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Un edificio pubblico romano con marmi pregiati scoperto durante lavori edilizi nelle Marche

 

Nuova importante scoperta archeologica nelle Marche. In occasione di alcuni lavori edili in centro a Fano, in via Vitruvio, sono emersi resti relativi a un edificio pubblico, di epoca romana, collocato in affaccio al Foro cittadino. Lo comunica la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ancona, Pesaro Urbino, Ascoli Piceno, Fermo e Macerata.

 
fano-1-1024x768.jpg Uno degli ambienti portati alla luce durante lavori edilizi nel centro storico @ Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ancona, Pesaro Urbino, Ascoli Piceno, Fermo e Macerata

“Si tratta di un complesso costituito da almeno 5 ambienti, i cui muri, conservati in alzato per circa 2 metri, hanno lo spessore di 5 piedi romani (1,50 metri) e sono rivestiti in malta di calce e lastre di marmo. – prosegue la Soprintendenza – Sono state parzialmente messe in luce anche le relative pavimentazioni, che sono in marmi d’importazione, di colore verde e rosato, probabilmente cipollino verde e pavonazzetto”.

Tutto il complesso, databile a circa 2000 anni fa, è stato interessato – prosegue la Soprintendenza marchigiana – almeno da due ulteriori fasi di vita in epoca medievale, di cui sono state ritrovate alcune tracce: strutture murarie, focolari, frammenti di ceramica invetriata. Fra i materiali recuperati, vi è anche un frammento di iscrizione su marmo che riporta su due righe le lettere V e I e conserva ancora tracce della “rubricatura”, ovvero la colorazione in rosso dei solchi delle lettere incise. (nella foto qui sotto)

 
fano-3-769x1024.jpg Il frammento marmoreo con lettere incise @ Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ancona, Pesaro Urbino, Ascoli Piceno, Fermo e Macerata

La cronologia e la funzione del complesso sono al momento in corso di studio e di definizione da parte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Ancona e Pesaro Urbino.

Fano è oggi un Comune di circa 60mila abitanti, di Pesaro e Urbino nelle Marche. Sorse come un centro piceno, ma si sviluppò con i Romani. Il toponimo è legato a Fanum Fortunae, nome che rimanda al “Tempio della Fortuna”, forse eretto a testimonianza della temporalmente lontana battaglia del Metauro. Nel 207 a.C. le legioni romane sbaragliarono qui l’esercito del generale cartaginese Asdrubale, uccidendone il condottiero che intendeva ricongiungersi al fratello Annibale. La conquista della cittadina avvenne nel 49 a.C da parte di Gaio Giulio Cesare, che diede così inizio alla Guerra Civile contro Pompeo.
Augusto dotò l’insediamento di mura di cinta (ancora parzialmente visibili), elevando l’insediamento allo stato di colonia romana col nome di Colonia Julia Fanestris.

 

https://www.stilearte.it/un-edificio-pubblico-romano-con-marmi-pregiati-scoperto-durante-lavori-edilizi-nelle-marche/

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ARCHEOLOGIA / Fano, riemergono i resti di un edificio pubblico di epoca romana

 

Il complesso, costituito da almeno 5 ambienti, è stato riportato alla luce in via Vitruvio, nel centro di Fano. Le pavimentazioni, di epoca romana, sono in marmi d’importazione di colore verde e rosato; trovato anche il frammento di un’iscrizione. L’edificio fu utilizzato anche in epoca medievale. Continua a leggere ARCHEOLOGIA / Fano, riemergono i resti…


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Redazione

Nuove scoperte a Fano (PU). In occasione di alcuni lavori edili in centro cittadino sono emersi dei resti relativi a un edificio pubblico di epoca romana, collocato in affaccio al foro cittadino nell’attuale via Vitruvio. A renderlo noto è la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Ancona e Pesaro Urbino con un post su Facebook.

