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A differenza del bell'imbusto d'oltreoceano, il rapporto che Alessandro Magno aveva con le donne era improntato al massimo rispetto e alla considerazione del valore che la donna aveva nella società, indipendentemente dalla condizione sociale e dai legami reciproci. Tra i vari episodi riguardanti donne che vivevano senza protezione ma che Alessandro considerava di pari dignità delle altre che erano protette è esemplare quello illustrato da questa incisione di Matthäus Merian (1629-1630) che riguarda Timoclea.

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Alessandro non ebbe alcuna pietà per gli abitanti di Tebe, la città che si era ribellata al dominio macedone e aveva raso al suolo, ma quando gli portarono davanti Timoclea, una donna che aveva osato uccidere l'ufficiale che l'aveva violentata e che alla domanda "chi sei?" aveva risposto "la sorella di quel Teagene che aveva combattuto in difesa della libertà della Grecia ed era caduto a Cheronea guidando le truppe", rimase così colpito dalla dignità e dal coraggio dimostrati all’aspetto e all’incedere da lasciarla subito andare, libera insieme ai suoi figli.

L’incisione mostra come Timoclea si era vendicata del comandante dei Traci che, dopo averle fatto violenza e averla oltraggiata, le chiedeva se avesse da qualche parte oro o argento nascosto. Ella disse di sì e, condottolo da solo in giardino e mostratogli il pozzo, disse che lì aveva gettato le cose più preziose, quando la città era stata presa. Mentre il Trace si sporgeva e osservava il luogo, postaglisi alle spalle lo spinse, e, avendogli gettato addosso molte pietre, lo uccise.

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Timoclea, la-donna che gettò il suo stupratore in un pozzo

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Timoclea era una donna greca che decise di ribellarsi al suo stupratore, a rischio della propria vita. Nata a Tebe, era la sorella di Teagene, ultimo comandante di quel famoso Battaglione Sacro che per decenni aveva detenuto la supremazia sulla Grecia. Nel 335 a. C., durante la campagna di Alessandro Magno nei Balcani, la sua città venne conquistata. Il capo di una banda tracia (anche lui chiamato Alessandro) occupò la casa di Timoclea, si fece servire da mangiare e poi afferrò la donna, la portò in una delle stanze e la violentò.

Dopo che ebbe finito, si mise a interrogarla alla ricerca di ulteriori ricchezze. Prima la minacciò poi le offrì di tenerla con sé e sposarla. Timoclea intravide nell’avidità dello stupratore l’occasione di vendicarsi della violenza subita. Condusse quella stessa notte il capo tracio a un pozzo, dove disse di aver nascosto i suoi beni.

Lui si sporse cercando avidamente di vedere il tesoro. Ma non c’era alcuna ricchezza ad attenderlo: Timoclea lo spinse facendolo precipitare sul fondo del pozzo. Poi iniziò a lanciargli addosso tutte le pietre che trovava finché non lo ebbe ucciso. I soldati della banda tracia la scoprirono e, avendo già ricevuto l’ordine di fermare le uccisioni, la portarono legata di fronte al loro generale Alessandro Magno.

Qui, racconta Plutarco: «apparve, nell’aspetto e nell’incedere, ricolma di dignità e coraggio, mentre, senza turbamento né timore» diceva: «Mio fratello era Teagene, che cadde contro di voi a Cheronea per la libertà dei Greci, affinché noi non subissimo questa violenza; ma poiché ho subito questa indegnità, non mi rifiuto di morire: e infatti forse è meglio che io non sopporti, sopravvivendo, un’altra notte come questa». Alessandro ne restò ammirato e comandò di lasciarla libera.

