Vai al contenuto

Risposte migliori

Inviato

Buona Sera,

 

Ho cercato a lungo di trovare una possibile giustificazione a una serie di difformità, di cui una a mio parere fondamentale, in alcuni Fiorini indicati come appartenenti alla terza serie: non sono riuscito a farmene una ragione, troppa differenza rispetto a quanto ragionevolmente accettabile, almeno a mio parere.

Per altro alcune caratteristiche “costruttive” collegano con continuità l’evoluzione stilistica di questa moneta, se sono ragionevoli variazioni anche sostanziali, in un quadro complessivo che conservi almeno in parte l’impianto compositivo, la possibilità che uno stravolgimento complessivo possa essere “imputato” alla Zecca di Firenze è (a mio parere) marginale.

Presento le immagini di due monete, la prima proviene da un’asta Varesi, è l’unica che abbia visto (solo in immagine), la seconda, di cui ho potuto vedere anche un altro esemplare in conservazione simile, è presente come immagine nel testo del Dott. Massimo De Benetti “I primi 100 anni del fiorino d'oro di Firenze evoluzione e classificazione (1252-1351)” ad illustrare il tipo D dei Fiorini con il Santo di stile arcaico.

Allego le immagini partendo dalla seconda indicata, per le sue caratteristiche è sicuramente più antica di quella dell’Asta Varesi.

1295734096_Iprimi100annidelfiorinodorodiFirenzeevoluzioneeclassificazione(1252-1351)956402-1236475.thumb.jpg.91646310c965077fc0a43ff90b03a0f4.jpg

Questa immagine si trova a pagina 118 del testo indicato

 

1471521098_03-01019-04-29VAR074-0152noimitazione.thumb.jpg.a1786c5a46cbec666e9f26ecb20ed19e.jpg

 

L’asta Varesi è la numero 74 del 2019

 

 

Non aggiungo per ora valutazioni per non influenzare chi volesse dedicare un po’ di tempo ad analizzare le caratteristiche di queste monete.

 

Cordialità

  • Mi piace 1

Inviato

Buonasera @ghezzi60, ho guardato i due fiorini che ci propone meno di quanto meriterebbero.

Oltre all'aspetto generale del santo che suggerisce una diversa collocazione temporale, sicuramente precedente la prima moneta come dice lei, mi salta all'occhio l'assenza di punti nella legenda tra la S e la B nel rovescio nel secondo fiorino mostrato. Non è una caratteristica assolutamente inedita nei fiorini del XIII secolo, nel ripostiglio di S. Giovanni d'Acri al n. 25 si trova un altro fiorino con la stessa peculiarità, ma credo infrequente soprattutto nei fiorini della terza serie.

Ci saranno sicuramente altri particolari più rilevanti da indicare, aspetto con curiosità..

un saluto      


Supporter
Inviato

Buonasera, ho visto solo adesso la discussione, molto interessante l'argomento.

Queste due monete sicuramente non possono stare in una stessa categoria, in quanto dritto e rovescio non hanno tanti punti di contatto. Il Santo è palesemente diverso. Bisognerebbe vedere la moneta con i quattro punti indicata dal De Benetti, magari potrebbe essere più similare alla prima moneta postata. Purtroppo non abbiamo l'immagine, almeno per ora.  

Il Mir indica tutte le monete del III tipo ma ci sono compre monete palesementi diverse, anche quella categoria andrebbe riesaminata.

In settimana vedo di osservare meglio e magari accostare le rispettive monete in argento.

Saluti Marfir.


Inviato

Buon Giorno,

quanto messo in evidenza dall’utente cippiri76, pur essendo importante non è dirimente, riguardo alle legende è più importante valutare i singoli punzoni per forma e dimensione oltre al modo di accostarli per “costruire” le singole lettere. Sono una conferma ad anomalie determinanti sia al diritto che al rovescio.

Anche quanto affermato dall’utente Marfir con riferimento a Fiorini con caratteristiche particolari “infiltrati” tra quelli della terza serie è un altro aspetto importante, così come lo sarebbe una puntualizzazione della sequenza temporale di queste prime emissioni.

Prerequisito fondamentale dal quale non si può derogare: stabilire cosa è coniato a Firenze e cosa no, diversamente qualunque tentativo di fare ordine sarebbe senza senso.

Suggerisco di iniziare concentrandosi sul diritto.

Tra le caratteristiche peculiari della terza serie di Fiorini (in comune con le serie precedenti), che coinvolgono anche i Fiorini MIR 3-6, MIR 3-9, MIR 3-12 (non ho visto Fiorini MIR 3-8 e MIR 3-10 “convincenti”) che presentano al rovescio una raffigurazione del Santo non convenzionale al rovescio, ci sono le campiture della decorazione della parte centrale del piede del giglio, del vertice del giglio e delle sue ali, per poi proseguire con i fiori e i particolari a decorazione dell’immagine.

Superata questa prima fase si può passare all’analisi dei singoli punzoni mettendoli a confronto con quelli delle prime tre serie.

Se dovesse servire potrei allegare immagini di Fiorini per il confronto, ne esistono diverse in rete ma non tutte consentono confronti agevoli.

 

Buon divertimento!

 

Cordialità


Supporter
Inviato

Allora guardando meglio il dritto le campiture del giglio e delle ali è diversa dai fiorini, anche più tardi, non può essere terza serie perché la punta del giglio non finisce a spina, il Santo ed i caratteri della legenda sono abbastanza credibili. 

Potrebbe quindi essere coniata fuori Firenze.

