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Cataloghi numismatici: regole di scrittura delle proprietà fisiche delle monete


apollonia

Risposte migliori

Supporter

altra cosa che sarebbe da uniformare e‘ se usare il punto o la virgola tra le unita‘ e i decimali di un numero e inoltre i segni per le migliaia ogni tre cifre che cambiano tra europa e usa (credo).

In aritmetica, la virgola serve a separare la parte intera dalla parte decimale di un numero (in America e nei paesi anglosassoni l’uso della virgola e quello del punto per separare i gruppi delle unità, delle migliaia ecc. è invertito rispetto all’uso nell’Europa continentale).

Stando così le cose, l'unificazione è impossibile.

anche il fatto che per litri si usino entrambi l e L mi disturba molto. Bisognerebbe abolire la L che almeno in svizzera si legge spesso nelle analisi mediche.

Il simbolo del litro l (elle minuscola) è stato sostituito dal 1979 da L (elle maiuscola) per decisione del Bureau international des poids et mesures, allo scopo di distinguerlo dal numero 1.

Però il simbolo l perdura ed è universamente accettato anche in conformità con le regole indicate dal Sistema internazionale, secondo cui i simboli delle unità di misura devono essere scritti in maiuscolo solo se derivanti da nome proprio di persona.

apollonia

 

Modificato da apollonia
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Supporter

A proposito di unità di misura, tutto bene o c'è qualcosa che non va in questi cartelli stradali?

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apollonia

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Supporter
Il 12/12/2022 alle 00:01, apollonia dice:

A proposito di unità di misura, tutto bene o c'è qualcosa che non va in questi cartelli stradali?

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apollonia

 

Per la risposta basta un'occhiata al post # 24.

apollonia

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Ringrazio per tutte queste informazioni. Tuttavia considerato che la discussione verte sui cataloghi numismatici credo che le uniche regole che si possano applicare siano quelle relative al peso (in grammi) e al modulo (in millimetri), oltre ovviamente all'indicazione del metallo (AU, AR, AE, ecc.) e all'orientamento degli assi che viene espresso in vario modo (gradi, ore, frecce orientate).

 

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Supporter
2 ore fa, dracma dice:

Ringrazio per tutte queste informazioni. Tuttavia considerato che la discussione verte sui cataloghi numismatici credo che le uniche regole che si possano applicare siano quelle relative al peso (in grammi) e al modulo (in millimetri), oltre ovviamente all'indicazione del metallo (AU, AR, AE, ecc.) e all'orientamento degli assi che viene espresso in vario modo (gradi, ore, frecce orientate).

 

 

Certo, ma dato che è sorta (non da parte mia) la questione del simbolo del litro, ho pensato che anche la scrittura corretta di chilometro andasse richiamata. (e rispettata). Con la speranza di evitare il ripetersi di certi errori macroscopici sui cartelli stradali nazionali. Se poi uno volesse esprimere il modulo di una moneta in chilometri... 🤗

apollonia

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Supporter

Non esiste una standardizzazione in quanto le regole editoriali variano e poi, diciamocelo, preporre o post porre l’indicazione dell’unità di misura non cambia assolutamente nulla.

anzi, visto che quello che conta è il dato bisognerebbe indicar3 il valore e poi, nel caso, L’Unita di misura Che è una rassicurazione e basta. 

per pulizia e chiarezza di lettura (tipo record di tracciato dati) si potrebbe premettere al catalogo che i dati fisici dell’oggetto sono strutturati in (ad es.) come segue:

diam max o dim magg x dim min in mm | peso in gr | orientamento conii in gradi

il che potrebbe dare un risultato in scheda di:

13 | 1,111 | 180

sarebbe MOLTO più importante discutere di come indicare i riferimenti bibliografici e le relative abbreviazioni visto che è una Jungla 

Modificato da Vel Saties
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Supporter

Non esiste una standardizzazione in quanto le regole editoriali variano e poi, diciamocelo, preporre o post porre l’indicazione dell’unità di misura non cambia assolutamente nulla.

Se la Numismatica dev'essere una scienza, l'adeguamento al linguaggio scientifico è d'obbligo. Nessuna rivista seria con referee accetterebbe un lavoro che ignora queste regole., anche per le indicazioni sui riferimenti bibliografici che gli autori devono rispettare.

