_casello_della10-12726029/

Arenzano, scopre fornace romana mentre è in coda al casello dell’A10

Il ritrovamento è ora al vaglio della Soprintendenza. Dai primi accertamenti si tratterebbe di reperti di epoca imperiale. Il sindaco: “Grande opportunità per il Ponente”

 

Arenzano – Un sito risalente all’età romana che racchiude una fornace composta da laterizi. Il ritrovamento, importantissimo, potrebbe valere molto per Arenzano e per il Ponente. Non solo dal punto di vista storico. E il merito, sembra quasi una burla, è di una coda davanti al casello dove gli automobilisti aspettavano di entrare nella A10.

Tra loro c’era un dipendente di Piaggio Aero Industriesappassionato di storia locale: Giovanni Battista Damonte. «Stavo aspettando da una decina di minuti di entrare in autostrada - racconta - quando mi è caduto l’occhio sulla strada di cantiere che avevano aperto gli operai che stavano realizzando delle villette nell’area che da sempre chiamiamo Fornaci».

 

 

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Un particolare dell'area dove sono stati trovati i reperti dell'antica fornace romana ad Arenzano (foto Bocchino tratte da Genova Today)

 

Damonte, 57 anni, è rimasto colpito da quanto aveva visto. In particolare da quel colore bruno di uno spicchio del terreno ripulito dalla fitta vegetazione. E ci è tornato dopo qualche giorno. «Volevo togliermi il dubbio che sotto terra potesse esserci qualcosa di importante - continua - Ho scovato delle tegole in argilla. Così ho telefonato alla mia amica laureata in archeologia per condividere quel momento».

Lucia Ferrari, consigliera comunale di Arenzano (è stata lei a ufficializzare la scoperta nel consiglio comunale dell’altra sera, ndr) e membro dell’istituto di Storia della Cultura di Genova, si è precipitata e ha avuto le medesime sensazioni: «Quando sono andata credevo si trattasse di un sito di epoca tardo medioevale, ma appena sono entrata in quel campo ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte a una grande scoperta dal punto di vista archeologico. All’epoca romana sono risalita attraverso i tegoloni (inconfondibili lastre laterizie da copertura, ndr). E la presenza di materiale concotto e vetrificatotestimoniava che erano stati realizzati in loco. Così ho chiesto alla Soprintendenza di intervenire».

Negli anni Sessanta l’ipotesi che da queste parti potesse celarsi qualche struttura risalente all’epoca romana era stata formulata dal professor Tiziano Mannoni, dopo il ritrovamento di tegoloni proprio nella zona di Terralba. Allora era accaduto sul lato opposto, in occasione dei sopralluoghi per realizzare gli “Studi Propedeutici al Piano di coordinamento Paesistico Territoriale…”. Da allora, però, non era stato rinvenuto più nulla.

 

 

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Un particolare dei reperti archeologici (foto Bocchino tratte da Genova Today)

 

Per spazzare i dubbi rimasti nell’area Fornaci - nome dato alla zona perché a inizio Novecento c’era effettivamente una fornace - è arrivata la funzionaria di zona della Soprintendenza, Nadia Campana. Sono stati contattati i responsabili del cantiere e sono state disposte le misure di tutela e ricerca. La società committente - nonostante i lavori in corso - ha dato ampia disponibilità, lasciando la zona in mano ad Aran Progetti, una ditta esperta di scavi archeologici, restauro architettonico e allestimenti museali. Ed è partito il programma di verifica e bonifica preliminare.

Il Comune per ora resta a guardare, ma è pronto a sfruttare tutto ciò di buono che potrebbe arrivare dal ritrovamento sulla strada che porta al Borgo di Terralba sul Tul. ««È più di un mese che siamo a conoscenza del sito – spiega il sindaco Francesco Silvestrini (la consigliera Ferrari ha avvisato subito il primo cittadino, ndr) - ma per evitare che qualcuno potesse andare a curiosare siamo rimasti in silenzio. Lunedì sera abbiamo dato la comunicazione ufficiale in consiglio comunale, anche perché ormai la voce circolava. Mi diverte la cosa che sia stata una coda a far ritrovare questo sito e sono curioso di capire cosa succederà. Potrebbe essere un valore aggiunto per Arenzano e per il Ponente, ma aspettiamo che siano gli studiosi a dirlo»». 


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