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Ercolano, Villa dei Papiri: il volumen perduto su Alessandro Magno torna (quasi) leggibile


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Ercolano, Villa dei Papiri: il volumen perduto su Alessandro Magno torna (quasi) leggibileUn software di apprendimento automatico potrebbe ricostruire l’inchiostro, molto debole ma ancora visibile, presente sul rotolo di papiro proveniente da Ercolano che riporta i nomi dei generali di Alessandro Magno e la suddivisione dell’Impero in diadochie dopo la sua morte nel 323 a.C.

Il papiro, parzialmente distrutto dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., secondo quanto riporta Richard Janko, docente di studi classici presso l’Università del Michigan, è stato oggetto di uno studio approfondito, operato con l’aiuto del team di Brent Seales, direttore del Center for Visualization and Virtual Environments dell’Università del Kentucky.

Il team ha “insegnato” ad un software su computer a cercare le tracce di inchiostro sul papiro, in questo modo i ricercatori hanno potuto analizzare antichi volumi con scansioni di tomografia computerizzata che danno immagini 3D; purtroppo però, la maggior parte dei volumina sono rimasti ancora illeggibili.

In modo particolare, il papiro sui diadochi di Alessandro, passato anche nelle mani di Napoleone che nel 1804 lo ha donato all’Institut de France di Parigi, dove si trova tutt’ora, è quello che rimane ancora avvolto nel mistero. Infatti, nella Villa dei Papiri a Ercolano, si trovano circa 1800 papiri di contenuto filosofico scritti da Filodemo di Gadara, un filosofo vissuto tra il 110 e il 30 a.C. Il volumen di Alessandro Magno, invece, è di autore sconosciuto e di argomento storico, come mai, quindi, compare in questa biblioteca?

Secondo Jeffrey Fish, docente alla Baylor University in Texas, sarebbe un libro in prestito: Filodemo potrebbe averlo recuperato da qualche altro saggio di Ercolano e non averglielo mai restituito.

 

 

https://mediterraneoantico.it/articoli/archeologia-classica/ercolano-villa-dei-papiri-il-volumen-perduto-su-alessandro-magno-torna-leggibile/

Papiri-di-Ercolano.jpg

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  • 3 settimane dopo...
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I papiri di Ercolano: quando Platone morente fece suonare il flauto e si infuriò

I papiri di Ercolano: quando Platone morente fece suonare il flauto e si infuriò
di Marco Gasperetti [email protected]06 mar 2023
 

Le nuove scoperte sulle vite dei filosofi nei testi ritrovati dei papiri di Ercolano, letti grazie a nuove tecniche di rilevamento. Il progetto dell’Università di Pisa e del Cnr

 

Quelle lettere invisibili all’occhio umano ci stanno raccontando una storia straordinaria e inedita. Descrivono, come uno scoop millenario, il destino di un Platone ridotto in schiavitù dal tiranno di Siracusa, deportato in un’isola da un mercante e poi miracolosamente riconosciuto, riscattato e liberato da un suo ex allievo. E, riga dopo riga, narrano la storia mai letta fino ad oggi dell’Accademia (la scuola fondata dal filosofo) e i momenti mai raccontati prima della morte di Platone. Ma anche il destino indegno e un po’ imbroglione di alcuni dei suoi allievi. E ancora, da quei frammenti millenari, ecco arrivare nuove notizie sulla sepoltura pubblica di Democrito, il pensatore che primo tra tutti descrisse il mondo come agglomerato di atomi. E’ uno scrigno di tesori ciò che ci stanno regalando i papiri millenari di Ercolano, carbonizzati dall’eruzione del Vesuvio (siamo proprio nel fatidico 79 d.C.). Stanno affiorando notizie inedite, capitoli ignorati della storia della filosofia. E tutto questo accade grazie a «GreekSchool» e «EpicureanPolemic», i due progetti di ricerca coordinati dal professor Graziano Ranocchia, docente di Papirologia al Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’università di Pisa e associato all’istituto di Scienze del Patrimonio culturale del Cnr, che hanno come obiettivo lo studio e l’analisi tramite tecnologie innovative dei papiri carbonizzati di Ercolano. Un programma finanziato da Commissione europea e dal ministero dell’Università e della Ricerca.