Timoclea e i membri della famiglia del grande poeta Pindaro, però, furono tra i pochi a salvarsi dallo spaventoso saccheggio di Tebe. Alessandro Magno decise di usare la città come esempio: diede alle fiamme i suoi edifici e vendette schiava tutta la popolazione. La resistenza della Grecia si spense per sempre.

https://istorica.it/2021/11/21/timoclea-la-donna-che-getto-il-suo-stupratore-in-un-pozzo/

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Secondo un racconto leggendario contenuto nel Romanzo di Alessandro, Talestri fu una regina delle Amazzoni che divenne l'amante di Alessandro Magno. La leggenda narra che Talestri si recò all'accampamento di Alessandro scortata da 300 compagne; qui i due sovrani giacquero assieme per tredici notti, desiderando generare dei figli iniziatori di una nuova razza umana forte e intelligente come il macedone. Il racconto è citato nel VI libro delle Historiae Alexandri Magni di Curzio Rufo.

Alessandro Magno e Talestris, regina delle Amazzoni

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http://www.lombardiabeniculturali.it/stampe/schede/C0060-01255/

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Cleopatra di Macedonia, unica sorella legittima di Alessandro Magno (https://it.wikipedia.org/wiki/Cleopatra_di_Macedonia).

Cleopatra nacque nel 354 a.C. da Filippo II e dalla sua terza moglie, Olimpiade; nel 336 a.C., con una grande cerimonia a Verghina (o Ege), sposò suo zio da parte della madre Alessandro I, detto il Molosso, re dell'Epiro, diventando di conseguenza la regina dell'Epiro; alle sue nozze fu ucciso suo padre Filippo, il quale venne seppellito proprio nei pressi di Verghina, e il trono di Macedonia venne assegnato ad Alessandro Magno.

Alessandro ebbe un bellissimo rapporto con la dolcissima e bellissima sorella Cleopatra, a lui molto legata e, come narra Valeria Palumbo nel suo libro sulle donne di Alessandro Magno, da un rapporto tanto diverso da quello degli uomini misogini e vigliacchi del suo tempo. Quando gli riferirono che Cleopatra aveva una storia d’amore con un ragazzo, Alessandro sorrise e rispose ai delatori: “Non vedo perché il fatto di essere una principessa debba impedirle di soddisfare le sue passioni”.

Cleopatra, nel ricordare l’episodio, ebbe a commentare del fratello: “Scherzava e ancora una volta faceva un doppio salto, fingendo di dimenticarsi che ero anche donna. Le donne, in Grecia, non sceglievano i loro amori e non potevano viverli liberamente”. Lo adoravo.

 

Non abbiamo immagini della sorella di Alessandro, ma la possiamo immaginare dalle parole con cui si descrive nel libro di Valeria Palumbo: “Ero bella come Alessandro, piccola come lui, con gli occhi grandi, le labbra avide.”

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Campaspe

Alessandro amava la pittura, in particolare adorava quella di Apelle, l’artista più conosciuto dell’epoca e il solo cui fosse concesso di ritrarlo. Quando Alessandro aveva chiesto ad Apelle di ritrarre nuda la sua prima amante greca, Campaspe, il pittore se ne innamorò perdutamente. Accortosene, Alessandro gliela concesse in regalo, e mai dono, in futuro, sarebbe stato considerato più grande. Solo una donna amata può cementare fino alla morte il legame tra un mecenate e il suo artista più bravo.

Alessandro Magno e Campaspe nello studio di Apelle (disegno) di Hayez Francesco (attribuito) (sec. XIX)

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https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0300177770

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Telesippa

Quando Alessandro venne a sapere nella campagna d’Asia che Euriloco di Egea, un suo valoroso soldato, voleva rientrare in Grecia per seguire un’etera, Telesippa, di cui s’era innamorato, non gli passò nemmeno per la testa che la si potesse costringere a restare: "Poiché è una donna libera", disse all'ufficiale, "non possiamo far altro che tentare di persuaderla".

Questo il racconto di Taide, cortigiana di Alessandro e dopo concubina di Tolomeo Sotere, riportato da Valeria Palumbo nel suo libro sulle donne di Alessandro Magno.