Tutto dipende dall'atteggiamento di rispetto o meno nei confronti della Numismatica come scienza multidisciplinare che uno ha.

apollonia

 

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Supporter

Concludo e poi mi taccio con la descrizione di una moneta su un catalogo in lingua inglese - quindi con il punto decimale - e un catalogo di casa nostra - quindi con la virgola decimale - (Gigante).

Stater (Gold, 17 mm, 5.73 g)

20 lire · 1928 Anno VI. Fascio littorio · ø 35,5 mm · 32,258 g · Au

Ma è così complicato seguire un modello del genere, con buona pace di tutti?

apollonia

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Credo anch'io come @Vel Saties che la standardizzazione non sia possibile. Le riviste specifiche di numismatica, ad esempio gli AIIN o la RIN, solo per citarne alcune, hanno ciascuna proprie norme redazionali a cui attenersi ma nel contempo con specificità  differenti. Esistono poi riviste di taglio storico e/o archeologico che accolgono studi numismatici con ulteriori norme redazionali. Altrettanto dicasi per la bibliografia e in particolare per l'abbreviazione dei titoli delle riviste, per le quali non tutti fanno riferimento all'Année Philologique.

Le norme redazionali degli Annali dell'Istituto Italiano di Numismatica prevedono addirittura che per l'indicazione delle unità metriche si usi il punto fermo, esattamente il contrario, quindi, delle norme della comunità scientifica di cui si è parlato finora.

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Supporter
Cita

Nessuna rivista seria con referee accetterebbe un lavoro che ignora queste regole

Caro @apollonia se ho ben capito il nucleo di questo topic sappi che:

  1. non sono regole come dici tu ma si chiamano norme editoriali o norme redazionali
  2. le riviste (a meno che la cosa non sia cambiata per tutto il mondo in questi giorni) ti forniscono la loro serie di norme editoriali. Così come gli istituti universitari per le tesi e le loro pubblicazioni. Di solito è un documento di un paio di pagine.
    In questi documenti ti dicono come abbreviare "pagina/pagine": p./pp. (con o senza punto) oppure pag./pagg. (con o senza punto), stessa cosa per i termini figura/e, anno/i, come redigere le note, come le notazioni e le abbreviazioni bibliografiche e tante tante altre.
  3. le norme editoriali/redazionali NULLA hanno a che fare con il liguaggio scientifico che (dovrebbe) essere intrinseco alla ricerca.

Se sei pertanto invitato a pubblicare in una rivista il comitato di redazione te lo fornisce e se invece vuoi mandare in visione un tuo lavoro puoi sempre chiedere di anticipartele per essere compliant con i loro usi e costumi.
Detto questo, si, possono anche differire perché sono convenzioni editoriali

Cita

Le norme redazionali (o norme editoriali) sono un insieme di convenzioni che regolano la formattazione di un testo scritto.

Trattandosi di convenzioni, le norme redazionali non sono regole assolute: ogni casa editrice sceglie le proprie e le segue con coerenza in tutti i testi di una stessa collana.

Se vuoi cerca le norme redatte dal MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI - ISTITUTO CENTRALE PER IL CATALOGO E LA DOCUMENTAZIONE (abbreviato ICCD) scheda NU, Ben Numismatici.
Come vedrai il documento fornisce delle regole per una corretta e completa redazione scientifica di una scheda di catalogazione. Quindi ti forniscono il sunto delli contenuti scientifici che afferiscono ad ogni singolo oggetto moneta. I quali poi poossono essere estratti, aggregati, analizzati in vari modi con vari risultati. Di solito secondo il METODO SCIENTIFICO e con LINGUAGGIO SCIENTIFICO.
E, come vedrai, non contemplano nemmeno lì se mettere i grammi prima o dopo il numero perché è solo una questione estetica. Non si tratta di confondere millimetri con iarde o grammi con stones, o peggio il materiale con il nominale. Si tratta di mettere un'indicazione prima o dopo l'unico dato che conta che è quello della misura, suvvia!
E se questa cosa ti fa indignare, mi spiace, non so che dirti... 🤗
Con stima ed affetto. Vel



 

49 minuti fa, apollonia dice:

Ma è così complicato seguire un modello del genere, con buona pace di tutti?

apollonia

 

No, assolutamente ed è auspicabile. E' quello che farei pure io 🙂

40 minuti fa, dracma dice:

Credo anch'io come @Vel Saties che la standardizzazione non sia possibile. Le riviste specifiche di numismatica, ad esempio gli AIIN o la RIN, solo per citarne alcune, hanno ciascuna proprie norme redazionali a cui attenersi ma nel contempo con specificità  differenti. Esistono poi riviste di taglio storico e/o archeologico che accolgono studi numismatici con ulteriori norme redazionali. Altrettanto dicasi per la bibliografia e in particolare per l'abbreviazione dei titoli delle riviste, per le quali non tutti fanno riferimento all'Année Philologique.

