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IGNORED

UMBERTO DI SAVOIA, QUARANT'ANNI DOPO


viganò

Risposte migliori

3 minuti fa, Arka dice:

Sì, sarebbe doveroso parlare in ogni caso di ''Fuga dell'otto settembre''. Il capo di un esercito in guerra non andò in un posto più sicuro del territorio nazionale, come poteva essere la culla Torino per esempio, ma si rifugiò presso il nemico.

Buongiorno.

Non sono d'accordo in quanto, oltre al fatto che britannici e americani non erano più nemici in forza dell'Armistizio, Taranto e Brindisi erano piazze ove non erano presenti né tedeschi né alleati; conseguentemente, ritengo che sarebbe più corretto affermare che il Sovrano si pose nella condizione di non essere prigioniero di alcuno (pensi a Leopoldo III del Belgio, all'Ammiraglio Horthy ecc....) e di esercitare per quanto possibile le proprie funzioni: sul punto, ricorderete certamente le parole molto nette di Ciampi (tanto per citare un repubblicano convinto).

Prova ne sia che gli Alleati ebbero la possibilità di instaurare dei contatti con una rappresentanza italiana legittima, con la quale avviarono rapporti diplomatici e militari (che tra l'altro evitarono all'Italia la fine della Germania). Sul punto, tra le tante, sono illuminanti la parole di Churchill e del Foreign Office allorquando ammisero, in occasione della consegna della nostra Flotta in quel di Malta, la prova di serietà del Governo Badoglio e il seguito che questi godeva.

Le cose potevano essere fatte meglio? Certo, ma col senno "del poi" è troppo facile giudicare...

 

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22 minuti fa, viganò dice:

Le cose potevano essere fatte meglio? Certo, ma col senno "del poi" è troppo facile giudicare...

Scusami, ma qui dissento. Le cose possono essere fatte correttamente oppure no. In questo caso decisamente no. E non è senno ''del poi''. E' una questione di onore e la serietà era dovuta ai propri sottoposti prima che all'ex nemico.

Arka

Diligite iustitiam

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43 minuti fa, Arka dice:

Scusami, ma qui dissento. Le cose possono essere fatte correttamente oppure no. In questo caso decisamente no. E non è senno ''del poi''. E' una questione di onore e la serietà era dovuta ai propri sottoposti prima che all'ex nemico.

Arka

Diligite iustitiam

Buongiorno,

capisco il punto di vista, come al solito del tutto legittimo, ma non lo condivido.

Se vogliamo ridurre il discorso a una alternativa brutale tra le cose "fatte correttamente oppure no" ritengo di poter affermare che le cose furono fatte correttamente. Date le condizioni l'obiettivo principale era quello di non divenire prigionieri dei Tedeschi, salvaguardare la continuità dello Stato e porsi nelle condizioni di poter interloquire con gli Alleati. Obiettivo raggiunto.

Azioni di diversa natura sarebbero state certamente di grande utilità per romanzieri e sceneggiatori cinematografici ma, purtroppo, di scarsa utilità pratica se non addirittura nocive (sicuramente lo sarebbero state per la città di Roma).

Poi, ripeto, la mia verità è quella che sta nel mezzo: fu fatta la cosa giusta ma non nel modo migliore...

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2 ore fa, viganò dice:

Buongiorno a tutti.

Il discorso prosegue e si fa sempre più interessante.

Torniamo alla figura del nostro quarto Sovrano e all'evento culminante della Sua storia politica e personale, ovverosia il Referendum Istituzionale del 1946.

Lasciamo da parte il discorso dei brogli, in quanto non sono dimostrabili, e concentriamo la nostra attenzione sugli elementi di fatto che non possono essere contraddetti. Nel 1946 l'Italia era appena uscita dalla Guerra, il caos dovuto alla distruzione della rete ferroviaria, stradale ecc. era per certi aspetti ancora totale, con quanto ne consegue in termini di disorganizzazione, mancato funzionamento della Pubblica Amministrazione, delle Poste ecc. In questo contesto è acclarato che ci furono soggetti che ricevettero due schede elettorali e soggetti che non ricevettero alcuna. Quale validità, giuridica e storica, può avere una consultazione effettuata in questo contesto? Perché non si aspettò il tempo necessario (un anno?) al ripristino di un minimo di funzionalità amministrativa?

