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IGNORED

Operazione segreta nella zecca di Napoli


Risposte migliori

Molto interessante!

Mi chiedo se una eventuale operazione di coniazione, autorizzata o no, inserita a registro o meno, potesse essere svolta da una sola persona.

Probabilmente sarebbe stato possibile ma, sicuramente, sarebbe stata una operazione poco agevole.

Cambio di punzoni per qualche strano motivo? Però nel 1796 non si segnalano varianti significative.

 

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6 minuti fa, Layer1986 dice:

Ma quando sei andato al grande archivio?

 

Lo scorso anno ho trovato questo documento. Ma la ricerca è ancora lunga (e meno male!).

Purtroppo i documenti ottocentesci custoditi nella sezione dell'Amministrazione generale delle monete risultano inconsultabili😢

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5 minuti fa, demonetis dice:

Lo scorso anno ho trovato questo documento. Ma la ricerca è ancora lunga (e meno male!).

Purtroppo i documenti ottocentesci custoditi nella sezione dell'Amministrazione generale delle monete risultano inconsultabili😢

 

Si infatti si perde più tempo a capire cosa e come si può consultare rispetto alla consultazione in sé 

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Awards

Buonasera,  deve essere emozionante avere la possibilità di consultare documenti così antichi e interessanti,  (soprattutto per noi appassionati di monete  )legati a ciò che accadeva in zecca. Poi l'episodio riportato apre nuovi spunti di studio. Complimenti e grazie @demonetisper aver condiviso il tuo studio. 

Saluti

Alberto

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22 ore fa, demonetis dice:

Nell'Archivio di stato di Napoli ho rintracciato un importante documento inedito dal contenuto particolare.

Segnatura: Ministero delle finanze, busta 2139.

I fatti

Il 3 luglio del 1796 il maestro di zecca cavalier gerosolimitano Antonio Planelli scrive al re informandolo di un episodio.
Racconta che il maestro de conj D. Domenico Perger, il giorno precedente, voleva entrare da solo, allontando il custode, nelle stanze de' torchi per svolgere un'operazione segreta su comando della regina Maria Carolina. Il Planelli non si oppose a tale richiesta e ordinò al custode di lasciare entrare il Perger da solo, ma impose che l'incisore dovesse mettere per iscritto che stava per fare un'operazione segreta ordinata dalla regina. Il Perger rifiutò, obiettanto che lui è un galantuomo e che sarebbe andato dalla regina a riferirle l'accaduto.
Il Planelli conclude chiedendo al re come si deve comportare in simili casi, ossia cosa deve fare quando gli ordini di coniazione arrivano da soggetti diversi dalla Regie segreterie.

Il documento

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Il commento

Leggendo con attenzione il documento, si può osservare che il Planelli non denunci come fatto grave l'attività del Perger, tanto che rimase in carica sino al 1804, ma semplicemente chieda lumi al sovrano sul da farsi in simili circostanze; tant'è vero che il Planelli avrebbe permesso al Perger di coniare moneta, purché avesse lasciato traccia di tale operazione segreta, senza trascrivere però di cosa esattamente avesse coniato.
Purtroppo non ho trovato la risposta del re.

La questione


La domanda che mi pongo è questa: Il Peger doveva realmente svolgere un'attività segreta per conto della regina, o voleva utilizzare i torchi per per fini personali?

 

Lo devi trascrivere e contestualizzare con la bibliografia, compiendo il primo passo.

Se la tua relazione è corretta, è normale che la cosa non sia stata denunciata come grave. Il referente non sapeva né se l'ordine promanasse dalla regina, né se la stessa potesse darne per la zecca.

Quindi chiede ... solo in base alla risposta saprà se la cosa è grave o meno.

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1 ora fa, mero mixtoque imperio dice:

Lo devi trascrivere e contestualizzare con la bibliografia, compiendo il primo passo.

Scusami, ma quale bibliografia dovrei riportare?

1 ora fa, mero mixtoque imperio dice:

Se la tua relazione è corretta, è normale che la cosa non sia stata denunciata come grave. Il referente non sapeva né se l'ordine promanasse dalla regina, né se la stessa potesse darne per la zecca.