 

Le tecniche per leggere i papiri

«I papiri di Ercolano sono una straordinaria collezione filosofica di matrice epicurea che copre l’intera età ellenistica, dal 300 a. C. sino all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. – spiega il professor Ranocchia -. Un tesoro scoperto nel Settecento ma che soltanto oggi è possibile decifrare completamente grazie un sistema integrato di tecnologie e ricerca filologica». I ricercatori stanno utilizzando, per esempio, la riproduzione iperspettrale che consente di visualizzare tutte le bande visibili e non visibili dell’infrarosso e dell’ultravioletto. E ancora si scava nel tempo con la scansione Terahertz e con l’Ocp, tecnologie che permettono di penetrare nella materia e raccogliere informazioni sul testo nascosto da strati multipli o sovrapposti. «La nostra conoscenza delle scuole filosofiche greche è in gran parte basata sulle “Vite dei filosofi” di Diogene Laerzio (III secolo d.C.) – continua Ranocchia -. Tra le fonti a cui quest’opera attinge figura la monumentale “Rassegna dei filosofi” del filosofo epicureo Filodemo di Gadara (110-post 40 a.C.), scritta alla fine dell’età ellenistica tra il 75 e il 50 a.C. Da questo trattato, trasmesso dai papiri carbonizzati di Ercolano, è dunque possibile ricavare un resoconto sistematico della storia delle scuole filosofiche greche storicamente più attendibile e cronologicamente più vicino alle figure e ai fatti narrati».

 

La morte di Platone

Innumerevoli le scoperte. «Da quei testi fino ad oggi invisibili siamo riusciti a leggere che mentre stava per morire, Platone fece suonare il flauto a una schiava tracia – spiega il docente – ma dopo aver ascoltato le prime note l’accusò di usare melodie e ritmi completamente sbagliati e ostili all’orecchio greco. Spiegando poi che questo accadeva perché i barbari (in questo caso la schiava tracia) non hanno la percezione del fondamento razionale della musica». Dalla lettura arrivano poi notizie inedite degli allievi di Platone. Cherone, per esempio, divenne un tiranno feroce della sua città e sottomise i suoi concittadini. Ed Eraclide corruppe la Pizia, la profetessa del Tempio di Apollo di Elfi, per farsi dare un responso falso sulla carestia in corso nella sua città. Una profezia che lo fece premiare ingiustamente come benefattore. Una novità assoluta anche la notizia della nascita della nuova Accademia platonica che sorse non ad Atene, come si pensava, ma ad Alessandria. Altre scoperte saranno rese note più avanti. Come il modo di impaginare il rotolo di papiro come in un giornale moderno. E chissà quali altri segreti millenari riusciranno a stupirci.

 
 
 

  • 1 mese dopo...
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Il «corsivo» nei papiri di Ercolano. Le nuove scoperte sul lavoro degli scribi

Il «corsivo» nei papiri di Ercolano. Le nuove scoperte sul lavoro degli scribi
 

Lo studio dei papiri bruciati durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d. C. offre nuove rivelazioni sullo stile di scritture che era inclinato a destra per motivi estetici

Continuano a raccontarci segreti e meraviglie i Papiri di Ercolano, la più grande testimonianza dell’età ellenistica carbonizzati dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., recuperati nel Settecento e adesso decifrati grazie a un lavoro straordinario dei ricercatori dei progetti europei e del ministero, «GreekSchool» e «EpicureanPolemic» coordinati dal professor Graziano Ranocchia, docente di Papirologia al Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’università di Pisa. Gli studiosi sono infatti riusciti grazie all’uso di tecnologie innovative e leggerli completamente e a capire i loro segreti.

La scrittura inclinata a destra

L’ultima scoperta, pubblicata anche su Nature, riguarda lo stile di scrittura (i Papiri di Ercolano sono scritti in lingua greca) che, grazie a una vera e propria impaginazione che gli antichi usavano, ha un’estetica inclinata a destra. Che per gli scribi di allora evidentemente era la migliore possibile per appagare non solo la mente ma anche la vista. Insomma, se vogliamo fare un paragone scherzoso, un po’ come la Torre di Pisa, straordinario capolavoro che però grazie alla sua inclinazione ha moltiplicato l’interesse del visitatore. La nuova scoperta è stata presentata all’università di Pisa.