Al citato Referendum non parteciparono gli abitanti delle zone ancora sotto occupazione Alleata (es: Venezia Giulia). Quale validità, giuridica e storica, può avere una consultazione dove non poté esprimersi l'intero corpo elettorale? Perché anche in questo caso non si aspettò il tempo necessario a consentire a ciascuno di esprimere la propria indicazione?

Al citato Referendum non parteciparono i Militari ancora internati in Germania, in Unione Sovietica, negli Usa, in Sud Africa e chissà dove altro. Quale validità, giuridica e storica, può avere una consultazione dove non poterono esprimersi migliaia di persone che, peraltro, avevano patito sulla propria pelle la guerra? Perché anche in questo caso non si aspettò il tempo necessario a consentire a ciascuno di esprimere la propria indicazione?

Nella situazione di totale incertezza di cui sopra, ritengo sia del tutto evidente la grandezza di un Sovrano che, per evitare una nuova guerra civile e benché avesse dalla sua anche un seguito popolare composto almeno dal 50% degli Italiani, lasciò volontariamente l'Italia mentre i suoi avversari erano pronti a ogni violenza pur di prendere il potere.

 

Ciao, semplicemente la validità attestata è verificata dallo spoglio elettorale che ha sancito la scelta degli italiani a favore della Repubblica e non della Monarchia. Le tue sono considerazioni personali con molti se ed altrettanti ma, rispettabili sia chiaro ma penso poco condivisibili a meno che non vogliamo riscrivere la storia con i se e con i ma... Palesemente è una cosa che non si può fare. I fatti acclarati restano tali, percui 🙂

ANTONIO 

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54 minuti fa, viganò dice:

Buongiorno,

capisco il punto di vista, come al solito del tutto legittimo, ma non lo condivido.

Se vogliamo ridurre il discorso a una alternativa brutale tra le cose "fatte correttamente oppure no" ritengo di poter affermare che le cose furono fatte correttamente. Date le condizioni l'obiettivo principale era quello di non divenire prigionieri dei Tedeschi, salvaguardare la continuità dello Stato e porsi nelle condizioni di poter interloquire con gli Alleati. Obiettivo raggiunto.

Azioni di diversa natura sarebbero state certamente di grande utilità per romanzieri e sceneggiatori cinematografici ma, purtroppo, di scarsa utilità pratica se non addirittura nocive (sicuramente lo sarebbero state per la città di Roma).

Poi, ripeto, la mia verità è quella che sta nel mezzo: fu fatta la cosa giusta ma non nel modo migliore...

 

Ciao, l'azione migliore secondo me sarebbe stata quella di non allearsi con Hitler, decisione che fu presa dal capo del governo ma che fu condivisa ed avallata dal Re. Scelta nefasta che ha sottoposto tutto il popolo italiano ad atrocità amene. Quasi tutti ne hanno pagato amaramente le conseguenze. E questo è Storia incontrovertibile purtroppo 🙂

ANTONIO 

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2 ore fa, Pxacaesar dice:

Ciao, semplicemente la validità attestata è verificata dallo spoglio elettorale che ha sancito la scelta degli italiani a favore della Repubblica e non della Monarchia. Le tue sono considerazioni personali con molti se ed altrettanti ma, rispettabili sia chiaro ma penso poco condivisibili a meno che non vogliamo riscrivere la storia con i se e con i ma... Palesemente è una cosa che non si può fare. I fatti acclarati restano tali, percui 🙂

ANTONIO 

Buongiorno.

Su questo non sono d'accordo giacché ho volutamente evitato di parlare dei brogli proprio per non svilire il discorso andando a scrivere di congetture. Tutti gli elementi che ho citato sono fatti e non "considerazioni personali": mi si dimostri il contrario.

