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Frammento di leone A Pisa


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Una testa di Leone del 30 a.C. trovata nello scavo di Piazza del Sarto a Pisa. A cosa serviva?

 

ARCHEOLOGIA
Un muso di leone – realizzato in terracotta – è stato trovato in piazza Del Sarto, a Pisa, dove sono in corso scavi archeologici relativi a una domus romana. Lo comunica Pisa Progetto Suburbio.

pisa-leone.jpg Il muso di leone @ Pisa progetto suburbio

 

 

“Il nuovo pezzo da museo dallo scavo di Piazza Del Sarto è il muso di un leone. – dicono gli archeologi di Pisa Progetto Suburbio – Più precisamente, è un frammento di gocciolatoio in terracotta a testa di leone, originariamente collocato lungo la linea di gronda di un tetto della domus. Lungo i margini dei tetti delle case romane, infatti, era comune trovare doccioni figurati (leoni, ma anche cani, maschere, teste di satiro, ecc.) che incanalavano l’acqua piovana”.

pisa-leone-atrio-1024x1024.jpg La possibile collocazione della testa di leone @ Pisa progetto suburbio
“Nell’atrio, ad esempio, i gocciolatoi indirizzavano i getti di acqua piovana nella vasca che si trovava al centro dell’ambiente, collegata ad una cisterna sotterranea. Il nostro leone ha un confronto preciso proprio a Pisa, dove un esemplare integro è stato trovato pochi anni fa nella zona dell’Arcivescovado. Sulla base di quel confronto possiamo datare il nostro frammento nel 30-20 a. C., quindi in un’epoca un po’ più antica rispetto alla fase meglio conservata della domus. Che appartenesse al tetto della casa, prima della sua ristrutturazione nel I secolo d.C.?”.

https://www.stilearte.it/una-testa-di-leone-del-30-a-c-trovata-nello-scavo-di-piazza-del-sarto-a-pisa-a-cosa-serviva/

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  • 2 settimane dopo...
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Domus romane a due passi dalla Torre di Pisa, dagli scavi pedine da gioco e monete

Tra le stanze meglio conservate e portate alla luce anche un triclinio, dai muri ancora riccamente colorati. I bicchieri recano visibile il marchio di chi li fabbricò nel I secolo d.C.

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Domus romane a due passi dalla Torre di Pisa, dagli scavi pedine da gioco e monete

 
Suppellettili antiche, monete e una testa di leone di terracotta. Ma anche pedine da gioco e bicchieri con il marchio “di fabbrica” ancora perfettamente leggibile.

Sono i primi doni che lo scavo in piazza Andrea del Sarto, a Pisa, sta regalando agli archeologi e agli appassionati di storia. 

I lavori, a due passi dalla celeberrima Torre, hanno preso avvio lo scorso settembre e stanno portando alla luce i resti di una o più domus romane degli inizi del I secolo d.C., provviste ancora di pavimenti decorati eccezionalmente conservati e spazi scoperti, probabilmente giardini fiancheggiati da portici.

A sorpresa è emerso dagli scavi un triclinio ben conservato: nella sala da pranzo, dove i convitati mangiavano e conversavano sdraiati su tre letti sistemati sui lati, appare chiaro il riquadro pavimentale che si presenta come una sorta di tappeto riccamente decorato.

Dal sito dei lavori stanno inoltre affiorando grandi quantità di frammenti dei rivestimenti delle pareti che, nonostante gli anni, ancora conservano i colori estremamente vivaci utilizzati e che indicano anche il notevole livello di ricchezza di dimorava nella casa.

Le stoviglie trovate recano, chiaramente visibile, il marchio di fabbrica delle officine pisane del I secolo d.C.. Insieme ad esse gli archeologi hanno rinvenuto contenitori da trasporto per vino, olio e salse di pesce, lucerne, pedine da gioco, gemme incise e numerose monete.

Al momento, lo scavo, diretto dal professore Fabio Fabiani del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Università di Pisa, ha riguardato solo una porzione della piazza, ma i resti delle strutture antiche si estendono sicuramente su tutta l'area. È verosimile ipotizzare che le domus appartenessero allo stesso quartiere residenziale di cui facevano parte le abitazioni già trovate nella vicina Piazza Dei Miracoli, fiancheggiando l'antico fiume Auser. Quest'ultimo, oggi scomparso dal paesaggio urbano, caratterizzava infatti, insieme all'Arno, la Pisa romana.

Lo scavo in Piazza del Sarto ha infatti indagato un ulteriore tratto di questo antico fiume, oltre a quello già scavato presso la stazione di Pisa San Rossore dove sono stati trovati i relitti delle ormai celebri imbarcazioni romane. Tra le sabbie dell'antico alveo, sono state recuperate grandi quantità di contenitori da trasporto, merci di vario tipo e frammenti del fasciame ligneo di antiche imbarcazioni.

Nei secoli seguenti quest'area venne progressivamente abbandonata. Nel IV secolo d.C., quando ormai le domus avevano cessato di essere utilizzate, questa zona della città continuò ad essere frequentata: ne sono prova i resti di strutture (muri e pavimenti in terra battuta) e le ceramiche che lo scavo ha permesso di recuperare. Tra fine IV-V secolo d.C., nell'area ormai diventata periferica si cominciarono a seppellire i defunti in semplici fosse scavate nella terra. 
Tra VI e VII secolo d.C., infine, la zona diventò un luogo di recupero di materiale da costruzione. In un momento in cui la città aveva evidentemente 'fame' di materiali per realizzare nuove opere, si dette avvio ad operazioni di smontaggio dei muri delle domus, per recuperarne le pietre. Le tracce di questo intervento sono lunghe e profonde trincee che attraversano tutto lo scavo.

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