Si tratta di un complesso, spiega la Soprintendenza marchigiana, costituito da almeno 5 ambienti, i cui muri, conservati in alzato per circa 2 metri, hanno lo spessore di 5 piedi romani (1,50 metri) e sono rivestiti in malta di calce e lastre di marmo. Sono state parzialmente messe in luce anche le relative pavimentazioni, che sono in marmi d’importazione, di colore verde e rosato, probabilmente cipollino verde e pavonazzetto.

edificio-romano-fano-2.jpg?w=768 La pavimentazione dell’edificio (foto: ©SABAP AN PU)

Tutto il complesso, databile a circa 2000 anni fa, è stato interessato almeno da due ulteriori fasi di vita in epoca medievale, di cui sono state ritrovate alcune tracce: strutture murarie, focolari, frammenti di ceramica invetriata.

edificio-romano-fano-3.jpg?w=769 Il frammento di iscrizione (foto: ©SABAP AN PU)

Fra i materiali recuperati, vi è anche un frammento di iscrizione su marmo che riporta su due righe le lettere V e I e conserva ancora tracce della “rubricatura”, ovvero la colorazione in rosso dei solchi delle lettere incise.

 

La cronologia e la funzione del complesso sono al momento in corso di studio e di definizione da parte della stessa SABAP per le Province di Ancona e Pesaro Urbino.

Fonte: SABAP per le Province di Ancona e Pesaro Urbino.

https://storiearcheostorie.com/2023/03/08/archeologia-fano-riemergono-i-resti-di-un-edificio-pubblico-di-epoca-romana/

 

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I resti emersi a Fano potrebbero appartenere alla mitica Basilica progettata da Vitruvio

 

Potrebbero essere i resti della perduta Basilica progettata da Vitruvio – al quale l’architetto della romanità aveva dedicato un’ampia descrizione nel De architectura – quelli trovati nei giorni scorsi nel centro di Fano, scoperta alla quale Stile arte aveva dedicato un ampio servizio. Sondaggi e rilievi con drone proseguono.

 

Marco Vitruvio Pollione – Formia, 80 a.C. circa, dopo il 15 a.C. circa – è considerato uno dei massimi architetti dell’antichità romana.

Anche l’archeologa della Soprintendenza, Ilaria Venanzoni, ha affermato che, allo stato attuale delle indagini, non si può escludere, a livello di ipotesi investigativa, che i vani con ricchi pavimenti marmorei e preziosi rivestimenti lapidei siano da ascrivere al mitico edificio perduto. La Basilica vitruviana, descritta dall’architetto antico nel proprio celeberrimo libro, fu l’esempio del perfetto modo di costruire e influenzò notevolmente anche il Rinascimento e, successivamente, Palladio. La scoperta è avvenuta nel centro di Fano durante scavi per lavori edilizi.

 
fano-1-1024x768.jpg Uno degli ambienti portati alla luce durante lavori edilizi nel centro storico @ Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ancona, Pesaro Urbino, Ascoli Piceno, Fermo e Macerata

“Quello trovato in questi giorni è un complesso costituito da almeno 5 ambienti, i cui muri, conservati in alzato per circa 2 metri, hanno lo spessore di 5 piedi romani (1,50 metri) e sono rivestiti in malta di calce e lastre di marmo. – dice la Soprintendenza – Sono state parzialmente messe in luce anche le relative pavimentazioni, che sono in marmi d’importazione, di colore verde e rosato, probabilmente cipollino verde e pavonazzetto”.

Tutto il complesso, databile a circa 2000 anni fa, è stato interessato – prosegue la Soprintendenza marchigiana – almeno da due ulteriori fasi di vita in epoca medievale, di cui sono state ritrovate alcune tracce: strutture murarie, focolari, frammenti di ceramica invetriata. Fra i materiali recuperati, vi è anche un frammento di iscrizione su marmo che riporta su due righe le lettere V e I e conserva ancora tracce della “rubricatura”, ovvero la colorazione in rosso dei solchi delle lettere incise. (nella foto qui sotto)

fano-3-769x1024.jpg Il frammento marmoreo con lettere incise @ Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ancona, Pesaro Urbino, Ascoli Piceno, Fermo e Macerata