Non se ne abbia a male ma la frase "la validità attestata è verificata dallo spoglio elettorale che ha sancito la scelta degli italiani" non significa nulla. Lo spoglio elettorale - in ordine al quale potremmo dilungarci parecchio sui personaggi che a livello di prefetture e ministero vi sovraintesero - attestò semplicemente un conteggio delle schede calate nelle urne e che (guarda caso) furono subito bruciate per impedire ogni riconteggio. Lo spoglio elettorale non c'entra col fatto che tanti non poterono esprimere il loro voto per le circostanze logistiche e storiche che ho già indicato, così come col clima d'intimidazione verso i sostenitori della Monarchia messo in atto dai fautori della parte opposta (che peraltro erano ancora pieni di armi...)

 

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3 ore fa, Pxacaesar dice:

Ciao, l'azione migliore secondo me sarebbe stata quella di non allearsi con Hitler, decisione che fu presa dal capo del governo ma che fu condivisa ed avallata dal Re. Scelta nefasta che ha sottoposto tutto il popolo italiano ad atrocità amene. Quasi tutti ne hanno pagato amaramente le conseguenze. E questo è Storia incontrovertibile purtroppo 🙂

ANTONIO 

 

Condivido totalmente, il punto è proprio questo l'alleanza con Hitler fu una autentica tragedia, una tragedia in cui i colpevoli furono Benito Mussolini e Vittorio Emanuele III.

Mussolini era un megalomane come Hitler che pensava di poter sottomettere tutto il mondo e Vittorio Emanuele III era politicamente un inetto, un uomo senza personalità, che accettava sempre passivamente le decisioni di Mussolini (forse perchè troppo impegnato a collezionare monete).

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1 ora fa, viganò dice:

Buongiorno.

Su questo non sono d'accordo giacché ho volutamente evitato di parlare dei brogli proprio per non svilire il discorso andando a scrivere di congetture. Tutti gli elementi che ho citato sono fatti e non "considerazioni personali": mi si dimostri il contrario.

Non se ne abbia a male ma la frase "la validità attestata è verificata dallo spoglio elettorale che ha sancito la scelta degli italiani" non significa nulla. Lo spoglio elettorale - in ordine al quale potremmo dilungarci parecchio sui personaggi che a livello di prefetture e ministero vi sovraintesero - attestò semplicemente un conteggio delle schede calate nelle urne e che (guarda caso) furono subito bruciate per impedire ogni riconteggio. Lo spoglio elettorale non c'entra col fatto che tanti non poterono esprimere il loro voto per le circostanze logistiche e storiche che ho già indicato, così come col clima d'intimidazione verso i sostenitori della Monarchia messo in atto dai fautori della parte opposta (che peraltro erano ancora pieni di armi...)

 

 

Ciao, grazie per le precisazioni che rimangono solo ed esclusivamente delle sue affermazioni. Mi dimostri lei il contrario o @Raff82@Raff82. Se si vuole discutere di Storia si deve fare con fatti reali e documentati. Altrimenti si rischia la fantastoria, dove lei con le sue affermazioni sta facendo scivolare la discussione. Se è solo per nostalgici allora saluto e ve la lascio volentieri, Spero di essere stato chiaro 🙂

ANTONIO 

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29 minuti fa, Pxacaesar dice:

Ciao, grazie per le precisazioni che rimangono solo ed esclusivamente delle sue affermazioni. Mi dimostri lei il contrario o @Raff82@Raff82. Se si vuole discutere di Storia si deve fare con fatti reali e documentati. Altrimenti si rischia la fantastoria, dove lei con le sue affermazioni sta facendo scivolare la discussione. Se è solo per nostalgici allora saluto e ve la lascio volentieri, Spero di essere stato chiaro 🙂

ANTONIO 

Buonasera.

