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Progetto del grosso Antonio Venier


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Su facebook è appena apparso (1.84 g per 21 mm)

Se originale si tratta del terzo esemplare conosciuto dopo quella illustrata dal Paolucci e quella della collezione Porteous

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Supporter

Ciao!

di questo particolare Grosso ne ho scritto anche qui. In ogni caso è una moneta da vedere in mano.

https://numismaticamente.it/collezionismo-numismatico/i-signori-tiranni-si-mettono-in-medalia-e-non-i-cavi-de-repubblica

saluti

luciano

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Supporter

Premetto che so pochissimo di questa tipologia, salvo il poco che è stato scritto ma l’esistenza di ben tre conii diversi di una tipologia che potrebbe essere stata una prova mi lascia perplesso. Il punzone della testa è proprio lo stesso?

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  • 5 mesi dopo...
Supporter

Vi lancio una bombetta...terzo o quarto apparso e sicuramente il piu' malconcio...1,71 g...due fori quasi una graffettata...uno sul volto di Cristo che lo deforma...forse lo stesso conio di quello descritto da Stahl della Porteous Collection e a me pare autentico. La mia suggestione e' che quei due fori siano una "inchiodata al banco" in antico perche' moneta riconosciuta come non conforme alla circolazione o chissa'...aspetto anche il vostro pensiero...tuttavia forse un po' troppi esemplari perche' fosse una prova da presentare al Senato? Forse circolato?Che la teoria dello Stahl vacilli?

20230713_212529~2.jpg

20230713_212601~2.jpg

Modificato da Andrea Costa
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Supporter

Posto qualche altra foto con luce diversa...

20230714_075627~2.jpg

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20230714_075758~2.jpg

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Supporter

Ciao!

Tutto può essere, anche che sia stata immessa in circolazione pur essendo una "prova".

Altro esempio è il bagattino del Doge Cristoforo Moro; conosciuto in una manciata di esemplari, eppure se vedi quello del museo Correr ha tracce di evidente circolazione.

Se mpre del medesimo Doge sappiamo che le prove e/o progetti venivano fatti in più esemplari.

saluti

luciano

 

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Supporter
1 ora fa, 417sonia dice:

Ciao!

Tutto può essere, anche che sia stata immessa in circolazione pur essendo una "prova".

Altro esempio è il bagattino del Doge Cristoforo Moro; conosciuto in una manciata di esemplari, eppure se vedi quello del museo Correr ha tracce di evidente circolazione.

Se mpre del medesimo Doge sappiamo che le prove e/o progetti venivano fatti in più esemplari.

saluti

luciano

 

 

Grazie Luciano...forse una prova scartata che ha circolato prima di essere inchiodata perche' non conforme?...chissa'...mi pare anche di buon argento...Stahl parla di coni "sperimentali", prove coniate per essere presentate al Senato e poi non approvate...Mi associo tuttavia a @aratro Mi sembra che stiano saltando fuori troppi coni "sperimentali" confrontando i 4 esemplari finora conosciuti...di primo acchito quello che ho pubblicato pare assimilabile al  Porteous ma qualche differenza di conio c'e', mentre l'altro saltato fuori qualche mese fa (sempre se autentico) e' assimilabile a quello pubblicato da Raffaele Paolucci ma con delle differenze...Del resto se non e' una prova che cos'e'? Un falso piu' bello dell'originale? Spero di aver comunque fatto cosa gradita a pubblicare quest'ultimo esemplare per contribuire alla riflessione...c'e' comunque fermento a fine 400'...e i Da Sesto probabilmente troppo avanti...sempre che effettivamente siano stati loro gli incisori...

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  • 8 mesi dopo...
Supporter

Osservate il rovescio di questo che è il grosso (prova del grosso?) veneziano più innovativo, da collocare negli ultimi anni del 1300  ed in particolare il trono e comparatelo con il rovescio del primo marcello coniato circa 80 anni dopo...osservate la tipologia del trono...Ho scritto al riguardo un piccolo articolo su Comunicazione del bollettino della SNI, solo per fare il punto di una ricerca agli inizi. Negli ultimi anni ne sono usciti tre dopo i famosi due pubblicati dal Raffaele Paolucci e dallo Stahl. Anche l'affermazione che sia rimasto allo stato di prova comincia un pochino a vacillare...

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Supporter

Ciao!

Personalmente credo che comincino ad essere troppe queste "prove"; soprattutto l'ultimo. Le prove erano fatte in pochi esemplari e a mio parere, se fossero tutte originali, a distanza di secoli, ne saranno pervenute tante quante le dita di una mano.

saluti

luciano

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Ciao,

A parte la conservazione, personalmente il ritratto del doge dell’ultimo esemplare mi sembra il migliore di tutti.

Enrico

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A parte tante cose strane in questo grosso, ho notato solo ora che c'è un errore nella legenda: ATO' VENERIO. Ben visibile sull'esemplare di @Andrea Costa e su quello di Stahl. Mi sembra strano che gli zecchieri di Venezia abbiano sbagliato proprio la prova...

Arka

Diligite iustitiam

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Supporter
1 ora fa, Arka dice:

A parte tante cose strane in questo grosso, ho notato solo ora che c'è un errore nella legenda: ATO' VENERIO. Ben visibile sull'esemplare di @Andrea Costa e su quello di Stahl. Mi sembra strano che gli zecchieri di Venezia abbiano sbagliato proprio la prova...

Arka

Diligite iustitiam

 

La stessa peculiarità nella legenda del nome ATO al posto di ANTO è presente anche negli altri due esemplari pubblicati da Raffaele Paolucci e dello Stahl...quindi tutti gli esemplari apparsi hanno questa peculiarità nella legenda mentre sono diversi per altri elementi del conio...

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Ciao,

Si, è strano, ma penso che l’ultima cosa che farebbe un falsario è sbagliare le legende.

Possiamo però fare alcune considerazioni.

I coni non sono tutti uguali e gli ultimi tre hanno evidenti segni di usura.

Se fossero dei falsi perchè prendersi il disturbo di incidere cinque conii diversi e immettere in circolazione un solo un esemplare per conio.

Il retro del grosso è stato usato come modello per una moneta coniata ottanta anni dopo, (vedi S.N.I. di Andrea Costantini) ma solo per la prima tipologia di Marcello.

Se fossero produzioni postume il falsario è un genio, ha pensato di usare come modello per il retro del grosso, l’unico Marcello con quel trono particolare e ha creato di conseguenza le figure dei personaggi del fronte coerenti stilisticamente con il retro.

 

Enrico

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