Secondo me il comportamento del Perger è illegale. È verò che dal documento redatto dal Planelli non risulta esperessamemte un'accusa al Perger, ma dalle parole "operazione segreta" - non a caso sottolineata - il rifiuto del Perger di lasciar traccia della sua attività e il rimaner solo nella stanza dei torchi, a me dà l'mpressione che l'incisore stava per accingersi a un'operazione illecita.

1 ora fa, mero mixtoque imperio dice:

Quindi chiede ... solo in base alla risposta saprà se la cosa è grave o meno.

È verò, leggere la risposta del re sarebbe forse risolutivo; ma secondo me il Planelli, per non inguaiarsi, ha evitato la denuncia vera e propria forse perché il Perger ha tirato in ballo la regina, che non era una persona qualunque.

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Il 23/1/2023 alle 17:20, demonetis dice:

La domanda che mi pongo è questa: Il Peger doveva realmente svolgere un'attività segreta per conto della regina, o voleva utilizzare i torchi per per fini personali?

 

Veramente interessante, grazie @demonetis 

Penso che questa lettera non sia mai partita. Presumo che Domenico Perger fu l'esecutore materiale di alcune varianti - forse anche con simboli massonici - e se così fosse, il massone Planelli fu certamente il mandante dell'operazione - su ordine della massone regina Maria Carolina. 

Diciamo che, quel documento in archivio, un giorno avrebbe potuto scagionare il Planelli dall'accusa d'aver coniato o autorizzato la coniazione di monete con simboli massonici. In questo modo, il direttore Planelli lasciava tracce della denuncia di un episodio - prendendo quindi le distanze - e nel caso fosse accaduto qualcosa - ad esempio dopo la coniazione e la messa in circolazione di alcune monete - il Planelli avrebbe potuto scaricare tutte le responsabilità 
dell'operazione sull'incisore Perger - cioè le colpe di una eventuale sostituzione dei conii e/o della coniazione di monete... 
l'operazione segreta del 1796 a cui si fa riferimento, magari consisteva proprio nel coniare delle piastre datate 1795 con "gigli invertiti"... La massonica piramide? 

La massoneria - ideatore e mandante - produsse documenti falsi che ripose nell'archivio della zecca e nell'eventualità, poter poi incriminare l'esecutore materiale dei fatti Domenico Perger. In quel caso, il massone Planelli sarebbe risultato estraneo ai fatti. La regina massone Maria Carolina già comandava nel Regno di Napoli.  

Un saluto, Lorenzo

 

 

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Buongiorno a tutti, rileggendo ciò che ho scritto ieri, mi sono reso conto che questa mia ricostruzione (massoneria, gigli invertiti, piramidi) agli occhi di molti, potrebbe anche sembrare un po' troppo azzardata, fantasiosa ed inverosimile.

Per questo, allego alcune interessanti letture a riguardo... 

ANTONIO PLANELLI 1737-1803
Nacque a Bitonto il 17 giugno 1737, di antica e nobile famiglia, figlio di Livia Sylos e di Giovan Battista. Studiò presso la ben nota università di Altamura e, a Napoli, con Giuseppe Vairo, famoso professore di chimica che poi lo presentò in massoneria. Nel 1767 fu ricevuto nel Sacro Militare Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme, assumendo il priorato di Barletta. Entrò poi nell’Ordine di Malta e proprio al Gran Maestro dell’Ordine, Pinto de Fonseca, è dedicata la traduzione delle lettere di Jean-Henri-Samuel Formey. Socio della reale Accademia delle scienze e belle lettere. Musicologo e musicista, talento poliedrico, nel 1775 fu presso l’Abbazia di Montecassino dove prese i voti. Del 1772 il suo saggio di maggior rilievo Dell’opera in musica, in uno stile “armonioso e toccante” (Villarosa), entrò di buon diritto nella tradizione degli scrittori riformisti del suo periodo, prendendo spunti da Angarotti e da Arteaga, mentre nel 1790 Ferdinando IV lo nominò maestro della zecca. Ebbe anche il compito di riorganizzare il Museo Mineralogico di Napoli. Nel 1794 venne accusato di sostegno a una rivolta giacobina, ma riuscì ad essere assolto. Secondo Raffaele Mellace “cruciale per Planelli fu l’ambiente riformatore massonico”, massoneria a cui aderì nel 1780 nella loggia “La vittoria” (risulta a piè di lista agli inizi degli anni ottanta). La comunità massonica fu decisiva negli anni più maturi di Planelli, con particolare riferimento a Ippolito Pindemonte, ad Aurelio de’ Giorgi Bertòla, ad Antonio e Domenico De Gennaro, Isidoro Bianchi e Michele Enrico Sagramoso. Nell’area barese, di un certo rilievo la loggia “L’Ospitalità” di Terlizzi di cui fecero parte l’arciprete di Leonforte Giuseppe Torallo e monsignor Giuseppe De Gemmis senior. Planelli morì a Napoli nel 1803 e la sua salma venne inumata nella chiesa dell’Ordine gerosolomitano di S. Giovanni a Mare. Su di lui cfr. A Massafra, R. Di Castiglione, T. Pedio e A.M. Rao. 

