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Zecca di Napoli : il personale.


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Inviato

Nei Sec. XVI e XVII il personale della Zecca di Napoli era diviso in due categorie:

gli Ufficiali e gli operai.

I primi, in numero di nove, erano contraddistinti e remunerati in base alle loro funzioni ed al modo con cui erano venuti in possesso dell'ufficio.

  • Il Mastro di Zecca. Era responsabile del buon andamento di tutti i lavori ed ordinava la coniazione delle monete sui tre metalli, in applicazione delle norme emanate dalla Regia Corte. Aveva il diritto di apporre le sue iniziali sulle monete.
  • Il Credenziere maggiore, o della bilancia grande, campionava e «liberava» le monete.
  • Il Credenziere della Sajolla, o della bilancia piccola, pesava le monete, pezzo per pezzo, durante la coniazione.
  • Il Mastro di prova. Eseguiva le prove dell'oro e dell'argento che entrava nella zecca e delle bontà del metallo con cui venivano coniate le stesse monete. Apponeva la sua sigla sulle monete.
  • Il Mastro di cugno. Lavorava i conii ed i punzoni per le monete e vi apponeva anch'egli la sua sigla.
  • Il Comprobatore. Assisteva il Mastro di prova nelle sue funzioni.
  • Il Guardaprova. Assisteva agli assaggi delle monete coniate e conservava di ogni liberata alcuni pezzi.
  • Il Campione. Vigilava sul buon funzionamento delle bilance e dei pesi delle monete.
  • Il Giudice delle differenze. Derimeva eventuali controversie tra il Mastro di prova ed il Comprobatore.

Tutti gli ufficiali della Zecca avevano diritto ad un determinato numero di aiutanti.

Gli operai invece erano divisi e remunerati secondo il lavoro che svolgevano.

  • Gli Obrieri
    Avevano la funzione di ridurre in «zagarelle», o lamine, i pezzi quadrangolari di metallo necessario per la coniazione.
  • Gli Affilatori
    Mediante forbici adatte riducevano in tondelli le lamine e ne verificavano il peso.
  • I Coniatori
    Erano gli operai addetti ai lavori di coniazione delle monete.
  • I Trafilatori
    Erano addetti alle trafile, ossia a quella macchina, composta da due cilindri metallici, che rendeva lisce le lamine (questa macchina entrò in funzione con la coniazione al bilanciere). Ad ogni trafila erano addetti cinque operai.


Fonte: G. De Sopo, Le monete di Napoli. L’evoluzione della tecnica monetaria e le varianti della zecca napoletana dal 1516 al 1859. Luigi Regina Editore - Napoli - 1971.

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Supporter
Inviato

Ed ecco la tabella dei diritti.

Tutto il personale della Zecca, ufficiali ed operai, veniva retribuito con una percentuale, o diritto, su ogni libbra ') di metallo coniato. Detta percentuale variava secondo la funzione esercitata, il metallo che veniva coniato e la maniera in cui si era venuti in possesso dell'ufficio.

Generalmente si entrava in possesso della carica in due modi: per acquisto o per nomina della Regia Curia.

Se l'ufficio era esercitato personalmente si percepivano per intero i diritti o, come nel caso del Mastro di Zecca Andrea Giovane, proprietario dell'ufficio, e Virgilio Martenise che lo esercitava « ad interim», i diritti erano divisi per metà.

Metà dei diritti spettava pure a coloro che erano venuti in possesso della carica per nomina della Regia Curia.

1) Una libbra pesava gr. 320,76, essa si componeva di 12 once; ogni oncia di 30 trappesi. Un trappeso pesava gr. 0,891.

Fonte: idem

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  • Mi piace 2

  • 2 settimane dopo...
Inviato

Si..ho anch'io il libro in questione. Come si vede l'attività di zecca era rigorosamente organizzata....ma allora..come mai così tanti errori nelle monete napoletane?


Inviato (modificato)
Il 10/3/2023 alle 07:46, elledi dice:

Si..ho anch'io il libro in questione. Come si vede l'attività di zecca era rigorosamente organizzata....ma allora..come mai così tanti errori nelle monete napoletane?

 

ciao elledi , perchè,in alcuni casi, venivano impiegate maestranze (personale che era alle"prime armi")ignoranti e nel comporre le scritte periferiche non comprendevano ciò che scrivevano con i punzoni(questo per le monete del XVIII secolo)ma il"grosso" lo svolgevano i Maestri d'Incisione ed i Maestri di Zecca.

Per le monete del Vicereame spagnolo emesse a Napoli, quelli che chiami tu"errori" erano dei segni di Zecca che servivano a distinguere il personale addetto alla lavorazione dei conii di tali monete oltre che a distinguere la Zecca,a distinguere cioè lo Zecchiere ed il suo personale da un altro.Quindi gli "errori"vengono chiamati varietà 

Le varietà furono tipiche delle monete delle monete emesse a Napoli durante il vicereame spagnolo ,mentre le varianti  furono tipiche della monetazione borbonica . Le varianti consistono nell'aggiunta o meno di qualche punto nelle scritte periferiche o nelle sigle, oppure nell'utilizzo di caratteri diversi o nell'alterazione di particolari araldici, o,per le monete di rame ,nella stellina presente sotto il collo del regnante(a 5 o 6 punte).

