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Come ben narra Paolo Diacono ( Historia Lang.  I , 27 ) Alboino re dei Longobardi, all' ingresso in Pavia che gli si arrende dopo 3 anni di assedio, ha un curioso incidente con il proprio cavallo, sul quale è montato .

Anche per  i Longobardi il cavallo è elemento di distinzione e prestigio che sfiora addirittura l' ambito del sovrannaturale .

Sono cavalieri i guerrieri più importanti e gli oggetti, non di rado anche preziosi, degli ornamenti e delle finiture dei loro cavalli sono, con le armi, nei corredi più importanti che ci sono pervenuti .

 

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2 ore fa, VALTERI dice:

 

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Questo tipo di ornamenti (anche in argento e in bronzo) sono abbastanza comuni in Ungheria, in virtù anche del soggiorno longobardo in Pannonia.

 

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Se non ricordo male anche i cavalli dei longobardi erano di una razza proveniente dalla Pannonia.


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Basti pensare che uno dei santi della nazione longobarda cristianizzata era S. Martino, comandante di cavalleria di origine Pannonica. Il toponimo S. Martino è associato alla presenza longobarda. Un esempio su tutti il sepolcreto in località s. Martino Trezzo sull’ Adda


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Tomba di cavaliere longobardo con cavallo, Museo Sannitico di Campobasso.


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Cavaliere longobardo trafigge nemico, Piatto d’argento di Isola Rizza (VR), Museo di Castelvecchio.

notare come da questa raffigurazione il cavaliere longobardo combatta a cavallo impugnando la lancia con entrambe le mani come facevano già da secoli i catafratti ed i clibanarii sasanidi  e romani prima e bizantini poi.

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Vi è un particolare rituale nomadico di origine euro-asiatica, caratterizzato dall'inumazione nella medesima tomba del cavallo e del cavaliere (in Italia è attestato nella necropoli di Campochiaro nel Molise), che nacque nelle aree europee centrali tra III e V secolo e si diffuse successivamente nei territori estesi ad est del Reno fra le popolazioni germaniche che comprendevano Franchi orientali, Alemanni, Longobardi e Turingi.
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C'è poi un secondo rituale che prevedeva la dissezione, a livello della prima vertebra cervicale, del cranio dell'equino.
Gli studi osteologici mi pare che ancora non abbiano definito se sia un fatto casuale oppure corrisponda ad una pratica rituale osservata e studiata in Italia (Collegno e Sacca di Goito, Povegliano Veronese), Germania (Donzdorf) ed in Austria (Zeuzleben) in una casistica abbastanza ampia di inumazioni che comprendevano deposizioni, intere o parziali, dei cavalli sacrificati in fosse predisposte accanto a quelle dei loro proprietari.

http://www.archeobologna.beniculturali.it/mo_spilamberto/necropoli_longobarda/equino.jpg

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Inviato (modificato)

Nell' antichissima cultura dei kurgan, che arriva anche dal lontano Altai siberiano, spesso il cavallo è compagno del suo proprietario nelle inumazioni appunto rinvenute nei kurgan .

Qualcosa sui kurgan si trova nella discussione " La valle di Pazyryk "  ( che non so allegare ) dedicata al ritrovamento di quello che è probabilmente il più antico tappeto annodato pervenutoci .

Modificato da VALTERI
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@ARES III sei fantastico… sei la memoria storica del forum .


Inviato

@Vel Satiesnon dirlo che alla fine ci credo per davvero e poi mi monto la testa...e quando si porta la testa troppo in alto poi ci si scorda della realtà e si inciampa...


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2 minuti fa, ARES III dice:

@Vel Satiesnon dirlo che alla fine ci credo per davvero e poi mi monto la testa...e quando si porta la testa troppo in alto poi ci si scorda della realtà e si inciampa...

Però è vero… sei presentissimo è precisissimo ergo preziosissimo


  • 1 anno dopo...
Supporter
Inviato

Salve.

Una tradizione popolare associa le origini della colomba pasquale all’episodio del cavallo di Alboino.

Nel 572, quando Alboino entrò in Pavia, dopo tre anni di estenuante assedio durante i quali più volte minacciò di radere al suolo la città dopo averla conquistata, il suo leggendario cavallo stramazzò al suolo, proprio all'altezza dell’attuale via Alboino, dove allora esisteva porta San Giovanni.

Un fornaio, per placare l'ira furente del Re, gli si avvicinò e gli offrì un dolce fumante, profumato, appena sfornato dicendo: "Sire, domani è la Santa Pasqua e le dono questo dolce che ha la forma di una colomba che è il simbolo della pace, la prego di risparmiare e rispettare la città ". Il cavallo, come per miracolo, si drizzò completamente rianimato e il Re proseguì il suo percorso. Il giorno seguente Alboino doveva incassare quanto imposto alla città: denaro, gioielli e dodici fanciulle. La prima di queste, interpellata, disse il suo nome: "Mi chiamo Colomba, sono la figlia del vecchio fornaio e - indicando le altre undici fanciulle - anche queste sono colombe al servizio del Re". Alboino, addolcito dalle parole e dal ricordo del dono ricevuto, fece grazia e liberò le belle ragazze pavesi. Così il dolce longobardo, divenne lombardo e la tradizione della colomba prese il volo per il mondo.

apollonia

  • Grazie 1

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2 ore fa, VALTERI dice:

Integrazioni @apollonia sempre interessanti .

Una buona giornata .

 

Anche a te.

Aggiungo che tra le diverse leggende che ruotano attorno alla colomba pasquale, una delle più accreditate vede come protagonista la regina Teodolinda, sempre in quel di Pavia.

Durante l’Alto Medioevo, attorno al 610, il monaco irlandese Colombano, con i suoi compagni di preghiera, si trovò a passare nel regno longobardo, proprio a due passi dall’attuale Pavia. La regina Teodolinda li ricevette con tutti gli onori e fece preparare per gli ospiti, pensando di far cosa gradita, un pranzo sontuoso a base di selvaggina pregiata.

La regina non tenne però conto che era tempo di Quaresima e quindi che gli ospiti non avrebbero mangiato i piatti a base di carne.

Per non offendere la sovrana, il monaco chiese la possibilità di benedire il cibo prima di consumarlo. Durante il rito le carni si trasformarono in candide colombe di pane, facendo comprendere alla regina il suo errore, ma permettendo ai monaci di gustare un buonissimo pranzo. Una leggenda vuole che da quell’episodio e da quelle colombe bianche ebbe origine la colomba pasquale.

apollonia


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