PRETI MASSONI NEL SETTEOTTOCENTO https://issuu.com/gianmichelegalassi/docs/massonicamente_n19_web/s/11198865 

Maria Carolina, REGINA di Napoli nella numismatica  https://www.altaterradilavoro.com/maria-carolina-regina-di-napoli-nella-numismatica/?doing_wp_cron=1674568782.4017210006713867187500  

Gigli invertiti, massoneria e carboneria https://storianumismatica.wordpress.com/2017/08/15/gigli-invertiti-massoneria-e-carboneria/ 

 

 

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18 ore fa, demonetis dice:

Scusami, ma quale bibliografia dovrei riportare?

Secondo me il comportamento del Perger è illegale. È verò che dal documento redatto dal Planelli non risulta esperessamemte un'accusa al Perger, ma dalle parole "operazione segreta" - non a caso sottolineata - il rifiuto del Perger di lasciar traccia della sua attività e il rimaner solo nella stanza dei torchi, a me dà l'mpressione che l'incisore stava per accingersi a un'operazione illecita.

È verò, leggere la risposta del re sarebbe forse risolutivo; ma secondo me il Planelli, per non inguaiarsi, ha evitato la denuncia vera e propria forse perché il Perger ha tirato in ballo la regina, che non era una persona qualunque.

 

Devi usare la bibliografia che ti occorre per contestualizzare il documento.

Quindi qualcosa storico-giuridica in generale, qualcosa sui protagonisti, qualcosa sul funzionamento della zecca a quell'epoca, qualcosa sulle monete coniate immediatamente prima e dopo dei fatti, etc., etc.

Già così, senza strafare, ti escono 50 titoli a occhi chiusi.

 

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  • 1 mese dopo...

Qui di seguito presento uno stralcio di documento (ASNA, Ministero delle finanze, busta 2138) dove sono comprovate delle irregolarità nell'intrinseco delle monete d'oro e d'argento nella zecca partenopea di fine Settecento.

Trascrizione.

E per secondo, posto che un Partitario moneti argento di soppiatto, egli non si contenterà di guadagnar solamente i dritti appartenenti al Rè, ma vorrà guadagnare ancora sulla lega, diminuendo il valore intrinseco della moneta. Non intendo di parlar del partito presente: ma certamente questi disordini ànno regnato negli antecedenti partiti, per cui le monete d’oro, e d’argento àn ricevuto un deterioramento sommamente pernicioso agl’interessi del Rè, e del pubblico. Se le stanze de torchi fossero state ben custodite per lo passato, le nostre monete d’oro, e d’argento avrebbero conservato l’intrinseco loro valore, e in conseguenza le rendite della Corona non avrebbero insensibilmente ricevuta una notabile diminuzione; e il nostro commercio sarebbe oggi assai più florido; poiché non avrebbe sofferto di tempo in tempo quei ritardi, e quei disturbi, che le continue variazioni della moneta gli àn cagionato.

 

Documento

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  • 2 mesi dopo...

Da altre carte d'archivio (ASNA, Ministero delle Finanze, busta 2138) il "Custode de' torchi", citato nel documento in apertura della discussione, risulta essere il maestro delle prove.

Per tale incarico supplementare l'ufficiale riceveva un compenso e doveva anche vigilare, per evitare frodi, sull’introduzione ed estrazione de’ metalli nella Regia Zecca, tenendo apposito registro.

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