Fiorino comunque non banale

Saluti Marfir


Inviato

Buona Notte

 

Esistono, per tutte le monete coniate nel corso di intervalli di tempo prolungati, caratteristiche di fondo che le accompagnano, superando le variazioni superficiali ineluttabilmente collegate al susseguirsi degli incisori che hanno lavorato ai coni con la propria sensibilità artistica. Se è vero che i coni sono un lavoro di composizione e accostamento di punzoni, è altresì innegabile che detti punzoni erano soggetti a usura e rottura, con la necessità di ripristinare o ricostruire di volta in volta quelli necessari; il modo di accostarli, la sequenza temporale delle fasi del lavoro oltre all’impianto compositivo ci trasmettono ulteriori informazioni.  

 Le caratteristiche delle campiture dei particolari indicati nel mio precedente intervento, sono a mio parere una caratteristica non derogabile, mutano, si evolvono, conservano sempre nei Fiorini le caratteristiche che hanno spinto (a mio parere) gli incisori a introdurle: non sono semplici da riprodurre in modo convincente, sono una sorta di “filigrana” anticontraffazione, alcune richiedono necessariamente per essere riprodotte l’impiego di punzoni, una lavorazione diretta del conio sarebbe stata praticamente impossibile con i mezzi del tempo.

Le due monete in esame evidenziano questa criticità, unite a incongruenze come quella evidenziata dall’utente Marfir.

Sulla origine delle monete nella Zecca del Comune di Firenze sembra ci siano poche possibilità, la prima moneta illustrata, con tutte le criticità, presenta meno “problemi” della seconda, entrambe sono “stonate”. Ulteriore dubbio: per quale motivo sono stati “copiati” Fiorini arcaici introducendo malamente caratteristiche successive?

 

Cordialità


Inviato

Buongiorno,

premetto di non essere esperto in questa monetazione e mi scuso in anticipo qualora dovessi commettere errori di valutazione, ma vorrei tentare di aggiungere un piccolo contributo sulla base di un'analisi che faccio spesso quando studio i bolognini della zecca di Bologna che colleziono. Mi riferisco, in particolare, ai punzoni utilizzati per le lettere della legenda.

Il dritto e il rovescio hanno in comune le lettere A, E, N, I, O.

Quanto alla prima moneta, a me pare presenti delle diversità circa lo stile più "arcaico" delle lettere del rovescio rispetto al dritto (lettere più tozze e squadrate), prime fra tutte la N e la O.

Suddette diversità risultano a mio avviso più evidenti nella seconda moneta, in cui le lettere del dritto sono più "sinuose" presentando le punte rivolte maggiormente all'insù (I, A ed E) e distaccate.

Spero di essere stato abbastanza chiaro e di aver aggiunto uno spunto di riflessione alla discussione,

Riccardo


  • 1 anno dopo...
Inviato

Buon Giorno,

                               riprendo questa discussione per aggiungere una ulteriore moneta alle due allegate, a mio parere anche questa non parla fiorentino. L’immagine è tratta dalla tesi del Dott De Benetti, precisamente da pagina 120 della tesi (127 del file pdf). Dopo il Tipo D che avevamo considerato nel primo intervento, anche questo, Tipo E, merita una valutazione.

Il tipo C non mi ha mai convinto appieno ma è presente nel ripostiglio delle Logge dei Banchi, pur non trattandosi un certificato di provenienza, merita almeno il dubbio e approfondimenti ulteriori. Premesso questo, si tratta di un mio dubbio, per altro scarsamente rilevante, si tratta di una tipologia “orfana” e priva di discendenti per quanto mi è dato conoscere.

 

La moneta in questione invece presenta caratteristiche della quarta serie, alcune anomalie nella costruzione delle figure e punzoni per la costruzione delle legende uniti alla composizione delle lettere quanto meno singolari.

Facendo riferimento al Lavoro del Dott De Benetti richiamato, possiamo valutare come partendo da quello indicato come Tipo A che si potrebbe definire “canonico” ogni passo successivo discosta i “Fiorini” da quello che ci aspetterebbe, curiosamente lo scostamento stilistico e le anomalie aumentano nella sequenza.

Un ulteriore aspetto curioso può essere rilevato nella verifica della rarità, o forse è meglio definirla mancato riscontro sul mercato di esemplari con le caratteristiche citate. Potrebbero essere molte le motivazioni, la prima che viene alla mente fa riferimento alla scarsa diffusione della tipologia ( in quanto marginale rispetto alla produzione ufficiale ).

Se la Repubblica di Firenze ha avvertito il bisogno di contrastare la pratica di mercanti e banchieri di coniare in proprio evidentemente la pratica non era qualcosa di sporadico; da queste evidenze emerge che l’inizio di questo processo andrebbe anticipato (probabilmente tra gli anni ‘70 e ‘80 del milleduecento), altro aspetto di carattere pratico il processo per ovvi motivi non poteva realizzarsi a Firenze. Se anche le valutazioni di carattere generale sono corrette, non credo sarà possibile andare oltre le ipotesi in merito al luogo sede della “officina di produzione” (potrebbero essere più di una). Bisogna specificare come non ci si limitasse alla “battitura” ma fosse necessario l’affinamento del metallo.

Chiaramente ciascuno ha una sua personale sensibilità, per quanto mi riguarda ho determinato quale possa essere il “minimo sindacale” per attribuire un Fiorino a Firenze, contemporaneamente ho fissato uno scostamento massimo dai canoni tollerabile, una certa elasticità si rende necessaria per soprassedere a errori e imprecisioni minori: tutto quello che eccede il tollerabile dopo una analisi approfondita finisce nella cartella falsi&imitazioni mantenendo chiaramente separata la prima dalla seconda categoria.

Non mi dilungo oltre, allego l’immagine del “Fiorino” indicato:

 

DeBenettiTipoE.thumb.jpg.d273cdc066587f5c098d0a6552421474.jpg

 

Spero qualcuno voglia esprimere la Sua valutazione.

Cordialità


Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.