Dopo le prime, importanti vittorie nella campagna d’Asia, Alessandro decise di rimandare in patria i suoi soldati vecchi e malati. Euriloco di Egea, che fino ad allora aveva combattuto valorosamente, si iscrisse nella lista. Alessandro se ne stupì e soprattutto, scoperto che il giovane godeva di ottima salute, gliene chiese il motivo. Il ragazzo ammise che si era innamorato di un’etera, Telesippa, e che lei aveva deciso di rientrare in Grecia. Non voleva perderla e così cercava di seguirla. Alessandro, anziché adirarsi, come peraltro gli accadeva spesso, sorrise e tentò di aiutarlo. Pensò che forse la donna si poteva comprare e chiese a Euriloco di che condizione fosse. Un’etera libera, rispose quello. Il re sospirò: “Euriloco, sono tuo alleato in questo amore; ma cerca di trovare un buon sistema, perché non possiamo far altro che persuaderla, o con discorsi o con doni… è una donna libera”.

Non abbiamo un'illustrazione della vicenda. Ma quale donna a quei tempi non si sarebbe innamorata perdutamente di un sovrano tanto rispettoso dell’altro sesso come Alessandro?

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Alessandro Magno venne educato da Aristotele che gli trasmise amore e apprezzamento per la letteratura. Alessandro fu ispirato dai poemi epici di Omero come l'Iliade e l'Odissea e amò identificarsi con Achille, del quale aveva l'ambizione sfrenata di gloria e l'animo sempre pronto a cedere alle più opposte passioni.

Qui Alessandro è rappresentato con i suoi soldati mentre ordina che le opere di Omero siano messe in salvo.

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https://www.lombardiabeniculturali.it/stampe/schede/D0080-03953/

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Alessandro taglia il nodo gordiano

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https://www.istockphoto.com/it/vettoriale/alexander-the-great-taglio-sciogliere-il-nodo-gordiano-gm490554200-75080205?phrase=Alessandro Magno

https://www.treccani.it/enciclopedia/gordio

Gordio, antica capitale della Frigia, è famosa per il nodo gordiano che stringeva il giogo al timone del carro consacrato a Zeus nel suo tempio da Gordio, fondatore della città. L’oracolo prediceva a chi avesse saputo scioglierlo il dominio dell’Asia. Alessandro Magno nel 334 a. C. visitò la città e provò a sciogliere il nodo, ma, non riuscendovi, decise semplicemente di tagliarlo a metà con la spada. Da questo, ancor oggi, si usa dire soluzione alessandrina per indicare la risoluzione di un problema intricato in modo netto, semplice, rapido e deciso.

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Nel 332 a.C., durante la campagna contro l’Impero persiano, Alessandro Magno sottopose la città fenicia di Tiro a un duro assedio, che si concluse con il massacro dei suoi abitanti.

Nella marcia dell’esercito macedone verso l’Egitto attraverso il Libano e la Palestina, molte città fenicie come Arado, Biblo e Sidone si sottomisero ad Alessandro senza quasi opporre resistenza, ma gli orgogliosi Tirii, antichi alleati del Grande re persiano, non erano disposti ad arrendersi facilmente al giovane sovrano giunto dall’Europa. La causa del conflitto fu il rifiuto alla richiesta di Alessandro di officiare nella città di Tiro un sacrificio nel tempio del dio Melqart, identificato con Eracle, del quale si considerava discendente.

Per i dettagli dello scontro v. https://www.storicang.it/a/alessandro-magno-e-lassedio-di-tiro_14868

 

Illustrazione che raffigura il momento in cui i difensori di Tiro scagliano una nave in fiamme contro le due grandi torri d’assedio macedoni che si avvicinano alle mura.

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Ricostruzione dell'assedio di Tiro da parte dell'esercito di Alessandro Magno: le torri d'assedio si avvicinano alla muraglia.