“La descrizione analitica della Basilica di Fano occupa ben cinque paragrafi del trattato sull’architettura (Vitr. De Arch., V, 6-10). – afferma il Centro studi vitruviani di Fano – Si tratta dell’unico edificio del quale Vitruvio afferma aver curato la costruzione (“conlocavi curavique”), cui attribuisce valori di grande dignità e bellezza (summam dignitatem et venustatem). Le indicazioni contenute nel trattato rivelano che la basilica si affacciava con un lato lungo sul centro del Foro di Fano ed era in asse col prospiciente Tempio di Giove nell’altro lato della piazza, secondo una disposizione insolita per l’epoca, ma che si diffuse nell’età augustea inoltrata e che dunque Vitruvio potrebbe aver contribuito a promuovere. Tale disposizione assiale permetteva di valorizzare ancor di più il tribunale e l’aedes Augusti, posti in una zona absidata situata in posizione centrale oltre il muro di fondo della basilica”.
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“I dati riportati da Vitruvio – prosegue il Centro studi vitruviani – mostrano nel complesso una costruzione architettonica votata a un ideale di sobrietà e severità, che ben si sposa con l’estetica atticistica, dominante nella prima età augustea. In questa direzione rientra la scelta per il colonnato di un “ordine gigante”, vale a dire l’utilizzo di grandi colonne che “coprivano” da sole i due piani della basilica, elevandosi da terra fino a sorreggere le capriate di copertura.
Tale soluzione permetteva infatti un risparmio di lavoro e materiali, aumentando allo stesso tempo il senso di “magnificentia” e “auctoritas” (V, 10)”.

vitruvio-cesariano-1521-754x1024.jpg La basilica vitruviana, nella ricostruzione grafica condotta, a partire dalla descrizione compiuta da Vitruvio nel De Architectura, dal pittore e architetto Cesare Cesariano (Milano, 1475 – Milano, 1543)

Fano è oggi un Comune di circa 60mila abitanti, in provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche. Sorse come un centro piceno, ma si sviluppò con i Romani. Il toponimo è legato a Fanum Fortunae, nome che rimanda al “Tempio della Fortuna”, forse eretto a testimonianza della temporalmente lontana battaglia del Metauro. Nel 207 a.C. le legioni romane sbaragliarono qui l’esercito del generale cartaginese Asdrubale, uccidendone il condottiero che intendeva ricongiungersi al fratello Annibale. La conquista della cittadina avvenne nel 49 a.C da parte di Gaio Giulio Cesare, che diede così inizio alla Guerra Civile contro Pompeo.
Augusto dotò l’insediamento di mura di cinta (ancora parzialmente visibili), elevando l’insediamento allo stato di colonia romana col nome di Colonia Julia Fanestris.

 


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La Basilica romana di Fano

La basilica di Fano era un edificio della città romana Fanum Fortunae (oggi Fano), colonia fondata o ingrandita da Augusto, descritto dal trattatista latino Vitruvio nel V libro del De architectura. Oggi ne rimangono solo resti sotterranei di incerta identificazione.

Fano
220px-Cesare_Cesariano%2C_Basilika_von_Fano%2C_Entwurf.jpg Ipotesi ricostruttiva di Cesare Cesariano

La sua importanza è dovuta in quanto unica opera attribuita a Marco Vitruvio Pollione, architetto e teorico vissuto nel I secolo a.C., autore del trattato De architectura, opera fondamentale divenuta il fondamento teorico dell'architettura occidentale, dal Rinascimento fino alla fine del XIX secolo. Nei dieci libri dell'opera, dedicata ad Augusto, l'architetto Vitruvio parla soltanto di un solo progetto proprio: la basilica di Fanum Fortunae, descritta nel V libro, di cui nulla resta e la cui ubicazione è tuttora incerta, anche se sappiamo affacciarsi sul foro. Il trattato vitruviano è giunto nel Medioevo sostanzialmente aniconico e con un testo corrotto, complicando le ricostruzioni dell'edificio che dal Rinascimento in poi sono state proposte. La basilica fanese, infatti, è oggetto di grande interesse tra i trattatisti, probabilmente per via della contiguità funzionale con gli edifici sacri cristiani.

