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La villa romana di Desenzano


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Oggi vorrei porre alla vostra attenzione un altro sito archeologico, poco conosciuto, del Nord Italia: la villa romana di Desenzano sperando di far appassionare anche voi a questi incredibili e complessi manufatti.

Desenzano del Garda è famosa in Italia e nel mondo per essena uno dei maggiori centri turistici del lago di Garda. Ma è anche una città con una grandissima storia, le cui origini risalgono all’epoca romana e che si sono protratte fino al medioevo, quando la città è stata sede vescovile dell’eresia catara, che tra il XII° e XIII° era diffusa attorno al Garda.
Uno dei monumenti più importanti della città è il sito archeologico della villa romana, indubbiamente una delle più importanti testimonianze di ville romane nel nord Italia.
 

 

Fu costruita nel primo secolo d.C. e rimaneggiata in più fasi tra il I e il IV secolo d.C. La maggior parte dei resti visibili oggi appartiene all'ultima fase di costruzione ed è probabile che il committente di quest'ultima ristrutturazione fosse Flavius Magnus Decentius, fratello di Magnenzio, prima usurpatore e poi imperatore dal 350 al 353 d.C.

Lo stesso Decentitus ebbe il titolo di Cesare ed acquisì una discreto potere e notorietà come magistrato e comandante militare, tanto da guidare una ribellione contro l'imperatore Costanzo II. Proprio dal nome di Decentius deriverebbe quella della città di Desenzano del Garda, dove si trovava la sua villa.

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Il luogo scelto per edificare la villa era unico, sia per l'ambiente naturale splendido, proprio di fronte al lago di Garda, si trova a pochi metri dalla sede di Fraglia Vela Desenzano, sia per i vantaggi forniti dalla vicina via gallica, che permetteva di raggiungere facilmente Verona, Bergomum (Bergamo), e Brixia (Brescia) .

La villa si distingue per essere una rara testimonianza del gusto tardo antico nell'Italia settentrionale. Originariamente era proprio affacciata sul lago con una spiaggia privata, mentre attualmente il lago dista qualche decina di metri dal sito archeologico.

I resti furono portati alla luce accidentalmente durante i lavori di costruzione di una casa nel 1921.

L’area archeologica della villa romana

L'area archeologica è ben tenuta e organizzata in tre settori, A, B, C disposti da ovest a est, oltre ad un antiquarium diviso in tre sale in cui sono esposti i reperti più significativi.

Tra questi oltre a utensili da cucina, ceramiche, bronzi e oggetti d'uso quotidiano rinvenuti nella villa, vi è una piccola ma interessante collezione statuaria (spicca in particolare una statua di Eracle, del II secolo d.C.). e una coppa di vetro che con inciso un soggetto cristiano: l'episodio di Cristo, raffigurato rivolto verso un gallo, e l'apostolo Pietro durante il triplice diniego.

Sempre nell'antiquario sono presenti anche delle ricostruzioni di alcune pitture che decoravano la villa.

Il settore A dell'area archeologica è il principale, ospitava infatti gli ambienti di rappresentanza che si disponevano in una perfetta armonia tra interni ed esterni.

Per primo si incontra un vestibolo ottagonale con pavimenti a mosaici geometrici, ben conservati, poi un peristilio circondato da un portico colonnato, di cui rimangono però solo poche tracce, da cui si accede a un triclinio con una triplice abside, che originariamente doveva avere una copertura a cupola o volta a botte. Questo ambiente ospita mosaici ancora più notevoli con soggetti differenziati, dalle scene di caccia, ai soggetti floreali e faunistici, alle nature morte, con splendidi effetti cromatici. Sempre nello stesso settore si notano inoltre un ninfeo, con una particolare fontana, e altri ambienti residenziali.

Il settore B è particolare per la stratificazione di elementi databili dall'età augustea fino al IV secolo d.C. con ancora visibili diverse tracce di ristrutturazione. Un ambiente absidato sembra essere il principale, intorno ad esso si dispongono altre stanze, ed è notevole per il disegno del mosaico pavimentale, dove piastrelle romboidali sono disposte in modo da creare dei cubi in prospettiva. Gli ambienti residenziali della parte settentrionale del settore B hanno decorazioni musive in continuità stilistica con quelli del settore A.

Il settore C è quello che ha subito più danni nel corso del tempo, ma restano comunque visibili interessanti tracce e, grazie alla presenza di impianti di riscaldamento sotto i pavimenti decorati con lastre marmoree, è possibile ipotizzare che si trattasse del quartiere termale privato della villa.

 

Il percorso di visita 

Il settore di rappresentanza A della villa tardoantica è organizzato lungo un fastoso percorso assiale, che, partendo dal vestibolo ottagonale 1, attraversava il peristilio 2 e l'atrio a forcipe 3 e si concludeva nel sontuoso triclinium a tre absidi 4 (trichora).

