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La villa romana marittima di Bibione (VE)


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Recentemente i resti di una villa di epoca romana sono stati portati alla luce sulla spiaggia di Bibione, sulla costa veneziana. L'esistenza della struttura, denominata "Villa di Mutteron dei Frati", era nota fin dalla metà del Settecento, e rappresenta un unicum, spiegano gli studiosi, sia per lo stato di conservazione, con strutture preservatesi in elevato anche fino a 2 metri di altezza, sia per le possibilità che offre alla ricerca Nelle prossime settimane gli archeologi inizieranno le indagini, che dureranno fino alla fine del mese; nelle intenzioni del team è organizzare anche un'apertura straordinaria al pubblico, in data da definire.

La rilevanza del sito è stata segnalata a più riprese, prima dall'avvocato concordiese Dario Bertolini (inizi '800) e poi da Aulo Gellio Cassi (anni '30 del Novecento), un latisanese a cui si deve il primo scavo nell'area del Mutteron dei Frati. Negli anni Novanta la Soprintendenza Archeologica del Veneto aveva intrapreso una nuova campagna di scavi che ha messo in luce e reso parzialmente visibili alcuni ambienti decorati della villa.
Nella pineta della Valgrande, ai piedi dell'antica duna litoranea che interessa l'area, verrà eseguita ora una campagna di prospezioni geofisiche su una superficie di circa 200 metri quadrati, accanto ai resti della villa romana ancora in parte visibili che sono rappresentate da strutture murarie con affreschi parietali e pavimenti in mosaico. Lo scavo sarà documentato da un'equipe costituita da 20 archeologi afferenti alle Università di Regensburg e Padova. (ANSA).

 

(https://siviaggia.it/notizie/bibione-spiaggia-emerge-villa-epoca-romana/397120/) Al via le ricerche a Villa Mutteron dei Frati

Nelle prossime settimane, gli archeologi daranno inizio alle ricerche presso la villa romana di Bibione, Villa Mutteron dei Frati, unica nel suo genere grazie al perfetto stato di conservazione, con strutture fino a due metri di altezza rimaste inalterate dal tempo.

 

L’obiettivo è inoltre quello di organizzare, in data da destinarsi, un’apertura straordinaria per il pubblico.

Il sito archeologico è noto fin dal Settecento e la sua importanza è stata segnalata in più di un’occasione: a inizio Ottocento dall’avvocato concordiese Dario Bertolini e poi negli anni Trenta del Novecento dal latisanese Aulo Gellio Cassi che compì il primo scavo nell’area della villa.

Negli anni Novanta, conscia dell’eccezionale scoperta, la Soprintendenza Archeologica del Veneto mise in moto una campagna di scavi che portò alla luce alcuni ambienti della villa ricchi di decorazioni.

L’interesse per Villa Mutteron dei Frati è rimasto sempre vivo con il trascorrere degli anni ma l’assenza di risorse ha bloccato il proseguimento delle indagini: qualche anno fa, tuttavia, è stato intrapreso un nuovo dialogo che ha portato, oggi, all’avvio di una nuova entusiasmante stagione di scavi e ricerche.

Gli studi previsti per il 2023

Gli studi cominceranno innanzitutto nella pineta Valgrande dove verrà eseguita una campagna di prospezioni geofisiche su una superficie di 200 metri quadrati accanto ai resti della villa ancora in parte visibili ovvero strutture murarie con pavimenti a mosaico e affreschi sulle pareti.

In questo modo, si mira a ottenere una mappa di anomalie collegabili a eventuali strutture presenti nel sottosuolo così da individuare con precisione l’area oggetto degli scavi.

Dal 6 al 31 marzo 2023 si terrà lo scavo stratigrafico che interesserà un’area di almeno 60 metri quadri, indagata da un team internazionale composto da 20 archeologi tra responsabili e studenti delle università di Regensburg e Padova.

Le aspettative sono quelle di portare alla luce ambienti tuttora sconosciuti per integrare la pianta oggi nota della villa e anche di acquisire dati importanti relativi a una datazione più precisa del periodo in cui l’antico edificio venne costruito e abitato, alle dimensioni e decorazioni, ai possibili proprietari e alle attività economiche che si svolgevano al suo interno, magari in relazione con le risorse dell’ambiente circostante e i collegamenti via acqua e via terra.

Per delineare le caratteristiche del paesaggio di cui la villa era parte integrante, nell’arco di tutto il 2023 gli esperti eseguiranno carotaggi, analisi sedimentologiche, palinologiche e ricognizioni archeologiche in estensione nella Valgrande e nel territorio alla sue spalle, in un zona compresa tra il canale Nicesolo a ovest e il fiume Tagliamento a est.

L’obiettivo è recuperare e fornire un’immagine precisa dell’antico paesaggio da cui si possano ricavare le forme dei luoghi e il quadro economico, insediativo e strutturale dell’ambiente costiero di oltre duemila anni fa e mettere i risultati a disposizione del pubblico grazie a visite guidate del sito (già durante gli scavi) e a momenti d’incontro.

 

(https://initalia.virgilio.it/spiaggia-bibione-riemersa-villa-epoca-romana-69666)

Una villa di epoca romana è tornata alla luce sulla spiaggia di Bibione, all’interno dell’oasi naturalistica della Valgrande. Il sito archeologico, noto sin dal Settecento e denominato Villa di Mutteron dei Frati, sarà oggetto di un’importante campagna di scavi.