 

 

La descrizione vitruviana

Nel V libro del De architectura, dopo aver fornito ragguagli sui rapporti proporzionali di minima e di massima delle basiliche, ovvero 3:1 e 2:1 tra lunghezza e larghezza, Vitruvio propone la descrizione della basilica di Fano, modello più aggiornato e che vedeva il trattatista direttamente coinvolto come progettista e esecutore (“conlocavi curavique faciendam”). Come sottolineato nell'edizione a Vitruvio curata da Pierre Gros, la configurazione planimetrica fanese, un rettangolo tendente al quadrato avvicinabile alla basilica di Cosa, si discosta dai modelli precedenti pur essendo particolarmente documentato in età augustea. Inoltre, rispetto agli impianti “paradigmatici”, la basilica di Fano ospita funzioni nuove e più strettamente politiche. Vitruvio descrive un’abside ad arco di cerchio innestata sul lato lungo dell’edificio, opposta all’ingresso, che racchiude un tribunal, definito aedes Augusti. Con la descrizione del cosiddetto “tempio di Augusto”, a Vitruvio va il merito di aver reso esplicita la funzione di abside e tribunale, evocatori della figura imperiale, e inoltre di aver diffuso configurazione e significati innovatori con tale impianto.

 

 

 

Interpretazioni e ricostruzioni

Tra le più precoci restituzioni della basilica di Fano abbiamo quella di Fra Giocondo, curatore della prima edizione illustrata di Vitruvio nel 1511. La rappresentazione di Giocondo, a fronte di una dettagliata descrizione dell’alzato nel testo vitruviano, è limitata alla pianta: la basilica è rappresentata come un rettangolo avente lunghezza e larghezza in rapporto di 2:1, con peristasi esterna di 4 colonne sui lati corti, 8 nel lato lungo a nord e 6 in quello lungo a sud. Il lato lungo avrebbe dovuto presentare un’apertura in corrispondenza della direttrice assiale della aedes Augusti, interpretata da Giocondo come un edificio distinto, ossia un vero e proprio tempio rettangolare con peristasi esterna di colonne sui quattro lati (figura “c” del foglio 46v). Il tribunale viene inoltre configurato su di un podio rialzato da due gradoni, contenuto all’interno di un’abside ad arco di cerchio, localizzata tuttavia entro il muro di fondo, nel lato corto della basilica, sebbene Vitruvio la descriva nel lato lungo. Lo spostamento del tribunale dal lato lungo al lato corto della basilica è probabilmente una scelta consapevole del frate, che nella didascalia alla xilografia, scrive di non condividere l'impianto proposto dal trattatista latino.

Nei Commentari di Daniele Barbaro viene proposta una soluzione più vicina alla descrizione vitruviana, dotata di una peristasi centrale con rapporto di 1:2 tra lunghezza e larghezza, circondata da un portico di 20 piedi e con tribunale ad arco di cerchio inserito nel lato lungo e preceduto da un pronao.

L'area archeologica

Di fronte alla Chiesa di Sant'Agostino un'edicola in muratura dà accesso alla scala che conduce all'antico complesso edilizio romano sul quale poggiano la chiesa e il convento. L'identificazione di questi resti, che sorgevano nel centro della città antica, resta ancora difficile ma si suppone possa trattarsi del Tempio della Fortuna o come tradizionalmente affermato, della Basilica di Vitruvio. I resti si articolano su un lungo muro a blocchetti di pietra intervallato da pilastri e finestre, piccole arcate disposte a ventaglio, una parete con abside, colonne e canalette di scolo.

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Basilica_di_Fano

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L’enigma della Basilica di Vitruvio a Fano: oggi il gran summit in cantiere

Incontro nell’area degli scavi tra Comune, Soprintendenza e Centro studi. Mei: "Ecco quello che sappiamo"

 

Fano, 14 marzo 2023 – Il sogno della Basilica di Vitruvio scatena i media nazionali e tiene sotto pressione le istituzioni nel tentativo di sciogliere uno degli enigmi più affascinanti della storia dell’archeologia. Questa mattina è previsto un summit tra il Comune, la Soprintendenza e il Centro studi Vitruviani che finalmente potrà accedere agli scavi.

