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    • Veneto Banca, per i periti era «una crosta»: statua del Canova venduta per 1,2 milioniSatua Canova poco valore amore e psiche
 

Il valzer delle cifre sul gesso Amore e Psiche che è stato aggiudicato all'asta con una cifra record: 1 milione e 200mila euro

Comprata per 575 mila euro, valutata poi 69 mila e aggiudicata ora all’asta alla cifra record di oltre un milione e 200 mila euro. Alla vigilia della sentenza del processo d’appello per il crac, che vede alla sbarra lo storico amministratore delegato Vincenzo Consoli, e la cui lettura è attesa lunedì 30 gennaio nell’aula bunker di Mestre, mette anche un punto fermo su uno dei capitoli laterali più controversi del crac di Veneto Banca, quello della valutazione delle opere d’arte acquistate nel tempo dalla popolare di Montebelluna, l’asta con cui i commissari liquidatori hanno venduto questa settimana ad un collezionista privato il gesso di Antonio Canova «Amore e psiche stanti», che negli anni d’oro della banca faceva bella mostra all’ingresso del quartier generale.

I dettagli della relazione dell'ispettore di Bankitalia

Oggetti di valore o croste comprate a caro prezzo, le opere della collezione di Veneto Banca? Almeno sul gesso di Canova ora c’è la risposta. Un punto fisso attraverso cui è interessante anche rileggere i dati sul tema contenuti nella perizia tecnica preparata dal consulente della Procura di Roma, Luca Terrinoni, 

l’ispettore di Banca d’Italia rimasto per molti mesi del 2015 in Veneto Banca, nel periodo più difficile del tentato salvataggio, avvenuto sotto il controllo della Bce e con l’inchiesta penale aperta a Roma, esplosa nel febbraio 2015, nel giorno di martedì grasso, con il blitz compiuto dalla Finanza. Così Terrinoni nella sua perizia ricostruisce come a giugno 2001 in cda Consoli ponga il tema di dare alla banca una strategia d’investimento rispetto alle opere d’arte, di fronte alle offerte che arrivano. Il cda incarica Consoli, insieme al presidente e al suo vice, allora Flavio Trinca e e Franco Antiga, «di disporre quanto necessario per dar corso al progetto».

 
L'acquisto da parte della banca nel settembre 2004

È in quest’alveo che Veneto Banca acquista «Amore e Psiche stanti» il primo settembre 2004, sulla base della delibera approvata dal consiglio di amministrazione il 27 luglio, dalla collezione privata nella villa di Crespano del Grappa dei conti Pietro e Cristoforo Canal. Un’«interessante opportunità di acquisto relativa ad una prestigiosa opera d’arte», la qualifica il verbale del cda, la cui autenticità e riconducibilità al maestro Antonio Canova sono state certificate da Mario Guderzo, mentre il prezzo è giudicato congruo sulla base di una valutazione del professor Giuseppe Pavanello. La relazione tecnica di Terrinoni arriva poi sul punto rapidamente alla fine, concludendo che l’11 dicembre 2015 «l’opera in analisi è stata oggetto di stima da parte della casa d’asta Bonhams». Stima in cui cade uno zero, rispetto al prezzo d’acquisto: la perizia, infatti, «ha prodotto una valutazione ricompresa nell’intervallo di euro 41.400 - 69.000». 

 
Collezionisti entusiasti in gara per l'acquisto

Otto anni dopo la vendita della casa d’aste Bonino, giovedì, ha aggiudicato il gesso per 1.228.500 euro. Cifra record, per un gesso di Canova, nonostante la base d’asta depressa a 200 mila euro, di fatto dimezzata, per i vincoli posti dal ministero dei Beni culturali, che impedivano la vendita all’estero. Nonostante ciò, l’opera ha fissato il nuovo record per i gessi, doppiando i 602 mila euro del «Gruppo Venere e Adone» e si è posto come il quarto prezzo assoluto, dietro a tre sculture. Come ha ricordato Matteo Smolizza, responsabile della vendita per la casa d’aste Bonino, «la scultura ha avuto un successo spaziale: si sono mobilitati 350 collezionisti, di cui oltre 100 hanno avuto un’interlocuzione significativa con la nostra casa d’aste, più di 30 hanno partecipato all’asta in presenza e altri 10 al telefono». E senza vincoli, con una vendita aperta, «saremmo potuti arrivare a 4 milioni». Si vedrà a questo punto cosa potrà succedere per il resto delle opere di Veneto Banca che potranno esser messe in vendita. Nella perizia tecnica di Terrinoni si legge che Veneto Banca, nel secondo semestre 2015, aveva fatto valutare dalle case d’asta internazionali Bonhams e Sotheby’s due gruppi di opere «al fine di valutare l’eventuale messa all’incanto di parte del proprio patrimonio e il possibile valore di realizzo». Così Bonhams valuta le 42 opere sottoposte, valore d’acquisto di 5 milioni di euro, tra 616 mila e 964 mila euro; Sotheby’s valuta le sue 12, acquistate per un milione e 250 mila euro, tra 256.300 e 400.500 euro

 

https://corrieredelveneto.corriere.it/notizie/venezia-mestre/cronaca/23_gennaio_29/veneto-banca-i-periti-della-procura-la-statua-di-canova-vale-al-massimo-69-mila-euro-la-banca-la-compro-per-mezzo-milione-87e2fb16-bef8-40ed-b190-ec9d054a6xlk.shtml

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