Questo è quanto specificato nel libro di De Sopo

odjob 

Modificato da odjob

Inviato

Posso capire l'impiego di maestranze alle prime armi, un po' meno la mancanza di "un controllo di qualità"...

Vi sono legende con lettere rovesciate (le N per esempio) o con INPANS al posto di INFANS ed altri casi ancora?

"""Il Mastro di Zecca. Era responsabile del buon andamento di tutti i lavori """


Inviato
19 minuti fa, elledi dice:

Posso capire l'impiego di maestranze alle prime armi, un po' meno la mancanza di "un controllo di qualità"...

Vi sono legende con lettere rovesciate (le N per esempio) o con INPANS al posto di INFANS ed altri casi ancora?

"""Il Mastro di Zecca. Era responsabile del buon andamento di tutti i lavori """

 

Come ho precedentemente scritto,nella maggior parte dei casi,si creavano queste varianti e varietà ma veniva appositamente fatto.

E'tutto scritto nel De Sopo 


Inviato
39 minuti fa, elledi dice:

Vi sono legende con lettere rovesciate (le N per esempio

Ciao Domenico,puoi farmi un esempio?...

 

40 minuti fa, elledi dice:

con INPANS al posto di INFANS

 


Inviato
10 ore fa, gennydbmoney dice:

Ciao Domenico,puoi farmi un esempio?...

 

 

Ciao Domenico,puoi farmi un esempio?...
Alcune monete di vittorio emanuele II con la sigla BN in cornice hanno la N rovesciata ed alcune monete di Ferdinando che però adesso non ricordo in quale catalogo..ma le cerco

 


Inviato

Buongiorno a tutti, 

Io sinceramente non penso che nella zecca di Napoli veniva impiegato personale ignorante (mio umil pensiero e tale deve restare), altrimenti non avrebbero corretto alcune legende, penso piuttosto che ci fosse una perfetta logica nel creare tutte quelle varianti/varietà che all'occhio meno attento potessero sembrare normali monete ma che servissero ad identificare chi avesse fatto cosa.

Alcuni esempi di legende corrette direttamente sul conio. 

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Screenshot_20230310_102712.jpg

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  • Mi piace 7

Inviato
17 minuti fa, elledi dice:

 

 

Alcune monete di VE II riportano la sigla BN in cornice con la N rovesciata....e se non ricordo male alcune piastre hanno la N rovesciata. 

1 minuto fa, Raff82 dice:

Buongiorno a tutti, 

Io sinceramente non penso che nella zecca di Napoli veniva impiegato personale ignorante (mio umil pensiero e tale deve restare), altrimenti non avrebbero corretto alcune legende, penso piuttosto che ci fosse una perfetta logica nel creare tutte quelle varianti/varietà che all'occhio meno attento potessero sembrare normali monete ma che servissero ad identificare chi avesse fatto cosa.

Alcuni esempi di legende corrette direttamente sul conio. 

Screenshot_20230310_102651.jpg

Screenshot_20230310_102741.jpg

Screenshot_20230310_102712.jpg

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Sono pienamente daccordo con te. Non credo sia dovuto all'analfabetismo

  • Mi piace 1

Inviato

La volontarietà nel creare non è frutto di ipotesi ma é ben documentata in uno scritto a firma di B. Cosentini pubblicato in Supplemento all'opera LE MONETE DEL REAME DELLE DUE SICILIE a cura di M. Cagiati, anno IV, n. 1(Napoli 1914).

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Inviato

E anche VTR mi pare che in alcuni casi sia stato scritto diversamente

1 minuto fa, Raff82 dice:

La volontarietà nel creare non è frutto di ipotesi ma é ben documentata in uno scritto a firma di B. Cosentini pubblicato in Supplemento all'opera LE MONETE DEL REAME DELLE DUE SICILIE a cura di M. Cagiati, anno IV, n. 1(Napoli 1914).

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Una N rovesciata o VTR scritto ad esempio TVR non penso possa essere considerato un "segno" voluto.  I segni segreti sono ben altra cosa


Inviato (modificato)
4 minuti fa, elledi dice:

VTR

Si, ho in raccolta una 34,56,59 con la V di VTR dove la V è sostituita da una A capovolta, e non solo anche FERDINANDVS la ultima V è sostituita da una A e sempre nelle date 34,56 e 59 anche se ultimamente ho trovato anche una 1840 con lo stesso particolare. 

4 minuti fa, elledi dice:

TVR

Qui penso sia stata veramente distrazione, ma non è il solo caso di inversione di lettera, esiste anche la 1805 HSIP oppure la 1834 GRAITA. 

Modificato da Raff82
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Inviato

Una discussione molto interessante...Io mi sto facendo un'idea ma prima di sparare scemenze voglio sentire il parere di altri ...e magari se qualcuno posta le monete con le N rovesciate che ora non ricordo dove le ho viste o il BN con la N rovesciata.