"Al momento – afferma il professor Oscar Mei, archeologo, docente universitario e coordinatore scientifico del Centro studi Vitruviani – non si può affermare né escludere che l’edificio emerso in via Vitruvio sia la Basilica di Fano. In ogni caso il ritrovamento è un tassello ulteriore per definire l’area forense di Fano e per escludere l’ipotesi della Basilica nell’area di piazza Avveduti perché di fronte, non avrebbe il foro, ma un grande edificio come quello ritrovato".

E ancora Mei: "Dalle immagine viste finora l’edificio mi sembra sia rivolto verso via Vitruvio e l’ipotetico forum, al momento però è difficile stabilire se si tratti della Basilica, di un Augusteo o di una Curia. A favore dell’edificio pubblico gioca l’ampiezza della muratura (1,50 metri) anche se Vitruvio quando parla di quelle dimensioni non fa riferimento al muro della Basilica ma al diametro della colonna. E comunque non sono rare murature così spesse in connessione a edifici pubblici di una certa rilevanza". Aggiunge il professor Mei: "La Basilica è stata costruita alla fine del I sec. a.C, ma non possiamo escludere rifacimenti successivi. Possiamo, però, sperare in ulteriori indizi utili alla sua identificazione".

 
 
 
 

Per la Soprintendente delle Marche, Cecilia Carlorosi "si tratta di una scoperta rilevante anche se al momento non abbiamo dati scientifici per andare oltre, almeno fin quando non avremo ampliato gli scavi". Scavi che proseguiranno ancora e per questo sono in corso contatti con il Ministero della Cultura per reperire i finanziamenti. Il parlamentare Antonio Baldelli ha già annunciato la visita nei prossimi giorni del ministro ala Cultura Gennaro Sangiuliano, così come è assicurata l’attenzione del sottosegretario Vittorio Sgarbi.

"La consistenza dei ritrovamenti – prosegue la Soprintendente – sarà fondamentale anche per decidere del futuro dell’area e per fare tutte le valutazioni del caso, in accordo con la proprietà".

 
 

Va ricordato che i resti dell’edificio pubblico romano, testimoniati da lastre di marmo rosa e verde sui pavimenti e sulle pareti e da muri di importante spessore, sono stati rinvenuti in un’area di proprietà privata dove erano in corso lavori edili. Il fascino della Basilica mai trovata è legato al fatto che si tratta dell’unico edificio, spiega il professor Mei, "che Vitruvio dice di aver progettato e costruito, così come il De Architectura, l’opera in cui ne parla diffusamente, è l’unica opera sull’architettura che ci è pervenuta dall’antichità".

 

 
 

 

 

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Basilica di Vitruvio, il sogno di Fano. "Il ministro Gennaro Sangiuliano verrà a vedere gli scavi"

L’onorevole Antonio Baldelli annuncia: "Ho interessato Sangiuliano. Presto faremo un sopralluogo" Intanto Paolo Clini invita alla cautela: "Servono approfondimenti topografici"

 
 

 

Fano, 13 marzo 2023 – La Basilica di Vitruvio sul tavolo del Ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano, che sarà presto a Fano per visitare gli scavi. Ci ha pensato il parlamentare di Fratelli d’Italia, Antonio Baldelli, a informare il ministro del vagheggiato collegamento tra i resti dell’importante edificio pubblico romano emersi qualche giorno fa in via Vitruvio e la Basilica descritta da Vitruvio nel libro V del De Architettura.

 
 
Dagli scavi affiorano resti romani
Dagli scavi affiorano resti romani

 

"Se confermato – prosegue il parlamentare – sarebbe una scoperta di grande prestigio per Fano e per le Marche. Forse la scoperta più importante per la nostra regione dopo quella avvenuta il secolo scorso che vide raffiorare dalla terra il complesso di epoca romana (I secolo d.C) dei Bronzi Dorati di Cartoceto di Pergola". Ormai è la stessa Soprintendenza delle Marche a non escludere che i resti dell’edificio pubblico riemerso in via Vitruvio (I sec. a.C./I sec. d.C.), appartengano alla Basilica che si cerca da 500 anni.