Fatico a comprendere il senso di questo ultimo intervento, giacché non ritengo di aver mai scritto nulla che non sia documentato o, per usare le Sue parole, "fatti reali e documentati". Lei mi vuol forse dire che al Referendum del 1946 hanno votato i Giuliani, i Dalmati, gli Altoatesini? O che hanno votato le migliaia d'internati militari che sono tornati a casa anni dopo? Se ne avrà voglia si documenti in piena autonomia su questi specifici aspetti e vedrà che giungerà alle mie stesse conclusioni ... sine ira et studio ...

Credo che questa discussione, lungi dall'essere fantastoria o ad uso e consumo di nostalgici, stia arricchendo il Forum con spunti di riflessione interessanti. Ha pieno diritto di non essere d'accordo con me o con altri Utenti ma lo faccia argomentando le Sue posizioni e non con affermazioni lapidarie che non servono a nessuno. Dopodiché i Lettori si faranno la propria idea e, magari, apporteranno alla discussione altri utili contributi.

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Ciao, io sono stato educato ad esprimere sempre quello che penso e non quello che può far piacere agli altri e nel massimo rispetto del mio interlocutore, sempre... Pensavo si parlasse di Storia ma evidenteme mi sbagliavo. È chiaramente e palesemente politica. E non mi piace. Forse è proprio questo che tiene lontano molti utenti dall'intervento e sinceramente non li biasimo,anzi. D'accordissimo sul fatto che chi legge i post si farà una propria idea, me lo auguro vivamente .... 🙂

ANTONIO 

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39 minuti fa, viganò dice:

Buonasera.

Fatico a comprendere il senso di questo ultimo intervento, giacché non ritengo di aver mai scritto nulla che non sia documentato o, per usare le Sue parole, "fatti reali e documentati". Lei mi vuol forse dire che al Referendum del 1946 hanno votato i Giuliani, i Dalmati, gli Altoatesini? O che hanno votato le migliaia d'internati militari che sono tornati a casa anni dopo? Se ne avrà voglia si documenti in piena autonomia su questi specifici aspetti e vedrà che giungerà alle mie stesse conclusioni ... sine ira et studio ...

Credo che questa discussione, lungi dall'essere fantastoria o ad uso e consumo di nostalgici, stia arricchendo il Forum con spunti di riflessione interessanti. Ha pieno diritto di non essere d'accordo con me o con altri Utenti ma lo faccia argomentando le Sue posizioni e non con affermazioni lapidarie che non servono a nessuno. Dopodiché i Lettori si faranno la propria idea e, magari, apporteranno alla discussione altri utili contributi.

 

Ciao, continua ad insistere sul referendum che per lei non sarebbe valido perché molti non hanno avuto possibilità di votare. Sarà anche vero, ma avrebbero votato tutti per la monarchia? Di contro le ricordo le centinaia di migliaia di italiani che non hanno avuto la possibilità di votare perché deportati e morti causa leggi razziali. Ebrei, oppositori politici ecc. Per chi avrebbero votato? Non penso per la monarchia. Non le sembra che le cose si bilancino. Ho semplicemente evidenziato un fatto storico concreto che lei non ha contemplato. Spero di aver soddisfatto la sua voglia di concretezza e di aver portato elementi concreti alla discussione 🙂

ANTONIO 

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Supporter

Ma non si potrebbe rientrare nei ranghi della numismatica?

Magari proprio ricordando le monete, le medaglie ascrivibili al “momento” Umberto II, calandole nel contesto storico?

Magari anche citando e/o fornendo utili spunti o curiosità sul volume di U. di S. [Umberto II di Savoia], Le medaglie della Casa di Savoia. Saggio di catalogo generale. Vol I (purtroppo rimasto come tale).

A mio modesto avviso, sarebbe anche questo un buon modo per ricordare questa figura storica italiana.

d

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Buongiorno

per riportare la discussione sull'argomento principale, Re Umberto II°, tutti sappiamo che egli è sepolto all'interno dell'abbazia di Altacomba, in Savoia. Non credete che sia arrivato il momento di traslare la salma in Italia, per farlo riposare accanto agli altri due Re sepolti al Pantheon , a Roma ?