Le tecniche

«Anche gli scribi antichi che esercitavano la loro arte sui papiri di Ercolano utilizzavano diversi tipi di griglie per delimitare lo specchio di scrittura, – spiega il professor Ranocchia – una tecnica che si ipotizzava ma adesso per la prima volta abbiamo una conferma scientifica». I ricercatori hanno utilizzato tecniche di riproduzione iperspettrale che consente di visualizzare tutte le bande visibili e non visibili dell’infrarosso e dell’ultravioletto, la scansione Terahertz e l’Ocp, tecnologie che permettono di penetrare nella materia e raccogliere informazioni sul testo nascosto da strati multipli o sovrapposti. I papiri di Ercolano sono una straordinaria collezione filosofica di matrice epicurea che coprono l’intera età ellenistica, dal 300 a. C. sino all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. – spiega il professr Ranocchia -. Un tesoro scoperto nel Settecento ma che soltanto oggi è possibile decifrare completamente grazie un sistema integrato di tecnologie e ricerca filologica».

 
 

 

https://www.corriere.it/scuola/universita/23_maggio_04/corsivo-papiri-ercolano-nuove-scoperte-lavoro-scribi-aed8126e-ea78-11ed-8b0b-6cde02623b65.shtml


  • 9 mesi dopo...
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Papiri di Ercolano decifrati con l’IA, Brent Seales: “Ora bisogna tornare a scavare in quella Villa, è l’unica libreria dell’antichità”

di Antonio Ferrara
 

Papiri di Ercolano decifrati con l’IA, Brent Seales: “Ora bisogna tornare a scavare in quella Villa, è l’unica libreria dell’antichità”

Intervista al direttore del Centro per la visualizzazione e gli ambienti virtuali dell’università del Kentucky

«Quella di Ercolano è l’unica libreria dell’antichità che possiamo recuperare. Ora che sappiamo che è possibile leggere i rotoli carbonizzati, diventa un imperativo tornare a scavare la Villa dei Papiri. È importante andare a recuperare quei testi». Brent Seales è direttore del Centro per la visualizzazione e gli ambienti virtuali dell’università del Kentucky e dal 2005 ha iniziato a lavorare per leggere tra le spire carbonizzate dei papiri di Ercolano.

https://napoli.repubblica.it/cronaca/2024/02/06/news/papiri_ercolano_brent_seales_intelligenza_artificiale_scavi-422069466/

Musica e cibo nei primi brani decifrati dei papiri di Ercolano

Grazie all'IA dai tre giovani vincitori della Vesuvius Challenge

Musica e cibo nei primi brani decifrati dei papiri di Ercolano Decifrati i primi brani dei papiri di Ercolano grazie all’IA (fonte: Nat Friedman, da X)

Non più singole lettere o parole, bensì interi brani dedicati alla musica, al cibo e ai piaceri della vita (probabilmente opera del filosofo epicureo Filodemo) sono stati decifrati per la prima volta da uno dei papiri di Ercolano, carbonizzati dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C.. Il risultato, che imprime una svolta nello studio del mondo classico, è stato ottenuto grazie all'intelligenza artificiale da tre giovanissimi ricercatori, Youssef Nader, Luke Farritor e Julian Schilliger, vincitori del premio da 700 mila dollari messo in palio dal concorso internazionale Vesuvius Challenge.

L'iniziativa era stata lanciata appena dieci mesi fa da Brent Seales, docente di informatica dell'università del Kentucky, da anni impegnato nell'utilizzo della tomografia a raggi X e dell'intelligenza artificiale per svelare i segreti di questi antichi documenti danneggiati. Grazie al sostegno di due imprenditori della Silicon Valley, Nat Friedman e Daniel Gross, è stata indetta una vera e propria competizione (a cui hanno aderito circa 1.500 informatici) che prevedeva una serie di riconoscimenti progressivi in denaro, fino al premio principale di 700.000 dollari per chi fosse riuscito a decifrare quattro passaggi di un papiro da 140 caratteri ciascuno entro il 31 dicembre 2023.

A sbaragliare la concorrenza è stato un team composto da tre giovanissimi: il dottorando egiziano Youssef Nader, lo studente universitario Luke Farritor, tirocinante presso Space X, e Julian Schilliger, studente di robotica al Politecnico federale di Zurigo. Oltre a centrare l'obiettivo prefissato dal concorso, i tre sono riusciti a decifrare anche altre 11 colonne di testo per un totale di oltre 2.000 caratteri.