Invita alla cautela il professor Paolo Clini, docente dell’Università Politecnica delle Marche, fondatore e per 10 anni coordinatore scientifico del Centro studi Vitruviani, uno dei massimi esperti della Basilica: "Da 30 anni studio la Basilica di Fano a cui ho dedicato gran parte della mia vita accademica anche curando i rilievi 3d laser e topografici dell’intera area del centro storico. Sull’apertura fatta dalla Soprintendenza sulla Basilica, dico andiamoci piano. Quello che è stato ritrovato non ha nulla a che vedere con la descrizione che fa Vitruvio, molto accurata, della sua Basilica, tranne che per un punto dove si riferisce ai 5 piedi dello spessore della muratura. Ma anche gli imponenti resti di Sant’Agostino presentano questa caratteristica. La tecnica muraria è compatibile con il periodo augusteo. Ma è sufficiente questo per dire che è stata ritrovata la Basilica di Vitruvio? No. Servono approfondimenti di carattere urbano, topografico e grafico. Non sono mai stati fatti saggi lungo via Vitruvio, dove una possente campagna georadar del 2015 ha rinvenuto un diffuso lastricato a un piano compatibile con il piano romano. La questione va affrontata con un taglio storico, architettonico, urbano e topografico prima che archeologico. Attenzione a non andare oltre il limite di quanto le attuali conoscenze permettono di dire".

Pensa che si stia correndo troppo anche l’archeologo Gabriele Baldelli, ex funzionario della Sopritendenza, che per molti anni si è occupato di Fano. "Se quello ritrovato è un edificio di almeno 5 vani ( così riferisce la Sopritendenza, ndr ) non è la Basilica descritta da Vitruvio". Intanto l’assessore alla Cultura Cora Fattori sta organizzando un incontro tra Comune, Soprintendenza e Centro studi Vitruviani, "per valorizzare il ritrovamento e gli altri cantieri archeologici".

 
 

 

https://www.ilrestodelcarlino.it/fano/cultura/basilica-vitruvio-enigma-86567f18


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Fano, si setacciano i primi reperti nella terra che copre la presunta Basilica di Vitruvio. Cosa sono?

 

E’ stato durante un intervento di edilizia civile che, nei giorni scorsi, sotto quella che un tempo era una cameretta per i ragazzi, sono emerse stanze romane decorate con marmi preziosi. La scoperta è avvenuta in via Vitruvio, nei pressi del il foro di Fano, nelle Marche.
Potrebbero essere i resti della perduta Basilica progettata da Vitruvio stesso- al quale l’architetto della romanità aveva dedicato un’ampia descrizione nel De architectura – quelli trovati nei giorni scorsi nel centro di Fano, scoperta alla quale Stile arte aveva dedicato un ampio servizio. Sondaggi e rilievi con drone proseguono.

 

Marco Vitruvio Pollione – Formia, 80 a.C. circa, dopo il 15 a.C. circa – è considerato uno dei massimi architetti dell’antichità romana.

Anche l’archeologa della Soprintendenza, Ilaria Venanzoni, ha affermato che, allo stato attuale delle indagini, non si può escludere, a livello di ipotesi investigativa, che i vani con ricchi pavimenti marmorei e preziosi rivestimenti lapidei siano da ascrivere al mitico edificio perduto. La Basilica vitruviana, descritta dall’architetto antico nel proprio celeberrimo libro, fu l’esempio del perfetto modo di costruire e influenzò notevolmente anche il Rinascimento e, successivamente, Palladio.

Per basilica, nell’architettura civile dell’Antica Roma, si intende l’edificio pubblico, spesso in comunicazione con il Foro – cioè la piazza principale, luogo di ritrovo – , che veniva utilizzato come luogo coperto soprattutto per trattare gli affari, sanare le controversie ed amministrare la giustizia. I primi esempi si diffusero in Italia dopo la seconda guerra punica.

Frattanto – mentre procedono gli accertamenti sul prezioso strato romano – sono al vaglio i primi reperti delle epoche successive trovati nel terreno di riempimento dei vani.