Le norme redazionali degli Annali dell'Istituto Italiano di Numismatica prevedono addirittura che per l'indicazione delle unità metriche si usi il punto fermo, esattamente il contrario, quindi, delle norme della comunità scientifica di cui si è parlato finora.

image.png

 

ecco... tu l'hai detto bene, io che sono una bestia mica tanto

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Supporter
1 ora fa, dracma dice:

Credo anch'io come @Vel Saties che la standardizzazione non sia possibile. Le riviste specifiche di numismatica, ad esempio gli AIIN o la RIN, solo per citarne alcune, hanno ciascuna proprie norme redazionali a cui attenersi ma nel contempo con specificità  differenti. Esistono poi riviste di taglio storico e/o archeologico che accolgono studi numismatici con ulteriori norme redazionali. Altrettanto dicasi per la bibliografia e in particolare per l'abbreviazione dei titoli delle riviste, per le quali non tutti fanno riferimento all'Année Philologique.

Le norme redazionali degli Annali dell'Istituto Italiano di Numismatica prevedono addirittura che per l'indicazione delle unità metriche si usi il punto fermo, esattamente il contrario, quindi, delle norme della comunità scientifica di cui si è parlato finora.

image.png

 

No, non posso tacere di fronte a cose del genere.

Dunque queste norme dicono che i nomi delle misure, abbreviati, sono seguiti da punto. Quindi, se “gr” è l’abbreviazione di “grammo”, la scrittura “gr.” è corretta

Solo che in https://it.wikipedia.org/wiki/Gr

Unità di misura

gr – simbolo del grano (altra unità di misura della massa)

gr – abbreviazione impropria comunemente usata per indicare il grammo (il simbolo corretto è g)

gr. – sta per GRECO [gr(eco)]

Stando sempre alla norma, “mm” seguito da punto dovrebbe essere l’abbreviazione di “millimetro”. Tutti d’accordo che la riduzione grafica di “millimetro” sia “mm”? Qualcuno l’ha mai trovata negli elenchi delle abbreviazioni usate nella nostra lingua?

apollonia

 

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Supporter

Ho passato anni a mediare tra gli standard ICCD, ICR, le esigenze di sovrintendenze e musei. Abbiamo anche creato un software per la gestione di scavi archeologici complessi che integrasse e standardizzasse tutti i dati interfacciandosi con i GIS e non voglio, personalmente, rientrare nel tunnel di quella follia. Ma non posso che augurarti buon lavoro e buona fortuna, @apollonia. Io passo, ho già dato

Modificato da Vel Saties
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Supporter

Il mio intervento si rende necessario per spiegare un equivoco.

L’equivoco alla base di questa discussione è l’idea che le norme editoriali, variabili da rivista a rivista, possano coinvolgere anche l’espressione delle misure quando invece queste sono regolamentate da un Sistema Internazionale di Unità di Misura che non lascia spazio a divagazioni dettate da opinioni o gusti personali.

Nei miei cinquant’anni di vita universitaria, ho avuto modo di verificarlo direttamente con le mie circa 200 pubblicazioni di carattere sperimentale sulle principali riviste internazionali del settore chimico-farmaceutico. Alcune norme potevano variare da rivista a rivista riguardo a citazioni bibliografiche, presentazione dei risultati sperimentali (figure e tabelle), numero minimo di repliche delle misure e delle cifre significative con la statistica associata, ecc., ma il riferimento al Sistema Internazionale per l’espressione delle misure era la regola generale imprescindibile.

E non vedo il motivo per cui ciò non debba valere anche quando il misurando è una moneta.

Proseguo con qualche informazione sul Sistema Internazionale, nel caso qualcuno fosse interessato.

apollonia

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In realtà non si tratta di un equivoco ed hai pienamente ragione @apollonia.

