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IGNORED

PULSIS ULTRA ATHESIM GERMANIS


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Francia. Luigi XV (1715-1774). Medaglia 1735. Il re di Francia invade i territori veneti inseguendo gli austriaci in ritirata. D/ LUD XV REX CHRISTIANISS. Busto a destra. Nel taglio, DU VIVIER. R/ PULSIS/ ULTRA ATHESIM/ GERMANIS/ MDCCXXXV in corona d'alloro. Volt. 1469 (questo esemplare).AE. mm. 41.40 Inc. Du Vivier.

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Dal Voltolina:

”Il problema della successione polacca fece riesplodere in Italia, nel 1733, la secolare discordia austro-francese e finì per porre Venezia di fronte ad una difficile scelta: da un lato l’Austria pretendeva dalla Serenissima il rinnovamento dei patti di mutuo soccorso sottoscritti nel corso delle guerre contro il Turco, dall’altro la Francia prometteva vantaggi politici. La Repubblica, stremate delle lunghe lotte condotte nei decenni precedenti e desiderosa di mantenere la propria indipendenza, declinò in modo fermo e dignitoso entrambe le offerte. Il costo di questo atteggiamento neutrale fu elevato: il territorio della Serenissima non fu risparmiato dai belligeranti che lo invasero per condurvi le loro operazioni belliche. Venezia non poté sottrarsi dal concedere il libero passaggio delle truppe di entrambi e le potenze e dovette sottostare alle pesanti conseguenze materiali che una simile situazione comportava, cui si aggiunse la perdita di considerazione e rispetto sofferta dalla Repubblica sul piano politico.

La medaglia ricorda la campagna militare, vittoriosamente condotta dalle truppe francesi nel 1735, che portò alla cacciata degli Austriaci al di là del fiume Adige.”

d


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Dal Fleurimont:

 

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Modificato da Oppiano

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Il Voltolina riprende alcuni passi da Roberto Cessi, Storia della Repubblica di Venezia (Edizione Giunti Martello, Firenze, 1981, pagg. 668-670).

Vediamo di più.

“Venezia invece deluse ogni speranza, difendendo e salvando la propria indipendenza con la neutralità. La nazione fu costretta a ripagare a caro prezzo i benefici di questa. Il suo territorio non fu risparmiato dai belligeranti, che non meno del passato non ebbero scrupolo di violarlo e di usarne senza riserve per le loro operazioni. Il governo non poté impedire, per evitare guai maggiori, il libero passaggio di truppe delle due parti, le tristi spogliazioni per rifornimento e anche le occupazioni territoriali, e fu costretto ad armare forti contingenti militari per prevenire gli effetti di una situazione assai incerta, con grave onere finanziario. La tolleranza non guadagnò alla Repubblica stima né rispetto.

 <<Non è sempre il miglior consiglio… per allontanare i disturbi quello di praticare soverchie agevolezze e di usare inopportune dissimulazioni, mentre un simile contegno somministra anzi adito a proseguire senza riflesso con nuovi tentativi, concependo lusinga, che già o quelle saranno concesse o questi tollerati>>.”

Sopra le parole dell’Erizzo nel 1738 “censurando i disordini che turbavano l’Adriatico”.

Ancora:

”La neutralità bastava a prolungare la vita alla Repubblica, e a salvare l’indipendenza della nazione. A questa virtù si associava … un deplorevole vizio, la debolezza; si che <<questa indipendenza … avrà vita fino a che qualche grande nazione di Europa di renderà padrona del resto d’Italia>>. 

d


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