"Il testo che abbiamo rivelato finora rappresenta solo il 5% di un papiro", commenta Nat Friedman sulla piattaforma X. "Nel 2024, il nostro obiettivo è passare dalla lettura di pochi passaggi di testo a interi rotoli e stiamo annunciando un nuovo premio da 100.000 dollari per la prima squadra che sarà in grado di leggere almeno il 90% di tutti e quattro i rotoli che abbiamo scansionato".


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Antichi papiri di Ercolano risalenti all'eruzione del Vesuvio del 79 sono stati parzialmente decifrati grazie all'ausilio di un sistema di apprendimento automatico. Oltre alla collaborazione internazionale di vari esperti: tre di questi hanno ricevuto, per il loro contributo, 700 mila dollari, come parte del progetto Vesuvius Challenge. Altri tre gruppi hanno ricevuto ciascuno 50 mila dollari. "Ciascuno di questi gruppi ha proposto nuovi approcci alle complessità del campionamento e dell'etichettatura dell'inchiostro", hanno riferito gli organizzatori.

La Vesuvius Challenge è stata avviata a marzo 2023 quando il professore di scienze informatiche dell'Università del Kentucky nonché componente dell'EduceLab Brent Seales ha collaborato con gli imprenditori Nat Friedman e Daniel Gross per lanciare la Vesuvius Challenge.

In particolare, Youssef Nader, Luke Farritor e Julian Schilliger sono riusciti a decifrare 15 colonne di testo da 140 caratteri ciascuno, per un totale di oltre 2.000 caratteri, ben al di sopra di quanto ne erano stati chiesti per partecipare alla competizione, inaugurata per accelerare i lavori sui papiri di Ercolano.

Le varie traduzioni sottoposte sono state valutate da un apposito gruppo di esperti. "Abbiamo speso tutto gennaio esaminando attentamente tutte le proposte", hanno riferito gli organizzatori. "Il nostro gruppo di eminenti papirologi ha lavorato giorno e notte per esaminare le 15 colonne di testo delle candidature anonime, mentre il gruppo di tecnici ha riprodotto e valutato il codice e i metodi inviati".

Il problema di questa delicata operazione riguarda l'impossibilità di aprire i papiri: quando ci si è provato sono stati ottenuti pessimi risultati perché sono stati danneggiati.

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Così sono stati scansionati alcuni papiri dall'Institut de France presso l'acceleratore di particelle di Oxford. Queste scansioni in alta definizione sono state caricate online ed è stato istituito un premio di un milione di dollari a chi avesse aiutato a migliorare il sistema di riconoscimento dei caratteri a raggi X; che quindi dev'essere usato senza poter aprire i papiri, scoperti nel diciottesimo secolo.

Decifrare questi papiri attraverso un approccio ibrido che usa sia il tracciamento manuale sia gli algoritmi è costoso. I creatori del progetto hanno stimato per costi 100 dollari per ogni centimetro quadrato. I papiri sono lunghi 15 metri e larghi fra i 10 e i 20 centimetri: perciò ricostruire cosa c'è scritto su un unico papiro può costare fra 1 e 5 milioni di dollari.

"Considerato che ci sono 800 papiri che devono essere letti, potrebbe costare anche più di centinaia di milioni srotolarli tutti", dicono i ricercatori. "Chiaramente non è pratico. Inoltre, ci sono parti dei papiri che sono compressi, le attuali tecniche non ci permettono di srotolarli".

Da qui la necessità di evolvere ancora di più la tecnica, in modo da abbassare i costi fino a 5.000 dollari, o anche meno, per ogni papiro. "Potrebbe essere persino possibile automatizzarla", secondo i ricercatori.

Per il 2024 i ricercatori si sono posti l'obiettivo di leggere il 90% di quattro papiri" e si aspettano, se riuscissero a ottenere i miglioramenti previsti, di riuscire a completare il progetto entro il 2026.

https://www.dday.it/redazione/48381/decifrati-antici-papiri-di-ercolano-premio-di-700-mila-dollari-ai-ricercatori-che-ce-lhanno-fatta


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