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Illustrazione che raffigura la breccia aperta dai Macedoni nelle mura di Tiro.

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Alessandria d’Egitto, la città di Alessandro Magno
Alessandria è una antica città egiziana che si estende lungo la costa del Mediterraneo nella parte settentrionale del paese, a ovest del delta del Nilo, tra la palude Mareotide (Maryut) e il Mar Mediterraneo. Secondo le antiche fonti antiche sarebbe stata costruita sul sito della più antica Rhakotis e di altri cinque villaggi. Su Rhakotis si ipotizza un villaggio di pescatori, o una costruzione greca preesistente o un posto di guardia.

Alessandria sorgeva davanti all'isoletta di Faro, a cui era collegata per mezzo dell'Eptastadio, una diga di 1200 m che serviva anche da acquedotto consentendo due distinti porti. La diga e il piano di fondazione della città sono attribuiti all'architetto Dinocrate di Rodi. Alessandria d'Egitto fu la prima delle città omonime fondate da Alessandro Magno tra il 332 e il 331 a. C. durante il suo viaggio per visitare l’oracolo di Ammone, nell’oasi di Siwa.

Arriano narra di come Alessandro Magno tracciasse al suolo la pianta della città al momento della sua fondazione servendosi di grano. Ciò venne interpretato come segno di futura ricchezza e come ruolo della città nell'esportazione del grano egiziano. 

Alessandria doveva sostituire la precedente fondazione greca sul Delta, a 70 km nell'interno, ma Alessandro volle che la sua città fosse fondata sulla costa, malgrado la cattiva qualità del terreno in questa zona e l'approdo non facile. Dopo la morte di Alessandro a Babilonia nel 323 a. C., il suo corpo venne trasportato e seppellito ad Alessandria dal suo generale Tolomeo.

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Illustrazione del 1878 con una idealizzazione dell'antica Alessandria d'Egitto

https://www.romanoimpero.com/2022/06/alessandria-degitto-egitto.html

 

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L'ANTICA ALESSANDRIA D'EGITTO (By Jean-Claude Golvin)

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Fondata Alessandria nella zona del delta del Nilo, Alessandro, con una marcia avventurosa in pieno deserto, raggiunse l'oasi di Siwa dove, in un santuario dedicato a Zeus-Ammone, grazie alla compiacenza dei sacerdoti ebbe una specie di investitura sacra e fu riconosciuto dal dio come successore dei faraoni.

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Alessandro nel tempio di Giove Ammone

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https://www.istockphoto.com/it/vettoriale/storia-antica-alexander-al-tempio-di-giove-ammon-gm498307340-79584405?phrase=Alessandro Magno

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Un episodio, forse solo un aneddoto @apollonia raccontatoci da Svetonio, su un " incontro " tra Alessandro e Giulio Cesare, reso in una incisione ancora ottocentesca di Lodovico Pogliaghi ( 1857-1950 ) .

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Modificato da VALTERI
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Non conoscevo l’aneddoto, di cui riporto questa versione nella quale si cita anche quella della statua ricordata da Valteri.

Nelle sue Vite, lo storico romano Plutarco racconta il seguente aneddoto su Giulio Cesare, che a quel punto aveva trent'anni ed era un funzionario della provincia di Hispania Ulterior (Spagna meridionale):

Quando si trovava in un momento di svago e stava leggendo la storia di Alessandro, rimase a lungo assorto nei suoi pensieri e poi scoppiò a piangere. I suoi amici si stupirono e gli chiesero il motivo delle sue lacrime. Non pensate", disse, "che sia motivo di dispiacere il fatto che, mentre Alessandro, alla mia età, era già re di tanti popoli, io non abbia ancora ottenuto alcun brillante successo?" (Plutarco, Cesare 11)

Cesare aveva riconosciuto quanto Alessandro Magno avesse raggiunto alla stessa età e fu ispirato a cercare di replicare il suo successo.