Nella foto il sepolcro di Umberto e Maria José , nell'Abbazia.

 

Hautecombe_Umberto_02_Grave.jpg

Modificato da Saturno
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@Pxacaesar 

Buongiorno. Direi che gli argomenti sono stati sviscerati quanto basta e, pertanto, mi limito a segnalare che la oggettiva impossibilità di votare per centinaia di migliaia di aventi diritto mina alla radice la validità di una consultazione referendaria. A prescindere da quale preferenza gli impossibilitati avrebbero espresso. Mi sembra un principio giuridico basilare... 

@Oppiano

Ottima idea quella di tornare alla numismatica. Stasera o nei prossimi giorni, posto quanto mi scrisse Traina venti anni orsono circa le monete "Italia 1946". 

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1 ora fa, viganò dice:

@Pxacaesar 

Buongiorno. Direi che gli argomenti sono stati sviscerati quanto basta e, pertanto, mi limito a segnalare che la oggettiva impossibilità di votare per centinaia di migliaia di aventi diritto mina alla radice la validità di una consultazione referendaria. A prescindere da quale preferenza gli impossibilitati avrebbero espresso. Mi sembra un principio giuridico basilare... 

@Oppiano

Ottima idea quella di tornare alla numismatica. Stasera o nei prossimi giorni, posto quanto mi scrisse Traina venti anni orsono circa le monete "Italia 1946". 

 

Ciao, principio giuridico ampiamente rispettato, consentendo democraticamente anche alle donne di votare per la prima volta. Con responso ufficiale e con risultati chiari ed inequivocabili. Posto dati del referendum tratti dal sito del quirinale consultabile da tutti. Concordo sul ritornare a parlare di Numismatica..... 🙂

ANTONIO 

IMG_20230406_104526.jpg

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1 ora fa, Pxacaesar dice:

Ciao, principio giuridico ampiamente rispettato, consentendo democraticamente anche alle donne di votare per la prima volta. Con responso ufficiale e con risultati chiari ed inequivocabili. Posto dati del referendum tratti dal sito del quirinale consultabile da tutti. Concordo sul ritornare a parlare di Numismatica..... 🙂

ANTONIO 

IMG_20230406_104526.jpg

 

Buongiorno.

Pur essendomi ripromesso di parlare di numismatica, non posso tacere di fronte a un intervento del quale non capisco il senso. Cosa c'entra il fatto di aver fatto votare le donne con il fatto che centinaia di migliaia d'italiani non poterono esprimere il loro voto? Non voglio fare polemica - anche per non rovinare questa bella discussione - ma non esiste una principio di compensazione (i.e. "non vota quello ma faccio votare questo").

La documentazione che Lei ha tratto dal sito del Quirinale è molto interessante. Verifichi in autonomia la questione relativa alla distinzione tra "voti espressi" e "voti validi" (vi è ampia lettura sul tema, che non Le indico per non condizionarla), così potrà verificare quale risicata maggioranza ebbe la Repubblica e potrà comprendere ancora meglio come la mancanza delle centinaia di migliaia di voti dei cittadini che sono stati impossibilitati ad esprimerlo abbia un carattere dirimente per il corretto inquadramento storico e giuridico della questione.

Inoltre, sempre in piena autonomia così da evitare condizionamenti, verifichi come mai i risultati del Referendum furono proclamati dalla Cassazione solo il 18 giugno (con il Re già partito) e pure a maggioranza (cioè quasi la metà dei giuristi considerava fondati i ricorsi presentati dopo la consultazione elettorale).

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5 minuti fa, viganò dice:

Buongiorno.

Pur essendomi ripromesso di parlare di numismatica, non posso tacere di fronte a un intervento del quale non capisco il senso. Cosa c'entra il fatto di aver fatto votare le donne con il fatto che centinaia di migliaia d'italiani non poterono esprimere il loro voto? Non voglio fare polemica - anche per non rovinare questa bella discussione - ma non esiste una principio di compensazione (i.e. "non vota quello ma faccio votare questo").