*Non solo marmi” – fa notare la Soprintendenza. -Fra gli aspetti più interessanti dello scavo in via Vitruvio a Fano, ci sono le fasi di vita della città in epoca medievale. Dall’US 10 (Unità stratigrafica) provengono, infatti, i frammenti che vedete qua sotto: frammento di ceramica non steccata, databile all’epoca longobarda, con decorazione a stampigliature (secoli VI-VIII)
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beccuccio di forma chiusa, in ceramica a vetrina pesante (secoli VII-X),
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due fuseruole in ceramica a vetrina pesante o sparsa (secoli VIII- XIII). Le fuseruole erano elementi applicati al fuso, per controllarne il movimento durante la filatura.
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due frammenti di colatoio, utilizzato per la produzione del formaggio, in ceramica a vetrina pesante (secoli VIII- X).
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https://www.stilearte.it/fano-si-setacciano-i-primi-reperti-nella-terra-che-copre-la-presunta-basilica-di-vitruvio-cosa-sono/


  • 1 mese dopo...
  • 2 mesi dopo...
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Non so come fare...

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1 ora fa, incuso dice:

Non so come fare...

 

Il video è troppo pesante (pensavo che gli amministratori avessero 10 MB a disposizione) scusami. 

E soprattutto grazie per l'aiuto.


  • 4 settimane dopo...
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Basilica di Vitruvio a Fano: tra gli scavi spuntano due scheletri

Si tratta di due individui vissuti in epoca medievale come mostra una moneta trovata nei pressi. Emersi altri preziosi marmi e un cucchiaio

 

Fano, 10 agosto 2023 – Si cercano conferme alla Basilica di Fano nel sito archeologico di via Vitruvio che continua a riservare sorprese. Sono infatti emersi ulteriori preziosi marmi, verde e rosato, nello stesso spazio in cui erano stati individuati durante la prima campagna di scavi, a marzo di quest’anno, quando si gridò alla scoperta della Basilica di Vitruvio di cui parla l’architetto romano nel De Architectura. Gli archeologici hanno anche portato alla luce una tomba di epoca medievale con due scheletri, mentre tra i piccoli ritrovamenti c’è un cucchiaio, si presume di epoca romana, probabilmente IV secolo d.C.

I pavimenti in marmo e gli scheletri di epoca medievale trovati nella Basilica di Vitruvio a Fani
I pavimenti in marmo e gli scheletri di epoca medievale trovati nella Basilica di Vitruvio a Fani

L’ex cantiere edile nel cuore del centro storico, dove avrebbero dovuto sorgere degli appartamenti privati, a due passi dagli scavi di Sant’Agostino, non manca di riservare soddisfazioni alla Soprintendenza archeologica delle Marche. "Gli scavi ci stanno consentendo – spiega la funzionaria archeologa della Soprintendenza Ilaria Venanzoni – di mettere in luce nuove porzioni dell’edificio già individuato nei mesi passati. In particolare, si ipotizza che il complesso monumentale, con funzione pubblica, sia costituito da un’aula di forma quadrangolare (vano A) circondata da una serie di ambienti minori". L’aula sarebbe, inoltre, delimitata da almeno due parti murarie "in opera vittata (tecnica muraria di età romana con filari di laterizi alternati a blocchetti di calcare) rivestiti con malta di calce e marmi".

 

Sono stati anche individuati "una serie di pilastri circolari (di cui uno solo integro) destinati probabilmente a sorreggere un edificio sviluppato in altezza, forse a due piani. Coerentemente con questa ipotesi, è stato indagato un altro vano (C), situato a nord dell’ambiente principale, che è risultato essere stato spogliato del pavimento e originariamente privo di rivestimenti marmorei".

Secondo la Soprintendenza probabilmente si tratta di "un vano di servizio, forse adibito a ospitare una scala di carpenteria lignea". Invece non è stata ancora chiarita la funzione dell’altro vano individuato (B), ma i recenti scavi hanno messo in luce la prosecuzione del pavimento in marmi verde e rosato, tagliato da buche successive di epoca medievale". Venanzoni fa presente come il grande edificio "abbia subito in epoca medievale una serie di modifiche e spoliazioni, che tuttavia hanno complessivamente rispettato la fisionomia del monumento".