Se  la numismatica è una scienza sarebbe auspicabile che le norme editoriali, seppur variabili, conformassero anche le unità metriche relative alle monete al Sistema Internazionale di Unità di Misura. Di fatto, e aggiungerei purtroppo, ciò avviene raramente.

E questa è solo una delle questioni. Molto avrei da dire, infatti, su altri aspetti (non fisici) relativi al bene numismatico sui quali spesso e volentieri prevalgono criteri del tutto soggettivi. Ad esempio il grado di rarità, definito spesso in modo alquanto opinabile e senza una verifica della documentazione nota. Ma questo è tutt'altro discorso.

 

 

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Supporter

La Convenzione del Metro del 1875 ha posto le basi per un sistema di unità di misura comune, chiamato dal 1961 Sistema Internazionale. Nel corso del tempo si sono aggiunte altre unità di misura di base, fino ad arrivare a sette nel 1971; ognuna di esse è riferita ad una grandezza fisica. Tutte le altre unità di misura si ricavano da queste e sono quindi dette unità derivate. Le unità di misura di base sono quelle fondamentali per eseguire tutte le possibili misurazioni, senza introdurre inutili ridondanze.

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2.misure6.GIF.5b65a0f8a695f2bf4285eade9ba47e05.GIF 3.misure11.GIF.15fe0cb96f2a8bc65fc990b06b67651c.GIF

apollonia

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Supporter

@apollonia,

mancherebbe:

a) spessore;

b) se la moneta e‘ calamitabile;

c) asse di conio.

Aggiungerei, soprattutto per le monete antiche, il grado di eventuale porosità. È calcolabile?
 

d

http://www.cma4ch.org/chemo/lessons/eserc6_2004-5.html
 

Modificato da Oppiano
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Supporter

Il dato più importante per caratterizzare una moneta sarebbe la densità, cioè il rapporto tra la massa e il volume, che però non ho mai visto in una descrizione.

apollonia

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Supporter

A conclusione del post # 40

L’uso dell’SI in Italia è d’obbligo per legge

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Riporto il “decalogo” del post # 24 al completo

(Da https://www.mt.camcom.it/stampa/10-regole-per-scrivere-correttamente-una-misura_197.htm)

Camera di Commercio di Matera - https://www.mt.camcom.it/

10 regole per scrivere correttamente una misura

05 July 2011

Stampa

Il DPR 12/08/1982 n. 802 detta quali sono le unità di misura legali per esprimere grandezze fisiche.

Per indicare le unità di misura si devono usare esclusivamente le denominazioni e i simboli previsti (art.1).  
Tali prescrizioni si applicano anche nelle attività economiche, nelle operazioni di carattere amministrativo, nelle indicazioni di grandezza espresse in unità di misura. (art.2).

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Seguono le tabelle delle grandezze fondamentali e derivate, delle unità speciali e di alcuni prefissi.

apollonia

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Supporter

Un altro disaccordo dei cataloghi numismatici che si estende anche agli addetti ai lavori e ai collezionisti riguarda la nomenclatura delle monete greche antiche. Una vera babele! Penso che affidarsi al giudizio dei cultori della lingua italiana attraverso la consultazione dei dizionari e delle enciclopedie sia un’ottima iniziativa per arrivare a una soluzione condivisa.

L’unità monetaria greca prima dell’introduzione dell’euro si può chiamare dramma o dracma perchè i due termini, entrambi di genere femminile, sono sinonimi. Ci si può chiedere se questo valga anche per i multipli, cioè quando ai termini si unisce un prefisso che in greco moltiplica per due (di), per quattro (tetra), per dieci (deca), ecc., come pure per il sottomultiplo formato dal prefisso emi che dimezza il valore. È ovvio che se anche per i multipli e per il sottomultiplo vi sono due sinonimi, ci potrebbe essere una preferenza personale nell’uso di uno di essi.