La documentazione che Lei ha tratto dal sito del Quirinale è molto interessante. Verifichi in autonomia la questione relativa alla distinzione tra "voti espressi" e "voti validi" (vi è ampia lettura sul tema, che non Le indico per non condizionarla), così potrà verificare quale risicata maggioranza ebbe la Repubblica e potrà comprendere ancora meglio come la mancanza delle centinaia di migliaia di voti dei cittadini che sono stati impossibilitati ad esprimerlo abbia un carattere dirimente per il corretto inquadramento storico e giuridico della questione.

Inoltre, sempre in piena autonomia così da evitare condizionamenti, verifichi come mai i risultati del Referendum furono proclamati solo il 18 giugno (con il Re già partito) e pure a maggioranza (cioè quasi la metà dei giuristi considerava fondati i ricorsi presentati dopo la consultazione elettorale).

 

Ciao, c'entra e tantissimo. Mai elezioni furono più democratiche e trasparenti ( a meno che lei non ritenga che lo erano state tutte quelle svolte nel ventennio precedente che di principio giuridico non vedevano neanche l'ombra, ed è realtà questa non mie opinioni, dove veniva addirittura impedito di recarsi alle urne con tutti i mezzi .... ) di quelle inaugurate con il referendum monarchia o repubblica. La letteratura, che tale resta senza prove concrete, lascia il tempo che trova. I se ed i ma non servono. Ci vogliono prove e numeri che per me restano quelli ufficiali. Purtroppo è stato lei che ha fatto trapelare ipotesi di brogli o di non so che cosa,non io. Lasciamo a chi legge la discussione la discrezionalità di farsi una opinione su questo, se lei è d'accordo, altrimenti rischiamo di annoiare🙂

ANTONIO 

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Anche a mio parere sarebbe più interessante tornare a parlare di monete, il referendum del 1946 ormai c'è stato, sappiamo benissimo che vinsero i repubblicani (per fortuna visto i sovrani che ci siamo ritrovati), poi capisco benissimo che a qualche nostalgico sabaudo la cosa possa aver dato fastidio, se ne faranno una ragione.

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2 ore fa, Pxacaesar dice:

La letteratura, che tale resta senza prove concrete, lascia il tempo che trova. 

Buongiorno. Cedo il passo di fronte al "sapere"... 😊

Mi dispiace che non abbia voluto cogliere alcuni spunti di riflessione che avevo proposto ma ha ragione Lei: parliamo di monete e sul resto ogni Lettore si farà la propria idea.

 

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3 minuti fa, viganò dice:

Buongiorno. Cedo il passo di fronte al "sapere"... 😊

Mi dispiace che non abbia voluto cogliere alcuni spunti di riflessione che avevo proposto ma ha ragione Lei: parliamo di monete e sul resto ogni Lettore si farà la propria idea.

 

 

Ciao, il mio non è 'sapere' perché non sono uno storico, ne tantomeno uno di parte (fortunatamente sono stato educato a mantenermi a debita distanza dalle ideologie estreme rosse, nere o di qualsivoglia colore che hanno portato a regimi totalitari, che solo danno hanno fatto in passato e tutt'oggi continuano purtroppo a fare) ma molto semplicemente come tanti altri sono stato uno studente ed anche molto capace, quindi ho semplicemente studiato i fatti di Storia (non di fantastoria o letteratura che sono tutt'altro) riportati sui molti libri di testo che ho avuto il privilegio di leggere, tutto qui. Semplicemente e chiaramente fatti storici concreti ed acclarati. Detto ciò attendo e leggero' con molto interesse l'intervento Numismatico che ha preannunciato in un suo post precedente. 🙂

ANTONIO 

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Il 6/4/2023 alle 15:21, Pxacaesar dice:

 sono stato uno studente ed anche molto capace

Buonasera.

Lieto di aver potuto interloquire con uno studente molto capace, torno a scrivere delle monete "ITALIA 1946".