Questa però mi pare una bella P, altro che F 

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Inviato

Anche se guardando le correzioni che hanno fatto sulle legende la domanda mi viene lo stesso, perche queste le hanno lasciate errate e alcune le hanno corrette? 

Altro caso che mi viene in mente, la 1834 REGN, esiste anche la 1835 con questo errore ma qui a differenza della 34 si sono presi la briga di punzonare direttamente sulla moneta la I. 

3 minuti fa, elledi dice:

P

Si, è una bella P chiare e tonda. Sostituivano le lettere con quelle più somigliante, ad un occhio mene attento o se vogliamo più "ignorante" P o F, A o V poteva sembrare la stessa cosa. 


Inviato
7 minuti fa, Raff82 dice:

Anche se guardando le correzioni che hanno fatto sulle legende la domanda mi viene lo stesso, perche queste le hanno lasciate errate e alcune le hanno corrette? 

Altro caso che mi viene in mente, la 1834 REGN, esiste anche la 1835 con questo errore ma qui a differenza della 34 si sono presi la briga di punzonare direttamente sulla moneta la I. 

Si, è una bella P chiare e tonda. Sostituivano le lettere con quelle più somigliante, ad un occhio mene attento o se vogliamo più "ignorante" P o F, A o V poteva sembrare la stessa cosa. 

 

Mah..anche un ignorante forse riesce a distinguere una F da una P..a meno che ci sia dell'altro... e anche A al posto di V...forse le motivazioni sono altre...

Non credo comunque siano errori volontari...accadesse oggi direi che lo fanno per creare rarità..ma a quei tempi i poveretti che lavoravano in zecca avevano come unico scopo (nel caso in cui volessero fare qualcosa di illegale), quello di portare fuori monete buone o metallo da rivendere...ma i controlli erano rigorosi...e chi veniva sorpreso subiva pesanti condanne


Inviato

Scusami @elledi forse mi sono espresso male, quando scrivo ignorante mi riferisco alla popolazione, non al personale della zecca. Li sono sicuro che ci lavorasse personale altamente preparato e preciso, lo dimostrano le medaglie che hanno creato. 

Mi vengono in mente altri casi di legende volute ad esempio le 1794 con sicilar presente in tutti i nominali stesso "errore" presente nelle 1798.

 

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Inviato

La "volontarietà" di modificare alcuni particolari si vede anche negli stemmi, nell'araldica, hanno "rigato la corona nelle 1798 e nelle 1838 hanno inverto i gigli nella fazione borbone, hanno ripunzonato sulle aquile di Sicilia in posizione corretta le aquile a testa in giù.... Cose volute, non certo errori da principianti. 


Inviato

Tutt'altro che analfabeti!

Allego un bando di concorso del 1840 per i lavori d'incisione in acciaio per la Regia Zecca delle Monete. [...] Coloro che meriteranno nel concorso annuale il premio principale, potranno essere proposti per le cariche che vacheranno nel Gabinetto d'incisione della Regia Zecca. [...] 

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Inviato

...aggiungiamo la mancanza di una torretta nello stemma del Portogallo nelle piastre del 1798

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Inviato (modificato)
25 minuti fa, elledi dice:

ma i controlli erano rigorosi...e chi veniva sorpreso subiva pesanti condanne

Concordo pienamente. 

4 minuti fa, Rocco68 dice:

torretta nello stemma del Portogallo nelle piastre del 1798

Giusto, o l'aggiunta nelle 1833, 1834 e 56.

Oppure l aggiunta di una I in legenda nelle 1818 HISPAINIARUM

Modificato da Raff82

Inviato

Correggetemi se sbaglio, mi viene una domanda da fare... Ma perché questi "errori" li troviamo solo nelle tirature "lunghe"? 


Inviato (modificato)

Almeno per quanto riguarda il periodo dalla seconda metà del XVIII sec. mi sono farto una precisa convinzione: la zecca era cosa seria. Tale convizione è nata dalla lettura delle carte d'archivio dove tutto era documentato: nomi del personale, processi, irregolarità, liberate, lavori di ristrutturazione, supplice e molto altro; e pensare che quello che ci è pervenuto a noi non è che una piccola parte.

La zecca, intesa come istituzione, aveva rapporti anche con altri organi amministrativi come il Consiglio di Azienda, la Deputazione della Moneta, nonché con la Corona e questo conferma la sua importanza.

Dobbiamo ricordare che i tre ufficiali della zecca non erano delle persone qualunque, ma con competenze tecniche ed esperienza non comuni e quindi mi pare altamente improbabile che si circondassero di subalterni incapaci e ignoranti.

Per quanto riguarda gli errori e varianti nella monetazione borbonica non ci sono dubbi che alcuni di questi siano voluti per un preciso scopo, ma discernerli da quelli involontari non è cosa semplice.

Modificato da demonetis
Ripetizione testo
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Inviato

@demonetis sono completamente d'accordo con te, la zecca era una cosa seria.

3 minuti fa, demonetis dice:

discernerli da quelli involontari non è cosa semplice

Mio pensiero, e deve restare tale, sono tutte cose volute, altrimenti avrebbero corretto tutto, se hanno corretto alcune legende avrebbero corretto anche il resto. 

 

 

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