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“In questa occasione – spiegano gli studiosi del Museo etrusco – verranno illustrati i risultati dell’ultima campagna di scavo dell’estate 2022 che ha visto importanti ritrovamenti utili a definire ancora meglio il ruolo dell’antica Kainua nel contesto etrusco-padano. Novità importanti riguardano la configurazione monumentale del santuario della dea Uni di cui sono emerse strutture imponenti che consentono di ricostruire il paesaggio sacro della città. Inoltre la scoperta di un deposito votivo ha portato alla luce testimonianze importanti delle pratiche svolte dagli abitanti, tracce di azioni rituali tra le quali spiccano teste votive in terracotta di pregevole fattura”

marzabotto-1024x796.jpg Una delle teste votive emerse nel corso degli ultimi scavi @ Università di Bologna/ Museo nazionale etrusco di Marzabotto

Kainua fu fondata nel VI sec. a.C. nel corso del generale riassetto economico e politico dell’intera Etruria padana, fortemente incentrato sullo sfruttamento della Valle del Reno come via commerciale. “La scelta del sito fu sicuramente determinata dalle condizioni favorevoli che offriva il pianoro; collocato in prossimità del fiume Reno e circondato da colline, un luogo in cui l’approvvigionamento idrico era garantito dalla presenza di una ricca falda d’acqua a limitata profondità. – spiegano gli archeologi dell’Università di Bologna – Nella seconda metà del secolo (Fase II) sembrano potersi collocare le tracce di un abitato con una compiuta organizzazione e grandi potenzialità economico-commerciali; lo dimostrano i resti di edifici domestici, santuariali ed impianti artigianali oltre ai materiali rinvenuti in questi contesti, testimoni dell’elevato livello culturale della comunità etrusca stanziata sul pianoro. Tra la fine del VI e gli inizi del V sec. a.C. (Fase III) la città viene rifondata (Kainua la “nuova”), mediante un atto rituale che risistemò urbanisticamente il precedente impianto dandogli un assetto definitivo e più rispondente ai principi della fondazione Etrusco ritu”.

Agli inizi del IV sec. a.C. la calata dei Celti determinò la fine della città etrusca. In seguito all’occupazione da parte di un nucleo di popolazione gallica, la città venne perse la propria identità urbana, divenendo una sorta di avamposto militare.

“Il nome etrusco della città (Kainua) – annotano gli archeologi dell’Università di Bologna – è stato recentemente dedotto grazie al fortunato rinvenimento di un fondo di coppa recante l’iscrizione: kainuaϑi. La desinenza -ϑi della parola indica che il termine è declinato al caso locativo, al fine di indicare il nome di un luogo (kainua appunto) che è stato riconosciuto come il nome etrusco della città. La terminazione -ua della parola avvicina questo termine ad altri poleonimi (nomi di città n.d.r.) etruschi come Mantua, Genua, Addua, Padua e Berua. La radice kain- della parola sembrerebbe poi avvicinabile all’aggettivo greco kaniòs/kainòn, che significa “nuovo”. Il nome Kainua verrebbe così a significare “la nuova”.

“Ad uno sguardo d’insieme emerge l’esistenza di un vero e proprio piano urbanistico, elaborato teoricamente e applicato concretamente sul terreno al momento della rifondazione della città. – sostengono gli studiosi dell’Università di Bologna – Questo risulta imperniato su quattro principali assi stradali larghi 15 metri (chiamate plateia A, B, C e D), che incrociandosi ortogonalmente suddividono l’area dell’abitato in 8 porzioni definite regiones. Queste risultano poi ulteriormente ripartite in isolati (insulae) da una rete di strade minori di larghezza 5 metri; all’esterno dell’area abitativa si trovano poi l’acropoli, dislocata su una piccola altura a nord-ovest e due necropoli, a nord ed est dell’abitato”.

“Se dunque l’aspetto dell’impianto urbano risulta fortemente avvicinabile alle esperienze magnogreche, la sua rigorosa orientazione secondo i punti cardinali presuppone un’impostazione diversa, tipicamente etrusca, e volta a costituire la città come una proiezione terrestre dell’ordine celeste; il templum. A questo va aggiunta la presenza sull’acropoli di strutture architettoniche che possono essere interpretate come sede di un rito funzionale alla fondazione della città e al tracciamento delle sue infrastrutture. Sulla base di queste osservazioni è stato possibile ricostruire in maniera puntuale lo svolgimento del rituale di fondazione; la forma urbana di Kainua-Marzabotto corrisponde infatti alla figura che collega i punti estremi delle albe e dei tramonti del sole al solstizio d’inverno e d’estate. Nel corso del rito in questi punti vennero deposti dei cippi, iscritti con una croce e orientati secondo i punti cardinali (decussis); quello principale, risulta visibile ancora oggi sul campo, al centro esatto dell’antica città”.

https://www.stilearte.it/teste-votive-di-terracotta-emergono-dallarea-sacra-della-citta-etrusca-di-kainua-a-marzabotto/

 

Modificato da ARES III
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Nuove scoperte a Kainua con la campagna di scavo 2022

scoperte Kainua Marzabotto

Nuove scoperte nell’area archeologica di Kainua a Marzabotto con la campagna di scavo 2022

