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L’Osella della Reliquia.


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Condivido questo esemplare di Osella coniata sotto il dogato di Francesco Loredan (1752-1762), anno X, 1761, Massaro: Zuane Dolfin.

Ex aste Numismatica Picena 11/2022, ex Nomisma 53/2015, ex NAC 53/2009, ex NAC 43 2007.
 

Da: https://www.cronacanumismatica.com/la-peste-a-roma-losella-a-venezia-e-la-costola-del-beato/

di Roberto Ganganelli | Gregorio Barbarigo (Venezia, 16 settembre 1625 – Padova, 18 giugno 1697), patrizio veneziano, fu vescovo di Bergamo (dal 1657) e dopo l’investitura a cardinale nel 1660 venne nominato vescovo di Padova (1664). Un alto prelato come tanti, si potrebbe pensare, e invece…

Di lui scrive Domenico Agasso in Famiglia cristiana: “Nel maggio 1656 scoppia a Roma la peste bubbonica, che dura fino all’agosto 1657, facendo migliaia di vittime. Il papa Alessandro VII (Fabio Chigi), che era a Castelgandolfo, torna subito nell’Urbe e si fa vedere in giro anche a piedi, per incoraggiare i romani.

A dirigere i soccorsi in Trastevere, epicentro del contagio, sceglie il prete trentunenne Gregorio Barbarigo, di famiglia veneziana. E sa quello che fa. Era nunzio papale a Münster (Germania) nel decennio precedente, per la pace dopo la Guerra dei Trent’anni; e lì ha conosciuto il giovane Barbarigo, allora segretario dell’ambasciatore di Venezia. Lo ha poi consigliato negli studi, fino al sacerdozio. Infine, eletto papa nel 1655, lo ha chiamato a Roma. Se ne fida come di sé stesso, e perciò lo manda tra gli appestati di Trastevere.

Lui obbedisce, senza però nascondere la paura. Ne scrive anche a suo padre. Ma quando vede come vive e muore quella gente, sa farsi capo, guida, fratello; è prete, infermiere, seppellitore, è il padre dei trasteverini.

Medaglia del 1911 che ricorda Gregorio Barbarigo nel 150° anniversario della beatificazione Medaglia del 1911 che ricorda Gregorio Barbarigo nel 150° anniversario della beatificazione

Il papa nel 1657 lo nomina vescovo di Bergamo e nel 1658 cardinale. In diocesi prende a modello Carlo Borromeo, con un appassionato accento personale nell’istruzione religiosa. Nominato vescovo di Padova (1664), nella città del grande Ateneo dà slancio al grande Seminario: stimola la formazione teologica e biblica e la vuole arricchita di sapere classico, di scienza e di familiarità con le lingue; dà ai chierici una ricchissima biblioteca e crea una tipografia anche con caratteri greci e orientali, gettando ponti culturali tra Europa e Asia. Al tempo stesso, dice un testimone, ‘mangia con la servitù e non lascia mai d’insegnare la dottrina cristiana, di fare missioni e assistenza a’ moribondi’.

[…] Due volte è sul punto di diventare papa, e dice sempre di no. Per lui, vivere è Padova, è lo studio, è la carità. E’ suonare la campana del catechismo ai bambini, preparando banchi e sedie da sé, per la gioia di educarli personalmente alla fede; come un tempo accudiva con le sue mani gli appestati di Trastevere”.

L'osella "della reliquia" coniata nel 1761 dal doge Francesco Loredan per la beatificazione del cardinale Barbarigo L’osella “della reliquia” coniata nel 1761 dal doge Francesco Loredan per la beatificazione del cardinale Barbarigo

Il Barbarigo viene beatificato da Clemente XIII nel 1761. Poi tutto si ferma per un secolo e mezzo finché, nel 1911, giungono a Pio X appelli per la sua canonizzazione, e uno di essi ha tra i firmatari anche il “prof. sac. Angelo Roncalli”, futuro Giovanni XXIII. E sarà proprio lui a proclamare santo Gregorio, il 26 maggio 1960.

La procalamazione a beato di Gregorio Barbarigo fu importante per la Serenissima al punto che il doge Francesco Loredan (1752-1762) dedicò a questo evento le oselle dell’anno X (1761). Fatto quanto mai inconsueto, queste monete-dono portano al dritto, su campeggiano – una sorta di “urna” – le insegne cardinalizie, il leone marciano e due putti nell’atto di sorreggere niente meno che una costola umana, reliquia del beato donata dal papa alla Serenissima.