È possibile trovare la risposta con una rapida indagine in rete sull’uso della nostra lingua e un sito di consultazione può essere https://www.sapere.it/sapere/enciclopedia.html

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DRAMMA: 1483 Risultati trovati in Enciclopedia (1.304), Dizionario (45), StudiaFacile (127), Approfondimenti (7)

DRACMA: 13 Risultati trovati in Enciclopedia (9), Dizionario (4)

DIDRAMMA: 10 Risultati trovati in Enciclopedia (9), Dizionario (1)

DIDRACMA: Nessun risultato trovato

TETRADRAMMA: 6 Risultati trovati in Enciclopedia (5), Dizionario (1)

TETRADRACMA: Nessun risultato trovato

DECADRAMMA: 3 Risultati trovati in Enciclopedia (3)

DECADRACMA: Nessun risultato trovato

EMIDRAMMA: 2 Risultati trovati in Enciclopedia (2)

EMIDRACMA: Nessun risultato trovato

(segue)

 

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Supporter

Riguardo ai due sinonimi dramma o dracma si legge:

dramma o dracma

sf. [sec. XIII; dal greco drachmḗ, da dráx, pugno, tramite il latino drachma]. Unità monetaria greca fino al 31 dicembre 2001, sostituita dal 1° gennaio 2002 dall'euro. § Nell'antichità la dramma, che indicava in origine la quantità di metallo che poteva essere racchiusa in un pugno, fu coniata per lo più in argento, raramente in oro; si divideva in 6 oboli.

Secondo il piede monetale cui apparteneva si distinguevano diversi tipi di dramma, tra cui i principali sono: la dramma attica di 4,36 g, l'eginetica di ca. 6,12 g, la fenicia di ca. 3,60 g, la focese di ca. 4 g. I sottomultipli più frequenti sono: la emidramma, il diobolo e l'obolo; i multipli: il didramma (o statere), il tetradramma, il pentadramma, l'esadramma, l'ottodramma, il decadramma.

Quindi anche qui si ribadisce la norma dell’uso esclusivo della forma con la doppia emme nei nomi dei multipli della dramma, che prendono il genere maschile, e del sottomultiplo, che mantiene il genere femminile.

Altre fonti d’informazione sono rappresentate dai principali dizionari d’italiano consultabili in rete e– uno per tutti - il Grande dizionario della lingua italiana, opera monumentale dell’editoria e della lessicografia italiana in edizione digitale.

https://www.gdli.it/contenuti/guida-consultazione

Dalla pagina di entrata possiamo risalire a 10 risultati per tetradramma (nessun risultato per tetradracma), 5 risultati per decadramma (nessun risultato per decadracma), due risultati per emidramma (nessun risultato per emidracma).

Nel caso della moneta da due dramme troviamo non solo didramma (4 risultati) ma anche didracma come voce antica (2 risultati).

Quindi, tirando le somme:

Sottomultiplo = emidramma (gen. femminile)

Multipli = prefisso + dramma (gen. maschile, più evidente nelle voci ammesse con la “o” finale)

Nel caso del didramma sopravvive la voce antica “didracma” di genere maschile.

Secondo il GDLI digitalizzato, le monete di due e di quattro dramme si chiamavano “didrachme” e “tetradrachme”, di genere femminile.

58016860_tetradrammaGDLImesso.GIF.f3d8f195451bcf91a08c1df5a395d070.GIF

Quindi attenzione: chi vuol seguire il Montanari nell’uso della voce dotta di genere femminile dovrà scrivere “le didrachme e le tetradrachme”, entrambe con l’acca. Se invece uno fosse particolarmente affezionato al termine “didracma”, lo dovrà usare solo al maschile e senza cambiargli arbitrariamente sesso.

apollonia

 

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  • 2 settimane dopo...
Supporter

Un dono gradito.

L’ho ricevuto ieri: l’ultima edizione dello Zingarelli, l’edizione base di questo vocabolario della lingua italiana che a me piace sfogliare come un libro, soffermandomi su alcune parole per prendere visione di eventuali aggiornamenti. Naturalmente l’occhio corre sulle voci di genere femminile “dramma” e “dracma” che uno può sempre usare scambievolmente, secondo il gusto personale, e sui multipli, tutti di genere maschile (possibile desinenza “o” anziché “a”) ma con l’uso esclusivo della forma con doppia emme. Probabilmente l’abolizione della forma con il gruppo consonantico “cm” quando entra in gioco il prefisso che moltiplica è dovuta a una questione di orecchio. Basti pensare a come “decadramma”, per es., suoni molto meglio di “decadracma”.