La sequenza dei vani di rappresentanza è affiancata da una serie di ambienti, riscaldati per mezzo di hypocausta 11, 12, 13, 14, conclusi da una vasca semicircolare.

Nei diversi vani sono conservate ampie zone dei pavimenti a mosaico e parti degli intonaci dipinti.

All'esterno della trichora, con funzioni più riservate rispetto ai vani precedenti, si trovavano altre stanze e l'elegante giardino 5 (viridarium), chiuso sul fondo da un ninfeo.

Il settore B della villa è stato soggetto a ripetute trasformazioni, che hanno modificato spazi e funzioni degli ambienti.

La fase di ristrutturazione del IV sec. è documentata dal gruppo di ambienti residenziali 39-42, i cui eleganti mosaici geometrici presentano strette analogie con quelli del settore A.

In un'epoca più tarda probabilmente alla fine del IV o all'inizio del V sec., tutta la porzione sud (vani 31-37) fu ristrutturata a un livello sensibilmente più alto dei vani adiacenti e venne a formare un sistema di ambienti incentrati intorno ad una grande abside 35, che concludeva una sala, presumibilmente rettangolare, di cui per ora è stata scavata solo una piccola porzione, con un pavimento di piastrelle marmoree che formano un disegno di cubi in prospettiva.

Il settore nord-orientale del complesso archeologico (C-D) era già stato parzialmente indagato nel corso di verifiche effettuate in seguito ad alcune massicce distruzioni abusive subite dall'area negli anni '70. Queste ultime, di cui si avverte tuttora la gravità, hanno causato nel settore D la perdita quasi totale delle strutture (muri e pavimenti) relative alla fase tardoantica e della stratigrafia ad esse connessa.

 

In una sala dell'antiquarium si possono ammirare delle vetrine che espongono manufatti ceramici da cucina come tegami e olle e da tavola come piatti e coppe, oltre a numerose lucerne e vari utensili in bronzo.
In una seconda sala è esposta una importante collezione di statue. Quello della villa romana di Desenzano sembrerebbe essere il più ricco complesso di sculture statuarie per un edificio privato di epoca romana dell’Italia settentrionale.
STATUA DI ERACLE (ERCOLE)
 
E' una scultura in marmo bianco della seconda metà II secolo d.C. E' stata ricomposta da cinque frammenti che inizialmente erano ritenuti parti di statue diverse.
L'eroe è rappresentato nudo, con la testa e le spalle ricoperte dalla leontè (la pelle del leone Nemeo, con la quale Ercole si adornò dopo averlo ucciso nella sua prima "fatica") annodata sul petto e regge, con la mano destra, una cornucopia ( corno dell'abbondanza).
La statua che come abbiamo detto è databile circa alla metà del II secolo d.C., faceva parte di uno dei più ricchi complessi di sculture di edifici privati di età romana presenti in Italia settentrionale e, insieme alle altre effigi esposte nella villa, dovette adornare per ben due secoli uno dei giardini della villa: quello aperto alla visita degli ospiti (il peristilio) o quello riservato al proprietario e alla sua famiglia (viridarium).
https://lastrolabio.swanbook.eu/pluginAppObj/pluginAppObj_88_18/ERCOLE.jpg
 
Queste statue sono datate II° secolo d.C. e potrebbero essere state utilizzate fino al IV° secolo.
 
Tra i numerosi frammenti scultorei esposti possiamo notare alcune statue raffiguranti Dioniso, Eracle, quelle di un fanciullo e un ritratto maschile.
 
Tra i reperti possiamo ammirare un’eccezionale coppa in vetro con incisa una scienza di carattere religioso, che rappresenta la triplice negazione di Pietro, la coppa risale al IV° secolo d.C.
 
 
 
Nella sala successiva sono esposti dei grandi pannelli con la ricostruzione di una parete dipinta del terzo settore della villa, raffigurante ampie face verticali con temi di fiori, frutta e foglie.
Una vetrina è presentato un grande frammento di pittura che rappresenta scene di una vendemmia.
Questi reperti simboleggiano che nella villa l’ornato e le decorazioni si richiamassero al paesaggio in cui era inserito il complesso architettonico e le attività che si svolgevano nel “fundus” della villa, sita in un’area che già a quei tempi era vocata alla coltivazione della vite e dell’ulivo.
Sempre nelle vetrine di questa sala è esposta una collezione di antiche monete rivenute nel corso degli scavi, nonché numerosi oggetti vari, o meglio accessori relativi all’abbigliamento dell’epoca.
 
Modificato da Vel Saties
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Inviato

Sito importante con bei mosaici, a poca distanza dalle cosiddette 'grotte di Catullo' , la notevole villa romana in Sirmione .


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Inviato

Ne avevo parlato in https://www.lamoneta.it/topic/193665-chi-è-e-che-fa-quiz/#comment-2142713

presentando la copertina del libro che parla di questa villa al post # 16.

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apollonia

 

 

 


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