La medaglia che papa Clemente XIII Rezzonico dedica nel 1761 al beato Barbarigo, suo concittadino La medaglia che papa Clemente XIII Rezzonico dedica nel 1761 al beato Barbarigo, suo concittadino

Completa questa “gotica” composizione – emblematica di quanto le reliquie fossero ancora importanti, sia dal punto di vista devozionale che politico, nell’Italia del XVIII secolo – la legenda BEATI GREG BARBADICI CARD COSTA. Al rovescio una ricca cartella Coin nome del doge, la consueta dizione PRINCIPIS MUNUS e l’anno di emissione.

Anche papa Rezzonico, del resto, da buon veneto fa coniare una medaglia per la beatificazione del suo virtuoso concittadino alludendo al Barbarigo, sul rovescio, come EPISC[opus] PATAVINO IN ALBVM BEAT[orum] RELATO.

 

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Dal Manin:

 

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Ciao!

Stupenda ... che altro dire? Complimenti.

saluti

luciano

  • Grazie 1
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Dal Jesurum:

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Dal Werdnig (ed.it.):

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Dal Werdnig (ed.ted.)

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Dallo Zorzi:

 

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Dal Paolucci;

 

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Un esemplare e’ stato recentemente esitato all’asta NAC 136/2022, così descritto: Lotto 382

Venezia. Francesco Loredan, 1752-1762

Osella anno X/1761, AR 9,78 g. BEATI – GREG BARBADICI CARD – COSTA Urna riccamente ornata e sormontata dalle insegne cardinalizie, entro la quale due angeli sorreggono la costa del Beato Barbarigo. All’esergo, Z D (Zuane Dolfin, massaro). Rv. FRANCIS / LAUREDANI / PRINCIPIS / MUNUS / A X 1761 entro cartella ornata. Paolucci II 244. Conservazione eccezionale, Fdc Su questa osella è raffigurata l’urna contenente una costola del Beato Gregorio Barbarigo, canonizzato nell’anno di emissione dell’osella, e inviata a Roma in omaggio al pontefice.

 

 

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http://www.rhinocoins.com/ITALY/VENEZIA/OSV2.HTML
 

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Modificato da Oppiano
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Versione in oro esitata in asta Roma Numismatic 2013-VI

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Altro esemplare in oro esitato in Asta Pandolfini maggio 2022:

“mancante”

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Modificato da Oppiano
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La terza costa

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Ritratto del cardinale Barbarigo, opera di Giovanni Raggi.

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Gregorio conosce presto la sofferenza quando a soli due anni perde la madre a causa della peste. Il padre, senatore della Repubblica di Venezia – dove il futuro Santo era nato nel 1625 – lo manda nel 1643 assieme all’ambasciatore veneziano Alvise Contarini a Münster in Germania, dove si preparava la pace di Westfalia che doveva porre fine alla sanguinosa Guerra dei Trent’anni. Qui avviene un incontro decisivo per la vita del giovane Gregorio: quello con il cardinale Fabio Chigi, futuro Papa Alessandro VII. Terminati gli studi a Padova, Gregorio a 30 anni diviene sacerdote. Alessandro VII lo fa venire a Roma e allo scoppio della peste gli affida il coordinamento del soccorso ai malati, che Gregorio Barbarigo porta avanti con molto amore e dedizione.

Vescovo e pastore come San Carlo Borromeo

La fiducia di Alessandro VII si rinnova poi nel metterlo alla guida della diocesi di Bergamo nel 1657. Anni dopo, nel 1664, gli verrà affidata quella di Padova. Il suo “stile” sarà in entrambi i casi quello ispirato a San Carlo Borromeo, modello per Gregorio che, prima di tutto, vende tutti i suoi averi per darli ai poveri. Visita in lungo e in largo le parrocchie delle diocesi a lui affidate, assiste i moribondi, fa diffondere tra il popolo la stampa cattolica, alloggia nelle case della poveri. Di giorno insegna catechismo ai bambini e di notte prega. Nel suo cuore centrale è anche la formazione dei sacerdoti per la quale si impegna a fondo nel Seminario di Padova, che arriva a essere considerato uno dei migliori d’Europa.