In versioni successive della storia Cesare guarda una statua, piuttosto che leggere un libro, ed è una di queste che probabilmente è la fonte di questa illustrazione, in cui il futuro dittatore romano indica un busto di Alessandro montato sulla parete in alto.

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L'incisione appare nella storica storia del mondo antico in olandese di Martinus Stuart ed è stata creata dall'artista Jacobus Buys (1724-1801) e dall'incisore Ludwig Gottlieb Portman (1772-1828).

apollonia

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Il Tempio dell'Oracolo a Siwa

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Il Tempio dell'Oracolo a Siwa, noto come Tempio di Alessandro Magno, è un tempio situato nel deserto di Siwa nell'Egitto occidentale. È stato consacrato ad Amon. Secondo la leggenda la sua fondazione è legata a quella dell'oracolo di Dodona, poiché si narra che fossero due colombe nere che partirono dalla Tebaide con la stessa missione, una volò a Dodona e l'altra a Siwa.

Il Tempio dell'Oracolo a Siwa, o anche conosciuto come il tempio di Alessandro Magno, è uno dei siti più interessanti dell'Oasi di Siwa. L'importanza del tempio deriva dall'essere famoso dopo che Alessandro Magno lo visitò alla ricerca della risposta del dio Amon che lui era il faraone figlio di Zeus (dio Amon nell'antica religione egizia) e aveva il potere su tutto il regno d'Egitto nel IV secolo a. C. Il tempio fu costruito durante la 26a dinastia nell'epoca del Nuovo Regno della storia dell'antico Egitto per essere dedicato alla Triade di Amon (Amon, Mut e Khonso). Si diceva che il tempio dell'oracolo fosse stato costruito su un Pozzo Solare con un metodo di costruzione tradizionale a Siwa, che consiste nel mescolare l'argilla con sale che dà più forza alla struttura e la mantiene più fresca all'interno con la temperatura calda estiva.

Si dice che il pozzo solare del dio Amon sia stato scoperto da Dioniso, il dio greco del vino quando si perse nel deserto. Un'altra storia racconta che fu trovato da due sacerdoti che erano stati esiliati da Luxor e si erano persi nel deserto intorno all’area di Siwa. Si credeva che uno dei due sacerdoti fosse quello di cui ha parlato l'oracolo.

Il tempio fu costruito durante la XXVI dinastia da Amasis per incoraggiare le persone a venire a stabilirsi nell'area dell'oasi di Siwa dove potevano coltivare la terra tutto l'anno grazie all'acqua sotterranea, perché l'acqua del fiume Nilo sale durante il periodo di piena.

Si diceva che Alessandro Magno fosse arrivato nell'area dove fu costruito il tempio seguendo un gruppo di uccelli che fece strada a Siwa da Marsa Matrouh (Amunia a quel tempo). Non si conosce la risposta ad Alessandro Magno che però dev’essere stata confermativa.

Infatti, chi sarebbe il sole del sole dio Amon se non Alessandro che riuscì a conquistare un così grande impero solo nei suoi primi trent’anni?

https://www.cairotoptours.com/it/Guida-turistica-Egitto/Oasi-d-Egitto/Il-Tempio-dell-Oracolo-a-Siwa

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In deroga ad incisioni e stampe come prescritto dalla discussione, una miniatura del XV sec. con la prima e forse più impegnativa ' gesta ' del macedone : due particolari della nascita di Alessandro .

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La nascita di Alessandro

La città di Pella, seconda capitale del regno di Macedonia, vide la nascita di uno dei più celebri conquistatori e strateghi della storia, Alessandro Magno, il giorno 20 o 21 luglio 356 a. C.

Lascio alla penna di Valerio Massimo Manfredi la descrizione dall’evento, con l’antefatto che l’ha preceduto e il seguito subito dopo il parto di mamma Olimpiade (Olympias come la chiama Manfredi nel suo Romanzo di Alessandro).

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