Al lavoro sulla grande villa romana gli archeologi delle Università di Ratisbona e del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova: oltre agli scavi della pars urbana della villa marittima è in programma una campagna di indagini non invasive nei dintorni di quanto già emerso, e non si esclude un’apertura straordinaria della struttura al pubblico.

 

Una villa romana sulla spiaggia di Bibione

Gli archeologi tornano al lavoro sulla villa romana emersa sulla spiaggia di Bibione, all’interno dell’oasi naturalistica della Valgrande, sulla costa veneziana. Nota sin dal Settecento, la ricca residenza marittima di epoca romana ha ancora molto da offrire alla ricerca: sul posto si sono susseguite diverse campagne di studio, ma c’è ancora da scavare nei pressi della spiaggia di Bibione.

Gli archeologi delle Università di Ratisbona e Padova tornano così sul posto per una nuova campagna di scavi, che prevede tra le altre cose una serie di prospezioni geofisiche su una superficie di circa 200 metri quadrati nei dintorni dei resti della villa romana – di cui sono parzialmente visibili i pavimenti a mosaico e le strutture murarie affrescate.

In programma anche lo scavo della pars urbana della villa marittima di Mutteron dei Frati e la documentazione delle attività, che potrebbero condurre anche a un’apertura al pubblico dello straordinario sito archeologico.

Villa Mutteron dei Frati: un sito archeologico unico

Ai piedi di un’antichissima duna di sabbia, i resti della Villa di Mutteron dei Frati sono apparsi subito di straordinaria importanza: dopo i primi fortuiti rinvenimenti del Settecento, la rilevanza del sito è stata più volte segnalata da studiosi e archeologi.

Nel corso degli anni Novanta la Soprintendenza Archeologica del Veneto ha intrapreso una nuova campagna di scavi che ha riportato alla luce i resti oggi visibili della ricca residenza di epoca romana, senza però riuscire a studiare sistematicamente l’intero complesso – definito un unicum dagli studiosi, nelle parole riportate dall’Ansa.

L’eccezionale stato di conservazione della villa, che ha preservato integre strutture alte fino a due metri, non è l’unico dato a renderla unica: la Villa di Mutteron dei Frati è una lussuosa villa marittima, le cui ricchezze erano verosimilmente legate alle risorse ittiche della zona, già testimoniate da importanti ritrovamenti marittimi nei pressi di Venezia.

Alla ricchezza dei rinvenimenti si aggiunge così la possibilità di indagare più da vicino un contesto storico unico nel suo genere, a partire dalle floride attività legate alle risorse del mare che hanno permesso lo sviluppo dell’area in epoca antica e che sono ancora oggi parte importante dell’identità del territorio, tanto da candidare alcuni comuni della zona a ricevere lo status di Città Balneare.

Villa Romana a Bibione: la valorizzazione del sito

Gli ultimi scavi si sono conclusi nel 2022 e hanno riportato alla luce nuovi ambienti del primo impianto della villa, risalente agli inizi del I secolo d.C., e scoperto un ampliamento successivo di epoca tardoantica.

La nuova campagna rientra in un ampio progetto di ricerca avviato nel 2018 per “rilanciare le ricerche sulla villa marittima condividendo i dati archeologici disponibili, riprendendo le questioni aperte e sviluppando nuove prospettive”, si legge in una nota diramata dal Comune di San Michele al Tagliamento a conclusione della prima campagna di scavi del 2022.

 

La villa romana del Mutteron dei Frati a Bibione (San Michele al tagliamento, Bibione, provincia di Venezia) è scavata dal 2018 in un progetto che vede coinvolti le università di Regensburg e Padova e la Soprintendenza Apab dell'Area netropolitana di Venezia con un approccio multidisciplinare, particolarmente incentrato all'archeologia dei paesaggi. Lo studio si concentra sia sulle ville marittime romane che punteggiavano l'Adriatico settentrionale, in un arco che va dalla laguna di Venezia all'Istria, valutate sia come strutture di prestigio che come importanti luoghi di produzione. La villa di Bibione sta mostrando, da questa stagione, anche fasi tardo antiche e medievali, che mostrano una lunga storia anche dopo la "fine" e la spoliazione della villa stessa. Contemporaneamente vengono indagati i paesaggi antichi, così mutati nei millenni soprattutto con le grandi bonifiche del XIX e XX secolo. Il Mutteron dei Frati, con le sue antiche dune, sembra quasi essere un "fossile" di questo paesaggio, al limitare tra terra e mare. I reperti sanno già essere piuttosto indicativi, anche se le spoliazioni secolari hanno spesso limitato quel tipo di materiale che si definisce in archeologia come “diagnostico”, insomma in grado di dare indicazioni tipologiche. Quel che resta però è interessante: ci sono i pesi per le reti, ad indicare come queste valli fossero ideali per l'itticoltura. Bolli su materiale da costruzione, anche tardi, come tarde, fino al XV secolo, certe ceramiche, Un’area quindi abitata e sfruttata a lungo, molto prima che nascesse la moderna Bibione votata al turismo balneare. Tra queste pinete adriatiche si può andare ben oltre le attuali spiagge.

 

Modificato da Vel Saties

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