Riguardo alle proprietà fisiche delle monete, a chi scrive che una moneta pesa “grammi 10” o “gr. 10” domando se in salumeria chiede “grammi 100” o “ettogrammi 1” o “etti 1” di prosciutto e se in macelleria chiede “chilogrammi 1” o “chili 1” di carne. Per coerenza dovrebbe farlo.

Riguardo alle proprietà geometriche delle monete, a chi scrive che il diametro di una moneta è “millimetri 10” o “mm. 10” domando se a un passante che chiede informazioni dice che la fermata dell’autobus dista a “metri 50” e la piazza XY dista a “chilometri 1”. Per coerenza dovrebbe farlo.

Buon 2023.

apollonia

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Abbreviazioni

La scrittura “mm.” che alcuni considerano abbreviazione di millimetro è in effetti il simbolo di millimetro alla fine di periodo e per questo seguito dal punto. Punto che non fa parte del simbolo ma è un segno d’interpunzione. Quando si ha a che fare con le unità di misura è bene ricordare che i loro simboli non sono abbreviazioni e quindi sono seguiti dal punto solo alla fine di un periodo.

Nell’elenco delle abbreviazioni all’inizio del vocabolario troviamo ad es. “gr.” per “greco” e “m.” per “maschile”.

Alla fine del vocabolario troviamo un lungo elenco di sigle, abbreviazioni, simboli, tra cui per es. “g” con i significati di 1 grammo, 2 giorno, 3 accelerazione di gravità e “gr” con i significati di 1 grado centesimale e 2 grado (unità di misura di peso). “m” ha il significato di “metro” e “m.” di 1 mese, 2 miglio e 3 morto. ”mm” ha il significato di “millimetro” e “m.m.” ha il significato del lat. “mutatis mutandis” (con i dovuti cambiamenti).

apollonia

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L’ultima pagina del vocabolario

È intitolata DEFINIZIONI D’AUTORE e racchiude in una sola pagina le parole rivelatrici della personalità e del lavoro di esponenti di rilievo del mondo della cultura, della scienza, dello sport e del costume italiani. Le parole suggerite dagli stessi autori interpellati (es. “numero” dal matematico, “voce” dal cantante, “notizia” dal giornalista) costituiscono un piccolo dizionario parallelo fatto di definizioni d’autore sulla base di ricordi personali e punti di vista originali sul significato di un termine, nel quale il lettore può trovare un suggerimento inatteso, uno sguardo laterale e nuovo, frutto di esperienza, studio, talento e sensibilità fuori dal comune.

Questa iniziativa editoriale si è rivelata anche benefica in quanto la maggior parte degli autori ha rinunciato al compenso proposto dall’editore, devolvendolo a varie associazioni come l’UNICEF, l’ANT, ecc.

N.B. Per il significato delle sigle consultare l’apposita sezione del vocabolario.☺️

apollonia

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Supporter

Personalmente ritengo che il principale scopo di un testo scritto sia quello di trasmettere un'informazione tra chi scrive e chi legge. 

Un testo è ben scritto se l'informazione viene trasmessa correttamente senza rischio di malintesi. 

E' evidente che scrivere 10 mm oppure mm 10 trasmette senza malintesi la medesima informazione. Così come la scrittura 10 Gr., per quanto formalmente scorretta, trasmette correttamente l'informazione al lettore. 

Sebbene gli errori nella rappresentazione di unità di misura andrebbero certamente evitati, come del resto andrebbero evitati tutti gli errori, non mi straccerei certamente le vesti a riguardo. A patto naturalmente che, al netto di eventuali errori di "forma", la "sostanza" dell'informazione giunga correttamente al lettore.

A proposito, in questa discussione è stata fornita un'informazione errata riguardo l'uso del grammo per esprimere il peso:

Il grammo, con relativi multipli e sottomultipli, è un'unità di misura (anche) del peso e non solo della massa. Si parla in questo caso di "grammo peso" o "kilogrammo peso" anche se nell'uso comune ovviamente non si scrive mai peso, sottintendendolo inconsapevolmente. 

da Wikipedia: 

"Essa corrisponde alla forza peso esercitata da una massa di un chilogrammo sottoposta ad un'accelerazione di gravità pari a 9,80665 m/s². Un corpo avente una massa di 70 kg ha un peso di 70 kg_p, quindi il valore che esprime il peso in kg_p coincide numericamente sulla Terra con quello che esprime la massa in kg (anche se sono dimensionalmente diversi)."

 

 

   

 

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