 
 

Le ricerche stanno ora proseguendo sul lato est del vano A ed hanno portato alla luce "una sepoltura plurima in cassone laterizio, con almeno due individui deposti, di epoca medievale, sulla base di una moneta ritrovata al suo interno". Le indagini archeologiche proseguiranno fino alla fine di agosto grazie ai 45mila euro messi a disposizione dal Ministero della Cultura. La Soprintendenza non si sbilancia sulla prosecuzione degli scavi e sulla volontà di richiedere al ministero della Cultura altre risorse finanziarie per una ulteriore campagna di scavi.

 

https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/basilica-vitruvio-fano-due-scheletri-1a54d55e


  • 9 mesi dopo...
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Piazza Costa, a Fano emergono nuovi tesori: reperti murari e una pietra corniola

Piazza Costa, a Fano emergono nuovi tesori: reperti murari e una pietra corniola
Piazza Costa, a Fano emergono nuovi tesori: reperti murari e una pietra corniola
 
 
 

Quando si è progettato l’intervento di qualificazione di piazza Andrea Costa, era stata inclusa una indagine

 archeologica, dato che già si sapeva che l’area conservava reperti di origine romana, ma probabilmente non si immaginava che fossero così importanti come quelli riscoperti recentemente.

Le ultime scoperte invece non cessano di stupire, acuendo la curiosità su cosa veramente si nasconde nel sottosuolo. «Terminate le indagini nell’area vicina a via Arco d’ Augusto – ha evidenziato la funzionaria della Soprintendenza archeologica delle Marche Ilaria Venanzoni parlando degli ultimi rinvenimenti – nella parte vicina in cui è da completare la posa in opera dei sottoservizi sono emersi nuovi reperti murari. La singolarità di questi ultimi sta nella misura dell’elevato, circa un metro e venti centimetri, una cosa rara, dato che in genere le indagini archeologiche compiute nel territorio marchigiano pongono allo scoperto elementi allo stato di fondamenta o tutt’al più di un’altezza di pochi centimetri. Altro dato interessante è che i mattoncini con i quali è stato costruito il muro sono della stessa natura di quelli ritrovati in via Vitruvio e nell’area archeologica sottostante il convento di Sant’Agostino. È quindi un muro importante che si trova nei pressi del foro, dove un tempo sorgevano gli edifici pubblici. Le stesse dimensioni dell’aula tornata alla luce potrebbero far pensare a un edificio pubblico. Significativo anche il ritrovamento di una corniola, una pietra incisa con la figura di un fauno, essere mitologico, metà uomo e metà capra con un bastone ricurvo (il pedum) nella mano sinistra e un grappolo d'uva nella destra». Che si farà ora? Si completerà la chiusura? Un ulteriore incontro è previsto con la nuova amministrazione.

 

La storia

Le prime indagini in epoca moderna risalgono al 1910 quando fu demolito il convento di San Daniele, del quale alcune murature ancora oggi figurano inglobate nell’edificio che ospita la pizzeria Mc Kenzie. Un resoconto di quanto fu trovato allora è stato riportato dall’importante volume sulla Fano Romana edito dal Comune di Fano nel 1991. Gli scavi eseguiti per sistemare le nuove strutture misero allo scoperto a poca profondità dal livello di calpestio, vari resti di antichi ambienti caratterizzati da murature con blocchetti in arenaria e di laterizi che delimitavano pavimenti musivi. Si tratta essenzialmente di due strutture identificate nei pressi di palazzo Amiani e di palazzo Boccacci, strutture che sono riemerse nel corso di questi nuovi lavori con ulteriori novità rispetto al passato. Nell’area, infatti, non solo sono stati rinvenuti reperti risalenti all’epoca romana, ma sono tornate alla luce anche testimonianze dell’alto medioevo, quando gli edifici realizzati in epoca imperiale caddero in disuso e tra le loro rovine fu realizzato un piccolo cimitero. Terminato il tempo a disposizione degli archeologi per compiere gli scavi e poi passare la mano alla ditta che avrebbe realizzato la nuova pavimentazione, si stava richiudendo il tutto, quando l’area ha restituito le nuove testimonianze: altri tratti di pavimento in mosaico e la corniola, che doveva essere incastonata in un anello.

https://www.corriereadriatico.it/pesaro/fano_archeologica_scavi_piazza_costa_emergono_nuovi_tesori_reperti_murari_pietra_corniola-8156712.html


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