A Roma la missione per le Chiese orientali

Un altro momento clou dell’impegno di San Gregorio Barbarigo è quello per a riunificazione con le Chiesa orientali. Dopo essere stato vescovo di Bergamo e prima di svolgere il ministero a Padova, trascorre un altro periodo a Roma. Nel 1658 Alessandro VII lo crea cardinale. Sono gli anni in cui partecipa a diversi Conclavi. Innocenzo XI lo sceglie come suo consigliere e Gregorio lavora per la riunificazione con le Chiese orientali. Stimato dai Papi e amato dal popolo, Barbarigo muore a Padova nel 1697 e viene beatificato nel 1761. A proclamarlo Santo sarà, nel 1960, Giovanni XXIII, originario della zona di Bergamo e uno tra i firmatari, anni prima, degli appelli per la sua Canonizzazione.
 

https://www.vaticannews.va/it/santo-del-giorno/06/18/san-gregorio-barbarigo--vescovo-di-padova-e-cardinale.html

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Per chi volesse approfondire la figura del Barbarigo “Santo”:

http://www.causesanti.va/it/santi-e-beati/gregorio-barbarigo.html

CANONIZZAZIONE DI S. GREGORIO BARBARIGO

OMELIA DI SUA SANTITÀ GIOVANNI XXIII *

Solennità dell'Ascensione di Nostro Signore
Basilica Lateranense
Giovedì, 26 maggio 1960

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Duomo di Padova - Teca contenente il corpo del Santo

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Il nipote di Gregorio BARBARIGO, Giovanni Francesco, nato a Venezia il 29 apr. 1658, da nobile famiglia,   abbraccio’ la carriera ecclesiastica - dopo un breve incipit in quella diplomatica - e fu creato dapprima vescovo e poi cardinale sotto Clemente XI.

GF Barbarigo cj ha lasciato uno splendido volume ( di formato gigante tra l’altro), uscito postumo che descrive le gesta della sua famiglia 

Barbarigo, Giovanni Francesco

 

Numismata virorum illustrium ex Barbadica gente. Padua, 1732

Modificato da numa numa
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NAC 43/2007

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NAC 53/2009

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NOMISMA 53/2015 con descrizione errata.

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Numismatica Picena 11/2022 post #1

 

 

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Modificato da Oppiano
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Patavii, ex Typ. Seminarii, Apud Ioannem Manfré, 1732-60.


In-folio (mm 590x410), carte [4], pagine 164, 36. Legatura in mezza pergamena coeva, piatti in tela un po' consunti, dorso parzialm. staccato, titoli e decorazioni dorate lise. Brachetta in carta giapagine a p.53; rest. marg. all'antip. Tracce d'uso ad alcune pagine, ma buon esemplare con barbe.

Bellini, 103-104: "In fatto di edizioni artistiche illustrate, è questa la più bella fra quante uscirono in duecentoquaranta anni dalla nostra Tipografia. Soltanto per l'incisione dei rami, dicono che il card. Gianfrancesco Barbarigo vi abbia speso 11000 ducati (= 70.000 lire venete). Il Volpi, nell'opera più volte citata: La Libreria dei Volpi, ne parla in due punti in termini superlativi... Graesse IV, 702: "Les gravures...sont de Tobert van Anden-Aerd, flamand...". Berlin Kat., 4268.

 

(Numismatica - Illustrati 700) BARBARIGO, Giovanni Francesco. Numismata virorum illustrium ex Barbadica gente. Patavii, ex Typographia Seminarii, apud Ioannem Manfrè, 1732-1760.

In folio (563 x 400 mm). [viii] 164 35 [1] pp. Splendida antiporta calcografica, frontespizio in rosso e nero con grande stemma inciso in rame, e 260 illustrazioni calcografiche (86 testate, 86 iniziali e 88 finalini), il tutto finemente inciso da Robert van Audenaerde. Mezza pergamena coeva con angoli. Pallido alone al margine superiore delle ultime due carte che precedono il supplemento, e altre pallide macchie alla p. 164, altre occasionali tracce d’uso, ma nel complesso buona copia stampata su carta forte con le incisioni in freschissima impressione.

Straordinaria pubblicazione, profusamente illustrata da grandi e raffinate calcografie, dedicata alla famiglia Barbarigo e prodotta sotto la supervisione del Cardinale Giovanni Francesco Barbarigo (1658-1730), vescovo di Verona. L’opera illustra ottantacinque esempi di medaglie dal leggendario Arrigo al Cardinal Barbarigo, che morì prima di vedere il libro pubblicato. Il presente esemplare contiene anche il supplemento di 35 pagine con le medaglie LXXXI-LXXXV pubblicato nel 1760. Brunet IV 138 definisce il libro “ouvrage magnifique”.

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Da: https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/3631/1/crosera1_phd.pdf

 

 

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Illustrazione raffigurante il Leone di San Marco e lo stemma della famiglia Barbarigo. Della serie “Numismata Virorum illustrium ex Barbadica Gente”.

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35 minuti fa, numa numa dice:

Opera non rarissima ma spettacolare per la qualità delle illustrazione e il formato. Un ‘must’ per gli amanti delle medaglie veneziane ☺️

 

Devo provvedere allora…..

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