È terminata venerdì 23 luglio l’annuale campagna di scavo dell’Università di Bologna nell’area archeologica di Kainua presso il Museo Nazionale Etrusco di Marzabotto. Molte e importanti novità sono venute alla luce per comprendere sempre di più la vita degli Etruschi.

scoperte Kainua Marzabotto campagna di scavo 2022

Si è appena conclusa la campagna di scavo 2022, sotto la guida della prof.ssa Elisabetta Govi, ordinaria di Etruscologia dell’Università di Bologna, presso l’area archeologica di Kainua, quest’ultima diretta dall’Arch. Denise Tamborrino ed afferente alla Direzione Regionale Musei Emilia-Romagna.

Quest’anno le indagini, durate quattro settimane, sono state ricche di scoperte con risultati molto importanti sia sul fronte della religione, dei culti e delle pratiche rituali, che su quello dell’architettura sacra e dell’urbanistica della città, aspetti tra loro fortemente connessi.

Kainua-campagna-di-scavo-2022-Plate_13.j Foto courtesy Università di Bologna, Cattedra di Etruscologia

La prima scoperta riguarda una cornice architettonica imponente – commenta la prof.ssa Elisabetta Govi – costituita da un grande portico che delimita uno dei lati dell’area antistante al tempio della dea Uni, ed è un aspetto inedito che spicca nel panorama generale dell’intera EtruriaLa seconda scoperta – prosegue l’ordinaria di Etruscologia dell’Università di Bologna – è relativa al ritrovamento di due teste di terracotta e dei frammenti di altre similari. La presenza di questi reperti ha destato grande stupore perché per la prima volta si è ritrovata a Marzabotto la testimonianza di una consuetudine ben nota in Etruria tirrenica, cioè la deposizione nell’area sacra di teste votive in terracotta raffiguranti il devoto. Si tratta di volti femminili, in stile classico, che comunicano immediatamente la condizione sociale elevata della devota.”

Kainua-campagna-di-scavo-2022-Testina_fi Foto courtesy Università di Bologna, Cattedra di Etruscologia

Queste nuove acquisizioni – dice la direttrice dell’area archeologica e del museo, Denise Tamborrino – andranno ad arricchire le collezioni museali, consentendo di comprendere sempre meglio gli aspetti di vita quotidiana di questa civiltà. Ci stiamo impegnando in una grande attività di rinnovamento e promozione del patrimonio archeologico con la realizzazione di due progetti che andranno a rendere moderno ed accessibile sia il museo che l’area archeologica. Uno dei primi miglioramenti, già in atto, in materia di accessibilità per persone con disabilità motorie è stata l’attivazione del servizio di visita guidata con l’ausilio di golf car, che permette ai visitatori ed ai loro accompagnatori, di poter fruire in sicurezza dell’area archeologica.”

Kainua-campagna-di-scavo-2022-Templi-urb Templi urbani. Foto courtesy Università di Bologna, Cattedra di Etruscologia

La città etrusca di Kainua è una delle evidenze più importanti di questa civiltà e, a livello nazionale, spicca per il particolare stato di conservazione e per la rara possibilità di indagare tutti gli aspetti di una città etrusca, dall’urbanistica all’architettura, alla religione, alla vita quotidiana, comprese le attività produttive.

Siamo molto entusiasti per queste nuove scoperte – prosegue l’Arch. Giorgio Cozzolino, Direttore Regionale Musei Emilia-Romagna – che confermano anche l’ottima e continuativa collaborazione con l’Alma Mater Studiorum di Bologna che conduce attività di scavo presso l’area archeologica dal 1988 e a cui da quest’anno sono stati affidati, tramite procedura pubblica di affidamento, i servizi didattici museali a MarzabottoResta fondamentale per noi, – continua l’Arch. Giorgio Cozzolino – il costante aggiornamento museale che ha già visto la realizzazione di nuovi contenuti virtuali all’interno del progetto nazionale E-Archeo legato alla valorizzazione di siti archeologici statali, promosso dal Ministero della Cultura e vedrà l’esecuzione del riallestimento dell’intero museo con la creazione di nuovi apparati scientifici e divulgativi per tutti i tipi di pubblici.”

Anche l’area archeologica, oltre al Museo “Pompeo Aria”, sarà interessata dalla produzione di un progetto culturale estremamente innovativo in cui la valorizzazione e la gestione del paesaggio circostante la città di Kainua saranno gli elementi mediatori per il miglioramento dell’esperienza di visita. Per realizzare questo progetto saranno coinvolte le comunità territoriali e gli artisti contemporanei che potranno contribuire alla costruzione di una nuova chiave di lettura in cui paesaggio, archeologia ed arte contemporanea dialogheranno insieme per rendere il patrimonio culturale conservato a Marzabotto più vicino a tutti i suoi visitatori.

 

 

https://www.classicult.it/scoperte-a-kainua-con-la-campagna-di-scavo-2022/

  • Grazie 1

Inviato

Lettura interessante, per un sito importante : chissà il livello di attendibilità dei disegni allegati .


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