Come noto esse furono coniate in base al Decreto Legge Luogotenenziale n. 151 del 25.6.1944 e al Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 419 del 8 maggio 1946. Parecchi Autori attribuivano queste "monete" alla Repubblica, invece che al nostro ultimo Sovrano, in forza di una certa "uguaglianza della tipologia" derivante dal fatto che le monete in esame rispecchiano abbastanza fedelmente le prime prove della Repubblica e le prime monete effettivamente coniate da quest'ultima.

Non concordando con questa interpretazione in ragione del fatto che non ritengo possa attribuirsi una coniazione a una Repubblica che ancora non esisteva, nel corso del 2004 interpellavo Mario Traina per chiedere una sua opinione sul punto e questi, con il solito garbo, mi rispondeva affermando: "perché attribuire alla Repubblica anche le prove preparate sotto Umberto e risalenti a due decreti reali? E' vero c'è una innegabile continuità, una uguaglianza di tipologia tra le une e le altre. Ma ritengo prevalenti su queste considerazioni l'indicazione del tempo in cui furono coniate e dei due decreti in virtù dei quali furono fabbricate. Sono quindi d'accordo con Lei: sono progetti da attribuire all'ultimo Re d'Italia che, come noto, alla faccia di alcune patacche attribuitegli per pure speculazione, non ha coniato moneta.

Oltre a rimarcare la grandezza di un Traina che "perdeva tempo" a rispondere a un ventenne, le considerazioni mi sembrano interessanti anche per aggiungere ulteriori argomenti al ricordo del Re Umberto II.

Chi rammenta i passaggi in asta o listino di queste coniazioni?

Un saluto e a presto.

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Buongiorno.

Riprendo la discussione iniziando a indicare un passaggio in Asta delle "monete" in esame, che non è il primo, non è l'ultimo ma è semplicemente quello presente su un catalogo del quale dispongo di una copia.

In particolare, mi riferisco al lotto numero 222 esitato da Montenapoleone Aste nel novembre 1990: base d'asta pari a Lire 1.500.000 per tutti i quattro pezzi.

In questo caso il compilatore del catalogo collocò il lotto in esame all'interno del capitolo intitolato "Prove e progetti di monete della Repubblica Italiana" e fornì la seguente descrizione: "Queste prove, prive della indicazione Repubblica Italiana, erano state così predisposte perché potessero essere utilizzate qualunque fosse stato l'esito del Referendum. Successivamente fu evidenziato l'esito della consultazione popolare."

Come abbiamo visto la definizione di "Prova" e, conseguentemente, il capitolo di riferimento non paiono corretti ma la scienza numismatica è anch'essa in continua evoluzione e confido che l'eventuale ricomparsa sul mercato di questi pezzi sarebbe oggi accompagnata da una classificazione più appropriata.

Altri contributi?

Un saluto e grazie.

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Portando ad esempio la monetazione veneziana, solo le monete che portano il nome del doge vengono a lui attribuite. In assenza del nome si parla di monetazione anonima, pur sapendo esattamenre la data di emissione grazie alle iniziali del massaro. Quindi, visto che furono coniate prima del referendum, verrebbero chiamate monete anonime del Regno d'Italia.

Arka

Diligite iustitiam

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Il 10/4/2023 alle 17:35, Arka dice:

Portando ad esempio la monetazione veneziana, solo le monete che portano il nome del doge vengono a lui attribuite. In assenza del nome si parla di monetazione anonima, pur sapendo esattamenre la data di emissione grazie alle iniziali del massaro. Quindi, visto che furono coniate prima del referendum, verrebbero chiamate monete anonime del Regno d'Italia.

Arka

Diligite iustitiam

Molto interessante come definizione, anche se come abbiamo visto non sono "monete" vere e proprie ma "progetti" mentre quelle veneziane mi par di capire circolarono regolarmente. Giusto?

Altri contributi? Qualcuno ricorda dei passaggi di questi progetti in listini di vendita o simili, diversi dalle aste?

Un saluto e grazie

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